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Il giorno in cui trollarono HTTPS

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I patent troll sono aziende o individui che acquistano brevetti non per sviluppare innovazioni, ma per intentare cause legali contro altre aziende, sostenendo di possedere diritti esclusivi su tecnologie di uso comune. L’obiettivo non è competere sul mercato, ma ottenere risarcimenti o accordi finanziari da chi usa quei brevetti.

Nel caso di CryptoPeak Solutions, l’azienda ha cercato di sfruttare questa strategia sostenendo di possedere un brevetto su HTTPS, il protocollo standard per le connessioni sicure sul web. Ha quindi citato in giudizio aziende come Netflix, Pinterest e Yahoo, accusandole di violazione. Tuttavia, molte di queste cause sono state contestate, e l’industria tecnologica ha criticato duramente questa pratica, considerandola un freno all’innovazione e alla sicurezza informatica.

Nel 2015, la società texana CryptoPeak Solutions ha avviato una serie di cause legali contro numerose aziende, tra cui AT&T, Costco, Expedia, GoPro, Groupon, Netflix, Pinterest, Shutterfly, Starwood Hotels, Target e Yahoo. L’accusa? L’uso non autorizzato del protocollo HTTPS, che CryptoPeak sosteneva di detenere attraverso il brevetto “Auto-Escrowable and Auto-Certifiable Cryptosystems”. Questo caso rappresenta un esempio di “patent trolling”, una pratica in cui individui o aziende acquisiscono brevetti non per sviluppare prodotti o servizi, ma per intentare cause legali e ottenere risarcimenti. Spesso, questi “troll dei brevetti” non producono nulla, ma utilizzano i brevetti come strumenti legali per perseguire presunte violazioni, mirando a risarcimenti o accordi finanziari. Questo fenomeno è particolarmente diffuso negli Stati Uniti, dove le leggi sui brevetti possono favorire tali azioni speculative. Nel caso di CryptoPeak, l’azienda ha cercato di capitalizzare sull’uso diffuso di HTTPS, un protocollo essenziale per la sicurezza delle comunicazioni web, sostenendo di possederne i diritti esclusivi. Tuttavia, molte di queste cause sono state contestate, e la comunità tecnologica ha criticato aspramente tali pratiche, ritenendole dannose per l’innovazione e la sicurezza online.

Fonti:

(fonte).

Photo by Ephemeral Scraps

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