Il mercato nero dei documenti falsi, dei malware e degli attacchi informatici commissionati on demand è soggetto a problemi di reputazione? Sembra di sì, e anche tanto. Un report pubblicato dalla Dell nel 2014 (reperibile in copia su Archive.org) raccontava come i servizi disponibili sulla dark net – come clonazione di carte di credito e costruzione di documenti di identità falsi – puntasse ad assomigliare a veri e propri e-commerce tradizionali, nei quali la customer satisfaction (o soddisfazione del cliente) è all’ordine del giorno, e per cui si punta alla qualità del servizio come fattore di branding vero e proprio. Sembra strano, ma è così: anche nel mercato nero la reputazione conta, e questo anche per via di un mercato che tende per attrarre chiunque, o quasi.
La Dell, celebre azienda di informatica operante anche nella sicurezza, qualche tempo fa ha ingaggiato due esperti di sicurezza informatica per provare a capire meglio i mercati illegali del deep web, e i due hanno pubblicato un report piuttosto significativo: un vero e proprio boom di richieste, con prezzi variabilissimi ed in grado di lievitare spaventosamente oppure, alla lunga, abbattersi per via di equivalenti servizi disponibili sul web rintracciabile mediante Gooogle. Su questi servizi – accessibili mediante browser specifici come TOR – sono in vendita anche bot a prezzi variabili, così come possibilità di commissionare attacchi informatici DDoS oppure ottenere le classiche carte di credito e di debito clonate.
Curiosamente, poi, la possibilità di ottenere passaporti americani (ad esempio) non sembrava essere disponibili, per quanto ci sia l’opportunità di acquistarne di altre nazionalità , oltre alla possibilità di comprare veri e propri tutorial con i quali imparare l’arte dell’hacking più estremo (la formazione attrae spesso più delle consulenze, e questo sembra essere vero anche per il mondo delle darknet). Quello che si è abbassato notevolmente, poi, è il costo dei malware classici, dei RAT (Remote Access Trojan, tool per controllare un computer da remoto all’insaputa della vittima, accendere la webcam, registrarlo e così via) e dei trojan, che spesso potete scaricare a pagamento anche dal web tradizionale (ovviamente non è una buona idea farlo, se non siete esperti nel settore). Un mondo inquietante, senza dubbio, che pero’ segue le regole generali dell’economia e del marketing tradizionale.
Anche se la vendita rimane comunque anonima e difficile da tracciare, i criminali informatici puntano comunque sul branding e sulla buona reputazione; questo perchè sanno che il mercato si sta allargando, e non conosce i confini che potevano esistere fino a qualche anno fa.
Internet via satellite è una tecnologia che consente di fornire connessione a Internet ad alta velocità utilizzando satelliti in orbita intorno alla Terra. Questo approccio è particolarmente utile nelle aree rurali o remote dove l’accesso a Internet tramite cavi terrestri o fibra ottica non è economicamente fattibile.
Il collegamento a Internet tramite satellite sfrutta la tecnologia dei satelliti in orbita intorno alla Terra per trasmettere dati da e verso gli utenti. Il processo di funzionamento di Internet tramite satellite può essere suddiviso in diverse fasi:
Trasmissione dei dati: Per inviare e ricevere dati via satellite, è necessario un dispositivo che possa comunicare con il satellite. Gli utenti utilizzano un dispositivo come un modem satellitare, che è collegato al computer o alla rete locale. Questo modem comunica con il satellite per trasmettere richieste di dati (come richieste web) e ricevere dati (come pagine web, email, file, ecc.).
Segnale verso lo spazio: Una volta che i dati sono pronti per essere inviati, il modem satellitare li trasmette a un’antenna parabolica installata sul tetto o in un’area aperta, puntata verso la posizione del satellite designato per il servizio Internet. L’antenna trasmette il segnale ai transponder a bordo del satellite.
Trasmissione attraverso lo spazio: Il satellite riceve il segnale proveniente dall’antenna parabolica e lo reindirizza a un’altra stazione terrestre nota come “gateway terrestre”. Questo gateway è connesso alla rete Internet tramite collegamenti ad alta velocità e funge da punto di accesso all’Internet globale.
Comunicazione con il World Wide Web: Una volta che i dati raggiungono il gateway terrestre, essi vengono instradati attraverso la rete Internet globale, consentendo agli utenti di accedere a siti web, inviare email, effettuare videochiamate e svolgere altre attività online. Allo stesso modo, quando gli utenti richiedono dati (come cliccare su un link su una pagina web), il processo si inverte, con i dati che vengono inviati attraverso lo spazio fino all’antenna parabolica dell’utente.
Questo ciclo di trasmissione e ricezione dei dati avviene a velocità molto elevate, consentendo agli utenti di godere di una connessione Internet ad alta velocità anche in luoghi remoti dove non è disponibile una connessione terrestre tradizionale. Tuttavia, è importante notare che il collegamento a Internet tramite satellite può essere influenzato da vari fattori, come il tempo atmosferico e l’eventuale ostruzione dell’antenna parabolica da parte di edifici o alberi.
Per far funzionare internet col satellite abbiamo bisogno di:
Satelliti in orbita: Per fornire il servizio Internet via satellite, le aziende utilizzano satelliti geostazionari o satelliti in orbita terrestre bassa (LEO). Questi satelliti sono posizionati nello spazio e comunicano con le antenne terrestri.
Antenne terrestri: Gli utenti che desiderano utilizzare Internet via satellite devono installare un’antenna parabolica o un’altra antenna specifica per ricevere il segnale dal satellite. Questa antenna è di solito montata sul tetto di una casa o in un’area aperta con una chiara visuale del cielo.
Trasmissione e ricezione: L’antenna terrestre riceve il segnale dal satellite e lo trasmette a un modem satellitare all’interno della casa o dell’edificio. Il modem è collegato a un computer o a una rete domestica tramite cavi Ethernet o Wi-Fi.
Comunicazione bidirezionale: La comunicazione con Internet avviene tramite il satellite in due fasi: “uplink” e “downlink”.
Uplink: Quando un utente invia una richiesta Internet, ad esempio digitando un URL nel browser, il modem satellitare invia questa richiesta al satellite attraverso l’antenna terrestre (“uplink”). Il segnale sale verso lo spazio.
Downlink: Il satellite riceve la richiesta, la instrada attraverso una stazione terrestre a terra e la invia a Internet. Le risposte dalle pagine web o i dati richiesti sono trasmessi dal satellite alla stazione terrestre, quindi all’antenna e al modem (“downlink”). I dati scendono dallo spazio verso la terra.
Velocità e latenza: La velocità di Internet via satellite può variare in base al provider e al piano scelto, ma può raggiungere velocità notevoli. Tuttavia, la latenza (ritardo di trasmissione dei dati) può essere più alta rispetto ad altre tecnologie di connessione a Internet, a causa della lunga distanza che i dati devono percorrere tra la Terra e il satellite.
Costi e limitazioni: Internet via satellite può essere più costoso rispetto ad altre opzioni di connessione a Internet, e alcuni piani potrebbero avere limiti di dati mensili. Inoltre, le condizioni meteorologiche avverse, come tempeste o pioggia intensa, possono influire sulla qualità del segnale satellitare.
Vantaggi: L’Internet via satellite è una soluzione preziosa in aree rurali o remote dove altre opzioni di connessione potrebbero non essere disponibili. Può offrire connessioni ad alta velocità, consentendo agli utenti di navigare in Internet, guardare video in streaming e utilizzare servizi online.
Internet via satellite sfrutta la comunicazione tra satelliti in orbita e antenne terrestri per fornire connessioni Internet in regioni dove altre infrastrutture di rete non sono economicamente praticabili. Sebbene offra vantaggi significativi in tali aree, è importante considerare i costi e le potenziali limitazioni, come la latenza, prima di optare per questa opzione.
“XOXO” indica amore, affetto e vicinanza emotiva. Viene spesso utilizzato nei messaggi di testo, nelle email o sui social media per concludere una conversazione con un tocco di calore e amicizia. Anche se originariamente era usato principalmente online, è diventato abbastanza comune nell’uso quotidiano e può essere compreso da chiunque, anche se non è esperto di internet o di computer.
Quando si tratta di “XOXO”, stiamo parlando di un vero e proprio classico dell’affetto digitale! Questo acronimo è come il tocco finale perfetto a un dolce messaggio. Immagina le “X” come piccoli baci, come quando dai un bacetto sulla guancia o un piccolo bacio all’aria con tanto di smacchiatina sonora! Poi ci sono le “O”, che sono come abbracci virtuali, quei coccolosi avvolgimenti che ci fanno sentire avvolti nell’affetto. Insieme, “XOXO” è come dire: “Ti voglio bene, amico mio!” o “Ti mando un sacco di amore e calore!”
Ad esempio, pensa ad Adalgisa, una ragazza piena di dolcezza e amore, che vuole mandare un messaggio al suo caro amico Massimiliano per farlo sentire speciale. Il messaggio potrebbe essere qualcosa del genere:
“Ciao Massimiliano! Spero che la tua giornata sia piena di sorrisi e felicità! Non vedo l’ora di vederti presto. XOXO, Adalgisa.”
Con quel “XOXO” finale, Adalgisa sta trasmettendo tutto il suo affetto e la sua amicizia in modo dolce e sincero!
La scelta del contratto da adottare per la connettività in azienda è sicuramente un problema complesso: le offerte commerciali sono spesso su livelli legati quasi esclusivamente alle tecniche di marketing, e in molti casi non è neanche troppo chiaro cosa vi stiano vendendo. Purtroppo il mercato su internet funziona anche così, e le offerte di fibra o ADSL aziendali non fanno eccezione. In questa sede faremo riferimento soltanto alle offerte di connettività aziendale, non quelle domestiche insomma bensì quelle per uffici, aziende e realtà che magari vivono in luoghi poco agevoli per avere una connessione.
Purtroppo l’Italia sembra che si stia adeguando molto lentamente all’andazzo tecnologico attuale, e questo si riflette nel noto problema del digital divide: ci sono zone in cui l’internet veloce è solo un miraggio, e ce ne sono altre in cui invece potete procurarvi internet quasi “dalla fonte”, sfruttando appieno la banda a disposizione mediante una delle tante connessioni di tipo FTTTx (Fiber To The X). Ci sono moltissime possibilità ulteriori: se ad esempio avete un’azienda in una zona industriale logisticamente difficile da cablare o raggiungere, un’idea potrebbe essere quella
Un primo criterio per scegliere la connessione ideale è senza dubbio legata a due parametri fondamentali.
Che cos’è la latenza
Questo parametro è uno dei pochi ad essere effettivamente “tangibile“: si tratta di una sorta di tempo di “attesa”, genericamente parlando, che viene impiegato per far raggiungere il pacchetto internet a destinazione o per restituire uan risposta al mittente. Una connessione client server classica, infatti, come potrebbe esserla quella del nostro browser connesso ad un sito internet, è composta da numerosi passaggi intermedi che noi non vediamo, e di cui fa parte la suddivisione dei messaggi in “pacchetti“.
L’invio di questi pacchetti può essere ritardato in un punto qualsiasi della connessione, che per quanto riguarda una pagina web può essere riassunta in un diagramma detto “a cascata” (waterfall in gergo) in cui possiamo vedere il contributo di ogni singola connessione HTTP(S) che viene sfruttata per “ricomporre” e far apparire una pagina web:
Questo waterfall indica il tempo di caricamento legato ad ogni singolo file (CSS, JS, immagini, video), ed ogni barretta colorata indica il tempo che impiega quel componente a concludere il caricamento. Il tempo di latenza è indicato con l’etichetta waiting, in questo caso:
In realtà il rendering della pagina HTML (o composizione del DOM) è un po’ più complicato perchè esistono dipendenze – della serie: un file A può non concludere il caricamento, se prima non ha finito un altro file B – ma per capire la latenza basta considerare la parte di caricamento legata ad un’attesa (l’utente finale la percepisce come attesa perchè non sa nel dettaglio cosa stia succedendo), ovvero un generico tempo di inattività in cui non si invia e non si riceve, e che può dipende da svariati fattori:
connettività, congestione e condizioni della rete in quel momento;
altri fattori non legati alla connettività come, ad esempio, la progettazione del sito, l’uso del minify e così via.
Cos’è la larghezza di banda
La larghezza di banda non va confusa con la “banda”, e rappresenta la quantità di informazione trasmissibile sul canale di comunicazione, rappresentando quindi anche un limite massimo. Viene usualmente espressa in Gbit (più frequente) oppure in GByte (più raro). Il motivo per cui è un limite massimo o upper-bound è legato al fatto che poi, nella pratica, la velocità della connettività ad internet è variabile, ed è influenzata da numerosi fattori esterni ed interni, infrastrutturali, legati alla configurazione specifica, di hardware e/o di software. La larghezza di banda, formalmente, indicherebbe la misura dell’ampiezza di banda dello spettro di un segnale; nell’uso pratico è diventato associato (pur non essendo un sinonimo) di “velocità massima” della connessione.
Da contratto, tutti gli operatori di internet veloce sono obbligati per legge a garantire un minimo “sindacale” di velocità da contratto, quindi fate sempre riferimento al contratto per dubbi o perplessità in merito. La velocità è influenzata dal traffico e dalla congestione di rete del momento: ma c’è un altro fattore che la influenza che è legata al mezzo utilizzato. Ad esempio:
il doppino telefonico in rame tipico delle ADSL arriva fino a 1Gbps, anche se alcuni esperimenti avrebbero dimostrato la possibilità di spingersi fino a 10 Gbps (solo in condizioni da laboratorio, a quanto pare). Ciò tipicamente sembra poter avvenire solo su piccolissime distanze (fino a 400m, motivo per cui si può sfruttare questo principio per realizzare connettività FTTx di ottima velocità anche in presenza di fibra-rame o solo doppino inrame)
la fibra permette di raggiungere fino a 2Gbps.
Come scegliere la connettività aziendale?
Ci sono vari parametri da tenere in considerazione, tra cui – come abbiamo visto – la valutazione della connettività in termini dei due parametri succitati. Questo pero’ comporterebbe poter testare la linea prima di comprarla, cosa ovviamente non sempre fattibile – per cui si opta per un criterio di riconoscimento delle offerte più blando e più flessibile da applicare:
il fatto che siano previsti o meno interventi tecnici per l’adeguamento (che significa maggiori costi per l’azienda, ma anche maggiori benefici);
le idee chiare su eventuali altre tecnologie che possono essere sfruttate (esempio classico: internet satellitare);
la disponibilità di tecnici o ingegneri specializzati in caso di problemi sulla linea;
supporto tecnico per tutte le ore necessarie (per alcune aziende internet può servire letteralmente 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, anche fuori dal classico orario d’ufficio)
L’Internet satelittare è una tecnologia avanzata che rivoluziona la connettività in aree remote e rurali. Questa soluzione innovativa utilizza satelliti in orbita terrestre per offrire connessioni Internet ad alta velocità, superando le limitazioni delle infrastrutture terrestri tradizionali.
Storia e Fondamenti dell’Internet via Satellite
L’idea di utilizzare satelliti per fornire connettività Internet è nata negli anni ’60 con il lancio dei primi satelliti geostazionari. Tuttavia, la tecnologia ha fatto passi da gigante nel corso degli anni, consentendo connessioni più veloci e affidabili. Oggi, le aziende specializzate in servizi Internet via satellite offrono soluzioni avanzate che raggiungono luoghi remoti in tutto il mondo.
Diffusione di internet satellitare
L’adozione dell’Internet via satellite varia significativamente da regione a regione e dipende da diversi fattori, tra cui la disponibilità di infrastrutture di rete terrestri, le esigenze locali di connettività e l’accessibilità economica. Ecco alcune considerazioni sulla diffusione dell’Internet via satellite:
Aree Remote e Rurali: L’Internet via satellite è particolarmente diffuso in aree remote e rurali, dove le infrastrutture di rete terrestri, come cavi in fibra ottica o DSL, possono essere costose da installare o non disponibili. In queste aree, il satellite offre un’opzione vitale per connettersi a Internet ad alta velocità.
Nazioni in Via di Sviluppo: In alcune nazioni in via di sviluppo, l’Internet via satellite è diventato un mezzo importante per colmare il divario digitale. Offre connettività in luoghi dove le infrastrutture di rete tradizionali sono limitate o assenti.
Settori Commerciali e Governativi: L’Internet via satellite è ampiamente utilizzato nei settori commerciali e governativi, ad esempio per collegare sedi remote, fornire comunicazioni di emergenza o garantire la connettività per l’industria dell’energia, la navigazione marittima e la sorveglianza ambientale.
Settore Aerospaziale e Trasporti: L’Internet via satellite è una componente essenziale delle comunicazioni aeree e spaziali, consentendo la connessione in volo e la trasmissione dati dai satelliti.
Costi e Complessità: Tuttavia, va notato che l’Internet via satellite può essere più costoso rispetto ad altre opzioni di connessione, e la complessità dell’installazione e della manutenzione delle antenne paraboliche può rappresentare una sfida.
Sviluppi Tecnologici: Gli sviluppi tecnologici nel settore, come i satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) e le costellazioni satellitari, stanno aumentando l’accessibilità e l’efficienza delle connessioni Internet via satellite.
La diffusione dell’Internet via satellite è destinata a crescere ulteriormente con l’avanzamento delle tecnologie satellitari e l’espansione delle costellazioni di satelliti in orbita bassa, che promettono di offrire connessioni Internet più veloci e a costi più contenuti. Tuttavia, la sua adozione rimane più diffusa in aree con specifiche esigenze di connettività e nelle industrie che richiedono una connessione affidabile in luoghi remoti.
Sì ma… quanto costa?!
I costi dell’Internet via satellite possono variare notevolmente a seconda di diversi fattori, tra cui il provider di servizi, il piano tariffario, la regione geografica e le opzioni disponibili. Tuttavia, in generale, l’Internet via satellite tende a essere più costoso rispetto alle connessioni classiche basate su infrastrutture terrestri, come DSL o fibra ottica. Ecco alcune considerazioni sui costi:
Costi Iniziali: L’installazione dell’antenna parabolica e del modem satellitare può comportare costi iniziali significativi. Questi costi includono l’acquisto dell’hardware e l’installazione da parte di un tecnico.
Tariffe Mensili: I provider di servizi Internet via satellite offrono piani tariffari mensili che variano in base alla velocità di connessione e ai limiti di dati. I piani più veloci e con dati illimitati tendono ad essere più costosi.
Limiti di Dati: Molti piani Internet via satellite hanno limiti di dati mensili, noti come “traffic shaping” o “fair usage policy.” Una volta superati questi limiti, la velocità di connessione può essere ridotta o possono essere applicati costi aggiuntivi.
Latency: L’Internet via satellite può avere una latenza più elevata rispetto alle connessioni terrestri, il che può influire sulla qualità delle chiamate VoIP e delle sessioni di gioco online.
Costi di Installazione e Manutenzione: Oltre ai costi iniziali, potrebbero esserci costi di manutenzione periodica per l’hardware, oltre a eventuali costi di assistenza tecnica.
Offerte Speciali: Alcuni provider offrono promozioni speciali o piani a tariffe ridotte per i primi mesi per attirare nuovi clienti.
Confronto con le Opzioni Terrestri: In generale, l’Internet via satellite tende a essere più costoso rispetto alle opzioni terrestri, come DSL o fibra ottica, quando queste ultime sono disponibili. Tuttavia, in aree remote o rurali dove non esistono alternative terrestri, l’Internet via satellite può rappresentare l’unica opzione pratica.
Costellazioni Satellitari LEO: Le nuove costellazioni satellitari in orbita terrestre bassa (LEO) stanno emergendo come una potenziale alternativa con costi più competitivi rispetto ai satelliti geostazionari tradizionali. Tuttavia, queste tecnologie potrebbero richiedere nuovi hardware e infrastrutture.
In sintesi, l’Internet via satellite è generalmente più costoso rispetto alle connessioni classiche basate su infrastrutture terrestri, ma può rappresentare l’unica opzione praticabile in aree remote o rurali. Prima di optare per l’Internet via satellite, è importante confrontare i costi e valutare attentamente le esigenze specifiche di connettività, tenendo conto dei limiti di dati, della latenza e delle velocità offerte dai diversi piani.
Come Funziona l’Internet via Satellite
L’Internet via satellite opera attraverso un processo bidirezionale:
Satelliti in Orbita: La rete si basa su satelliti in orbita terrestre che fungono da ponti tra le aree remote e i centri di connessione a terra.
Antenne Terrestri: Gli utenti devono installare un’antenna parabolica o un’altra antenna specifica per ricevere il segnale dal satellite. Questa antenna è montata sul tetto di un edificio o in un’area aperta con visuale diretta del cielo.
Modem Satellitare: Il segnale ricevuto dall’antenna viene trasmesso a un modem satellitare all’interno dell’abitazione o dell’azienda. Questo dispositivo è connesso ai dispositivi utente tramite cavi Ethernet o Wi-Fi.
Comunicazione Bidirezionale: La comunicazione con Internet avviene tramite l’invio di dati verso il satellite e la ricezione dei dati da esso.
Uplink: Quando un utente invia una richiesta Internet, come la visita di una pagina web, il modem satellitare invia la richiesta al satellite tramite l’antenna terrestre. Il segnale sale nello spazio.
Downlink: Il satellite riceve la richiesta, la instrada attraverso una stazione terrestre a terra e la connette a Internet. Le risposte dai server web o i dati richiesti viaggiano dall’alto verso il basso, attraverso il satellite, fino all’antenna terrestre e al modem.
Vantaggi e Modelli Disponibili
L’Internet via satellite offre numerosi vantaggi, soprattutto in aree non coperte da altre infrastrutture di rete. È ideale per la connettività in luoghi remoti, consentendo agli utenti di navigare in Internet, guardare video in streaming e utilizzare servizi online.
Esempi di modelli disponibili includono:
Piani Residenziali: Le aziende come Viasat e HughesNet offrono piani residenziali che forniscono connessioni Internet affidabili per le famiglie nelle zone rurali.
Soluzioni per le Imprese: Altre società, come SES Networks, forniscono soluzioni Internet via satellite personalizzate per le esigenze delle aziende, garantendo la continuità operativa e la connettività globale.
In conclusione, l’Internet via satellite è una tecnologia avanzata che ha rivoluzionato la connettività in aree remote. Grazie ai continui sviluppi tecnologici, questa soluzione offre connessioni ad alta velocità e si è dimostrata essenziale per abitazioni e aziende in luoghi difficili da raggiungere con infrastrutture terrestri tradizionali.
Siamo tutti d’accordo: lo streaming si paga e, ad oggi, se lo dividono DAZN e SKY. Ma come fare a sentire le care vecchie radiocronache?
In un paese come l’Italia, dove il calcio non è soltanto uno sport, ma una vera e propria passione nazionale, la radio continua a rivestire un ruolo fondamentale nel portare le emozioni del campo direttamente nelle case dei tifosi. Anche nell’era del digitale, dello streaming e delle pay TV, ascoltare le partite di Serie A alla radio conserva un fascino senza tempo. La voce del cronista che descrive l’azione, l’energia palpabile che traspare dalle onde radio, e la connessione immediata con l’evento fanno della radio un mezzo insostituibile per vivere il calcio in modo diretto e coinvolgente.
Ogni fine settimana (e durante i numerosi turni infrasettimanali), migliaia di tifosi si sintonizzano sulle principali stazioni radio italiane per seguire la propria squadra del cuore, aggiornarsi sui risultati in tempo reale e condividere con altri appassionati la tensione di una partita decisiva o la gioia di un gol all’ultimo minuto. Stazioni come Rai Radio 1, Radio Sportiva, TMW Radio e Radio 105 offrono una copertura capillare del campionato, con programmi che abbracciano non solo la cronaca in diretta delle partite, ma anche approfondimenti, interviste, e discussioni post-partita che mantengono vivo il dibattito sportivo anche fuori dal campo.
Ecco un elenco delle principali stazioni radio dove puoi ascoltare le partite di Serie A, con i relativi link. Poi passeremo alla serie B, ovviamente!
Abbiamo incluso anche alcune webradio locali e stazioni gestite dai tifosi per alcune squadre.
Serie A: Radio Nazionali In streaming che trasmettono le partite
Che si tratti di seguire le gesta della propria squadra mentre si è in viaggio, di vivere l’atmosfera della partita mentre si lavora, o semplicemente di immergersi nella passione di una diretta senza interruzioni, la radio offre un’esperienza unica e irripetibile. In un mondo sempre più digitale e frammentato, la radio rimane un punto fermo, una voce amica che accompagna i tifosi nel lungo viaggio di ogni stagione calcistica, con il suo mix inconfondibile di emozione, professionalità e passione.
Queste stazioni offrono una copertura completa delle partite, con commenti e analisi pre e post-partita, spesso condite con il tifo e la passione dei sostenitori delle varie squadre. Le stazioni locali e le webradio sono particolarmente utili per ottenere un punto di vista più mirato e approfondito sulla tua squadra del cuore.
Serie B: Radio Nazionali In streaming che trasmettono le partite
Per i tifosi della Serie B, la radio è un compagno insostituibile, capace di portare le emozioni del campo direttamente nelle case, nelle automobili e nelle strade, creando un legame immediato e diretto con la propria squadra del cuore. Anche se meno celebrata rispetto alla Serie A, la Serie B ha una presenza radicata nel panorama radiofonico italiano, con emittenti che trasmettono in diretta le partite, aggiornano sui risultati in tempo reale e raccontano le storie che si nascondono dietro ogni incontro.
Ecco un elenco delle principali stazioni radio e webradio locali che trasmettono e coprono le squadre di Serie B. Queste stazioni sono spesso il cuore pulsante del tifo locale e offrono una copertura dettagliata delle partite, con un focus particolare su analisi, commenti e interazioni con i tifosi.
Queste emittenti sono punti di riferimento essenziali per i tifosi delle squadre di Serie B, offrendo una copertura locale che spesso riesce a catturare meglio l’essenza delle sfide, della passione e delle storie che animano questo campionato. Seguire le partite attraverso queste radio ti permette di immergerti completamente nell’atmosfera unica del calcio di Serie B, caratterizzata da rivalità storiche e un tifo genuino.
Serie C: Radio Nazionali In streaming che trasmettono le partite
Il termine “snitch” è un’espressione colloquiale in inglese che viene utilizzata per descrivere una persona che denuncia o riferisce alle autorità (come la polizia) o a qualcun altro informazioni su azioni illegali o scorrette compiute da altre persone. In italiano, un termine equivalente potrebbe essere “spia”, “delatore” o “infame”.
Essere chiamati “snitch” ha una connotazione molto negativa, specialmente in ambienti criminali o in contesti dove la lealtà al gruppo è molto importante. Chi “snitcha” è visto come un traditore, qualcuno che infrange il codice del silenzio (a volte noto come “omertà”) per ottenere vantaggi personali o per evitare punizioni.
L’uso di questo termine è spesso associato a una forte stigmatizzazione, e chi viene etichettato in questo modo può subire gravi conseguenze sociali o persino fisiche, soprattutto in ambienti criminali o comunità molto chiuse.
Sarà stato uno snitch Ma ora non sono più online (Lundini & i VazzaNikki)
In inglese, la parola “goat” significa letteralmente “capra”, che è un animale da fattoria noto per essere robusto e spesso allevato per il latte, la carne e la lana.
Nell’ambito di internet e delle conversazioni digitali, infatti, “GOAT” è un acronimo che sta per “Greatest of All Time“, cioè “il più grande di tutti i tempi“. Viene usato per riferirsi a qualcuno che è considerato il migliore nel suo campo, come un atleta o un artista. Quindi, se vedi “GOAT” online, molto probabilmente non si tratta di un caprone, ma di un riconoscimento di eccellenza.
Ecco alcuni esempi di come “GOAT” viene utilizzato nel senso di “Greatest of All Time” per descrivere persone eccezionali nei loro campi:
Michael Jordan: Spesso definito il GOAT del basket, Michael Jordan è considerato uno dei più grandi giocatori di pallacanestro di tutti i tempi grazie alle sue sei vittorie nel campionato NBA con i Chicago Bulls e la sua abilità in campo.
Serena Williams: Nel tennis femminile, Serena Williams è spesso chiamata la GOAT per i suoi numerosi titoli del Grande Slam e la sua lunga carriera ai vertici del tennis mondiale.
Tom Brady: Nel football americano, Tom Brady è considerato il GOAT dei quarterback, avendo vinto sette Super Bowl, più di qualsiasi altro giocatore nella storia della NFL.
Muhammad Ali: Nel pugilato, Muhammad Ali è spesso ricordato come il GOAT per la sua incredibile carriera, il suo carisma e il suo impatto fuori dal ring.
The Beatles: Nel mondo della musica, i Beatles sono spesso considerati la GOAT delle band per la loro influenza duratura sulla musica pop e rock e per i loro successi in classifica.
Questi esempi mostrano come il termine “GOAT” venga utilizzato per riconoscere individui che hanno raggiunto livelli eccezionali di successo e influenza nel loro campo. Foto di Z RAINEY da Pixabay
Gli aggressori informatici stanno prendendo di mira le vulnerabilità di Log4Shell per provare ad hackerare i server VMware Horizon. Ecco i dettagli che bisogna conoscere
Stando alle scoperte di un gruppo di ricercatori anonimi, sembra che ci sia una qualche possibilità di sfruttare le note vulnerabilità informatiche di Log4Shell (relative al software Log4j) per effettuare attacchi di scripting remoto mediante internet.
Non ci sono ancora notizie certe in merito, ad oggi: sembra comunque che l’attacco consista in una prima fase di scansione del servizio Java Naming e Directory Interface (JNDI), sfruttando un payload infetto che richiama a sua volta Log4Shell. Se viene individuata una falla nel sistema, l’attaccante informatico sfrutta il protocollo LDAP (Lightweight Directory Access Protocol)al fine di recuperare ed eseguire una classe Java malevola, in grado di iniettare nel sistema una shell completa, per dare completo controllo a terze parti ignote.
L’obiettivo dell’attacco sembra essere il software WMware Horizon, nelle versioni a 64 bit 2006-2111, precisamente dalla 7.13.0 alla 7.13.1 e dalla 7.10.0 alla 7.10.3. Nello specifico, i sistemi basati su VMware potrebbe essere vulnerabi alle possibilità di attacco espresse ufficialmente nel VMSA-2021-0028, che anderebbero mantenute come standard di riferimento in merito (VMware Response to Apache Log4j Remote Code Execution Vulnerability). Per risolvere il problema, le società interessate dovrebbero esaminare l’avviso di sicurezza sopracitato e applicare immediatamente gli aggiornamenti o le attenuazioni pertinenti caso per caso.
In molti contesti pubblici, politici e sociali si sente spesso un ritornello che diventa periodicamente preponderante: bisognerebbe ripulire internet da tutta la spazzatura che, a vari livelli, tende ad occuparla. Se il livello di qualità della rete è decisamente variabile, realtà come Google ci restituiscono i “migliori” risultati periodicamente, confinandoci in una “bolla” in cui vediamo soltanto quello che ci piace (e non le cose come realmente stanno). I social network, del resto, non fanno nulla di diverso, facendoci decidere chi seguire, cosa guarda, chi filtrare e quali hashtag evitare di vedere. Una realtà “su misura” che potrebbe restituire un’immagine fuorviante e irrealistica del mondo che ci circonda, dato che il pericolo più grande della rete risiede forse nel fatto che illude chiunque di poter sapere e calcolare qualsiasi cosa.
“Ripulire internet” da contenuti violenti, illegali e via dicendo è un’ambizione nobile e ragionevole: ma è davvero possibile pensarlo? Come stabilire un criterio unico che possa mettere d’accordo tutti? E soprattutto, come fare ad essere certi che venga ripulito solo quello che si deve, ammesso che sia possibile stabilire in modo certo cosa sia sbagliato, e non si vada nella pericolosa direzione della censura?
I due documentaristi Hans Block e Moritz Riesewieck hanno girato l’anno scorso il documentario The Cleaners, arrivato in Italia con il titolo “Quello che i social non dicono“, che si incentra proprio sulla figura dei moderatori generali dei contenuti sui social. Si tratta di misteriosi dipendenti delle più grandi società che, di fatto, non sono autorizzati a rilasciare interviste su quello che fanno (dietro firma di restrittive NDA), e non sappiamo nemmeno la loro identità . Sono i moderatori di contenuti, il vero prezzo da pagare per avere un’internet pulita – o meglio, una porzione di quello che vediamo che possa sembrare tale.
Se chiunque può scrivere ciò che vuole su una pagina web e darla in pasto a Google, e se chiunque può iscriversi ad un social network, esistono queste figure chiave nella gestione di ciò che effettivamente vediamo sulle piattaforme. Block e Riesewieck puntano il focus sul fatto che nessuno sa chi siano queste persone, e le loro domande irrisolte sono state anche oggetto anche di un talk al TEDx.
Se milioni di video ed immagini vengono caricate su internet ogni giorno, è raro che contenuti inappropriati o spaventosi finiscano effettivamente alla portata di chiunque su Facebook o Google. Se questo capita, in genere, il video o il contenuto viene segnalato e prontamente rimosso, sulla base di un criterio per cui, alla fine dei conti, gli interessi dei grandi hanno comunque la meglio e, se non diversamente specificato, la maggioranza ha sempre ragione; un criterio, quindi, democratico solo a convenienza e che mostra dei limiti evidenti, dato che la maggioranza non sempre ha ragione (la storia lo dimostra con numerosi esempi: ad esempio con interi popoli che hanno appoggiato o appoggiano tuttora dittature feroci) e sarebbe anche opportuno conoscere l’identità dei “censori” di internet, dato che hanno una responsabilità enorme e nessuno garantisce che non escludano dai feed e dai motori di ricerca anche contenuti che sarebbe stato lecito poter guardare.
Queste figure di “digital cleaner“, di fatto, ricordano per certi versi i quality rater di Google, sono decisamente ambigue e poco analizzate sui media: e per richiamare le parole del talk che ho linkato, forse dovremmo poter disporre di più possibilità al di là del classico DELETE (cancella il contenuto discutibile) o IGNORE (ignora il contenuto sconveniente). Questo perché, di fatto, sembra essere in gioco la credibilità del mezzo stesso, senza il quale ormai non riusciamo quasi neanche più a pensare. E forse qualche passo oltre, in questo ambito, andrebbe fatto.
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