Da tempo mi sentivo inadeguato, scoraggiato, spesso depresso e privo di motivazioni: mi mancava la capacità di osare cose nuove e sentivo il fallimento ancora prima di cominciare a fare qualsiasi cosa. Anni dopo ho scoperto che si tratta spesso di un effetto auto-indotto, uno dei tanti inganni mentali scientificamente provati, e di natura psicologica, che si potrebbe riassumere nella frase:
Tu sei ciò che gli altri credono che tu sia
In altri termini ciò che pensi di te, l’idea che ti sei fatto su te stesso è più condizionante di quello che sembra anche dall’esterno, motivo per cui è importante coltivare con pazienza gli adeguati livelli di autostima, prima di intraprendere qualsiasi attività . La buona notizia è che si può andare oltre quello status, tenendo presente nello specifico quello che è noto come effetto Rosenthal o pigmalione. L’effetto Pigmalione è la cosiddetta “profezia che si autoavvera” che stabilisce, in parole semplici, che molti ragionamenti che facciamo sono auto-conclusivi, riflessivi e avulsi dalla realtà perchè frutto di nostre convinzioni regresse. Ciò che pensi di te è importante da aggiustare, in alcuni casi, perchè è l’unica cosa su cui abbiamo un minimo di controllo, a differenza degli altri che – in genere – non è possibile cambiare.
In psicologia una profezia che si autoavversa si ha quando un individuo, condizionato dal timore del verificarsi di un evento negativo, altera il proprio comportamento in modo inconscio facendo in modo che le cose vadano come egli temeva. L’esempio letterario più celebre a riguardo è la storia del Macbeth di Shakespeare: le streghe fanno una profezia iniziale al protagonista, svelandogli che diventerà re e, inoltre, dovrà fare attenzione al personaggio di Macduff. Macbeth rimane suggestionato dalle parole delle streghe e fa di tutto perchè la profezia si avveri: uccide il re per prendersi il trono, e fa uccidere la famiglia di Macduff che giurerà vendetta, avverando la profezia iniziale.
La profezia che si autoavvera è alla base del cosiddetto pensiero circolare, secondo cui la nostra mente è naturalmente preda di auto-inganni, convinzioni errate, pensieri non funzionali e circoli di negatività senza via d’uscita.
Succede anche nel mondo della politica o della finanza: se c’è una convinzione diffusa sul fallimento della campagna elettorale o sulla chiusura di un’azienda per fallimento, politici ed investitori possono attuare comportamenti negativi e poco funzionali che possono, alla lunga, realizzare proprio quello che si temeva. Mantenendo un atteggiamento freddo e scansando un po’ di bias cognitivi, col tempo, si sarebbe potuto evitare il disastro almeno in parte.
Molte di queste convinzioni possono derivare dall’infanzia, per esempio: ad esempio se il tuo insegnante era convinto che tu fossi poco dotato o poco intelligente tenderanno a trattarti come tale. Ma anche tu, di conseguenza, ti sentirai trattato come poco capace e di fatto finirai per interiorizzare quel giudizio, comportandoti da persona non capace anche se di fatto non lo saresti.
Una possibile discriminazione da parte dell’insegnante che, come se non bastasse, potrebbe potenzialmente diffondersi tra tutte le persone che ne sono a conoscenza, che si adagieranno su quel giudizio in modo acritico. àˆ chiaro che ognuno di noi ha creduto al proprio insegnante in quanto figura di riferimento, e questo può aver portato ad interiorizzare idee completamente sbagliate o non realistiche su noi stessi. Per profezia che si autoavvera si intende, pertanto, un circolo vizioso per cui la persona tende a divenire nel tempo proprio come il maestro aveva pensato (molto spesso sbagliando).
Estendendo il ragionamento è possibile che, in alcuni casi, tu senta di essere ciò che gli altri (a cui vuoi bene o che consideri in qualche modo autorevoli) pensano per errore che tu sia, e tu ti sia adagiato su questa “logica” nel tempo senza nemmeno accorgertene.
Foto di Geraldine Dukes da Pixabay
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