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Ultime da Marte: Perseverance ha creato l’ossigeno dall’atmosfera!

Non abbiamo neanche fatto in tempo a metabolizzare l’entusiasmante notizia del primo volo di un drone sul Pianeta Rosso grazie all’elicotterino Ingenuity, compagno di viaggio del rover NASA Perseverance, che il sofisaticato laboratorio mobile, “ammartato” appena due mesi fa, ci ha regalato un’altra pagina di storia dell’astronautica e questa è sicuramente una delle più importanti mai scritte finora. 

Se la notizia appena giunta da Marte non ha l’importanza che ebbe quella dei primi passi di Armstrong sulla Luna, possiamo dire che nella classifica dei maggiori progressi astronautici questa viene immediatamente dopo.

Sà¬, perchè il rover Perseverance è riuscito a produrre 5 grammi di ossigeno puro “trasformando” uno dei composti più facilmente reperibili su Marte: l’anidride carbonica di cui è satura l’atmosfera. L’esperimento compiuto dal dispositivo MOXIE (Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment), per quanto ovviamente sofisticato ed avanzato dal punto di vista tecnologico, è molto semplice da spiegare: prelevando ed elaborando un campione di anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera, il MOXIE è riuscito a scinderla in molecole di monossido di carbonio (CO) e ossigeno puro (O2).

I 5 grammi di ossigeno prodotti sono in grado di garantire ad un essere umano di respirare per circa 10 minuti ma potrebbero essere utilizzati anche come combustibile per le future missioni su Marte. Da qui l’importanza storica dell’esperimento: in un sol colpo la NASA ha dimostrato di avere a disposizione non solo la tecnologia per poter far respirare gli astronauti senza che questi debbano trasportare da terra tutto l’ossigeno necessario ma anche di poter produrre in loco parte del combustibile necessario a far ripartire la navicella spaziale. Tutto ciò si traduce in un risparmio enorme per quanto riguarda il peso del carico della missione stessa e, di riflesso, dei costi. Infatti, il problema principale delle imprese astronautiche non è tanto trovare una tecnologia per far volare un razzo ma quello di ridurne il peso che, aumentando, fa esponenzialmente lievitare la quantità  di carburante necessario alla spinta, la potenza dei motori, la grandezza dei serbatoi e, automaticamente, i prezzi.

Se pensiamo che, da calcoli effettuati dalla NASA, per lasciare il Pianeta Rosso e tornare a Terra un razzo necessita di ben 6 tonnellate di ossigeno per ogni astronauta e considerando che data la lunghezza della missione è impossibile per motivi psico-sociologici mandare un equipaggio di soli due o tre astronauti su Marte (dovranno essere almeno 7-10), possiamo desumere che se riuscissimo a produrre l’ossigeno direttamente dall’anidride carbonica marziana, il razzo, alla partenza dalla Terra, potrà  essere più leggero di almeno una cinquantina di tonnellate, una riduzione di spazio e peso che in parte si potrà  completamente risparmiare e in parte si potrà  adoperare per trasportare altro materiale scientifico e viveri.

Il MOXIE, a pieno regime, è in grado di produrre 10 grammi di ossigeno all’ora e nei prossimi mesi le sue capacità  verranno testate in svariate condizioni ambientali. Teoricamente la tecnologia avrebbe due criticità : la prima è l’ancora scarsa quantità  di ossigeno che riesce a generare; la seconda è che per funzionare necessita di molta energia. Mentre però, per quanto concerne la scarsa produttività , certamente questo è dovuto al fatto che stiamo parlando di un piccolo prototipo che sicuramente, una volta testato a dovere, verrà  prodotto in esemplari più grandi ed efficienti, la seconda criticità  – quella relativa all’alta richiesta di energia – potrebbe avere un risvolto positivo. Infatti, nel produrre ossigeno, il MOXIE, consumando circa 300W di energia, arriva a raggiunge al suo interno la temperatura di ben 800° centigradi, calore che potrebbe essere convogliato e utilizzato dagli astronauti per riscaldare gli ambienti in cui dovranno vivere durante la loro permanenza su Marte, cosଠcome riscaldare l’acqua e gli alimenti ed eventualmente alimentare altri dispositivi tecnologici.

Insomma, parafrasando Armstrong, se l’esperimento riuscito del MOXIE a bordo di Persevernce non è un “grande balzo per l’umanità â€ è di sicuro un “piccolo passo” verso Marte e altri mondi: piccolo ma fondamentale.

Per i viaggi dell’uomo verso il Pianeta Rosso probabilmente si dovrà  aspettare il prossimo decennio ma dato che tutta una tecnologia è ancora da progettare, testare e costruire, esperimenti come quelli che sta effettuando Perseverance lasciano ben sperare che il futuro sia più vicino di quanto crediamo.

Dai laboratori della NASA i ricercatori ci invitano a restare sintonizzati perchè, sono sicuri,  Perseverance ci regalerà  ancora tante sorprese e, non dimentichiamolo: il compito principale del rover è quello di trovare tracce di vita presente o passata su Marte… insomma, teniamoci forte e aspettiamo con novità  e trepidazione, noi saremo qui ad aggiornarvi.

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