Effetto Dunning-Kruger: perchè gli ignoranti sembrano così sicuri di sè


Proviamo ad immaginare questa situazione: si è rotta la caldaia, e non sapete più che fare. Poco male: si chiama un tecnico. Il tecnico arrivo, lo guidate fino alla caldaia, e state a guardare cosa fa. Dopo circa 15 o 20 minuti, armeggiando qui e là¬, il tecnico non sembra arrivare ad un responso. Il problema non è scontato, ma nel frattempo sembra serpeggiare una sorta di imbarazzo. Che cresce mentre il tempo passava. E ad un certo punto vi viene quasi il dubbio, a quel punto, che voi (profani in materia) ne sappiate più di lui.

Altro esempio: leggete su Google di un sanguinoso complotto ordito dai “piani alti” per danneggiare l’umanità . Vi convince, i pezzi tornano tutti, e allora postate su Facebook uno status in cui raccontate del vostro stato d’animo dopo la scoperta. Se qualcuno ora commentasse contraddicendovi, lo considerereste quasi certamente una mente deviata o magari, al limite, parte del complotto di cui sopra.

I due esempi visti qui sopra sono un fenomeno ben noto dalla scienza, che è stato approfonditamente studiato: si tratta del cosiddetto effetto Dunning-Kruger. Tale effetto indica, in breve, che coloro che sono incompetenti in un ambito hanno generalmente scarsa comprensione o consapevolezza della propria incompetenza, con conseguenze tutt’altro che banali anche per le persone più esperte che cercano di correggerle.

Già  nei suoi scritti di fine ottocento, di fatto, Charles Darwin aveva osservato che “l’ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza“. I due scienziati, di fatto, formalizzarono questa idea dimostrando che vale addirittura per qualsiasi essere umano, e si esplica in due aspetti: l’incapacità  degli incompetenti di riconoscere i propri limiti, e la sotto-stima delle proprie capacità  da parte dei più esperti. àˆ altresଠevidente che le due cose siano almeno in parte collegate, peraltro, e si evidenzia come, in alcuni casi, le persone che non sono in grado di fare o capire qualcosa si ritengano molto abili a farla o comprenderla.

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Un grandissimo numero di persone, oggi, crede di sapere più o meno tutti di fisco, giurisprudenza, sessualità , psicologia, geopolitica e chi più ne ha, ne metta. In genere esse tendono ad essere fin troppo ottimiste sulle proprie abilità , sovrastimandoci. Di per sè non sarebbe neanche una notizia cosଠorrenda, probabilmente, e sarebbe anche un ottimo motivational – se non fosse che, ad un certo punto, ci rendiamo conto che siamo noi stessi, di fatto, ad essere i primi a sovrastimarci, e che questo ci porta anche, purtroppo, a dare per scontato che tutti gli altri siano degli imbecilli o degli incompetenti. E a quel punto, diciamo, non se ne esce.

Lo studio originale

Il fenomeno psicologico di questa singolare e molto curiosa “superiorità  illusoria” è stato identificato come una forma di bias cognitivo in uno studio del 1999 ad opera dei due scopritori, Kruger e Dunning: l’articolo in questione si chiama “Unskilled and Unaware of It: How Difficulties in Recognizing One’s Own Incompetence Lead to Inflated Self-Assessments“. Viene anche citato il pregiudizio cognitivo abbastanza lampante (quanto quasi umoristico, a suo modo) nella vera storia di McArthur Wheeler, scoperto a rapinare due banche il 19 aprile 1995 con la faccia coperta di succo di limone, convinto di essere invisibile. Tale convinzione, assurda quanto radicata, si basava – dal suo punto di vista – sul fraintendimento dell’uso del succo di limone come inchiostro invisibile, cosa che lo convinse che lo rendesse invisibile alle telecamere di sorveglianza.

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Ulteriori indagini sul fenomeno si mossero nella pubblicazione dal nome significativo “Perchè le persone non riconoscono la propria incompetenza“, in cui gli scienziati indicarono che un’autovalutazione errata (o sovrastimata) della propria competenza derivi dall’ignoranza generale delle persone verso i cosiddetti standard di performance. In sostanza significa che si sovrastima una conoscenza qualsiasi, anche da profani, il più delle volte perchè non si ha idea di come davvero venga misurata una “prestazione” positiva in quel campo. Se sei incompetente, suggeriscono Dunning e Kruger, non sai di esserlo: e questo perchè, paradossalmente, le abilità  di cui avresti bisogno per capirlo sono esattamente quelle che non hai. Peraltro Dunning riprese i propri studi qualche anno fa (2011), aggiungendo come ulteriore osservazione che le persone con deficit sostanziali e misurabili nella loro conoscenza o esperienza non hanno purtroppo la capacità  di riconoscere quei deficit e, quindi, nonostante potenzialmente commettano errori dopo errori, tendono a pensare di comportarsi in modo adeguato quando non lo fanno. Nel 2014, poi, un ulteriore studio di Dunning ed Helzer estende l’effetto Dunning-Kruger al mondo degli artisti, identificando che quelli dallo scarso rendimento non siano in grado di riconoscere le proprie carenze.

Considerazioni e spiegazione dell’effetto

L’effetto Dunning-Kruger rientra nelle cosiddette distorsioni cognitive, ed è un fenomeno scoperto sperimentalmente dalla coppia di psicologi di cui porta il nome (David Dunning e Justin Kruger, che lo scoprirono già  alla fine degli anni novanta). Curiosamente, le considerazioni fatte da un punto di vista scientifico erano già  nell’aria da molto tempo prima – non solo grazie al famoso scienziato evoluzionista, ma anche per via di alcuni scritti di Bertrand Russell e di William Shakespeare (sua la celebre massima Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio). Ma in cosa consiste di preciso questo effetto, che è a tutti gli effetti un fenomeno psicologico?

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Diciamo che è complicato descriverlo senza ricorrere ad analogie con altre cose, anche perchè praticamente tutti ne siamo affetti (senza eccezione, sia ignoranti che scienziati, passando per consulenti, docenti, elettricisti e cosଠvia) ed è molto difficile riconoscerlo in se stessi. Dunning, in effetti, aveva proposto l’analogia con l’anosognosia, “parolaccia” dotta di derivazione greca (nosos significa malattia, e gnosis invece significa conoscenza, mentre la “a” iniziale è privativa: quindi non-conoscenza della malattia) che è fenomeno tipico di chi non riconosce, ad esempio, di avere una determinata malattia neurologica. Questa mancanza di auto-consapevolezza porta a quella che viene chiamata distorsione cognitiva, a causa della quale individui per nulla o a malapena esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie conoscenze, mentre chi è davvero competente tende a sottostimare le proprie conoscenze. In questo modo, secondo l’effetto Dunning-Kruger gli incompetenti si dimostrano spesso molto supponenti e presuntuosi, e chi davvero ne sa su un argomento viene mandato facilmente (e incredibilmente) in crisi dai primi.

Che cos’è l’effetto Dunning-Kruger (con un esempio)

L’effetto è molto facile e comune da misurare nel caso di scontri tra modi di pensare le cose contrapposti tra loro, ad es. tra scettici contro complottisti: i secondi, in particolare, molto spesso non conoscono benissimo le cose di cui parlano, ma questo li porta comunque a ritenersi esperti e a sovrastimare ciò che credono (tant’è che il complottismo diventa spesso una vera e propria “religione” in cui credere, per alcuni). D’altro canto, questa sicurezza mette gli scettici – che di dubbi ne avrebbero per definizione, peraltro – a dubitare di non saperne abbastanza, creando un curioso quanto marcato sbilanciamento – che pero’, per fortuna, tendenzialmente sparisce nel caso in cui le loro competenze crescano ulteriormente. Secondo i due sociologi e psicologi che l’hano scoperto, nessun essere umano è realmente immune dal verificarsi dell’effetto.

L’effetto Dunning-Kruger si verifica ogni volta che qualcuno che non sa nulla su un certo argomento è al centro dell’attenzione perchè, di fatto, crede di saperne più di chiunque altro. Non solo quindi vediamo questo misurabile effetto della presunzione associata all’ignoranza, ma ci accorgiamo anche che i dubbi seminati dagli incompetenti (o comunque malposti) seminano dubbi anche in una parte dei “mediamente esperti”. Cosa che invece non succede per quanto riguarda i più esperti, che hanno una fiducia in se stessi che aumenta all’aumentare delle competenze.

L’effetto Dunning-Krueger è estremamente citato, forse addirittura a sproposito in alcuni casi, ma è diventato un autentico “classico” per giustificare (o spiegare meglio) certe discussioni paradossali, molto estremizzate o polarizzati, nella realtà  di ogni giorno, sul lavoro, sul web e/o sui social network. Di fatto, Dunning-Kruger viene spesso ridotto alla massima:

Gli stupidi sono cosଠstupidi che non sanno di esserlo

che può essere una buona sintesi, se vogliamo, ma dobbiamo comunque stare attenti ad affermarlo con troppa sicurezza – dato che la nostra sicurezza potrebbe essere indotta dall’ignoranza. Secondo Dunning, infatti, l’essenza dell’effetto Dunning-Kruger è che, soprattutto, ci si dovrebbe fermare a preoccuparsi della propria certezza, non di quella altrui.

Cosa vuol dire il grafico del Dunning-Krueger?

Possiamo vedere visivamente l’effetto in questione ricorrendo ad un grafico molto citato, che viene sfruttato a corredo della spiegazione del fenomeno. L’effetto Dunning-Kruger viene raffigurato su un grafico cartesiano con una “strana” curva al suo interno, in cui le ascisse (asse orizzontale) rappresentano il livello di competenze, da sinistra a destra: da nessuna competenza fino a profili molto specializzati su un argomento, mentre le ordinate (asse verticale) rappresentano il livello di fiducia in se stessi.

Il grafico rappresenta prima un incremento marcato (o spike, ovvero una “punta” nel grafico) di fiducia in se stessi per chi non sa quasi nulla, che poi decresce lentamente da sinistra a destra formando una sorta di “fossa” (in cui abitualmente ricadono coloro i quali ne sanno, ma hanno molti dubbi). Al crescere delle competenze, dato se vogliamo incoraggiante, se non altro, la fiducia in se stessi aumenta in modo un po’ più rapido.

Francesco Orlando, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Conclusioni

Come effetto particolarmente curioso, peraltro, Dunning ha dichiarato in un’intervista che non si sarebbe mai aspettato la pubblicazione di quel suo seminale articolo (sottostimava le proprie competenze nonostante l’articolo… l’avesse fatto proprio lui!). Nel 1991, gli scopritori del fenomeno Dunning-Kruger vinsero un ironico premio Ig Nobel (pronuncia IGNOBEL) per via del loro “modesto contributo” alla scienza. Tutte le persone troppo convinte del proprio dire, a questo punto, sono avvisate: potrebbero vincere un premio Ignobel, un giorno. Forse.

Il fenomeno (o l’insieme di fenomeni) spiegati in questa pagina può essere ricondotto alla statistica e alla regressione alla media.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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