Nel 2014 la rete anonimizzante di Tor era stata vittima di un attacco informatico su larga scala, sul quale pare si sia scoperto qualcosa in più: a farlo sarebbero stati i ricercatori dell’università Carnegie Mellon di Pittsburgh, sotto finanziamento dell’FBI.La questione proviene direttamente dal blog ufficiale degli sviluppatori di Tor (per quanto espressa in forma di domanda, più che di vera e propria accusa), il software open e gratuito per navigare anonimi utilizzato da attivisti politici e chiunque volesse preservare maggiormente la propria privacy in rete.
Come prova, è stato pubblicato un report della Black Hat Conference del 2012 (presente su archive.org) che espone alcune debolezze intrinseche della rete in questione; il punto, naturalmente, riguarda l’etica di un’attività del genere. Se è vero infatti che TOR supporta ed incoraggia grandemente i ricercatori indipendenti nel trovare falle informatiche, il tipo di attacco in questione (che coinvolge secondo Thehackernews circa 3000 dollari di hardware) violerebbe la “sottile linea” dell’etica proprio perchè userebbe utenti inconsapevoli come “cavie”.
L’FBI dal canto suo ha smentito su ArsTechnica di aver speso circa un milione di dollari per questa operazione, senza fornire ulteriori dettagli sulla questione.
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