L’Italia vanta una straordinaria diversità linguistica, grazie alla moltitudine di comunità, grandi e piccole, ognuna delle quali si identifica con un proprio dialetto, inflessioni e modi di dire unici. Tra questi si inserisce il termine “boja fauss”, una tipica esclamazione piemontese che, tradotta letteralmente, significa “boia falso”. Ma qual è la sua origine? È importante chiarire che questa non è una bestemmia o un’imprecazione volgare, ma un’espressione che esprime stupore o rabbia legati a un certo evento.
Esistono principalmente due spiegazioni che tentano di spiegare il significato di questa esclamazione, che potete sentire soprattutto in Piemonte e a Torino in particolare. Una di queste affonda le radici nel periodo precedente il 1853, l’anno in cui vennero interrotte le esecuzioni tramite ghigliottina. Queste esecuzioni avevano luogo nel “Rondò della Forca“, situato lì per la sua vicinanza alle carceri situate in via Corte d’Appello. Nonostante il mestiere del boia fosse legale in quel periodo, veniva disprezzato dalla popolazione, contraria all’idea di uccidere per denaro. Fu così che i torinesi ribattezzarono il boia con il soprannome “fauss” nel senso di falso. Molti boia dell’epoca dovettero nascondersi per evitare conseguenze gravi o rappresaglie da parte della popolazione.
Secondo un altro uso comune, “boja fauss” era un modo per non bestemmiare quando si sarebbe voluto farlo, insomma per assonanza avrete forse intuito a quale bestemmia ci stiamo riferendo.