E’ già iniziato il campionato italiano di calcio ed ovviamente anche la corsa agli abbonamenti tv per vedere le partite. Ma i prezzi delle Pay Tv sono abbastanza alti ed il ricorso all’illegale dei servizi IPTV sembra, a molti italiani, la scelta migliore. I canali che offrono la possibilità di vedere tutto ciò che è a pagamento e non solo con costi bassi sono svariati, ma ormai sembra che la loro vita sia finita. Infatti negli ultimi anni si sono intensificati i controlli da parte della Guardia di Finanza per scovare ed oscurare tutti questi siti che “rubano” i network televisivi e li rivendono a prezzi molto ridotti.
Ovviamente fa gola a tutti poter usufruire di molteplici canali televisivi delle Pay Tv pagando meno della metà dei costi reali; ma ciò non può essere cosଠsemplice e soprattutto senza conseguenze. Qualcuno potrebbe pensare che la frode sia fatta solo da coloro che danno la possibilità di vedere i canali a pagamento: ma non è cosà¬. Anche chi usufruisce dell’IPTV da casa è complice della frode. Al giorno d’oggi, del resto, non è complicato smascherare chi si collega online: tutto è tracciato e di conseguenza facilmente reperibile.
Basti pensare che ogni utente, anche se non si conosce il nome, ha comunque un indirizzo IP a cui fa riferimento per scaricare ed accedere al servizio illegale, e che mediante il provider con cui accede potrebbe far risalire alla propria identità . Inoltre quei pagamenti sono spesso effettuati tramite carte di credito, quindi ancor più semplice risalire a chi ha pagato. Queste informazioni spesso finiscono in mano alle autorità quando sequestrano i siti, quindi gli utenti finali rischiano sanzioni sia pecuniarie sia penali al pari di chi emette il servizio. Sicuramente il valore dell’infrazione sarà diverso tra emettitori e fruitori del servizio, ma nessuno potrà garantire che non ci saranno ripercussioni per chi ha utilizzato il servizio.
C’è da chiedersi: vale davvero la pena rischiare?
Cosa si rischia
Di per sà© l’IPTV non è illegale: l’Internet Protocol Television (IPTV) è un protocollo di rete che attraverso internet trasmette flussi video, e può essere utilizzato anche per scopi leciti. Le televisioni utilizzano proprio questo segnale per trasmettere i programmi televisivi che possono essere tra l’altro essere di due tipi: flussi che trasmettono live e flussi che trasmettono on demand.
Il sistema diventa illegale quando questi segnali vengono criptati ed utilizzati impropriamente da chi non ne è proprietario. Il segnale captato viene ritrasmesso senza avere il diritto nà© il permesso di farlo. Viene rubato il segnale e rivenduto illegalmente e questo comporta la violazione dei diritti d’autore e la frode informatica. Reati commessi sia da chi dà il segnale sia da chi lo utilizza per vedere i programmi. Queste violazioni, come già detto, comportano sanzioni pecuniarie che possono andare da un minimo di 2.000 euro ad un massimo di circa 26.000 euro.
Ma anche sanzioni penali: si rischia il carcere da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 3 anni – e forse, in buona sostanza, non conviene.
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