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Da qualche tempo chiedo ai visitatori di disinstallare Adblock, o di metterci in white-list: ma ne vale la pena?

Un fenomeno ormai consolidato nella blogosfera italiana, e che mi è capitato più volte di osservare con discreti sollevamenti di sopracciglia (leggasi perplessità  di fondo), riguarda i siti web che si “accorgono” che l’utente installa un adblocker attivo: in questi casi il sito è impostato per “reagire”, ed arriva a vietare la visualizzazione della pagina se prima non lo rimuoverà . Insomma una sorta di anti-adblocker, gli stessi prodotti che potete installare per WordPress (ne ho parlato ampiamente qui), allo scopo di provare ad aumentare le visualizzazioni sugli annunci e capitalizzare meglio le proprie visite. L’idea di chi la pensa cosà¬, che ho discusso criticamente anche su questo blog, è che valga la pena farlo: cioè che i guadagni derivanti da pubblicità  del proprio sito siano talmente consistenti che sia il caso di “aggredire” il visitatore imponendogli di non usare l’adblocker, o almeno di mettere il nostro sito in whitelist.

Il rischio secondo me è considerevole, ma ho voluto comunque fare un test – in fondo l’idea non è completamente criminale, se fatta con perizia – su un campione di circa 10,000 visitatori che nella scorsa settimana sono passati da questo sito. In pratica ho installato un anti-adblocker per WordPress, nella speranza di disporre di dati validi su cui ragionare in questo post, monitorando la differenza di rientro in termini di Google Adsense. L’approccio che ho usato, di fatto, è stato intermedio: nè troppo permissivo (che sarebbe stato inutile) che troppo aggressivo (vietare la visualizzazione della pagina a chiunque abbia un adblocker installato), ed i risultati sono stati quelli che seguono.

Ho considerato per una settimana esclusivamente Google Adsense ed i suoi guadagni, che non citerò apertamente perchè la cosa è contro le sue condizioni d’uso, per cui farò riferimento esclusivamente a percentuali di incremento e decremento (sulle quali ribadisco ovviamente la massima buonafede e sincerità ).

Passiamo al dunque: ho installato l’anti adblocker il 21 marzo a mezzanotte, e mi ritrovo ad analizzare i dati il 27 marzo più o meno alla stessa ora. Cosa è uscito fuori? Il plugin che ho deciso di usare si chiama Ad Blocker Notify Lite, e secondo me è il migliore tra i gratuiti in termini di prestazioni, opzioni ed usabilità  – anche perchè mi permette di fare considerazioni sul comportamento medio dei visitatori, in un comodo grafico che vedremo a breve.

La prima notizia è che in generale non ho visto sostanziali cambiamenti nel numero di clic e di visualizzazioni: pressappoco le percentuali sono rimaste le stesse, con grossi incrementi durante la settimana e piccoli cali nei weekend, sempre e comunque. Quindi nel breve periodo sembrerebbe che sia la stessa cosa, chiedere di togliere l’adblocker o far fare al pubblico come preferisce: ma attenzione, questo vale nel caso di visitatori molto profilati e di traffico proveniente per il 90% dai motori di ricerca (ed ho pure un po’ diversificato il traffico, negli ultimi tempi, creando degli annunci a pagamento su Facebook). Il risultato generale è che quindi non ci sono differenze di sorta, quindi a fare la differenza non è l’imposizione di un comportamento forzoso bensଠla profilazione del pubblico – mia convinzione radicata da tempo, se si vuole guadagnare seriamente con un blog, e che i dati sembrano confermare ampiamente.

In corrispondenza del 21 marzo (freccia), data di introduzione della novità  dell’anti-adblocker, non sembrano esserci cambiamenti considerevoli nè negli incassi (in blu) nè nel numero di clic giornalieri (in giallo). In pratica l’aver chiesto ai “bloccatori” di non bloccare i miei annunci non sembra aver prodotto differenze considerevoli nè sulle visualizzazioni nè sul numero di click. Questo, in parte, implica anche un fatto importante: chi sta visualizzando certi annunci in parte non ci avrebbe cliccato in ogni caso, e questo potrebbe denotare un problema di pertinenza degli stessi (da affrontare in vari modi).

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Il senso del mio discorso è che più di preoccuparsi di cosa installino (legittimamente) i propri visitatori, sarebbe il caso di provare a capire se gli annunci che vedano siano davvero di loro interesse, ricorrendo se necessario a rotazioni pubblicitarie selezionate manualmente.

Si può fare un’ulteriore considerazione sul comportamento dei visitatori che usano o meno Adblocker di qualsiasi genere: in generale, il numero di “bloccatori” tende ad essere costante sui vari giorni (cioè chi lo installa è mediamente convinto della sua scelta, mentre la maggioranza non ne fa uso – probabilmente perchè non ne avverte la necessità , o non ne sa nulla a riguardo).

Lo potete vedere graficamente di seguito, dalla linea rossa dei visitatori che bloccano gli annunci, contrapposta a quella blu dei “neutri”.

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In realtà  poi, andando a vedere i singoli giorni, mi sono accorto in più occasioni che la percentuale di chi usa adblocker è molto variabile, ed oscilla tra il 10 ed il 33% percento (dati relativi ad altri giorni di cui non ho salvato la screenshot).

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Probabilmente questa variabilità  di fondo corrisponde ad una dataset non uniforme, e sul quale è difficile esprimere delle considerazioni nette: il pubblico del web sul mio sito in genere sembra avere diversi tipi di comportamenti, cosa anche normale considerando il target medio (quasi tutte persone che cercano la soluzione ad un problema). Le personas o profili medi di comportamento sono molto diversi tra loro, ma resta una costante accomunata dal fatto che qualsiasi utente sia un prospect, e che qualsiasi prospect possa farci convertire se messo a proprio agio, come prima cosa.

In definitiva, ancora per un po’ questa soluzione sarà  attiva, e deciderò se toglierla di mezzo o lasciarla soltanto quando saranno a disposizione un altro po’ di dati. Quello che vi consiglio, se state valutando di fare uso di una cosa del genere, è di assicurarvi prima di avere visitatori in linea con i prodotti e servizi offerti dai vostri inserzionisti, e di farne uso in modo non aggressivo: se costringete il visitatore a togliere di mezzo l’adblocker, in modo troppo aggressivo e senza valutare i dati concreti del vostro sito, rischiate (a mio parere, s’intende) di perderlo per sempre.

Ovviamente sono comunque valutazioni di rischio ed opportunità , che ogni blogger ed editore web dovrebbe fare in piena autonomia, ma considerando sempre il comportamento medio del proprio pubblico (che non è detto, soprattutto, che corrisponda a quello che abbiamo visto qui).

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