Aggiornato il: 27-06-2022 09:00
Una realtà come quella in cui viviamo, complessa e multi-sfaccettata, è sempre più a portata di click e diventa, giorno dopo giorno, più complessa da comprendere ed accettare: questi presupposti sono spesso considerati alla base delle varie teorie del complotto, che su internet trovano da sempre terreno fertile. Anche in concomitanza coi tragici fatti dell’11 settembre 2001 (senza contare quanto successo negli ultimi tempi a livello di guerre, terrorismo, condizioni climatiche e crisi globale), il pensiero cospirazionista si è diffuso in maniera sempre più marcata, soprattutto grazie alla facilità con cui una qualsiasi idea si diffonde viralmente sul web (bufale incluse). Una delle più diffuse negli scorsi anni, ad esempio, sostiene che non siamo mai stati sulla Luna sulla base dell’analisi (falsa, rivelatasi una bufala) di alcune fotografie della NASA.
Di fatto, la tendenza al complottistismo sembrerebbe essere legata alla capacità di determinare trame all’interno di una realtà poco lineare e difficilmente inquadrabile, o – detta diversamente – riuscire a determinare dei pattern ricorrenti all’interno della casualità . Uno studio dell’università di Friburgo ha cercato di mettere in correlazione la percezione della casualità da parte di un campione di soggetti con la tendenza ad essere cospirazionisti: quello che ne risulta, contrariamente all’apparente logicità dell’idea, è che non si tratta di un criterio adatto a distinguere gli scettici dai complottisti.
Lo studio citato sembra mostrare quindi un dato importante: non c’è collegamento, almeno fino a prova contraria, tra il pensiero cospirazionista e la capacità di giudicare se un qualcosa (una sequenza di lettere, un disegno, ecc.) sia casuale o voluto. Di fatto, il complottismo assume (in molti casi in modo del tutto volontario e calcolato) un giro d’affari per cui i rispettivi proprietari dei siti web dovrebbero incassare parecchio: l’unico modo (o il più ovvio, se preferite) per farsi leggere facilmente dalla massa su internet, purtroppo, è spesso legato alla diffusione di allarmismo, cospirazionismo anche molto banale e notizie che poi, regolarmente, si dimostrano essere false e senza alcun riscontro.
Probabilmente il complottismo compensa bene le paure e le paranoie moderne, ed è per questo che rimane cosଠdiffusa sul web.

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