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Come trasformare WordPress in un CMS completo

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Aggiornato il: 17-04-2023 21:05


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Far diventare WordPress un CMS completo è possibile, ovviamente, ma bisogna capire come prima cosa su che tipo di hosting si trova il nostro sito. Se siamo sulla soluzione gratuita, ad esempio ospiti di wordpress.com (a prescindere dal dominio che usiamo), alcune funzionalità  saranno limitate e non ci sarà  possibile installare tutto quello che ci serve.
Come ho spiegato in numerosi articoli su Webhouse, infatti, le “estensioni” di WordPress si possono attivare in due modi distinti, eventualmente combinati tra loro:
  1. i notissimi plugin;
  2. i meno noti framework
Entrambi sono sfruttabili al meglio se disponiamo di un hosting con FTP, quindi ad esempio un condiviso o VPS / cloud o anche gratuito, al limite: l’importante è che sia consentito accedere al filesystem in modo da poter caricare / modificare i file che ci servono dentro al sito, tipicamente nella cartella wp-content.

Leggi anche: differenze tra WordPress in free hosting e WP gestito da un hosting

Come al solito facciamo prima di tutto i conti con le tasche: WordPress al contrario di altri software non ha un costo, essendo un progetto free & open, creato per la community e sfruttato ampiamente dalla stessa nei contesti più diversi. Questa cosa suona strana per i più (“come ci guadagnano“, “chi glielo fa fare“, si chiedono in molti) ancora oggi, ma al di là  di questa apparente anomalia (il rientro del software open è quasi sempre enorme, anche solo in termini di link baiting per la SEO) c’è un fattore essenziale da valutare: se hai problemi, dovrai sbrigartela da solo (o pagare qualcuno per farlo).

WordPress permette di “trasformarsi” da blog essenziale a CMS completo, sito di video in streaming, e-commerce e tutto il resto che possa venirvi in mente, l’importante è saperci mettere mano. La gratuità  di fondo, quindi, non deve illuderci che tutto il resto del nostro business venga miracolosamente da sè.

Leggi anche: come installare WordPress su un hosting e come installarlo in locale

WordPress ha bisogno di un hosting per funzionare, e questo dovrebbe essere ben noto a tutti. Mediante esso, e le macchine che metterà  a disposizione, il sito in WordPress sarà  online, finalmente. Le aziende che offrono questo genere di servizi sono molto numerose, ne parliamo molto spesso su questo sito (seguiteci col feed RSS per ricevere tutti gli aggiornamenti, anche settimanalmente nella vostra email) e c’è il classico “imbarazzo della scelta” in questi casi.

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Attualmente, comunque, le fasce di prezzo di hosting per WordPress sono le seguenti:

condivisi : da 1 a 10 euro mensili, visitatori in numero medio-basso;

VPS: da 1 a 15 euro mensili, visitatori in numero medio-alto;

cloud / dedicati : dalle 10 euro mensili a salire, moltissimi visitatori.

Questo giusto per chi non sapesse nulla dell’argomento e volesse soltanto rendersi conto delle offerte che ci sono in giro, il cui prezzo può variare sensibilmente in vari periodi dell’anno (BlueHost ad esempio offre periodicamente hosting condivisi per WP a prezzo scontato per il primo anno, anche dedicato). Se è vero che i condivisi (shared hosting, in inglese) “condividono“, per l’appunto, le risorse tra più webmaster diversi (con qualche rischio di rallentamento), i dedicati ed i cloud sono virtualmente “tutti per il nostro sito” mentre i VPS gestiscono la cosa mediante ambienti virtuali, un po’ una via di mezzo in qualche modo.

Attenzione, poi, a considerare attentamente qualora le offerte siano NO LIMIT o UNMETERED per quel che riguarda banda e spazio su disco: l’illimitato non esiste, è solo un’astrazione commerciale per dire che un hosting può essere sfruttato solitamente al massimo senza alcun problema, l’importante è sapere bene quello che si sta facendo (cosa che non succede, purtroppo, in molti casi).

Considerate che se siete poco esperti o avete poco tempo / voglia di sbattervi a configurare WordPress, c’è l’offerta di GoDaddy che è economica al massimo, e vi offre un WordPress completo, e personalizzabile, in versione managed (cioè gestita ed installabile dal sito in pochi click). Ci lavoro da neanche un anno, assieme a loro, e mi sto trovando forse meglio che in qualsiasi altro caso precedente, nonostante l’unica vera pecca di fare esclusivamente assistenza telefonica (per alcuni è pure un vantaggio, magari: per me informatico old-school poco propenso all’abuso del telefono, lo è molto meno)

Per farlo diventare un CMS dobbiamo controllarlo, cioè saperlo adattare e modifiche alle nostre esigenze: questo si fa in due modi, di norma. Il primo è quello di modificare il cosiddetto backend del sito, cioè le funzioni disponibili per gli editori del sito, ad esempio:

  • inserire dati che non siano semplicemente post, ma anche moduli come ad esempio schede di film, prodotti commerciali o servizi;
  • possibilità  di gestire le utenze e le funzionalità  avanzate anche dopo la consegna del sito (roles);
Questo per il “dietro le quinte” del nostro sito in WP: e per il resto? Il frontend è da sempre croce e delizia della community di WordPress: possiamo scegliere un theme grafico ad esempio gratis dal repository ufficiale, oppure comprarne uno su ThemeForest (uno dei migliori) o meglio ancora farcelo fare da qualche esperto in materia. Per aggiungere slider o rendere le pagine responsive, inoltre, la cosa migliore è agire sul codice nella maniera più opportuna, seguendo le indicazioni del codex.
Per aggiungere funzionalità  al sito in WordPress (ad esempio una galleria di foto stilizzata) sarà  necessario, ad esempio, installare appositi plugin: mentre per estendere le possibilità  di WP stesso serviranno i framework. Se volete avere un’idea di quali siano i framework più diffusi per WordPress, eccovi qualche esempio per capire meglio:
  1. Envato permette di creare grafica personalizzata lato backend;
  2. Genesis aggiunge pannelli opzionali estesi;
  3. HappyTables è ideale per i theme di ristoranti (ma la versione free è molto embrionale);
  4. Redux è un altro framework molto sfruttato, che permette di rendere WordPress un sito di video mediante WP Tube 2.
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I migliori theme diffusi gratuitamente possiedono spesso framework integrati, per la cronaca.

L’interfaccia utente di WP è già  di suo molto funzionale e semplice: offre di base un editor WYSIWYG “alla Word”, permette di includere immagini negli articoli, creare pagine di presentazione, editare men๠come più ci piace. Queste funzioni sono estendibili ulteriormente sia mediante plugin (come si usa fare nel 90% dei casi) sia mediante i succitati framework che mediante modifiche al theme child.

Far diventare WP un CMS alla Joomla! è possibile, quindi: come si riesca a fare poi, dipende soltanto da noi e dalle scelte che andremo a fare.



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cyberpunk 12

Ingegnere informatico per passione, consulente per necessità, docente di informatica; ho creato Trovalost.it e ho scritto quasi tutti i suoi contenuti. Ogni guida viene da me periodicamente revisionata / aggiornata, ove e quando necessario. Credits immagini: pexels.com, pixabay.com, wikipedia.org, Midjourney, StarryAI, se non diversamente specificato. Questo articolo non contiene necessariamente suggerimenti, pareri o endorsement diretti da parte del proprietario del progetto. Per contatti clicca qui


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