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WhatsApp: cosa cambia con l’aggiornamento dei termini di servizio (TOS)?

WhatsApp è una delle principali app di messaggistica istantanea, che rivaleggia da tempo con Telegram ma che, ad oggi, si trova quasi in una posizione di monopolio assoluto: stando ai dati di Statista, infatti, ad ottobre 2020 ai 2 miliardi di utenti stimati per WhatsApp corrispondevano appena 400 milioni di utenti Telegram. WhatsApp è da sempre nell’occhio del ciclone, peraltro, per via della sua gestione della privacy e uso della crittografia forte, che ha da poco introdotto per una maggiore riservatezza delle chat dei suoi utenti.

Che cosa cambia con il nuovo regolamento di Whatsapp

Da qualche tempo gli utenti che aprono Whatsapp vedono, aggiornando l’app all’ultima versione, una schermata del genere, sia nella versione standard che in quella business, ovvero che “Whatsapp sta aggiornando i propri termini e l’informativa sulla privacy”. Molti utenti si sono chiesti che cosa significhi questo messaggio, e che cosa significhi nella pratica accettare le condizioni, ed è proprio quello a cui proveremo a rispondere.

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Cosa succede se non accettiamo

I cosiddetti Terms of Service (TOS) di Whatsapp sono le condizioni legali che spesso gli utenti nemmeno prendono in considerazione, e che sono tipicamente unilaterali e (anche se non è questo il caso) addirittura vessatorie in altre circostanze. Non è possibile fare a meno di accettarle, ad ogni modo, secondo una formula ben nota e diffusa sulla maggioranza dei software e delle app, e che implica di accettare passivamente (in qualche modo) tutto quello che ci impongono scritto in “legalese”.

La prima cosa da inquadrare quindi è che se entro il termine ultimo di giorno 8 febbraio 2021 non cliccheremo su Accetto, whatsapp non funzionerà  più. Se invece accettiamo, potremo continuare a farne uso.

L’aggiornamento in questione, che abbiamo letto ieri e preso qualche appunto per scrivere questo articolo, è incentrato sulla gestione della privacy dell’utente e anche, nello specifico, relativamente al modo in cui le aziende avranno la possibilità  di accedere ai dati di Whatsapp per inviarci pubblicità  mirate.

Cosa significa accettare le condizioni di WhatsApp del 2021?

La frase chiave da inquadrare nelle nuove condizioni sembra essere la seguente:

Alcune attività  (nel 2021) potranno scegliere la società  madre, Facebook, per archiviare i messaggi e rispondere ai clienti in modo sicuro.

che messa cosଠè abbastanza sibillina, ma probabilmente fa riferimento alla possibilità  di includere un’integrazione tra Facebook e Whatsapp a livello di chat, cosa che peraltro non è obbligatoria. Secondo l’interpretazione comparsa su The Hacker News che gli utenti siano di fatto obbligati ad accettare la condivisione dati tra Facebook e Whatsapp, con conseguenze non indifferenti per la privacy perchè, di fatto, ciò significherebbe quasi certamente associare ad un numero di telefono un account Facebook.

Nel resto del comunicato con le condizioni si legge:

“Facebook non userà  automaticamente i messaggi per influenzare le inserzioni che vedi, ma le attività  potranno utilizzare le chat ricevute a scopi di marketing che potrebbere includere la pubblicità  su Facebook”

Visto che l’avviso riguarda sia gli account business che quelli standard di whatsapp, sembra che:

  • le chat non saranno “spiate” per desumere pubblicità  mirate;
  • è possibile che il contenuto delle chat, viceversa, possa suggerire campagne FB da effetture via ads a pagamento da parte dei commercianti (almeno questo ci sembra di capire).

Al tempo stesso pare che, infine, saranno finalment eintrodotti gli annunci in-app di cui si parla da molti anni, e che il 2021 potrebbe vedere finalmente attivati dentro Whatsapp, nella speranza che non infastidiscano troppo l’uso quotidiano che ognuno di noi ne fa ogni giorno.

In definitiva, quindi, l’uomo della strada riteniamo che possa accettare le nuove condizioni. Non ci sentiamo di fare troppo allarmismo in merito: certo è che si possono accettare le condizioni in questione, ma bisogna ricordare che la nostra privacy è (ed era anche prima) nelle mani di un’azienda privata come Facebook, che probabilmente sta inserendo queste nuove clausole per avere nuove opportunità  di guadagno e dare la possibilità  agli inserzionisti di poter targetizzare la pubblicità  ancora meglio.

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