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Arriva HTTP/3: che cos’è, cosa ha cambiato

Introduzione

Velocizzare i tempi di caricamento dei siti e di consegna dei messaggi di ogni tipo (chat, email, ecc.) è da sempre una delle priorità  di internet; in questo ambito molto è stato introdotto negli ultimi anni, e certamente HTTP/3 (Hypertext Transfer Protocol versione 3) si preannuncia come una delle novità  più interessanti. Il suo arrivo è forse passato un po’ in sordina ma, ad oggi, HTTP/3 si sta per consolidare come nuovo standard di trasporto e di comunicazione su internet, migliorando gli aspetti critici che furono legati ai suoi predecessori: HTTP/1.0, che ha introdotto internet come lo conosciamo, HTTP/2 (che, come abbiamo visto, lo ha parallelizzato e migliorato, soprattutto grazie al suo supporto open source per NGINX e Apache 2.2) e finalmente HTTP/3, la terza versione del noto Hypertext Transfer Protocol inventato direttamente da Google. Sà¬, perchè il draft o documento introduttivo con le specifiche di questa tecnologia già  era stato redatto e presentato nel 2013, ma soltanto oggi sta conoscendo una primissima distribuzione su un significativo, ma ancora piccolo, campione di siti web.

Servizi web molto popolari come quello di Facebook, per intenderci, è stato uno dei primi a testare HTTP/3 mediante tecnologia del server proprietario LiteSpeed, una delle principali alternative ai più popolari NGINX o Apache (se non conosci la differenza tra i due guarda l’analisi comparativa tra i due).

Cos’è HTTP/3

La principale novità  di HTTP/3 è legata all’uso esclusivo di UDP (User Datagram Protocol), l’innovativo sistema di scambio dati che sfrutta i cosiddetti datagram – o blocchi di dati – al fine di velocizzare le comunicazioni, senza sfruttare al suo interno meccanismi di conferma (handshake, tipici delle comunicazioni tradizionali client-server basate su TCP), tutto a vantaggio della velocità  di comunicazione imposta dalla miriade di possibili modi in cui, oggi, possiamo connetterci ai siti e servizi web.

Detta in modo più spartano, HTTP/3 sarà  più veloce di HTTP/2, e questo (ammesso che lo useremo in modo corretto) ridurrà  i tempi di caricamento dei siti web – e parametri critici, almeno in teoria, come il TTFB.

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Cos’è QUIC

HTTP/3 si basa sul noto standard QUIC ideato e sviluppato da Google, come dicevamo prima, che rappresenta una sorta di successore del classico TCP, il quale garantisce una comunicazione affidabile e sicura (nel senso che ogni messaggio inviato sulla rete venga correttamente consegnato al destinatario) e riduce, soprattutto, i tempi di latenza della connessione che spesso influenzano in negativo i tempi di caricamento dei siti.

Caratteristiche di HTTP/3

L’introduzione del nuovo protocollo in questione è utile per snellire i tempi di comunicazione ed affrontare le possibili congestioni della rete che, in molti casi, rendono difficoltoso l’utilizzo di internet in generale. L’uso di HTTP/3, infatti, se da un lato riprende il classico modello di funzionamento dei suoi predecessori, dall’altro sfrutta meglio la banda a disposizione della connessione, in modo molto più efficente: se certe attività  erano già  state meglio implementate con SPDY e HTTP/2, che usava il multiplexing per migliorare i tempi di caricamento delle pagine, con HTTP/3 i tempi di caricamento e di invio delle informazioni sono drasticamente ridotti.

Conclusioni

Al momento HTTP/3 è un draft (cioè una bozza) non ufficiale a livello di standard, per cui viene utilizzato soltanto in via sperimentale e molti altri siti non potranno direttamente farne uso. Probabilmente sono in fase di test moduli lato server, anche per NGINX e Apache, che potranno fare uso del nuovo protocollo in questione, ma per adesso l’unico webserver che ne fa uso sembra essere il succitato LiteSpeed.

Un vantaggio competitivo considerevole per i siti come Facebook e Google che sembrano più propensi a farne uso, e che aprirà  nuovi scenari tecnologici di interesse per la community.

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