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  • Aste di domini, cosa sono e come funzionano

    Aste di domini, cosa sono e come funzionano

    Dopo aver affrontato come aggiudicarsi i migliori nomi di dominio e come iscriversi a GoDaddy per ricevere informazioni su di esse, in questo post affronteremo un altro argomento di grande interesse per chi volesse comprare domini all’asta: andremo quindi a vedere nella pratica come avvenga una domain auction, inserendo una serie di topic di nostri interesse nella casella di ricerca, e cercando di scremare i risultati nel modo più opportuno.

    Questa è la schermata che lista i vari domini delle aste GoDaddy, per le quali andremo adesso ad inserire la parola “hosting” per capire cosa uscirà  fuori: clicchiamo subito dopo su VAI e vediamo i risultati che vengono fuori oggi. Subito dopo vedremo cosa offre la ricerca avanzata del servizio come ulteriori filtri da applicare.

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    È importante infatti disporre di una lista di domini da acquistare o su cui fare un’offerta che sia quanto più possibile a nostra misura: le liste generaliste, per quanto si trovino anche gratuitamente in rete, sono abbastanza complicate da gestire e non riescono, il più delle volte, a trovare una reale corrispondenza con le nostre aspettative se non per pure casualità .

    Dopo aver cliccato su VAI e digitato hosting – ma voi ovviamente potete cercare anche altri termini – vedremo qualcosa del genere.

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    Le due righe in giallo rappresentano i domini a corrispondenza esatta con la chiave di ricerca che abbiamo inserito: di solito sono i più contesi e, come è facile immaginare, costano di più (hosting.photos parte da una base di 6500 euro!). Subito dopo, comunque, troviamo i domini a corrispondenza parziale, tra i quali troveremo quasi certamente qualcosa di interessante per il nostro business. Ricordiamo che, in questa sede, stiamo solo comprando il nome di dominio senza un annesso hosting condiviso, dedicato o come preferite: sarà  una nostra libera scelta quella di ricorrere a GoDaddy (che ha un ottimo piano wordpress managed, attualmente) oppure far puntare i DNS del nostro sito ad provider a parte oppure a Blogger (guida: come migrare un dominio di secondo livello su Blogger).

    I suggerimenti di massima per cercare le parole chiave sono i seguenti:

    1. chiarirsi le idee su quello che vorremo fare coi siti, e fare i conti con il budget che vogliamo investire nella cosa;
    2. evitare i domini a corrispondenza esatta, costano davvero tanto ed il fatto che garantiscano reali vantaggi in termini di posizionamento su Google non è per nulla scontato. Perchè rischiare?
    3. cercare sempre almeno un paio di termini di ricerca pertinenti a quello che vogliamo realizzare a livello di sito (landing page, blog di supporto e via dicendo);
    4. ordinare in modo differente le righe, ad esempio per numero di offerte, traffico (numero di persone che ha cliccato su quelle offerte),valutazione, offerte e tempo residuo. Di solito è il modo più rapido per vedere i migliori nomi disponibili e provare ad acquistarli prima che lo faccia qualcun altro.

    Noterete inoltre che ci sono, tra le varie righe, sia offerte dirette (l’equivalente del notissimo “Compralo subito” di Ebay) che offerte all’asta, per le quali metterete nell’apposita casella una base d’asta ed un eventuale rialzo massimo.

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    Proviamo infine a vedere cosa succede se invece proviamo ad affinare la ricerca, vedremo una maschera che ci permetterà  di:

    1. cercare per vari tipi di corrispondenza (inizia, contiene, termina con il nostro termine di ricerca);
    2. indicare l’estensione, oppure le estensioni, del dominio;
    3. indicare le caratteristiche del nome, del numero di offerte e del traffico stimato;
    4. stabilire età  minima e massima del dominio (rispetto a quando è stato registrato la prima volta);
    5. fissare un prezzo minimo e massimo che vogliamo spendere;
    6. stabilire il tipo di offerta, ad esempio Aste in scadenza, Aste pubbliche, Compralo subito pubblico, domini in liquidazione, domini a prezzi competitivi, Offerta/controfferta.

    Lo strumento è davvero potente ed offre numerose opportunità .

  • Come si registra un dominio con Keliweb

    Come si registra un dominio con Keliweb

    In questo articolo vedremo tutti i dettagli per registrare un dominio da zero con l’hosting italiano Keliweb, ed associarvi un servizio di hosting web per WordPress.

    Keliweb è servizio con assistenza in italiano, sia telefonica che via ticket ed email, che propone un servizio semplice e pratico da usare. Come molti altri analoghi offre naturalmente un hosting per WordPress, facile da configurare e consigliato sia per principianti che per professionisti. Se sei in dubbio puoi

    Con Keliweb si può registrare un dominio seguendo questi semplici passi:

    1. vai sul sito per avviare la procedura di registrazione;
    2. nella home che si aprirà  cliccare su  Hosting e poi su Hosting WordPress in alto nel menu del sito, oppure dai link scorrendo in basso la pagina; con questa offerta sarà  possibile attivare il proprio hosting a 7,90 € / mese, senza limiti sul numero di query MySQL, con 10 GB di spazio, illimitate caselle di posta elettronica personalizzate, illimitati database, spazio web su dischi SSD e dominio gratis (per il primo anno).
    3. nella pagina con l’offerta “Hosting WordPress”, cliccare sul bottone Acquista in basso scorrendo la pagina;
    4. adesso dobbiamo inserire il nome del dominio che desideriamo: possiamo scegliere una qualsiasi tra le numerose estensioni / TLD disponibili, incluso .it, .com, .net, .org, .biz e .info; digitiamolo nella casella e facciamo click su “Continua“;
    5. se il dominio scelto è disponibile, il sito ce lo dirà  e ci farà  procedere oltre, altrimenti dovremo cambiare nome o estensione;
    6. clicchiamo su Avanti in basso alla pagina e seguiamo la procedura guidata, in cui saranno richiesti i nostri dati anagrafici (a chi intestare hosting + dominio) ed infine la pagina per il pagamento e la fatturazione.

    Il dominio da voi selezionato sarà  disponibile per l’uso una volta ultimata la procedura indicata, solitamente dopo qualche istante dall’attivazione. La visibilità  del dominio potrebbe richiedere fino a 24/48 ore di attesa, in alcuni casi.

  • Come disdire il rinnovo automatico dei domini su GoDaddy

    Come disdire il rinnovo automatico dei domini su GoDaddy

    Lo scenario è noto a chiunque sia imprenditore sul web o abbia registrato uno o più siti web: si comprano domini aggiuntivi da parcheggiare, ad esempio, per evitare che siano presi in carico da concorrenti o che siano usati a sproposito per farci concorrenza. Spesso compriamo noi stessi domini, e li rinnoviamo, perchè ereditiamo i backlink che quel dominio aveva, ed in questo modo cerchiamo di migliorare la link building del nostro sito. Insomma, qualche che sia il motivo, comprare domini su GoDaddy è una cosa che più o meno abbiamo fatto tutti. Se ad un certo punto volessimo cambiare strategia, annullare i rinnovi automatico o fare scadere il nostro dominio, o comunque avessimo necessità  di disattivare il rinnovo automatico dei domini che abbiamo comprato, seguite questa guida e vi dirò direttamente come fare. Nella guida ufficiale di GoDaddy non sono riuscito a trovare riferimenti chiari a questa cosa, peraltro, e mi pare utile provvedere in questa sede.

    Premessa: GoDaddy ha tantissimi pregi, ma in questo caso mi è sembrata sicuramente da rivedere: ovviamente lo scrivo come notifica costruttiva per l’azienda, nella speranza che possano risolvere il problema prossimamente e, s’intende, senza alcuna polemica. Del resto trovarsi l’autorinnovo impostato in automatico per tutti i domini che compriamo, in molti casi, può diventare una spesa che potrebbe rivelarsi poco proficua o utile, senza contare che potremmo dimenticarcene nel frattempo e continuare a pagare per cose che non usiamo.

    Se siete già  clienti di GoDaddy e volete disattivare il rinnovo automatico dei domini, quindi, bisogna fare così:

    Recuperare codice cliente e password di accesso

    prima di tutto recuperiamo il nostro codice cliente, che trovate scritto in chiaro nelle mail recenti che vi hanno inviato (è un codice di 8 cifre, in generale); in caso non lo troviate, potete generarlo dalla schermata di recupero codice cliente e password, che trovate dalla pagina di reimpostazione della password. Da qui potete anche rigenerare la password, nel caso l’abbiate dimenticata.

    Disabilitare il rinnovo di dominio su GoDaddy

    Una volta dentro GoDaddy (meglio fare queste operazioni da PC desktop, in generale), cliccate in alto a destra sull’icona dell’utente (l’omino bianco) e dal menù che uscirà  fuori, selezionate Impostazioni Account.

    Adesso fate clic sulla sezione Rinnovi e fatturazione.

    Da qui, basterà  selezionare i domini per cui vorreste disabilitare il rinnovo automatico, e dopo aver selezionato la spunta corrispondente nella stessa riga, cliccare su annulla rinnovo.

    In alcuni casi – e questa cosa, secondo me, è abbastanza rivedibile per non dire fastidiosa per l’utente – il rinnovo automatico non può essere annullato: per cui, ad esempio, per evitare addebiti non desiderati è necessario annullare il pagamento ricorrente via PayPal, che in questo caso è il metodo di pagamento consigliato per GoDaddy. Per risolvere il rinnovo automatico, è necessario contattare telefonicamente l’assistenza al numero 02 9148 3552 oppure al numero verde 800790178.

    Una piccola nota finale per l’azienda, in ottica ovviamente costruttiva: nella vostra home mettete in bella vista il fatto che non sia necessaria una carta di credito per accedere ai servizi di GoDaddy. Questo ci può anche stare in ottica marketing, al limite, ma il fatto di essere costretti a telefonare per annullare un rinnovo di dominio mi pare francamente assurdo e piuttosto fastidioso. Mi auguro che si possano trovare soluzioni più a portata di utente finale, nel prossimo futuro, proprio per via della qualità  media secondo me alta, dei vostri servizi, inclusi quelli aggiuntivi di aste di domini, ad esempio.

     

  • Come si registra un dominio (con Siteground): procedura passo-passo

    Come si registra un dominio (con Siteground): procedura passo-passo

    In questo articolo vedremo tutto quello che bisogna sapere per registrare un dominio partendo da zero, anche senza averlo mai fatto prima ed associando un servizio di web hosting per WordPress. Per farlo, sfrutteremo uno degli hosting più popolari del momento, ovvero Siteground (se ti va, leggi la nostra recensione di Siteground).

    Introduzione

    Siteground è uno dei provider di hosting più efficenti, a mio avviso, che ci siano in circolazione: l’ho usato varie volte per progetti di varia entità , e propone un pannello di controllo piuttosto semplice da usare, ed un’assistenza tecnica molto preparata ed all’altezza della situazione. Come molti servizi analoghi, inoltre, offre anche un hosting per WordPress, per cui sarà  facile registrare il dominio ed associarvi un hosting per WordPress e, di conseguenza, il nostro blog preferito, il sito aziendale e così via.

    Come scegliere l’hosting: primo passo

    Come prima cosa, c’è da premettere che tutti i piani di hosting condiviso presenti nel sito permettono anche la registrazione di un dominio, da collegare all’hosting scelto. Le principali scelte che troviamo sono le seguenti:

    • StartUp: questo è ideale per le persone che aprono un sito web per la prima volta, e non hanno un supporto tecnico a disposizione o troppe conoscenze nel settore; molto facile da configurare
    • Grow Big: piano intermedio che mi sento di consigliare nella maggioranza dei casi, offre un po’ più di potenza del precedente ed anche il plugin di SuperCacher, ottimo per migliorare ad esempio la velocità  di WordPress
    • GoGeek: ideale per chi dovesse mettere in piedi un sito avanzato, ad esempio uno di grosse dimensioni oppure un e-commerce, è davvero interessante per gli sviluppatori perchè offre anche un GIT integrato e la possibilità  di fare staging del sito.

    Nota: metodi di pagamento

    Su tutti i piani è inoltre attiva la formula soddisfatti o rimborsati, entro 30 giorni dall’acquisto. I pagamenti si possono fare con carta di credito o di debito, direttamente online, oppure con carta PostePay e prepagate in genere.

    Procedura di registrazione: secondo passo

    Siteground permette la registrazione di un dominio + hosting seguendo questi semplici passi:

    1. visita il sito (si apre in una nuova finestra, così potrete continuare a leggere tranquillamente) per attivare l’hosting scelto; nel dubbio, suggerisco di scegliere il piano base StartUp.
    2. passare col mouse su Hosting in alto a sinistra, poi cliccare su WEB HOSTING;
    3. scegliere a questo punto il piano StartUp – o quello che avete scelto – cliccando su Acquista (si trova in basso nella casella scelta);
    4. lascia selezionato, nella schermata successiva, “Ottieni un nuovo account di hosting“; nel riquadro successivo, a seconda dei casi, seleziona registra un nuovo dominio se stai creando un dominio da zero, oppure “Ho già  un dominio” se stai ad esempio trasferendo il tuo sito da un vecchio hosting a SiteGround; in questo caso ricordati di inserire precisamente il nome del sito che intendi trasferire.
    5. a questo punto abbiamo quasi fatto: nella schermata successiva andremo a scegliere i servizi aggiuntivi (facoltativi, in caso potete non sceglierne nessuno), andremo a verificare la correttezza delle richieste che abbiamo inserite – in particolare assicuratevi di aver inserito un’e-mail valida, cliccheremo quindi su “Continua” in basso alla pagina per procedere con l’acquisto. Basterà , da qui in poi, seguire le istruzioni riportate nel sito per finalizzare l’acquisto di dominio internet + hosting.

    Nota: quando sarà  attivo il dominio + hosting, una volta preso?

    Di solito i tempi di attivazione di SiteGround solo molto veloci, entro qualche ora avrete tutto a vostra disposizione, e vi avranno fornito i dati di accesso via email. Il dominio scelto, dunque, sarà  a vostra disposizione per l’uso immediato una volta ultimata la procedura, solitamente dopo qualche istante dall’attivazione. La visibilità  del dominio potrebbe richiedere fino a 24/48 ore di attesa, in alcuni casi, anche se con SiteGround è solitamente quasi immediata; con alcune offerte potrebbe anche essere anche disponibile, da qualche tempo, l’opzione perchè il personale tecnico dell’azienda vi aiuti a migrare il vostro sito dal vecchio hosting al nuovo.

  • Cos’è un dominio di terzo livello?

    Cos’è un dominio di terzo livello?

    Definizione domini di terzo livello

    I domini di terzo livello sono quelli che partono dal livello 3 della gerarchia dei nomi; detta in modo più semplice, se avete un dominio del tipo

    www.blog.esempio.org

    il dominio di terzo livello partirà  proprio da blog e coinciderà  con

    blog.esempio.org # un esempio di dominio di terzo livello

    I domini di livello successivo al secondo possono identificare tipicamente i cosiddetti sottodomini, ovvero conteggiando un livello in più a partire dall’estensione (che rappresenta il primo livello), procedendo a sinistra troveremo un secondo livello, poi un terzo, un quarto e così via.

    Non esiste un limite al numero di possibili livelli dei domini che si possono innestare (terzo, quarto, quinto, … livello), visto che il DNS (Domain Name System, che è il sistema distribuito incaricato di gestire sia domini che sottodomini ad ogni livello) non pone limiti in tal senso. A livello pratico, comunque, non si va mai oltre il quarto o quinto livello.

    Esempi domini di terzo livello

    Alcuni esempi pratici di terzo livello per i domini:

    • blog.prova.it
    • forum.miosito.org
    • www.trovalost.it (solo se mettiamo il www davanti)

    i livelli si contano sempre a partire dall’estensione (TLD, Top Level Domain, detto anche estensione del dominio: .it, .org negli esempi precedenti) e si procede poi a ritroso, da destra a sinistra, nei livelli successivi: quindi .org è un primo livello, miosito.org è un secondo livello (così come prova.it) e poi forum.miosito.org oppure blog.prova.it sono un terzo livello.

    Configurazione domini di terzo livello sul proprio hosting

    Pertanto potremmo procedere con secondo, terzo, quarto livello e così via (raramente si va oltre il quinto, nella pratica). I servizi di hosting normalmente offrono la possibilità  di generare, a partire da un dominio internet sotto il nostro controllo o di nostra proprietà :

    • nessun sottodominio – è il caso dei piani di hosting molto economici o gratuiti;
    • un numero limitato di sottodomini – come offrono alcuni hosting condivisi;
    • un numero illimitato di sottodomini – come offrono, invece, hosting condivisi più avanzati (e costosi).

    Conclusioni

    A livello di funzionamento, ogni dominio a partire dal secondo livello offre le stesse funzionalità  di qualsiasi altro. A livello SEO, inoltre, alcuni tendono a dare più valore ai backlink provenienti da domini di secondo livello e progressivamente meno a quelli di terzo, quarto o quinto livello – con l’unica eccezione del dominio “padre” di secondo livello nel caso in cui fosse molto autoritativo, ad esempio del sito ufficiale di un’università .

    (fonte, fonte)

  • Quanto si paga per effettuare un cambiamento del registrar di un dominio

    Quanto si paga per effettuare un cambiamento del registrar di un dominio

    In genere bisogna distinguere tra registrar (che coincide con chi gestisce il vostro dominio per conto dell’ICANN) e semplice servizio di web hosting; se nel secondo caso tipicamente non ci sono costi da pagare, il cambio di registrar può invece, lecitamente, comportare dei costi. Per saperne di più sul trasferimento di un dominio da un hosting all’altro, clicca qui.

    Del resto una specifica FAQ dell’ICANN (questa) chiarisce questo genere di possibilità :

    Il mio registrar mi addebita una somma per il trasferimento a un nuovo registrar. Può farlo?

    Sì. I registrar possono stabilire i loro prezzi per questo servizio.

    Tali costi non sono prefissati o fissi ma possono essere variabili, nella mia esperienza non di moltissimo (ad es. di 10 o 20 euro), per cui tanto vale valutare diversi tipi di offerte, e cercare quella con il prezzo più basso. Ad esempio il cambio di registrar da un servizio di base (molto low cost) come Dynadot a Giga.it mi è recentemente costato 39 euro, escluso il prezzo dell’hosting che ho pagato a parte.

    In genere, pertanto, all’utente conviene non cambiare registrar se non strettamente necessario.

     

  • Registrazione domini con estensione: .bi

    Registrazione domini con estensione: .bi

    .bi è l’estensione di dominio ufficiale (detta anche TLD) dello stato del Burundi, ed è pensata prevalentemente per un utilizzo in ambito nazionale. Questo significa che, almeno sulla carta e seguendo le regole del NIC, sarà  necessario essere residenti lì o avere un’azienda o un’ente di riferimento ivi residente al fine di poter registrare un’estensione di questo genere.

    Per registrare correttamente un dominio con estensione .BI il cliente dovrebbe essere residente nello stato in questione, per quanto non siano note vere e proprie restrizioni in merito. Non tutti i provider di hosting offrono il servizio di registrazione di domini con questa estensione, per cui è necessario rivolgersi direttamente al NIC ufficiale dei .bi per attuare la procedura.

    L’estensione .bi si presta inoltre alla registrazione di particolari domain hack, come ad esempio fur.bi oppure ci.bi.

    Per verificare se un nome a dominio .bi è libero per essere registrato, è disponibile dal nostro portale il tool gratuito di ricerca dei domini.

  • Dominio internet non funzionante: principali cause (e come sistemare le cose)

    Dominio internet non funzionante: principali cause (e come sistemare le cose)

    Problemi di configurazione del dominio

    Quando un dominio non funziona, in genere le cause sono legati ad una DNS zone (detta anche in italiano Zona DNS, su alcuni pannelli di controllo) non configurata correttamente: quello che bisogna verificare in questi casi è che, in particolare, i record A siano puntati sugli indirizzi IP corretti (basta anche solo un numero diverso per non fare funzionare nulla), e che i CNAME siano correttamente impostati in base alla configurazione ed al provider che usiamo.

    Può essere utile, a riguardo, controllare i due seguenti tutorial, che affrontano il problema dei domini non funzionanti in termini di prefisso www. (in genere, infatti, è consigliabile configurare sempre un redirect automatico dalla versione www.sito.it a sito.it o viceversa; attenzione che impostando entrambe le opzioni si incorre in un redirect infinito, per cui è necessario stabilire una volta per tutte se l’URL standard del sito debba essere con www o senza www davanti).

    1. Configurare domini con www davanti
    2. Configurare domini senza www davanti

    Problemi di configurazione dell’hosting

    Ci sono dei casi in cui il dominio non funziona per via di un errore sull’hosting: in questo caso il dominio è configurato correttamente ma c’è un problema sull’hosting, a monte. Consultando i log del sito, oppure andando a verificare l’errore eventuale presente nella home page possiamo trovare dei codici di errore di vario genere: errore 500, errore 404, errore 508 e così via, ognuno corrispondente ad un tipo di problema differente.

    A seconda del tipo di problema potrebbe essere necessario, nelle varie circostanze:

    1. attendere un intervento dell’hosting (ammesso che il problema sia suo e sia risolvibile facilmente);
    2. aprire un ticket di assistenza;
    3. verificare i log del sito web alla ricerca del problema.

    Problemi di configurazione del sito

    Non è raro, infine, il caso in cui un dominio internet non funzioni per via di un problema nel codice del sito: in questi casi, infatti, dominio ed hosting sono entrambi correttamente funzionanti, ma c’è un probelma che impedisce al sito web di funzionare. Può essere un problema di codice, un “collo di bottiglia” che consuma tutte le risorse del sito, può essere anche un plugin non compatibile oppure una direttiva htaccess che crea problemi.

    In questi casi si provi a disattivare o eliminare la possibile causa finchè il sito non riprenderà  a rispondere correttamente.

  • Fully Qualified Domain Name: cos’è e come funziona

    Fully Qualified Domain Name: cos’è e come funziona

    Un Fully Qualified Domain Name (FQDN) è un nome di dominio completo e univoco che identifica inequivocabilmente una risorsa su Internet. Questo nome di dominio è composto da due parti principali: il nome dell’host e il dominio di primo livello, separati da un punto. Oltre a queste due parti, può anche includere il nome di dominio di secondo e terzo livello, se del caso.

    Cosa cambia tra URL, dominio e Fully Qualified Domain Name (FQDN)

    L’URL è un indirizzo completo che include il protocollo di comunicazione, il dominio e il percorso della risorsa, il dominio è un’etichetta che rappresenta un gruppo di dispositivi o server su Internet e il FQDN è un nome di dominio completo e univoco che identifica inequivocabilmente una risorsa su Internet, includendo il nome dell’host, il dominio di secondo e primo livello.

    URL, dominio e Fully Qualified Domain Name (FQDN) sono concetti correlati ma distinti utilizzati nell’identificazione e nell’accesso alle risorse su Internet. Ecco le differenze tra di loro:

    1. URL (Uniform Resource Locator): Un URL è un indirizzo completo che specifica la posizione precisa di una risorsa su Internet. Include il protocollo di comunicazione (come “http” o “https”), il nome di dominio o l’indirizzo IP del server e il percorso della risorsa all’interno del server. Ad esempio, “https://www.google.com/search?q=flowers” è un URL che indica l’utilizzo del protocollo HTTPS per accedere al sito web di Google e cercare la parola “flowers”.
    2. Dominio: Un dominio è un’etichetta facile da ricordare che rappresenta un gruppo di dispositivi o server su Internet. È parte integrante di un URL e può essere composto da uno o più segmenti separati da punti. Ad esempio, “google.com” è un dominio di primo livello, mentre “en.wikipedia.org” è un dominio di terzo livello. Un dominio viene utilizzato per identificare univocamente un gruppo di risorse correlate e può essere associato a uno o più indirizzi IP.
    3. Fully Qualified Domain Name (FQDN): Un FQDN è un nome di dominio completo e univoco che identifica inequivocabilmente una risorsa su Internet. È una forma estesa di un nome di dominio e include il nome dell’host, insieme al dominio di secondo e primo livello. Un FQDN è utilizzato principalmente nel sistema dei nomi di dominio (DNS) per risolvere i nomi degli host in indirizzi IP e viceversa. Ad esempio, “www.google.com” è un FQDN che identifica in modo univoco il sito web di Google.

    Esempi di FQDN

    Per comprendere meglio, prendiamo ad esempio l’FQDN di un sito web come “www.wikipedia.org“. In questo caso, “www” è il nome dell’host, mentre “wikipedia” è il nome di dominio di secondo livello e “org” è il dominio di primo livello. Tutti questi elementi combinati insieme formano il Fully Qualified Domain Name.

    Un altro esempio potrebbe essere “mail.google.com”. Qui, “mail” è il nome dell’host, “google” è il nome di dominio di secondo livello e “com” è il dominio di primo livello.

    L’utilizzo di un FQDN consente di identificare in modo univoco una risorsa su Internet e di stabilire una connessione con il server corretto per accedere a quella risorsa. È particolarmente utile nei sistemi di rete per assicurare che i dati vengano indirizzati e recapitati correttamente attraverso Internet. Inoltre, l’FQDN viene spesso utilizzato anche per scopi di configurazione e gestione dei server, poiché fornisce un’identificazione chiara e completa della risorsa.

  • Errore HTTP bonifico: come risolverlo e da cosa dipende

    Errore HTTP bonifico: come risolverlo e da cosa dipende

    Descrizione dell’errore

    Quando si opera con l’home banking può capitare di ritrovarsi in difficoltà  con il sito della banca: facciamo login, inseriamo le credenziali, proviamo ad effettuare un’operazione come la richiesta saldo, la lista movimenti oppure il bonifico e succede qualche problema imprevisto. In molti casi viene segnalato un non meglio specificato errore http bonifico, che non sembra avere una motivazione comprensibile per l’utente medio e che sembra riconducibile a problemi tecnici sul sito.

    Come si presenta l’errore

    Sono cose che possono capitare, purtroppo: il malfunzionamento dei servizi online può succede in ogni caso, e le banche online in genere tendono a risolverli abbastanza rapidamente se ricevono, ad esempio, opportune segnalazioni del malfunzionamento da parte dei clienti. Il periodo di down insomma può capitare, ed un esempio di schermata di errore potrebbe essere il seguente:

    Immagine tratta da OptiMagazine

    Cosa fare per risolvere

    Sul web l’errore HTTP durante un bonifico online si verifica ed è stato segnato per alcuni servizi come, ad esempio, Intesa Sanpaolo. Generalmente l’errore dovrebbe risolversi da solo dopo aver riprovato un paio di volte; assicuratevi, al tempo stesso, di disporre di una buona connessione ad internet mentre fate questo tipo di operazioni.

    Se il problema persiste, si suggerisce caldamente di contattare direttamente la banca.