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Acquisto di domini internet: quello che volevate sapere, e non avete ancora osato chiedere

Comprare dei domini all’asta è una delle pratiche più diffuse, meno confessate e più ambite da SEO, marketer di ogni tipo ed aziende che lavorano su internet: spesso questo dipende da una valutazione superficiale, altre da una più sensata, ad ogni modo l’approccio deve essere corretto e non bisognerebbe mai cadere nella tentazione di pensare a certe fesserie.

Tipo quelle che riporto in questo post.

1) L’acquisto di domini all’asta è troppo costoso, non è alla portata di tutti, si tratta di migliaia di euro… certo, se vuoi comprare sex.com o google.it è abbastanza improbabile che tu ci possa riuscire. Ma anche un solo dominio con corrispondenza non per forza esatta con la chiave di ricerca, sotto certe condizioni, a volte riesce a fare la differenza, ed a sbloccare situazioni complicate.

2) Riesco a vedere i backlink di un dominio scaduto! A meno che tu non sia un mago, oppure a contatto con il vecchio proprietario del dominio scaduto che, per qualche ragione, ti abbia concesso o venduto i dati del proprio webmaster Tools, non c’è motivo di credere che un SEO o un web-coso qualunque riesca addirittura a vedere i backlink di un dominio scaduto: non fosse altro che è già  quasi impossibile farlo su uno attivo, figuriamoci su uno spirato. La difficoltà  cresce se il dominio è scaduto da diverso tempo, e diventa una minchiata al cubo nel momento in cui il dominio possiede uno storico irrilevante (siti che non sono mai stati utilizzati, e chi li avrebbe mai linkati?).

3) Trova domini con la corrispondenza della parola chiave che vuoi ottimizzare, e sei a posto! Per quanto l’acquisto compulsivo di domini non guasti (se uno ha il budget, ben venga…), restano da stabilire troppe variabili per poter cantare vittoria: fare un redirect (se ne vale la pena), un sito satellite, una landing page e cosଠvia. Altro che “sei a posto”, se poi ti resta un dominio di cui non hai idea di quello che ci farai.

4) Per capire se il dominio è buono, devi valutare il PageRank / il trust di Moz / l’AlexaRank … ogni SEO dice la propria, e ci mancherebbe altro, ma questi indici numerici sono approssimativi e non dicono niente di niente sull’ipotetica qualità  del nome del dominio. È l’uso del sito, i suoi contatti ed i suoi contenuti a renderlo più o meno valido/costoso, ma siccome questi parametri sono difficili da valutare (e tanti SEO si annoiano ad attivare troppi neuroni), si preferisce usare il PR, il trust de soreta (che poi è un PageRank al cubo) e via discorrendo. Una cosa è sicura: i domini con PR alto (rilevato come tale) potrebbero essere (e spesso sono) “gonfiati” apposta per giustificare un prezzo alto, e poi all’atto pratico finite per ereditare penalizzazioni e link spam. Dite la verità  che non ci avevate pensato, dai :-)

5) Compri domini costosi per poi rivenderli E guadaniare su int3rnes!!!!!!1!!111 Questa non riesco a scriverla meglio di cosà¬: tanto sono confuse le idee di chi pensa di campare di compravendita di “nomi” senza essere un hosting web e senza fare null’altro che una compravendita. Un po’ come chi gioca in borsa, insomma, si cerca di sfruttare sbilanciamenti del mercato per fare cassa e, in molti casi, far illudere il futuro compratore che la “sola” che hai pagato a caro prezzo valga più di quello che tu stesso credi. Il gioco di rivendita si stoppa quando il pollo ennesimo finisce i soldi, probabilmente: vai a capire…

6) Devi comprare tutte le varianti di un dominio in modo da non favorire la concorrenza. Cosa parzialmente vera in casi particolarissimi, non certo all’ordine del giorno per chi ancora deve decidere cosa fare di un dominio, o magari stabilire un modello di business valido. Certo, a quel punto tanto vale comprare tutti gli spazi web al mondo, in modo da saturare le risorse del pianeta, non avere competitor ed essere padroni incontrastati dell’internet marketing. Non fa una grinza.

7) Compra le estensioni libere del tuo brand prima che lo faccia qualcun altro. Piccola variante dello scam (truffa) precedente, che avviene con una email di un provider (in molti casi erano cinesi, ma possono essere di altre nazionalità ) che avvisa il proprietario del dominio brand.it che brand.com, brand.net, … stanno per essere acquistati in blocco, e che solo lui può bloccare questa follia… prima che sia troppo tardi. Il link porta direttamente al carrello di un provider a cui darete i vostri soldi preoccupati… chiaramente non era vero nulla. La paranoia è una brutta bestia se accompagnata al marketing: ricordo che eventuali abusi di domini che usano indebitamente il vostro nome vanno tutelati per legge, e non mediante forme di difesa “fai da te” esasperata (fonte).

Photo by Doug Beckers

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