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Codici a barre: cosa sono e come funzionano

Un codice a barre è una rappresentazione grafica di dati sotto forma di linee e spazi disposti in modo specifico. È utilizzato per identificare in modo univoco prodotti, pacchetti, oggetti o altri elementi tramite una serie di simboli visivi leggibili da una macchina detta “lettore di codici a barre”. I codici a barre sono ampiamente utilizzati in una vasta gamma di settori, tra cui il commercio al dettaglio, la logistica, la produzione, la sanità e molti altri.

I codici a barre sono codificati in modo che i dati possano essere rappresentati sotto forma di linee e spazi che possono essere facilmente letti da un dispositivo di scansione ottica. Esistono diversi metodi per codificare i dati all’interno di un codice a barre, e la scelta del metodo dipende dal tipo di codice a barre utilizzato.

I codici a barre vengono letti da un dispositivo di scansione ottica, come un lettore di codici a barre o uno smartphone con fotocamera e software apposito. Il dispositivo legge il modello delle linee e degli spazi nel codice a barre e traduce queste informazioni in dati digitali, che possono quindi essere elaborati o memorizzati in un sistema informatico per varie finalità, come il monitoraggio delle scorte, il tracciamento dei prodotti, il controllo delle vendite o l’autenticazione di prodotti contraffatti.

Come sono codificati i codici a barre (barcode)

Ecco una panoramica generale di come sono codificati i dati in un codice a barre:

  1. Codifica numerica: In molti tipi di codici a barre, i dati sono rappresentati da una serie di numeri. Ad esempio, nel codice a barre EAN-13 utilizzato sui prodotti di consumo, i primi 12 numeri rappresentano il numero di identificazione del produttore e del prodotto, mentre l’ultimo numero è un cifra di controllo.
  2. Codifica alfanumerica: Alcuni codici a barre possono codificare non solo numeri, ma anche lettere e altri caratteri alfanumerici. Un esempio comune è il codice a barre Code 39, che può rappresentare una vasta gamma di caratteri alfanumerici.
  3. Codifica binaria: In molti codici a barre, i dati vengono prima convertiti in una sequenza binaria di 0 e 1, dove ogni cifra binaria corrisponde a uno specifico pattern di barre e spazi. Questo è il metodo più comune per la codifica dei dati nei codici a barre.
  4. Larghezza delle barre e degli spazi: La rappresentazione dei dati in un codice a barre avviene regolando la larghezza delle barre e degli spazi. Ad esempio, una barra più larga può rappresentare un “1”, mentre uno spazio più stretto può rappresentare un “0”. La combinazione di lunghezze di barre e spazi determina il pattern che viene letto dal dispositivo di scansione.

Una volta codificati, i dati possono essere visualizzati sotto forma di linee e spazi neri e bianchi, con variazioni di spessore e spazio tra le linee che rappresentano le cifre binarie che costituiscono i dati. Quando il codice a barre viene letto da un dispositivo di scansione, il pattern delle linee e degli spazi viene interpretato e tradotto in dati digitali per l’elaborazione.

Esistono diversi tipi di codici a barre, ognuno dei quali utilizza un formato specifico per rappresentare i dati. Alcuni dei tipi di codici a barre più comuni includono il codice a barre lineare (o 1D), il codice a barre bidimensionale (o 2D) e codici a barre specializzati come QR code.

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Foto di Michael Walter su Unsplash

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