Come si collega la presa industriale ad un cavo tripolare


Una presa elettrica industriale è un tipo di presa per la corrente elettrica progettata per funzionare in sicurezza in condizioni ambientali diverse dalle comuni domestiche (all’aperto, esposte al ghiaccio, alla sabbia e ad agenti chimici), con una maggiore robustezza meccanica ed atta a prevenire qualsiasi disconnessione accidentale. Quella che considereremo è una presa IEC 309 (le “prese a bocchettone” di colore blu): esse presentano al proprio interno una struttura detta 2P+T (2 Poli + Terra), e portano rispettivamente 230V di tensione e 16A di corrente. Tali prese devono ovviamente essere maneggiate, nel caso in cui siano connesse alla rete elettrica, con la massima attenzione possibile.

In questa sede vedremo come deve avvenire la connessione di una spina e di una presa ad un filo, in modo da effettuare una “prolunga”. Ricordiamo che il filo deve essere di spessore più grosso rispetto alle comuni prolunghe utilizzate in ambito domestico: in particolare a voi serviranno i fili da 2,5 mmq. Altra cosa che vi servirà allo scopo di testare che tutto funzioni correttamente è un cacciavite trova-fase.

Attenzione: queste operazioni devono eseguite da personale tecnico specializzato / elettricisti, e non devono essere assolutamente improvvisate e/o eseguite in modo incauto o con imperizia. Si ricorda che una tensione sopra i 50V può essere letale per l’organismo.

Nella prima illustrazione ho riportato un comune cacciavite trova-fase: si tratta di uno strumento dalla punta tipicamente “a taglio” (o piatta) che mostra, mediante una minuscola lampadina posta all’interno del manico, se in un punto della rete elettrica è presente corrente o meno. Il suo funzionamento corretto prevede di mettere il pollice sopra la parte inferiore del manico, e può essere reperito in qualsiasi ferramenta o “fai-da-te” a pochi euro.

Quella sopra, invece, è una presa IEC 309 vista dall’esterno: in particolare si tratta del lato “femmina”, ovvero la presa (distinta dalla spinta, considerata convenzionalmente “maschio”), insomma quella con i “buchi”.

La vite che deve essere rimossa dalla spina è quella mostrata in questa successiva foto: si noti come sia possibile svitare sia con cacciavite “a taglio” che “a stella”.

Dei tre poli che mostro in questa foto, il più grosso è – come negli impianti domestici comuni da 220V – quello di terra, che serve a scaricare le correnti statiche o transitorie: non per questo, ovviamente, deve essere effettuata meno attenzione nell’avvicinarvisi anche occasionalmente con una qualsiasi parte del corpo.

Il collegamento una volta che è stato effettuato: vediamo come il giallo-verde sia stato collegato in corrispondenza del polo più grosso (terra), mentre i due “poli” sono il marrone ed il blu.

Quando si collega il cavo a tre fili (nell’ esempio nell’impianto luci di un palcoscenico ad uso teatrale) è necessario lasciare un’estremita dello stesso libera, in modo che poi si possa richiudere con la carcassa di protezione e riavvitando le viti viste nelle illustrazioni precedenti. La doppia vite presente alla base è utile per mantenere fissa la struttura ed evitare torsioni o piegamenti accidentali.

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