Moderazione: termine tecnico per indicare che se un utente di una piattaforma scorazza liberamente postando contenuti illegali o minacciando di morte la gente, viene fatto ravvedere e alla peggio bannato dalla stessa. Niente male, finchè succede, e con tutti i limiti del caso (ban ingiusti sono all’ordine del giorno fin dai tempi dei forum complottisti di fine anni novanta). La moderazione non è la panacea di ogni male, ma non può nemmeno diventare un aspetto irrilevante o superfluo delle comunità online come invece tende a stare diventando.
Mancanza di moderazione ha due significati, in fondo: mancanza di un moderatore, e mancanza di moderazione da parte degli utenti che ormai sui social pubblicano qualsiasi cosa, senza remore e senza pensarci troppo. Per qualche misterioso motivo – forse misterioso andrebbe sostituito con altro termine … – i meccanismi di moderazione dei contenuti sembrano essere passati in secondo piano su buona parte dei social più popolari. Non si capisce cosa debba fare uno per essere bannato, e spesso si viene limitati nell’uso senza motivo.
A cominciare da TikTok, in cui segnalare un contenuto non in linea con la polic è quasi reso improbabile dal tipo di usabilità fornita (che reputiamo scarsa, ad oggi, e su cui non ci dilinghiamo solo per amor di brevità). Continuando su Instagram, dove si finisce facilmente segnalati e con la pagina depotenziata (o addirittura bannata) per motivi spesso poco comprensibili, e spesso senza nemmeno sapere se siano penalizzazioni manuali (confermate da un operatore) o algoritmiche (decise da un software in automatico). Passando per X/Twitter, che considera la moderazione un intoppo, un di più, un qualcosa di cui sbarazzarsi per economizzare (di fatto su twitter non esiste più moderazione se non per casi estremi, che nemmeno si capisce quali debbano essere). Perchè la moderazione costa e solo Facebook (e forse Reddit) sembra(no) farci ancora caso, ad oggi, per quanto poi sia evidente come certi meccanismi pseudo-libertari e inibitori solo a singhiozzo abbiano preso il sopravvento. E allora diventa pure chiaro che queste piattaforme non moderano perchè moderare costa, e in fondo chi se ne importa degli utenti, purchè stiano online. Se invece moderano, farebbero meglio a chiarire come facciano a farlo e la smettano di divagare sull’argomento.
L’idea che la libertà di espressione coincida con il fatto che ognuno possa fare quello che gli pare senza freno è, naturalmente, deprecabile già di per sè, ma è ancora peggio che si usi questa terribile idea per mascherare profitti: senza moderazione i social sono più popolosi, più frequentati, con più utenti inebriati dal clima senza controllo, il che sancisce la trasformazione lenta e inesorabile dei social stessi nei temutissimi canali dark web tipo 4chan o gruppi segreti su Telegram. Questa è, a mio avviso, e prima ci facciamo caso meglio è. La moderazione sta tendenzialmente sparendo da troppe piattaforme, senza contare quelle dove mai c’è stata, e questo naturalmente è un problema che se ne trascina molti altri dietro (a cominciare dalla frequentabilità di questi luoghi virtuali, a finire alla gravità degli episodi spiacevoli che vi possono accadere all’interno).
Il problema è anche che la soluzione non è alla portata di tutti: andarsene sdegnosamente ripiegando su alternative free quanto misconosciute, farla finita coi social e tornare ai segnali di fumo o al web 1.0 non sembrano soluzioni convincenti. Per me, quantomeno, non lo so. E allora prima che qualche giornalista generalista si accorga della situazione per propinarci l’ennesima, insopportabile e stantìa allerta morale sui “bei tempi” in cui queste diavolerie (!) non c’erano, sarebbe il caso di tornare alla dimensione un po’ più hacker. Quella in cui tutelo i miei dati individualmente, a modo mio, usando gli strumenti open source che sono e rimangono alla portata di tutti, oppure evito consapevolmente certe strade e blocco gli annunci con uno dei più potenti adblocker in circolazione. Sarebbe bello vedere che lo facessero tutti, alla fine, per chiedere che queste piattaforme tornino a spendere qualche euro in più per la moderazione dei contenuti.
Perchè altrimenti del progresso che abbiamo oggi, inimmaginabile 20 anni fa, non sappiamo davvero cosa farcene. Foto di Tracy Le Blanc: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-in-possesso-di-iphone-mostrando-cartella-reti-sociali-607812/
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