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Le categorie del calcio italiano (spiegate bene)

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Quando si parla di calcio italiano sui media, il più delle volte ci si riferisce agli eventi della Serie A o, al massimo, a ciò che accade in serie B. Ma la piramide calcistica italiana ha molti altri livelli che coinvolgono la stragrande maggioranza di calciatori, tecnici, tifosi e squadre, spesso gestite tra mille difficoltà con bilanci risicatissimi e infrastrutture improponibili.

Diamo quindi uno sguardo a com’è strutturato il mondo del calcio italiano dall’apice alla base.

 

Serie A

La categoria regina del nostro calcio è la Serie A. Nota in tutto il mondo poichè, nel corso degli anni, vi hanno giocato gran parte dei più grandi campioni che hanno fatto grande questo sport, ha subito molteplici mutazioni nel corso degli anni.

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Seguendo le disposizioni emanate nella Carta di Viareggio del 1926 che riformulava l’ordinamento calcistico italiano, la Serie A nasce come campionato a girone unico a 18 squadre nella stagione 1929-30 (della complessa e variegata struttura che i campionati italiani hanno avuto prima di questa data ne parleremo magari in un altro articolo), unificando quindi i gironi che la componevano prima di quella data, da allora ha visto oscillare più volte il numero delle partecipanti da un minimo di 16 (per un totale di 30 campionati) ad un massimo di 21 (nel campionato 1947-48). La composizione attuale, adottata a partire dalla stagione 2003-04 è di 20 squadre.

Com’è noto, chi arriva prima alla fine del campionato vince il titolo, chiamato anche “scudetto” per via dello stemma a forma di piccolo scudo tricolore che la squadra vincitrice può affiggere sulla maglia nella stagione successiva.

Le squadre piazzate nelle ultime posizioni sono destinate a retrocedere in Serie B. Anche questo numero è variato spesso negli anni. Attualmente ne retrocedono 3 ma in alcuni anni ne sono retrocesse solo 2, altre volte 4.

Serie B

Secondo livello della piramide calcistica italiana, la Serie B è un campionato professionistico nato, come la massima serie, nella stagione 1929-30. Anche la struttura della Serie B ha cambiato più volte sia la composizione che il numero di partecipanti. In due occasioni (1933-34, 1934-35) le squadre di Serie B vennero divise in due gironi e due volte (1946-47, 1947-48) in tre. Ad esclusione delle quattro stagioni di cui sopra, la Serie B si è sempre giocata a girone unico con andata e ritorno, toccando un minimo di 16 partecipanti ed un massimo di 24. Attualmente in Serie B militano 20 squadre.

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Il numero delle squadre che ottengono la promozione in Serie A generalmente è pari a quelle che da essa retrocedono ma, in particolari circostanze, dovute al riassestamente del numero di compagini ammesse alla Serie A o alla stessa Serie B, a volte il numero di promosse è variato, da un minimo di due ad un massimo di quattro squadre.

Dal campionato 2004-05 le promozioni dirette in Serie A sono due mentre un ultimo posto per la massima serie è destinato alla vincente dei play-off che giocheranno le squadre classificate tra la terza e l’ottava posizione.

Anche le retrocessioni sono state in numero variabile e, attualmente retrocedono in Lega Pro tre squadre direttamente e una quarta dall’esito dello spareggio tra sedicesima e diciassettesima classificate.

Serie C – Lega Pro

La Serie C-Lega Pro è l’ultimo livello professionistico del calcio italiano. L’evoluzione della Serie C-Lega Pro è stata lunghissima e incessante e l’attuale format di tre gironi da 20 squadre è stato adottato nella stagione 2014-15 con la denominazione di Lega Pro, divenuta poi Serie C-Lega Pro dalla stagione 2017-18.

Solo la squadra prima classificata di ogni girone ha diritto alla promozione in Serie B mentre la quarta e ultima promossa scaturisce da una lunghissima fase di play-off che si svolge nei mesi estivi e vedrà le squadre dei vari gironi incrociarsi in un unico tabellone con scontri ad eliminazione diretta.

Per ogni girone retrocederanno tre squadre, l’ultima classificata direttamente mentre quelle piazzatesi tra il 16° e il 19° posto giocheranno un turno di play-out (16ª contro 19ª, 17ª contro 18ª) che sancirà le altre due retrocesse in Serie D.

Serie D

La Serie D è la categoria più elevata del calcio dilettantistico. In realtà, più che di un vero e proprio dilettantismo il calcio della Serie D è praticato da giocatori semi-professionisti che, a volte, arrivano a guadagnare stipendi ai livelli dei giocatori di categorie ben superiori: si pensi che lo stipendio minimo sindacale per un giocatore di Serie A è, in base alla fascia d’età cui questi appartiene, dai 19 ai 25 mila euro annui, mentre, dati tabellari dei “rimborsi” (per i dilettanti si parla di “rimborso” e non di “stipendio”) per i calciatori afferenti alla Nega Nazionale Dilettanti, si evince come questi possano arrivare a guadagnare fino a 30 mila euro l’anno.

La Serie D è divisa in 9 gironi interregionali da 18 o 20 squadre provenienti da regioni contigue (le squadre sarde giocheranno nel Girone G con squadre campane e laziali mentre quelle siciliane nel Girone I con le squadre calabresi).

La vincente di ogni girone è automaticamente promossa in Serie C, mentre le classificate dal 2° al 5° posto di ogni girone, più le finaliste ed una semifinalista di Coppa Italia di Serie D disputeranno dei play-off da cui scaturirà una classifica di merito da utilizzare in caso di (praticamente inevitabili) ripescaggi per sopperire alla mancata iscrizione di una o più squadre in Serie C.

Da ogni girone retrocederanno quattro squadre, due direttamente e altre due a seguito di play-out.

Eccellenza

L’Eccellenza è il massimo campionato regionale. Mentre, infatti, i gironi di Serie D sono composti da squadre provenienti da più regioni contigue, in Eccellenza, ad esclusione delle squadre valdostane che trovano ospitalità nei gironi piemontesi, le squadre apparterranno solo ad una regione e sarà la divisione locale della Lega Nazionale Dilettanti a gestirne lo svolgimento in base alle linee guida nazionali.

Ad esclusione di Lombardia ed Emilia Romagna in cui si disputano tre gironi di Eccellenza, in tutte le altre regioni ve ne saranno solo uno o due per un totale di 28 gironi.

La composizione dei gironi di Eccellenza variano dalle 14 alle 18 squadre.

Il campionato di Eccellenza garantisce la promozione in Serie D alla vincente di ognuno dei 28 gironi più altri sette posti che scaturiranno da play-off nazionali e un ulteriore posto che spetterà alla vincitrice della Coppa Italia Dilettanti (che si disputa tra le squadre iscritte ai campionati di Eccellenza e di Promozione).

Le retrocessioni invece avverranno in maniera diversa da regione a regione e verranno influenzate dal numero di squadre promosse in Serie D: più squadre verranno promosse da un girone meno dallo stesso ne retrocederanno.

Promozione

I campionati di Promozione si disputano a livello regionale in più gironi composti da squadre provenienti da province contigue.

Ad esclusione di Molise e Basilicata che hanno un solo girone di Promozione, le altre ne hanno dai due ai sei (la sola Lombardia). Le squadre Valdostane partecipano nei gironi di Promozione Piemontesi.

Anche in questo caso, per quanto riguarda promozioni e retrocessioni, fatta salva la promozione delle prime classificate e la retrocessione dell’ultima, il resto dipenderà da quanto accadrà nelle categorie superiori.

Questo è il primo campionato in cui, da regolamento, l’arbitro scende in campo accompagnato dai guardalinee mentre nelle categorie inferiori, a parte diverse disposizioni regionali, le gare sono dirette dal solo arbitro principale.

Prima Categoria

Se fino ad ora abbiamo analizzato campionati in cui, grosso modo, tutti i calciatori ricevono una seppur piccola forma di indennizzo economico (anche se, ricordiamolo, dalla Serie D in poi non è obbligatorio), ora entriamo nel campo del dilettantismo puro, dove i giocatori “rimborsati” sono generalmente una minoranza.

La Prima Categoria è la culla del calcio dilettantistico puro. Ogni regione ha vari gironi di prima categoria (per un totale di ben 105 gironi complessivi) dove generalemente tutte le squadre appartengono alla stessa provincia o, a volte, a più province limitrofe.

Per le promozioni e le retrocessioni vale quanto già detto per il campionato di Promozione.

Seconda Categoria

Penultimo livello della piramide del calcio italiano è la Seconda Categoria che conta in tutta Italia ben 185 gironi, generalmente a livello provinciale ma molte province hanno più di un girone. Rarissimi i casi in cui in un girone sono inserite squadre provenienti da province diverse e, quando ciò avviene, è sempre quando una o più squadre, per motivi logistici, trovano più comodo essere inserite in un girone diverso da quello della propria provincia di appartenenza. Mentre fino alla Prima Categoria generalmente i gironi sono di 16 squadre, in Seconda Categoria il loro numero oscilla dalle 11 alle 16.

Per le promozioni e le retrocessioni vale quanto già detto per il campionato di Promozione e Prima Categoria.

Terza Categoria

Questo è l’ultimo livello della nostra piramide, con 232 gironi in cui tutte le squadre appartengono alla stessa provincia e oltre 2.000 squadre partecipanti. Qui gli arbitri spesso sono ragazzini ancora minorenni alle prese con le prime prove al fischietto mentre tra i giocatori si possono trovare anche attempati signori con un po’ di pancetta e piedi poco educati (non che i piedi educati in questa categoria siano all’ordine del giorno). Ma forse questa è la categoria in cui si gioca il vero calcio, quello più genuino e divertente (per i giocatori), dove la tattica è un’utopia e la tecnica un sogno, il premio partita è una birra al bar e per la promozione il presidente paga una pizza a giocatori e staff (in questo caso per “staff”, il più delle volte dobbiamo intendere un allenatore, un dirigente accompagnatore e un fac-totum). E se si arriva ultimi: chissenefrega, tanto non si retrocede, appuntamento all’anno prossimo sperando che sarà migliore!

Foto di SeppH da Pixabay

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Saverio

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