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  • L’evoluzione della mappa catastale: novità tecnologiche e innovazioni per il futuro

    L’evoluzione della mappa catastale: novità tecnologiche e innovazioni per il futuro

    La mappa catastale è uno strumento molto importante per gestire tutta la pianificazione urbanistica e per occuparsi del territorio in generale. Questo strumento di cui si sta parlando ha la funzione di documentare la proprietà terriera e le caratteristiche degli immobili. Ma nel corso del tempo la mappa catastale non è rimasta sempre uguale, perché ha attraversato dei cambiamenti importanti assumendo delle caratteristiche innovative grazie agli sviluppi della tecnologia. Infatti, la cartografia sta risentendo sempre di più delle innovazioni nel campo geospaziale ed informatico.

    La digitalizzazione delle mappe cartacee

    La mappa catastale, come si è detto, sta subendo delle trasformazioni fondamentali in seguito allo sviluppo tecnologico. Infatti, è stata realizzata sempre e consultata in maniera cartacea. Adesso si sta procedendo ad una digitalizzazione dei dati che non può essere trascurabile.

    Proprio con la digitalizzazione delle mappe catastali, queste ultime diventano più facilmente accessibili e meno soggette agli errori che possono essere dettati dalla gestione cartacea. L’efficienza amministrativa e la trasparenza ne risultano migliorate, perché con la digitalizzazione le mappe si possono aggiornare rapidamente con le nuove informazioni catastali che le caratterizzano.

    Le nuove tecnologie utilizzate per la gestione delle mappe catastali

    Una delle tecnologie utilizzate per la gestione più efficiente delle mappe catastali è quella nota come LiDAR. Si tratta di un modo per utilizzare impulsi laser in modo che questi possano raccogliere informazioni dettagliate sulle caratteristiche del territorio. La LiDAR permette di ottenere modelli tridimensionali molto dettagliati degli immobili. Allo stesso tempo è davvero utile per la gestione delle risorse naturali.

    Si utilizzano anche, fra le tecnologie emergenti nel catastale i sistemi GIS, che permettono di sovrapporre informazioni catastali a quelle ambientali storiche. Così si possono costruire delle pianificazioni urbanistiche più precise. Inoltre si usano molto di più i droni per raccogliere immagini aeree e per ottenere le mappature catastali.

    Le prospettive per il futuro

    È così facile passare dalla mappatura catastale cartacea a quella completamente digitale automatizzata? È difficile rispondere a questa domanda, perché ci sono delle questioni che devono essere affrontate. Innanzitutto, bisogna procedere ad una standardizzazione dei dati tra varie regioni e paesi differenti, che spesso usano sistemi non conformi tra l’uno e l’altro.

    Poi c’è la questione della gestione della privacy, che comunque desta molte preoccupazioni. Si potrebbe utilizzare anche la blockchain, per esempio per la gestione dei registri immobiliari. Si potrebbero utilizzare il machine learning e l’intelligenza artificiale, però bisogna stare sempre attenti nell’affrontare la possibilità di ottenere dei benefici massimi equilibrando il tutto ad un principio di equità.

    L’impatto socioeconomico delle innovazioni catastali

    Le innovazioni tecnologiche che si registrano e che vengono sempre più utilizzate dal settore catastale possono rappresentare il punto di partenza per migliorare l’efficienza dei servizi. Allo stesso tempo portano dei vantaggi essenziali dal punto di vista sociale ed economico, perché una mappatura più precisa può essere d’aiuto a risolvere le dispute territoriali in maniera più facile.

    Il mercato immobiliare ne può ricavare vantaggi, soprattutto per quanto riguarda il campo delle costruzioni e della pianificazione urbana. Tutto questo potrebbe portare ad una distribuzione più giusta delle risorse con un impatto diretto sullo sviluppo economico.

    L’impatto di carattere ambientale

    Ma c’è anche un altro tipo di impatto che bisogna tenere in considerazione quando si parla di integrazione delle tecnologie avanzate nelle mappe catastali. Infatti, questo punto può comportare dei benefici importanti per l’ambiente.

    Questo perché la capacità di monitorare l’utilizzo del suolo e di riscontrare cambiamenti in tempo reale diventa essenziale per la gestione sostenibile delle risorse naturali. Si può agire cercando di minimizzare l’impatto ambientale dello sviluppo urbano e le città hanno l’opportunità di progettare meglio le infrastrutture verdi, come, per esempio, i parchi.

  • Che vuol dire contagio emotivo

    Che vuol dire contagio emotivo

    Il “contagio emotivo” è un termine utilizzato in psicologia per descrivere il fenomeno per cui le emozioni di una persona possono influenzare o “contagiare” le emozioni di altre persone con cui è in contatto. In altre parole, quando siamo esposti alle emozioni di qualcuno, spesso tendiamo a “prendere” o “contagiare” quelle emozioni, influenzando così il nostro stato emotivo. Questo fenomeno è stato ampiamente studiato in psicologia e scienze sociali.

    Non esiste un singolo individuo che ha scoperto il contagio emotivo, poiché si tratta di un concetto che è emerso da numerosi studi e ricerche nel campo della psicologia e della scienza sociale. Tuttavia, vari psicologi e ricercatori hanno contribuito a comprendere meglio questo fenomeno attraverso studi e esperimenti condotti nel corso degli anni.

    Alcuni dei contributi più significativi sull’argomento sono venuti da psicologi sociali come Daniel Goleman, che ha scritto sull’empatia e sull’intelligenza emotiva, e da ricercatori come Elaine Hatfield e John Cacioppo, che hanno studiato l’influenza delle emozioni nelle interazioni sociali.

    Il contagio emotivo è un aspetto importante delle dinamiche sociali e può influenzare notevolmente le relazioni interpersonali e la comunicazione.

    Contagio emotivo sui social

    Il contagio emotivo sui social in presenza di fake news è un fenomeno preoccupante che può avere gravi conseguenze sulla società e sulla percezione della realtà da parte delle persone. Ecco come funziona questo processo:

    1. Diffusione di fake news: Le fake news sono notizie false o fuorvianti che vengono deliberate o accidentalmente diffuse sui social media e su altre piattaforme online. Queste notizie spesso contengono elementi sensazionalistici o polarizzanti che catturano l’attenzione degli utenti.
    2. Reazioni emotive: Quando le persone incontrano fake news, possono avere reazioni emotive intense come rabbia, paura, disgusto o indignazione. Queste emozioni possono essere scatenate da notizie che sembrano minacciose, ingiuste o che supportano le loro convinzioni preesistenti.
    3. Condivisione e diffusione: Le persone tendono a condividere le notizie che suscitano emozioni forti, sia positive che negative. Le fake news polarizzanti sono particolarmente propense a essere condivise, poiché possono rafforzare l’identità di gruppo e creare un senso di coesione tra coloro che le condividono.
    4. Contagio emotivo: Quando le notizie false vengono condivise e discusse massicciamente sui social media, possono scatenare un contagio emotivo. Le persone influenzano reciprocamente le loro emozioni, creando un ciclo in cui l’emozione si diffonde rapidamente attraverso la rete sociale.
    5. Amplificazione dell’effetto: L’ampia diffusione di emozioni negative può influenzare il clima sociale generale e portare a comportamenti impulsivi, come attacchi verbali o azioni aggressive nei confronti di individui o gruppi coinvolti nelle fake news. Questo può aumentare la polarizzazione e la discordia nella società.

    Per mitigare il contagio emotivo in presenza di fake news, è importante adottare alcune misure:

    1. Educazione mediatica: Gli individui devono essere educati a riconoscere e verificare le fonti delle notizie prima di condividerle o reagire emotivamente. La promozione della media literacy è fondamentale per contrastare la diffusione delle fake news.
    2. Verifica delle fonti: Prima di condividere una notizia, verificate la sua fonte e cercate conferme da fonti affidabili. Evitate di condividere notizie senza verificarle adeguatamente.
    3. Discussione critica: Stimolate la discussione critica e il dibattito informato invece di reagire impulsivamente alle notizie. Incoraggiate il confronto civile delle opinioni.
    4. Segnalazione delle fake news: Segnalate le fake news alle piattaforme sociali e ai siti web che le ospitano. Molte piattaforme hanno procedure per segnalare contenuti falsi o fuorvianti.
    5. Media affidabili: Favorite la condivisione di notizie provenienti da fonti di informazione affidabili e responsabili.
    6. Regolamentazione e legislazione: I governi possono introdurre leggi e regolamentazioni per combattere la diffusione di fake news e punire coloro che le creano deliberatamente con cattive intenzioni.

    Il contagio emotivo sui social media è un problema complesso che richiede l’impegno di individui, comunità, piattaforme online e istituzioni per affrontarlo in modo efficace. La promozione della consapevolezza e della responsabilità nell’uso dei social media è essenziale per mitigare gli effetti dannosi delle fake news e del contagio emotivo.

     

  • Cosa significa apoteca?

    Cosa significa apoteca?

    Il termine “apoteca” deriva dal greco antico “ἀποθήκη” (apothḗkē), che significa “deposito” o “magazzino”. Questa parola greca è composta da “apo” che indica “da” o “lontano da” e “thḗkē” che significa “luogo dove si mette”.

    “Apoteca” è un termine che può avere diversi significati a seconda del contesto:

    1. Nel linguaggio antico: Nell’antica Roma, l’apoteca era un termine utilizzato per indicare un magazzino, un deposito o una stanza dove venivano conservati e archiviati beni, oggetti o materiali preziosi.
    2. In farmacia: In alcuni contesti, specialmente in passato, il termine “apoteca” veniva utilizzato come sinonimo di farmacia. Attualmente, il termine non è comunemente usato in questo modo, ma è possibile trovarlo in testi più antichi o in alcuni contesti storici.
    3. Nell’ambito del diritto: In diritto, l’apoteca può anche riferirsi a un deposito o a una custodia di beni, ad esempio in situazioni di custodia di oggetti preziosi o di beni immobili per fini specifici.

    In generale, l’uso del termine “apoteca” può variare a seconda del contesto storico, giuridico o settoriale in cui viene impiegato.

    Inizialmente, il termine veniva utilizzato nell’antica Grecia per indicare un luogo dove si conservavano o si immagazzinavano beni, come ad esempio generi alimentari, merci o oggetti preziosi. Nel corso del tempo, il termine è stato adottato in diverse lingue europee per indicare magazzini, depositi o luoghi di conservazione di vario genere, incluso anche il contesto delle farmacie o dei luoghi di custodia di beni preziosi.

  • Che vuol dire target

    Che vuol dire target

    In generale, il termine “target” si riferisce a un obiettivo specifico o a un pubblico definito a cui mirare per raggiungere un determinato scopo o risultato. Il concetto di target può variare a seconda del contesto in cui viene utilizzato:

    1. Marketing e Pubblicità: Nel campo del marketing, il target indica il pubblico specifico a cui sono dirette le campagne pubblicitarie o le strategie di marketing. Questo può includere caratteristiche demografiche come età, genere, posizione geografica, reddito, ma anche interessi, comportamenti di acquisto e preferenze. Identificare il target è fondamentale per creare messaggi efficaci e mirati.
    2. Obiettivi aziendali: Nei contesti aziendali, il termine “target” può essere usato per indicare obiettivi specifici da raggiungere, come vendite, profitti, quote di mercato o altri indicatori di performance. Ad esempio, un’azienda può avere un target di vendita da raggiungere entro un determinato periodo.
    3. Settori come la ricerca scientifica o la tecnologia: Anche in altri campi, come la ricerca scientifica o la tecnologia, il termine “target” può essere utilizzato per indicare un obiettivo specifico. Ad esempio, in informatica, il termine “target” può riferirsi a un dispositivo o a un sistema operativo su cui un’applicazione è destinata a funzionare.

    In sintesi, “target” è un termine versatile e può essere usato in vari contesti per indicare un obiettivo, un pubblico specifico o un risultato desiderato.

  • Come risolvere le serie numeriche [GUIDA]

    Come risolvere le serie numeriche [GUIDA]

    All’interno dei test dei questionari di ammissione, dei concorsi pubblici e così via sono spesso presenti dei quesiti che fanno un po’ rabbrividire i candidati: si tratta delle serie numeriche da completare, quelle in cui vi propongono una serie di numeri messa in ordine, secondo una certa logica, e bisogna completarli con il numero mancante. Se è vero che ci sono molte guide a riguardo è bene fare un po’ di chiarezza e fare un bel ricapitolo sul tema, anche per capire meglio come comportarsi se dovessero capitare domande del genere. Oggi proveremo a capire la logica che sta dietro le serie numeriche, in modo che sia chiaro come si possano completare e saper rispondere ai quesiti annessi.

    Alla fine dell’articolo troverete anche un link per esercitarvi con i test del nostro sito.

    Serie numeriche a passo costante, positivo e negativo

    Andiamo a vedere il caso base: ci daranno una sequenza di numeri del tipo

    1 – 2 – 3 – 4 – 5 – X

    In questo caso sarà abbastanza ovvio che X= 6, dato che i numeri precedenti sono ordinati e disposti, come si dice tecnicamente, a passo = 1 crescente (aumenti di uno ad ogni numero successivo). Il passo è detto costante perchè non cambia, rimane sempre uguale a 1 in questo caso. È bene abituarsi all’idea del passo della serie, che dice di quanto incrementa il numero da uno al successivo, e anche pensare che tale passo o step può essere sia positivo che negativo.

    In una serie decrescente (dal numero più grande al più piccolo), ad esempio, avremo un passo negativo (-1) nel caso di:

    5 – 4 – 3 – 2 – X

    dove X in questo caso sarà 1 e il passo sarà, in questo caso, -1.

    Per abituarvi a ragionare sulle serie anche in vista del concorso, ricordiamo quello che abbiamo imparato finora: le serie sono crescenti se aumenta il numero volta per volta, decrescenti nel caso contrario, a passo positivo o negativo in un caso e nell’altro.

    Una serie a passo +3, ad esempio, sarà fatta così:

    1 – 4 – 7 – X

    in questo caso X = 7 + 3 = 10, ovviamente. Aver capito la logica della serie è fondamentale per poter risolvere anche gli esercizi più complicati che vedremo adesso.

    Serie numeriche a passo variabile, positivo e negativo

    Se il passo è variabile vuol dire che non è sempre lo stesso nel tempo, quindi è possibile che uno si ritrovi una serie del genere che non mostra nessuna delle caratteristiche viste in precedenza:

    1 – 3 – 2 – 4 – X

    Ragioniamo su quello che abbiamo: da 1 a 3 c’è un passo 2, da 3 a 2 c’è passo -1, da 2 a 4 c’è di nuovo passo 2. Il passo alternato sarà in questo caso [+2,-1], un passo doppio (potremmo scrivere) positivo e negativo, motivo per cui X sarà pari, in questo caso, a 3. Rivediamo tutto il ragionamento evidenziando il passo e i numeri in gioco:

    1 - 3 - 2 - 4 - X
      +2  -1  +2  -1  => X = 3

    Serie numeriche con più operatori (somma, divisione, moltiplicazione, differenza)

    Il caso precedente suggerisce che il passo possa essere variabile ma, a questo punto, possiamo anche considerare un caso ulteriore, cioè quello in cui possiamo sia sommare che moltiplicare, sottrare e dividere il numero. Questo permette di generare serie molto poco intuitive, per certi versi, ma facili da risolvere e completare nel poco tempo che si avrà in questi casi.

    Ad esempio una serie a passo somma/moltiplicazione per 2 sarà così:

    1 – 2 – 4 – X

    avremo che X sarà pari ad 8, come dedotto da questo ragionamento:

    1 -  2  - 4   8
      x2  +2   x2

    Serie numeriche famose: Fibonacci

    Una delle serie numeriche più famose è senza dubbio quella la cui scoperta viene attribuita a Fibonacci, al secolo Leonardo Pisano, matematico pisano del tredicesimo secolo. Egli scoprì la successione di numeri interi che, partendo da 0 e 1, viene ottenuta sommando i due termini precedenti. Un esempio aiuterà a capire di che cosa si tratta:

    0, 1

    Il terzo termine sarà 0+1 = 1, per cui avremo:

    0, 1, 1

    Il quarto termine sarà a questo punto 1+1, ovvero 2:

    0, 1, 1, 2

    Il quinto:

    0 ,1, 1, 2, 3 = 1+2

    Il sesto:

    0, 1, 1, 2, 3, 5

    e così via.

    La serie di Fibonacci fino al quattordicesimo termine sarà pertanto così articolata:

    0, 1 , 1 , 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233

    Esercizi interattivi sulle serie numeriche

    Le serie viste possono cambiare e complicarsi per via degli operatori matematici in ballo o dei numeri, ma il concetto in genere non cambia. Ecco gli esercizi interattivi che potete provare a fare per vedere se avete capito. Buono studio!

  • Le partite più incredibili della storia del calcio italiano

    Le partite più incredibili della storia del calcio italiano

    Il calcio è uno degli sport più amati e praticati in tutto il mondo. E uno dei motivi di questa passione è la sua imprevedibilità . Non sempre sul rettangolo verde vince chi è più forte o chi ha i favori del pronostico. La palla è rotonda recita un celebre detto. E soprattutto democratica. Ecco perché abbiamo selezionato le partite più incredibili della storia del calcio italiano degli ultimi anni.

    Molte delle partite più belle della storia della Serie A coincidono con delle rimonte incredibili. Le prime due di cui parleremo vedono la Juventus come protagonista. Il 14 ottobre 2001 è andato in scena uno dei derby della Mole entrati di diritto nel cuore dei tifosi. Soprattutto di quelli del Torino. Alla fine del primo tempo i bianconeri erano in vantaggio per 3 a 0 grazie alla doppietta di Del Piero e alla rete di Tudor. Partita chiusa? Neanche per sogno. Mai sottovalutare il cuore Toro. Nella ripresa i ragazzi di Camolese salirono in cattedra e riuscirono ad agguantare il pareggio con le marcature di Lucarelli, Ferrante e Maspero.

    Incredibile anche Fiorentina-Juventus della stagione 2013/2014. I bianconeri partivano come sempre tra le favorite delle quote Serie A dei principali bookmakers ma in quell’occasione dovettero fare i conti con la voglia di stupire dei Viola e si ritrovarono ancora una volta dal lato sbagliato della storia. Avanti 2 a 0 a metà  gara con i gol di Tévez e Pogba, i bianconeri finirono per perdere 4 a 2 colpiti tre volte da Giuseppe Rossi e una da Joaquin.

    Facciamo un passo indietro per parlare di una delle partite più pazze della storia del campionato italiano. Stiamo parlando di Pescara – Milan del 13 settembre 1992, incontro valido per la seconda giornata di Serie A. L’altalena di emozioni andata in scena allo stadio Adriatico fu incredibile. Al 23esimo minuto del primo tempo il Pescara di Galeone era avanti 4 a 2 contro il fortissimo Milan di Capello. A sbloccare per gli abruzzesi fu il futuro tecnico rossonero Max Allegri. Nei minuti successivi Maldini e Lentini ribaltarono il risultato prima della doppietta di autogol di Baresi e del 4 a 2 di Massara.

    Ma mai dare per morto il Diavolo. Soprattutto se in attacco c’è un certo Marco Van Basten. Dal 23esimo in poi il Cigno di Utrecht salì in cattedra: doppietta sul finale di primo tempo per mettere la situazione in parità  e gol del definitivo 4 a 5 al minuto 72. Fu l’ultima tripletta segnata con la maglia del Milan dall’olandese.

    Altra rimonta storica, questa volta con in palio anche un trofeo, fu la finale di Supercoppa Italiana del 2006, vinta dall’Inter per 4 a 3 contro la Roma. In quella gara i giallorossi partirono fortissimo, portandosi sul 3 a 0 dopo soli 34 minuti con la doppietta di Aquilani e il gol di Mancini. A riportare il risultato sul 3 pari ci pensarono Vieira con una doppietta e Hernan Crespo. Una rimonta completata nei supplementari quando Lusi Figo con una delle sue magiche punizioni chiuse definitivamente la contesa.

    Tra le partite più spettacolari e più ricche di gol, invece, non possiamo non citare Lazio – Milan del 1999. Quella che andò in scena all’Olimpico fu una partita come si vedono soltanto nei più celebri videogame di calcio. A passare in vantaggio fu la Lazio con Veron. Un quarto d’ora dopo l’autogol di Mihajlovic mise la situazione in parità . Da lì l’inizio della giostra: biancocelesti avanti di due gol con Simeone e Salas prima della tripletta di Shevchenko a portare in vantaggio il Milan. Nel finale il secondo gol di Marcelo Salas fissò il risultato sul pari.

    Ancora il Milan protagonista nella partita con più gol nella storia della Serie A. Qui dobbiamo tornare indietro nel tempo fino alla stagione 1972-73. Alla terza giornata andò in scena un Milan – Atalanta passato agli annali. I rossoneri si imposero con il rotondissimo punteggio di 9 a 3 (tripletta di Prati e doppiette di Bigon e Rivera). Ancora oggi, a 49 anni di distanza il primato di 12 reti complessive è ancora imbattuto.

  • Maturità 2024: le materia, le date, le novità, quello che sappiamo

    Maturità 2024: le materia, le date, le novità, quello che sappiamo

    Niente è sicuro fino a quando non spunta fuori l’ordinanza sulla maturità 2024, ma ci sono voci che suggeriscono possibili cambiamenti nella seconda prova. Si vocifera che, a seconda dell’indirizzo di studio, potrebbe coinvolgere due materie chiave, quelle che definiscono maggiormente il percorso. Immagina al liceo scientifico un mix imprevedibile di matematica e fisica, o al classico un inaspettato duo di latino e greco. Ad oggi purtroppo non sappiamo nulla di più sulla maturità di quest’anno, ma sembra essere certo che ci saranno delle novità considerevoli rispetto agli anni precedenti, influenzati in un modo o nell’altro dalla pandemia di Covid-19.

    Tuttavia, l’”anima” – se possiamo scrivere così – della commissione esaminatrice sembra rimanere invariata, composta come sempre da 3 docenti interni, 3 esterni da altre istituzioni e 1 presidente esterno.

    Oltre alla consueta sufficienza nelle materie, con un voto di almeno 6 su 10, e all’obbligo di affrontare le prove Invalsi di quinta superiore, sembra che i maturandi dovranno obbligatoriamente dimostrare di aver percorso i sentieri dei Percorsi sulle competenze trasversali e l’orientamento (Pcto), alias l’ormai noto “alternanza scuola-lavoro”. Parliamo delle classiche, e ben note, minimo di 90 ore per i licei, 150 per gli istituti tecnici e 210 per quelli professionali.

    Insomma, il palcoscenico dell’esame di maturità potrebbe subire qualche variazione, ma per saperne di più dovremo aspettare il verdetto dell’ordinanza ufficiale, che ancora non è uscita.

    Cosa sappiamo ad oggi sull’esame di maturità (poco…)

    Sembra che il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, abbia menzionato la possibilità di apportare modifiche al colloquio orale degli esami di maturità durante la sua partecipazione al programma Rai “Il rosso e il nero”. L’obiettivo sembra essere quello di trasformare il colloquio in uno strumento più ampio, che vada oltre una semplice interrogazione. Tuttavia, i dettagli specifici su come questo sarà implementato non sono stati forniti ufficialmente ad oggi, poiché il ministro non ha spiegato in modo dettagliato in cosa consisteranno specificatemente i cambiamenti.  In ogni caso, sembra che la sostanza dell’orale rimarrà incentrata su tutti gli argomenti trattati durante il corso di studi, inclusi l’educazione civica e una relazione sui progetti PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) svolti dagli studenti.

    Per ottenere informazioni più precise sulle modifiche proposte, sarà necessario attendere l’ordinanza sulla maturità 2024, prevista per fine gennaio. Si parla delle date del 28, 29 30 e 31 gennaio come “papabili” per le informazioni richieste.

    Quando si svolgerà la maturità 2024

    Calendario delle prove

    1. Prima prova (mercoledì 19 giugno 2024):
      • 7 tracce in totale.
      • 2 tracce di analisi del testo.
      • 3 tracce argomentative.
      • 2 tracce di attualità.
    2. Seconda prova:
      • Si terrà il giorno successivo alla prima prova.
    3. Orale:
      • Si terrà dopo la seconda prova.
    4. Terza prova scritta:
      • Riservata agli studenti e studentesse delle sezioni Esabac e Esabac techno.
      • Coinvolge anche studenti dei percorsi a opzione internazionale delle scuole della Valle d’Aosta, della Provincia autonoma di Bolzano e delle scuole con l’insegnamento della lingua slovena e bilingue sloveno/italiano del Friuli Venezia Giulia.

    È interessante notare che la terza prova scritta è specifica per studenti coinvolti in percorsi particolari come l’Esabac, percorsi internazionali e scuole con insegnamento di lingue specifiche.

  • L’etimologia del giorno: Arctos

    L’etimologia del giorno: Arctos

    Parola: Arctos

    Origine e storia: La parola “arctos” proviene dal greco antico “ἄρκτος” (árktos), che significa “orso”. Questo termine ha radici indoeuropee, collegandosi alla parola proto-indoeuropea *h₂ŕ̥tḱos, che anch’essa significa “orso”. L’orso, come animale simbolico e totemico, ha avuto un ruolo importante nelle culture antiche, sia come figura mitologica che come rappresentazione di forza e potenza.

    Uso nella storia: Nell’antichità greca, “arctos” non solo indicava l’orso ma era anche strettamente legato alla mitologia e all’astronomia. Uno degli esempi più noti è la costellazione dell’Orsa Maggiore (in latino, Ursa Major), chiamata “Arktos Megale” dai Greci. La leggenda narra che Callisto, una ninfa trasformata in orsa da Zeus, fu posta tra le stelle come questa costellazione. Analogamente, la costellazione dell’Orsa Minore (Ursa Minor) era conosciuta come “Arktos Mikra”.

    Significato moderno: Oggi, “arctos” è ancora presente nel linguaggio scientifico, specialmente nella nomenclatura zoologica. Ad esempio, il nome scientifico dell’orso bruno è Ursus arctos, che combina il termine latino per “orso” (ursus) con il termine greco, sottolineando l’importanza storica e culturale dell’animale. Il termine è utilizzato anche in altre denominazioni scientifiche e in alcuni contesti culturali, mantenendo viva la sua connessione con il passato.

    Curiosità: La parola “artico” deriva anch’essa da “arctos”. Il termine “Artico” si riferisce alla regione intorno al Polo Nord, e deriva dal greco “arktikos”, che significa “dell’orso”, in riferimento alle costellazioni dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore visibili nel cielo settentrionale. Questo mostra come le antiche osservazioni astronomiche abbiano influenzato la geografia e la terminologia moderna.

    Connessione con altre lingue: L’influenza della parola “arctos” si estende anche ad altre lingue indoeuropee. Ad esempio, in latino, il termine “ursus” per orso deriva dalla stessa radice indoeuropea. Anche nelle lingue germaniche, come l’inglese (“bear”) e il tedesco (“Bär”), si trovano parole che, pur essendo diverse, hanno un’origine comune indoeuropea legata all’orso.

    Conclusione: La parola “arctos” ci porta indietro nel tempo, fino alle antiche civiltà greca e indoeuropea, rivelando come l’immagine dell’orso abbia avuto un ruolo significativo nella mitologia, nell’astronomia e nella lingua. Da costellazioni stellari a denominazioni scientifiche, “arctos” continua a rappresentare un legame potente con la storia e la cultura.

    Parola: Ursus arctos horribilis

    Origine e storia: Il nome scientifico “Ursus arctos horribilis” è il nome binomiale del famoso orso grizzly, una sottospecie dell’orso bruno. Questo nome ha origini latine e greche:

    • “Ursus” è la parola latina per “orso”.
    • “Arctos” è la parola greca per “orso”.
    • “Horribilis” è una parola latina che significa “terribile” o “spaventoso”.

    Il nome riflette la percezione storica dell’orso grizzly come un animale possente e temibile. La combinazione di parole latine e greche nel nome scientifico non è insolita nella tassonomia, poiché i naturalisti spesso utilizzavano termini di entrambe le lingue per descrivere nuove specie.

    Uso nella storia: Il termine “Ursus arctos horribilis” fu coniato da George Ord nel 1815 per descrivere questa specifica popolazione di orsi bruni del Nord America, conosciuti per la loro grande stazza e forza. Il grizzly è stato una figura centrale nelle culture dei nativi americani, spesso venerato e rispettato come simbolo di potenza e coraggio.

    Significato moderno: Oggi, “Ursus arctos horribilis” è utilizzato principalmente in contesti scientifici e conservazionistici per identificare il grizzly, distinguendolo da altre sottospecie di orso bruno. Il grizzly è una specie iconica nel Nord America e gioca un ruolo cruciale negli ecosistemi in cui vive, come predatore e come specie chiave che contribuisce alla biodiversità.

    Curiosità: Il termine “grizzly” deriva dal vecchio francese “grisel”, che significa “grigio” o “canuto”, riferendosi alle punte dei peli che spesso danno all’orso un aspetto argentato o grigiastro. È interessante notare come il nome comune “grizzly” e il nome scientifico “Ursus arctos horribilis” riflettano due diverse percezioni di questo maestoso animale: uno per il suo aspetto fisico e l’altro per la sua reputazione.

    Connessione con altre lingue: Il termine “horribilis” ha connessioni in molte lingue moderne che derivano dal latino. Ad esempio, in inglese, “horrible” e in italiano, “orribile”, entrambe significano “terribile” o “spaventoso”, mantenendo il significato originale del termine latino.

    Conclusione: La denominazione “Ursus arctos horribilis” ci offre uno sguardo affascinante su come la scienza e la cultura percepiscono e descrivono la natura. Questo nome scientifico non solo identifica una delle creature più iconiche del Nord America, ma riflette anche l’antica pratica di utilizzare termini latini e greci per catalogare e comprendere il mondo naturale.

    Foto di copertina: Di Jean Beaufort – https://www.publicdomainpictures.net/en/view-image.php?image=300112&picture=grizzly-bear, CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=82893998

  • Come essere più felici con le nuove tecnologie

    Come essere più felici con le nuove tecnologie

    Come faccio ad essere più felice? In molti, al giorno d’oggi, potrebbero essersi posti questa domanda, senza trovare una vera e propria soluzione – o quantomeno una risposta credibile. Certo, è una domanda insidiosa che, a nostro avviso, potrebbe addirittura essere malposta, dato che si basa su un malinteso concetto di “felicità ” che è, per sua stessa natura, soggettiva. Il nostro rapporto con la felicità  ha molto a che vedere con la tecnologia, dato che la stessa tende a veicolare i messaggi impliciti ed espliciti, consci ed inconsci che preoccupano e condizionano il nostro umore.

    Soprattutto con la pervasività  della tecnologia moderna può capitare di affacciarsi su internet e ravvisare molta gente, nostri contatti a vario livello che appaiono preoccupati, tesi, pessimisti, cupi, sinistramente aggressivi, senza speranza per il futuro: ecco, magari sono condizionati da fake news o dal cosiddetto FUD (Fear Uncertainty & Dubt: una vera e propria strategia di marketing aggressivo, utilizzata anche da giornali e con cui, in passato, la Microsoft accusò il mondo Linux di effettuare imprecisate violazioni di brevetti informatici, al mero scopo di scoraggiarne l’uso). Di fatto, sono definibili sbrigativamente come “infelici”, e tanto (ci) basta ad etichettarli: un errore madornale che non possiamo, forse, oggi più permetterci.

    C’è da specificare che, in prima istanza, internet tende a favorire soltanto determinati tipi di contenuti: quelli che veicolano rabbia, indignazione, pessimismo sono oggetto del cosiddetto  selection bias, una distorsione cognitiva con cui ciò che vediamo online è frutto di un meccanismo di selezione personale implicita. Le notizie che vediamo sullo smartphone catturate da Google News, ad esempio, sono frutto di una selezione che abbiamo fatto in passato: Google tende infatti a mostrare notizie su cui abbiamo già  cliccato, con la possibilità  di escludere le fonti a noi sgradite ed il rischio, alla lunga, di non vedere più fatti davvero importanti – fissandoci ossessivamente su quelli di minor conto. Insomma sembra davvero che i presupposti con cui erano nate le nuove tecnologie (diffusione democratica dell’informazione, parità , accesso paritario ai dati) siano stati in parte aspettative tradite, forse eccessive primi tra tutti da parte di quelli che avevano formulato quelle convinzioni (e ci avevano costruito libri e seminari a tema: c’era un tempo in cui dire web 2.0 era il top di gamma).

    È difficile idea online, del resto, soprattutto perchè i pareri sono sempre polarizzati in bianco vs. nero, ma anche perchè in molti casi le persone sono già  di cattivo umore quando si connettono. Per cui non abbiamo la pretesa di risolvere una questione così delicata con un contenuto digitale, che peraltro non tutti finiranno di leggere o magari leggeranno sui mezzi, mentre sono occupati a fare altro o distratti da mille impellenze, dubbi, priorità  vere o presunte da risolvere quotidianamente.

    Del resto vorrei poter aiutare altre persone ad essere più felici: lo penso molto spesso, mi basterebbe riuscirci anche solo per pochissime. Pero’ penso spesso: magari ci sono già  riuscito, non me ne sono reso conto ma l’ho fatto. E se il punto chiave non può certo essere “guardami, la mia vita è straordinaria e anche tu ce la puoi fare, soprattutto se compri il mio infoprodotto a soli 99€”, resta il paradosso della consapevolezza e chissà  quanti bias di mezzo a rendere complicata una spiegazione realistica. Quello che so è che, dopo due anni pandemici strani, tesi, altalenanti, pervasi da ipocondria selettiva da un lato (il mood espresso parodisticamente con la frase “moriremo tutti“, citazione del film di culto Predator, peraltro) e da decadente lassismo dall’altro (anche lì frutto di esasperazione quanto grottesco, e spesso in contraddizione con qualsiasi regolamento etico, per non dire morale), può essere lecito chiedersi come fare ad essere felici: ma di sicuro non sarà  la tecnologia a darci le risposte.

    La ricerca della felicità  interroga l’uomo dalla notte dei tempi, e forse un buon punto di partenza può essere chiedersi che cosa vogliamo davvero, e provare ad andare in quella direzione. Senza farsi più stordire da voci che sembrano ostinatamente dirci di non farlo, allentando la pressione e provando ad immaginare, pure, che non sia tutto contro di noi come rabbiosamente ci è capitato di aver pensato.

    La tecnologia infatti è solo uno strumento, non dobbiamo mai dimenticarlo, e dico questo per evitare di stabilire un legame che manca nella vita reale e sopperire con quello puramente oggettificato di uno smartphone: viene in mente la puntata di South Park – sempre sia lodato per la sua lungimiranza – in cui il piccolo Cartman va in crisi con la fidanzatina anche perchè, di fatto, preferisce una relazione con Alexa, costretta a costruire liste della spesa coprolaliche per l’egoistico divertimento del personaggio.

    Ecco, forse dovremmo ripartire proprio da questo, e ridefinire la felicità  come valore personale, come obiettivo da costruire passo passo, senza dimenticare mai di essere umani.

    “La felicità  è per le persone stupide”: l’ho pensato anche io e l’ho sentito dire molte, troppe volte. Una lamentela che ha il proprio perchè e che suggerisce due cose che possiamo trarre da quell’episodio:

    • da un lato, possiamo prendere ispirazione da Cartman che vive in un mondo autoreferenziale, ludico e pieno di parolacce, adattandolo ovviamente ai nostri valori, alle nostre aspirazioni, a ciò che amiamo e ci piace di più;
    • dall’altro, dobbiamo fare attenzione a non effettuare una rischiosissima sostituzione impropria di valori: ovvero, cercare la felicità  su internet, utilizzarla in modo funzionalistico (secondo un’efficace sintesi proposta da James Bridle nel suo saggio Nuova era oscura), riduci ad amare più Siri ed Alexa delle persone che sono con noi sul pianeta. Perchè questo, alla lunga, si configura come una potenziale psicosi di massa da cui non sarà  facile uscire, ammesso che non sia già  in atto.

    Certo, è comune e anche giusto pensare che chi sia più intelligente tenda a vedere oltre, tenda ad una maggiore sensibilità : vede i rischi, vede meglio i pericoli, vede anche i vantaggi, all’estremo assume un atteggiamento fatalistico e vede calamità  ovunque. E allora magari si rifugia nel cinismo, lo rende parte del proprio personaggio, e tanto basta: sì, ma poi? Probabilmente una nuova forma di intelligenza, in questo caso, potrebbe essere liquida, nel senso di adeguarsi al contesto in modo adattativo, senza irrigidirsi sui concetti, senza effettuare considerazioni troppo spinte. Vivendo giorno per giorno per costruire qualcosa che possa avere senso per noi, senza specchiarsi nella tecnologia invasiva e negli altri, e senza riporre aspettative in loro. Un modo per essere felici, a questo punto (qualsiasi cosa possa o voglia significare per voi), potrebbe essere questo.

  • Guida pratica ai parenti – Vademecum

    Guida pratica ai parenti – Vademecum

    La genealogia e le relazioni di parentela possono essere piuttosto complesse, ma ecco una lista delle relazioni più comuni:

    1. Genitore: Una persona che ha dato alla luce o ha contribuito a generare un figlio.
    2. Figlio/a: Una persona rispetto ai suoi genitori.
    3. Fratello/a: Una persona nata dagli stessi genitori.
    4. Sorellastra/fratellastro: Una persona che ha uno dei tuoi genitori in comune, ma non entrambi.
    5. Fratellastro/sorellastra: Figlio/a del partner attuale di uno dei tuoi genitori.
    6. Coniuge/marito/moglie: La persona sposata legalmente o in una relazione coniugale.
    7. Nonno/a: Il genitore del tuo genitore.
    8. Nipote: Figlio/a del fratello o della sorella.
    9. Zio/a: Fratello/sorella del tuo genitore.
    10. Cugino/a: Figlio/a dello zio o della zia, quindi figlio/a dei fratelli dei tuoi genitori.
    11. Suocero/a: Il genitore del tuo coniuge.
    12. Genero/nuora: Il/la partner del tuo figlio/a.
    13. Cognato/a: Il/la partner del tuo fratello o della tua sorella.
    14. Bisnonno/a: Il genitore dei nonni.
    15. Pronipote: Figlio/a del nipote o della nipote.
    16. Prozio/a: Fratello/sorella dei tuoi nonni.
    17. Trisnonno/a: Il genitore dei bisnonni.
    18. Bisnipote: Figlio/a dei nipoti.
    19. Trisavolo/a: Il genitore dei trisnonni.
    20. Propronipote: Figlio/a dei pronipoti.
    21. Prozio/a: Fratello/sorella dei bisnonni.
    22. Quadriscavo/a o trisbisnipote: Il genitore dei trisavoli.
    23. Bisarcavolo: il padre del trisavolo

    Ci sono molte altre relazioni di parentela che possono emergere in casi particolari, come ad esempio relazioni derivanti da matrimoni multipli, adozioni, parentele acquisite e così via. Questa lista rappresenta le relazioni più comuni e dirette nella genealogia familiare.