Quanto guadagna uno sviluppatore di app per smartphone?


Il mestiere di sviluppatore viene solitamente effettuato presso grosse aziende di informatica, quasi tutte presenti nelle città  più grandi, collegate a gruppi multinazionali di vario genere. A partire dal reparto IT di Google alle fintech con cui abbiamo tutti (o quasi) il conto in banca, infatti, il developer assume un’importanza storicamente molto rilevante. Sono gli sviluppatori che creano, testano e aggiornano tutte le app che usiamo ogni giorno sui nostri dispositivi – da quelle di streaming a quelle per visualizzare le notizie, lo stato del conto in banca e via dicendo. Non sono pochi quelli che decidono di effettuare questo mestiere in proprio, soprattutto da quando l’arrivo della pandemia ha finito per relegare questa dimensione all’ambito domestico (cosiddetto smart working), con tutti i pro ed i contro del caso. La figura dell’app developer assume, in ogni caso, due possibili sfumature: da dipendente presso un’azienda di informatica, oppure con partita IVA.

Il mercato delle app per gli smartphone è sicuramente uno tra i più richiesti sul mercato, e a questo punto potrebbe essere lecito chiedersi quanto si guadagna nel fare questo mestiere. La risposta sarà  ponderata su una serie di considerazioni che andremo a proporre nel seguito, e sicuramente potrà  portare ad esiti in parte (e almeno per alcuni di noi) totalmente inaspettati. Certo, i guadagni sono considerevoli, ma questo vale soprattutto in media: non bisogna dimenticare che si tratta di un lavoro molto impegnativo che richiede precisione, dedizione, pazienza, gestione accurata dello stress e, in certi casi, voglia o necessità  di sforare le classiche 8 ore lavorative a cui siamo tutti abituati.

Uno sviluppatore di app da dipendente guadagna, ad oggi, un minimo di circa 1500€ al mese a salire: molto dipende dall’azienda a cui si rivolge, da come va il suo fatturato e dal contratto che ha firmato. Se lavora da freelance, al contrario, è più difficile fare delle stime, dato che si pagherà  ogni singola app che realizzata una cifra variabile a sua scelta (ad esempio dalle 4000€ alle 20000€), e naturalmente più clienti avrà  più salirà  il suo fatturato annuale. Ovviamente queste cifre, trattandosi di attività  continuativa e professionale, dovranno essere dichiarate al fisco: motivo per cui sarà  necessario aprirsi una partita IVA.

Svolgere l’attività  di developer come libero professionista richiede l’apertura di una partita IVA, a cui bisognerà  aggiungere un consulente fiscale che sicuramente andrà  a rientrare nella voce “costi” a cui tutti sono soggetti. Si potrebbe pensare di fare uso di soluzioni a basso costo come il consulente fiscale di Fiscozen, che fornisce nel loro sito ufficiale indicazioni utili su come aprire la partita IVA, a chi rivolgersi per farlo, come scegliere un idoneo codice ATECO per la propria attività  e cosଠvia. FiscoZen è, ad oggi, una delle realtà  più comunemente utilizzate dai vari freelance, dato che si tratta di una piattaforma online utile come servizio all inclusive per liberi professionisti ed imprese individuali. Il servizio di fatturazione attiva e gestione spese è gratuito, ed è possibile richiedere un pacchetto a pagamento per la gestione completa della propria partita IVA, sia quelle inerenti il cosiddetto forfettario che il regime semplificato.

Foto di Firmbee da Pixabay

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