Tag: Mondo spiegoni 🏫

  • Bollette troppo costose? Switcho può aiutarti

    Quante volte vi chiama un call center da numero anonimo o sconosciuto durante una settimana? Qualche mese fa mi sono divertito a segnare su un foglio tutte le volte che ciò avveniva, e risulta (in modo spannometrico quanto puramente orientativo) che i call center di luce, gas, internet (e di altri tipi, ma lì è una storia lunga che non vi racconto, oggi 🙂 ) mi chiamano da un annetto a questa parte circa 2 volte a settimana. A volte insistono, chiamano più volte, richiamano con anonimo (Garante per la Privacy, dove sei?), insistono e se dici no, a volte, si arrabbiano pure e ti trattano in modo sprezzante. Sul telefono di mio padre, ad esempio, queste telefonate sono molto insistenti e sgarbate, e lì lo chiamano (penso non a caso) almeno una volta al giorno, da quello che mi dicevano.

    I call center fanno parte di un universo commerciale molto diffuso quanto abusato: l’equivalente dei venditori porta a porta, in qualche modo, che spesso amano farsi chiamare “commerciali” proprio perchè sono venditori di professione, che in alcuni casi fanno anche un servizio utile, intendiamoci. In altri casi sono solo fonte di fastidio ma il problema, forse, è proprio nel fatto che fanno uso di un modello di business abbastanza vecchio e che ha stancato un po’ tutti. Quale potrebbe essere l’alternativa, a questo punto?

    Immaginiamo per un istante di dare in pasto tutte le nostre bollette, dal gas alla luce passando per telefono ed internet, ad un sistema informatico che le elabori: a quale scopo, direte voi? L’idea che si possa attualizzare una comparazione di prezzi sul mercato ragionata e fornire (in automatico) come “risposta” all’utente le opportunità  del mercato libero è, in sostanza, l’idea di cui stiamo parlando in questo articolo. Il mercato libero, lo ricordiamo, presenta tariffe per l’erogazione di energia che sono completamente definite dall’ARERA, acronimo per Autorità  di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

    Quando abbiamo scoperto Switcho per la prima volta siamo rimasti colpiti molto favorevolmente dall’interfaccia semplice ed intuitiva, un punto indubbiamente a favore se si considera che, in questi casi, molte startup non sempre offrono app troppo funzionanti e paradossalmente (ne deduciamo) non investono troppo in ICT. Non è il loro caso, e l’idea di Switcho è semplice ed efficace: disporre di un’interfaccia web unificata con cui orientarsi nella ricerca e nel confronto delle offerte, partendo da quelle che abbiamo segnalato ed inserito nella stessa. Di fatto, usando Switcho conferiamo una subdelega o mandato a titolo gratuito all’azienda, demandando loro la ricerca delle offerte migliori, il che sembra dare buon esito statisticamente nel 90% dei casi trattati. Il risparmio dipende molto dalle bollette in gioco, ma si parla di qualcosa tipo un paio di centinaia di euro all’anno (293 secondo Adnkronos).

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    Se il servizio è free, viene da chiedersi cosa ci guadagnino o quale sia l’eventuale “inghippo”: in realtà  il modello di business gli fa incassare delle commissioni sui contratti chiusi al costo più basso, e Switcho in questo funge sostanzialmente da intermediario. Il tutto viene spiegato anche nella FAQ del sito ufficiale, in modo molto chiaro, e questa cosa ci è piaciuta parecchio perchè la trasparenza non sempre è scontata, in questo “mondo”.

    Foto di Firmbee da Pixabay

  • “Ammartaggio” compiuto: Perseverance è su Marte

    “Ammartaggio” compiuto: Perseverance è su Marte

    Puntuale come vorremmo fossero anche i mezzi pubblici di molte città  italiane, il rover della NASA Perseverance è “ammartato” con successo poco prima delle 22:00 (ore italiane) di ieri. Pochi minuti dopo, le prime foto “di prova”, giusto per dimostrare al mondo che il robot è sano e salvo, sono arrivate a terra, trasmettendoci l’ennesimo affascinante panorama di rocce e sabbia rossa (in bianco e nero per la verità ) cui ormai rover e lander NASA ci hanno abituato.

    Nelle prossime ore i tecnici testeranno che tutte le attrezzature di bordo funzionino a dovere e poi la missione vera e propria avrà  inizio e, si sperà , durerà  per almeno i prossimi due anni. Data la longevità  cui i robot NASA ci hanno abituato negli ultimi due decenni, frutto di una tecnologia ormai rodata, non ci stupiremo se la missione durerà  molto di più. Basti ricordare i robottini Spirit e Opportunity giunti su Marte nel 2004 che avrebbero dovuto sopravvivere solo 90 giorni e che invece hanno prestato servizio per 6 e 14 anni.

    Nonostante le 23 telecamere a bordo di Perseverance, ciò che cerca la NASA non sono delle belle foto di panorami marziani con cui far divertire i complottisti e gli amanti del mistero che scambiano (o fanno finta di scambiare) banali fenomeni di pareidolia con statue e palazzi appartenenti a civiltà  ormai estinte, l’obiettivo dichiarato e, per una volta, messo nero su bianco, è quello di trovare prove che la vita, anche se solo in forma batterica, sul pianeta rosso ci sia o ci sia stata davvero.

    Così come un altro dato che si vorrà  appurare sarà  quello di capire se l’acqua sulla superficie di Marte abbia fatto solo apparizioni sporadiche durate pochi secoli o, al massimo, millenni, oppure se questa sia stata presente in maniera massiccia e durevole per diversi milioni di anni. Non è un particolare di poco conto. Se verrà  confermata la prima ipotesi e, quindi, che l’acqua ha fatto solo fugaci apparizioni sulla superfice, ciò significherebbe che, probabilmente, essa sia stata portata da qualche asteroide o cometa che ha impattato su Marte.

    Tali impatti, come “materiale di risulta”, avrebbero prodotto acqua accumulatasi in bacini che, repentinamente, in virtù di caratteristiche climatiche riscontrabili tutt’ora sul pianeta, è poi evaporata in pochi anni (anche se fossero stati pochi millenni, in termini geologici e biologici sarebbe comunque un nonnulla). Di contro, se il robot riuscisse a provare che l’acqua è esistita sulla superfice marziana per un tempo molto più lungo, non inferiore a qualche centinaio di milioni di anni, ciò avrebbe due implicazioni immediate: la prima, certa, sarebbe che il clima e l’atmosfera stessa di Marte per come li conosciamo oggi, milioni di anni fa erano del tutto differenti, la seconda, ipotetica, è che la vita avrebbe potuta davvero prosperare anche sul quarto pianeta del sistema solare. Non è un caso, quindi, se Perseverance è stato fatto “ammartare” nel cratere Jazero che si ritiene essere stato un bacino idrico, in prossimità  di quella che sembra essere stata la foce di un fiume.

    Ma il robot ha anche altre frecce nella sua faretra di strumentazione scientifica ipertecnologica per trovare la vita su Marte. Grazie ad uno strumento chiamato Supercam LIBS, infatti, Perseverance avrà  l’opportunità  di colpire le rocce marziane con uno speciale laser in grado di individuare la presenza di composti organici anche fossili. Su questo strumento la NASA punta molto perchè è una vera e propria prova del nove infallibile sull’esistenza della vita sul pianeta rosso. I campioni di suolo analizzati che risulteranno essere di maggiore interesse scientifico, verrano poi raccolti e conservati in degli speciali contenitori sotto vuoto che una serie di future missioni robotiche avranno il compito di recuperare e spedire a terra. Attenzione però: seppure la NASA non lo abbia mai detto esplicitamente, la realtà  è che una grossa incognita aleggia   su queste future missioni su Marte che, infatti, al momento sono ancora in fase di progettazione, tanto che la NASA “perderà ” volontariamente la prossima finestra di lancio verso il pianeta rosso che arriva ogni due anni circa. Per una volta i problemi non sono i soldi (o, almeno, non sono solo quelli) ma il riflettere sull’effettiva opportunità  di realizzare queste missioni se i risultati degli esperimenti di Perseverance porteranno ad esiti deludenti se non del tutto negativi. Poniamo caso che il robot non rilevi tracce di vita nè presenti nè passate e, al contempo, confermi la teoria che vorrebbe che l’acqua sul suolo marziano sia stata una presenza del tutto effimera per durata e quantità , non è escluso che la NASA (e l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea che dovrebbe collaborare nelle future missioni) decida di fermare i piani dell’esplorazione marziana per concentrare sforzi e fondi per missioni su altri pianeti che diventerebbero più interessanti agli occhi degli scenziati: Luna, innanzitutto (per motivi non legati all’esistenza della vita su di essa), e i satelliti ghiacciati di Giove e Saturno dove la vita potrebbe esistere negli oceani liquidi presenti sotto la superficie.

    Da inguaribili sognatori speriamo che Perseverance trovi ciò che è andato a cercare ma se anche questi esperimenti dovessero dare esito negativo, un altro obiettivo fondamentale della missione potrà  apportare una vera e propria rivoluzione nell’esplorazione meccanica dello spazio. Ci riferiamo all’elicottero Ingenuity che Perseverance porta in grembo. Non appena i tecnici saranno pronti, il veicolo verrà  fatto librare in volo nell’atmosfera marziana e, se tutto andrà  bene, ci fornirà  un nuovo punto di vista nell’esplorazione interplanetaria, cosa che da sola basterà  a farci affermare che un notevole passo avanti nella ricerca è stato fatto e che la missione Perseverance è stata un successo. Nei prossimi giorni, mesi e (speriamo) anni, studieremo foto e dati che il rover ci invierà  e continueremo ad aggiornarvi sull’evolversi della missione, nella speranza di potervi comunicare un giorno che i marziani (anche se solo in forma batterica) esistono veramente!

    Aggiornamento (19:39): la prima foto in alta risoluzione di Perseverance (Credit: NASA/JPL).

  • Destinazione Marte: il rover Perseverance in arrivo sul Pianeta Rosso

    Destinazione Marte: il rover Perseverance in arrivo sul Pianeta Rosso

    Domani sera, 18 febbraio, intorno alle 22 (ore italiane), il Rover della NASA Perseverance, toccherà  il suolo marziano dopo che saranno passati i “sette minuti di terrore” durante i quali, in completa autonomia, il laboratorio mobile attraverserà  l’atmosfera del Pianeta Rossa. Se, come tutti speriamo, la discesa avrà  successo, Perseverance fin da subito inizierà  ad inondare i centri di ricerca della NASA di foto e dati, con lo scopo dichiarato di fare luce sul passato geologico – ed eventualmente biologico – del quarto pianeta del sistema solare. Non è un mistero che, ad oggi, di prove certe sull’esistenza di forme di vita presenti o passate su Marte non ce ne siano ma qualche indizio, soprattutto per quanto riguarda il passato remoto, c’è ed è proprio questo che Perseverance avrà  l’obbiettivo di investigare.

    Parlavamo degli indizi e quelli effettivamente non mancano: è ormai assodato che miliardi di anni fa il pianeta non era arido e freddo come ci appare oggi, ma ricoperto da fiumi, laghi e oceani e con una temperatura più mite. Evidenze di importanti bacini idrici tuttora esistenti sono state trovate nelle profondità  del pianeta ma le tracce di quelli che eoni fa si trovavano sulla sua superfice costellano ancora oggi il paesaggio marziano.   E’ proprio in uno di questi che il rover opererà , alla ricerca, finalmente, di prove inconfutabili di vita marziana presente o, più probabilmente, passata.

    Da quando, il 20 luglio 1976, il lander Viking 1 toccò la superficie del Pianeta Rosso (preceduto, in realtà , dal lender russo Mars 3 nel ’72, che funzionò al suolo soltanto per 15 secondi, riuscendo a trasmettere parzialmente a terra una sola foto), inviando a terra le prime foto e dati, è apparso chiaro che Marte, sotto quella onnipresente patina di ossido di ferro che ne colora la superficie, nasconde misteri che, poco a poco, verranno portati alla luce e studiati dalle missioni a venire. Infatti, innumerevoli sono state le missioni robotiche che hanno raggiunto il pianeta e diverse compagnie astronautiche hanno messo in orbita marziana loro satelliti mentre, ad esclusione del già  citato lander russo Mars 3 che funzionò per una manciata di secondi, gli atterraggi (o forse si dovrebbe dire “ammartaggi”?) morbidi, con la relativa messa in funzione di lander e/o rover, sono, ad oggi, un’escusiva statunitense: Viking 1 e 2 del ’76, Pathfinder del ’96, Spirit e Opportunity del 2003, Phoenix del 2006, InSight del 2018, Curiosity del 2016. Nel prossimo mese di maggio, dopo che negli anni si sono registrati i tentativi falliti da parte di sovietici, russi ed europei, sarà  il turno della Cina di tentare di far atterrare con successo un rover e, nel frattempo, l’orbiter Tianwen-1 che lo contiene, il 10 febbraio scorso è entrato nell’orbita marziana come da programma.

    Perseverance, lanciato il 30 luglio 2020, è il più moderno dei laboratori mobili lanciato dalla NASA (i cosiddetti “rover” che si differenziano dai “lander” in quanto dotati di ruote o altri meccanismi che ne consentono lo spostamento sulla superfice) e nasce dal fortunato progetto del rover Curiosity, arrivato su Marte nel 2016 e ancora pienamente funzionate. I due rover condividono il progetto che ne sta alla base, avendo forme e dimensioni simili così com’è simile il sistema di propulsione e quello che ne garantisce la deambulazione. Ovviamente, Perseverance, avendo potuto sfruttare 4 anni di elaborazione in più rispetto a Curiosity, conterà  su strumenti scentifici assenti a bordo del suo predecessore oppure di altri aggiornati e potenziati. Tra questi strumenti, quello più rivoluzionario sarà  un piccolo elicottero, chiamato Ingenuity, che sarà  il primo oggetto a volare nell’atmosfera di un altro pianeta e sarà  in grado di mappare la zona in cui opererà  Perseverance in modo da tracciare la rotta più precisa e “interessante” da far seguire al rover.

    In ultimo, Perseverance, avrà  il compito di selezionare e immagazzinare dei campioni di suolo in dei cilindri isolanti che una futura missione, prevista entro il decennio, avrà  il compito di riportare a terra per un’analisi più approfondita.

    Se quello di portare i primi astronauti sul Pianeta Rossa è un progetto ancora nebuloso e, sicuramente, non realizzabile prima di una decina di anni, Perseverance sarà  l’ennesimo “piccolo passo” che l’esplorazione umana farà  sul pianeta e ci permetterà  di conoscere abbastanza a fondo la sua realtà  per quando, finalmente, arriverà  il momento di farvi sbarcare i primi esploratori in carne e ossa.

    Ulteriori aggiornamenti sulla missione avverranno dopo l’arrivo del rover al suolo… nell’attesa, beh, incrociamo le dita!

  • Il fatto che gli account Wikipedia non si possano cancellare è coerente con il GDPR?

    Il fatto che gli account Wikipedia non si possano cancellare è coerente con il GDPR?

    La politica del noto sito di Wikipedia è coerente con le norme del GDPR? Ho l’impressione che dovranno cambiare qualcosa, a breve, perchè esiste un caso abbastanza interessante che riporto qui, e che secondo me potrebbe essere davvero interessante.

    Perdonerete se in questa discussione non cito apertamente la pagina wiki in questione, giusto per non metterla sul personale dato che la persona coinvolta sono io. Storia: esiste su Wikipedia una mia vecchia discussione, relativa ad una voce che avevo scritto e che è stata cancellata sfruttando un account dal nickname inequivocabile (che ho usato, ad esempio, su altri account social come Twitter e via dicendo). Non condividendo le motivazioni della cancellazione, all’epoca ho fatto legittimamente presente le mie rimostranze, anche perchè avevo creato una pagina aziendale basandomi sul modello di molte pagine simili già  create in precedenza. Il tutto ha portato ad una discussione abbastanza sterile e ad un nulla di fatto, oltre che ho trovato assurde le motivazioni addotte per giustificare la cancellazione (in caso di controversie su Wikipedia la realtà  si decide a maggioranza: idea a cui neanche George Orwell sarebbe arrivato, forse). Arrivo al punto, nel prossimo paragrafo.

    E se adesso volessi cancellare quell’account, quella discussione, quella pagina wiki? Sembra che sia impossibile farlo. Al di là  del modello di attribuzione ed autenticazione delle pagine (su cui molto si è discusso, anche criticamente, per cui sfondo la classica porta aperta e non voglio insistere), mi stavo quindi chiedendo se il modello alla base della gestione di Wikipedia sia coerente con le disposizioni del GDPR, che sto studiando in questi giorni e che (tra le tante, tantissime altre cose) garantiscono alle persone fisiche la possibilità  di cancellare il proprio account (opt-out) in qualsiasi momento. Secondo me, infatti, le criticità  che dovrebbe affrontare la gestione degli account degli utenti contributori di Wikipedia sono le seguenti:

    1. qualsiasi nick su Wikipedia potrebbe essere associabile ad una persona fisica, per cui (anche per motivi extra, come ad esempio il fatto che abbia usato wiki in passato per lavoro) il diritto alla cancellazione dell’account dovrebbe essere garantito;
    2. gli account che vi create su Wikipedia non si possono cancellare, ad oggi, perchè   fanno parte dello storico del wiki e serve mantenere le modifiche online per garantire l’integrità  delle modifiche. Possibile? Si pensi che addirittura la blockchain, la catena di transazioni del bitcoin (e non solo) è considerata immutabile per definizione, ma di fatto può essere modificata (se necessario) utilizzando tecniche di soft o hard fork (complesse, ma attuabili). Posso credere che non si possa fare lo stesso per delle pagine web di un wiki? Posso sbagliarmi o non cogliere appieno il senso della materia, ma ritengo che sia assurdo che uno non possa fare opt-out da Wikipedia o cancellarsi definitivamente dallo stesso, peraltro in contraddizione palese con il precedente, già  noto da anni, diritto all’oblio;
    3. la retention degli account di Wikipedia sembra essere, di fatto, indefinita: Wikipedia può tenere le informazioni   che gli diamo (e gliele diamo noi utenti, per definizione) senza limiti di tempo, quando invece dovrebbe quantomeno stabilire un limite massimo;
    4. al massimo si può rinominare un account, ma questo non garantisce moltissimo: la modifica è pubblicamente disponibile, per cui se io rinomino il mio account da pippo79 a pluto123, ci sarà  una pagina che certifica pubblicamente questo cambiamento pippo79 a pluto123, con tanto di data (qui credo che il problema sia che la pagina è pubblica, se ad esempio fosse accessibile solo agli amministratori non sarebbe un problema).

    La mia analisi è basata su una scoperta che ho fatto oggi, e che si ricollega alla mia personale interpretazione del GDPR, che sto attuando progressivamente al meglio della conoscenza disponibile. Mi auguro ovviamente che il tutto possa iniziare una discussione utile e costruttiva. La riflessione non è (ovviamente) inquisitoria ed ha spiazzato me, per primo, vuole essere costruttiva (serve anche a capire come implementare il GDPR nella pratica, in fondo) e non sono riuscito a trovare (ad oggi) traccia di nessuno che abbia posto il problema in questi termini: a mio avviso sarebbe importante chiarire questi punti. Può anche darsi, e mi auguro che sia così, che Wikimedia Foundation abbia in mente di apportare modifiche all’interfaccia del wiki di qui a breve. Sarebbe interessante seguire il caso in modo da disporre di un modello coerente e, se possibile, virtuoso.

  • Le nuove cuffie della Sony permettono di filtrare il rumore al 100%

    Le nuove cuffie della Sony permettono di filtrare il rumore al 100%

    Sono usciti nuovi modelli di cuffie che permettono di eliminare completamente il rumore dall’esterno, costruendo così una vera e propria “camera stagna” in cui godersi la propria musica anche quando si è fuori casa: vediamo meglio di che cosa si tratta, e dei modelli più famosi e di maggiore qualità .

    Che cos’è il noise cancelling

    La funzionalità  in questione si chiamerà  proprio noise cancelling, ovvero cancellazione del rumore: si tratta di cuffie in grado di rimuovere in modo attivo il rumore dal suono originario, a differenza dei sistemi passivi (meno efficenti) che invece sfruttano il semplice soundproofing. In molti casi, infatti, esiste un vero e proprio processore all’interno delle cuffie stesse, in grado di portare a miglioramenti sonori in termini di nitidezza davvero impressionanti, con riduzione quasi totale del rumore incluso naturalmente (per motivi fisici) nel suono e molto difficile o impossibile da eliminare diversamente.

    La “prodezza” tecnologica, di fatto, sta proprio nel fatto che queste cuffie includono un microfono che misura il rumore ambientale (ad esempio la folla in metro o il rumore del traffico mentre si cammina), e generano una forma d’onda che è l’esatto negativo di quella in ingresso, annullando così il segnale e filtrando perfettamente il noise che, diversamente, disturberebbe in qualche modo l’ascolto.

    Queste cuffie funzionano tranquillamente in bluetooth (quindi senza fili) sfruttando eventualmente anche la funzione di pulizia delle frequenze basse (ClearBass), l’equalizzatore digitale, che è controllabile mediante app ed ulteriori funzioni di compensazione delle frequenze mancanti, caso tipico nel caso in cui si ascoltino file musicali in MP3.

    Buone cuffie senza fili: dove trovarle?

    C’è da dire che non si tratta, almeno ad oggi, di una tecnologia alla portata di chiunque: il modello della Bose ad esempio costa circa 279 euro (QuietComfort su Amazon), mentre quella della Sony sono le recentissime WH-100XM2 a qualcosina in più (Sony WH-1000XM2). Si tratta di buone cuffie in entrambe le circostanze, ideali per gli amanti della musica e soprattutto per chi si trovi spesso in viaggio, in treno o in aereo, a voler ascoltare musica.

    (fonte)

  • In arrivo il videogame “Montecrypto: The Bitcoin Enigma”: in palio 1 BTC

    In arrivo il videogame “Montecrypto: The Bitcoin Enigma”: in palio 1 BTC

    Possiede un nome suggestivo come Montecrypto: The Bitcoin Enigma, e promette di essere uno dei videogame più interessanti ed “appetibili” degli ultimi anni: sarà  pubblicato su Steam tra tre giorni esatti (il 20 febbraio 2018) dalla Gem Rose Accent, e si presenta come un’avventura grafica in soggettiva, via di mezzo tra il classico Quake e Alone in the dark.

    Montecrypto: The Bitcoin Enigma è un gioco dallo stile steam punk (la corrente di narrativa fantastica che introduce elementi di tecnologia anacronistici rispetto all’ambientazione della Londra vittoriana), che presenterà  un labirinto con 24 enigmi da risolvere, in cui il primo che sarà  in grado di risolverli tutti, cioè di finire il gioco, riceverà  un premio in criptovaluta di 1 BTC (con il cambio valuta attuale, circa 8,496 euro).

    Il gioco è disseminato di enigmi matematici e logici, QR-code, indizi e personaggi con cui interagire, e si potrà  giocare sia singolarmente che in gruppo; cosa ancora più particolare, sarà  inoltre possibile disseminare indizi per cercare di sviare gli avversari. In sostanza un gioco multiplayer classico a scenario unificato con in palio – fatto inedito per un videogioco 3D – un premio dal controvalore effettivo.

    Di seguito viene riportato il trailer ufficiale del gioco.

    Per chi fosse interessato (e conoscesse l’inglese) Montecrypto sarà  disponibile su piattaforma Steam.

  • Le 5 idee tecnologie più folli per i tuoi regali di Natale

    Le 5 idee tecnologie più folli per i tuoi regali di Natale

    Natale è ormai alle porte e sei alla ricerca di idee regalo? Cosa potresti regalare al tuo amico, collega, fidanzata o marito? La scelta del regalo mi manda onestamente sempre in crisi, per cui ho pensato di raccogliere un po’ dei migliori oggetti tecnologici che si siano visti quest’anno. Quale modo migliore, peraltro, di festeggiare il Natale assieme a voi se non parlandovi dei migliori gadget ed oggetti tecnologici da regalare ad amici e parenti?

    Si spenderà  un po’ di più ma, se non altro, saremo sicuri di fare dei regali super. Eccovi una breve selezione dei regali di lusso tra i migliori che potete fare, e che trovate facilmente su internet.

    iPhone X

    A partire dal prezzo base di 999 dollari (circa 1000 euro in Italia), l’iPhone X si candida a diventare uno dei telefoni più popolari di sempre: il prodotto di fascia alta proposto dalla Apple sembra non conoscere rivali, nonostante siano uscite fuori numerose alternative quasi equivalenti per Android (vedi oltre). Il suo design inconfondibile ed ancora una volta rinnovato rispetto al passato lo ha reso un prodotto indispensabile per tutti i fanati della “Mela” ma anche della tecnologia più sfavillante in generale. Tra le nuove caratteristiche abbiamo il display con tecnologia OLED edge-to-edge, carica via wireless, riconoscimento facciale per sbloccare ed accedere al telefono, nuova generazione di processore A11 Bionic, tasto home rimosso, batteria dalla discreta durata e sicuramente lo smartphone più costoso del momento.

    Sono disponibili due modelli: uno a 64 gigabytes for per 1.180 euro, ed il modello con 256 GB per circa 1300 euro.

    Samsung Galaxy S7 Edge

    La scelta del miglior telefono per Android è ricaduta sul modello della Samsung S7, un bel passo avanti rispetto all’ottima tecnologia del modello S8 (molto popolare quest’anno): la versione S7 Edge possiede processore OctaCore, 32 GB di memoria espandibili, Display Dual Edge 5.5″ QHD Super AMOLED,  Fotocamera anteriore 5 MP (F1.7),  Fotocamera posteriore Dual Pixel 12 MP OIS (F1.7), ben 4 GB di RAM e batteria a 3600 mAh.

    Kindle Paperwhite

    Ti piace leggere gli ebook? Da qualche tempo si stanno proponendo come solida alternativa al libro di carta, e nonostante quest’ultimo mantenga immutato il proprio fascino non c’è dubbio che i Kindle abbiano costituito un nuovo stile di lettura, semplice, comodo ed efficente. La nuova generazione di ebook reader – della vecchia del 2013 avevo parlato qui: ancora funziona benone, per cui direi che si tratta di un prodotto molto durevole nel tempo – è Kindle Paperwhite con 300 ppi di risoluzione (quindi più alta di tutte le precedenti), dotato di luce integrata regolabile, schermo antiriflesso, batteria dalla lunga durata, e la solita ampia selezione di ebook. Molto comodo come libro tascabile, permette di portarsi dietro tutti i libri che si vogliono sia prendendoli a pagamento dallo store che trovando quelli free sui vari siti o caricandoli direttamente dal proprio PC via USB. Lo trovate su Amazon a 189,99 euro.

    Orologio Ferrari

    Il modello 0830303 è uno dei migliori in termini di compromesso tra qualità  e prezzo: con cinturino in silicone, cristallo minerale sul display, 46mm di diametro della cassa e resistente all’acqua fino a 165 metri di profondità : un regalo di lusso estremamente elegante, ideale come regalo da uomo. Lo trovi su Amazon a circa 400 euro.

    Acer Predator

    Con Windows 10 in dotazione, display 1920 x 1080 a 15,6”, processore Intel Core i7-6700HQ, scheda grafica NVIDIA GTX 8 Giga di memoria dedicata GDDR5, 256 GB di spazio su disco SSD e 16 GB di RAM, Acer Predator (2,299 euro) è forse il portatile più grosso mai realizzato: pensato per il gaming, è un vero e proprio “arsenale” tecnologico che molto sta facendo discutere nei siti specializzati. Tastiera meccanica (insolita per un portatile, ma che personalmente preferisco) e schermo leggermente curvo al fine di dare maggiore profondita al gioco: e soprattutto, il giochino “campo minato” funziona perfettamente su questo computer. Scherzi a parte,   Acer Predator G9-593-76RW sembra essere un ottimo portatile, top gamma per chi non bada a spese. La domanda principale è la seguente: non è comodissimo da portare in giro visto che è abbastanza pesante, per cui si potrebbe anche valutare di prendere un desktop a quel prezzo.