In questo articolo trovate le principali figure retoriche più note ed utilizzate nella nostra lingua, corredate di almeno un esempio pratico per capire subito di cosa si tratta. Un dizionario pratico e veloce a cui potete fare riferimento per trovare esempi pratici di ogni figura, e riconoscerli facilmente. Ovviamente non si tratta di una trattazione rigorosa in termini scientifici, ma a semplice scopo orientativo e divulgativo.
Abusione / Catacresi
Si tratta di una forma di metafora secondo la quale si estende l’uso di un termine in un campo semantico differente da quello abituale.
Un esempio classico è quando diciamo gamba del tavolo o collo di bottiglia, estendendo due termini tipici del corpo umano a degli oggetti.
Adinato
Si tratta di una figura retorica che evidenzia l’impossibilità che succeda qualcosa, subordinando il suo avverarsi a un altro evento impossibile.
Esempio: il classico esempio di adynaton è naturalmente quello di Checco Angiolieri, “s’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo“.
Aequivocatio / Diafora
Ripetizione di una parola in più contesti differenti tra loro, ad esempio:
Mi son avvicinato alla cassa del supermercato, per poi sentirmi dire: ‘Cassa il mio debito’
Aferesi
Soppressione della sillaba o vocale iniziale di una parola.
Temp’era dal principio del mattino, e ‘l sol montava ‘n sù (Dante Alighieri)
Aforisma/Epifonema
Conclusione enfatica di una prosa in termini solenni.
stato che sia, dentro covile o cuna, è funesto a chi nasce il dì natale (G. Leopardi)
Allegoria
Espressione di un concetto astratto mediante un’immagine concreta. L’allegoria può implicare, nella lettura di un testo, un processo interpretativo completamente indipendente da quello creativo; il termine può pertanto riferirsi a un metodo specifico di lettura di un testo, in cui personaggi e dettagli narrativi o descrittivi sono presi dal lettore come una metafora elaborata per un qualche significato al di fuori di quello letterale.
L’esempio più comune di allegoria risale a Dante, nella rappresentazione delle “tre fiere” (il leone, la lupa e la lonza che rappresentavano superbia, avidità -cupidigia e lussuria.
Allitterazione
Ripetizione voluta e ricercata di un suono all’interno di più vocaboli di una frase, a scopo stilistico o di abbellimento.
Un esempio classico di allitterazione è, ad esempio, l’espressione “senza capo nè coda“.
Allusione
Figura retorica incentrata sull’uso di un sostantivo in senso lato o non letterale.
Ad esempio “un labirinto” per indicare delle strade molto intricate, oppure una vittoria di Pirro (con riferimento al noto fatto storico per indicare un successo ottenuto a prezzo molto caro).
Anacoluto
Figura retorica estremamente diffusa nella letteratura (non solo) italiana, che consiste nel privare di un seguito (anakà³luthon in greco) la coesione di una frase. àˆ tipico di alcuni generi di letteratura popolare
Esempio di anacoluto: il titolo del libro io speriamo che me la cavo
Anadiplosi
Consiste normalmente nella ripetizione di una parola a scopo espressivo, da una frase alla successiva.
Esempio di anadiplosi: “chè se Cesare venne e vide e vinse/venne, vinse e non vide il Gran Luigi” tratto da Sudate, o fochi, a preparar metalli, sonetto di Claudio Achillini
Anafora
Dal greco ἀναφορά ovvero “portare indietro”, “di nuovo”, consiste nella ripetizione di una o più parole all’inizio di una frase, in modo da sottolineare mediante ripetizione un concetto o rimarcare uno stile. Esempio:
Per me si va ne la città dolente
per me si va nell’etterno dolore
per me si va tra la perduta gente
Analessi / Flashback / Retrospezione
Tipica struttura o tecnica narrativa dedicata al racconto o alla rievocazione di un fatto avvenuto in precedenza rispetto all’ordine temporale ordinario.
Analogia / Similitudine
Confronto o paragone tra due realtà differenti, utilizzata nel linguaggio comune o nella letteratura a scopo descrittivo.
Esempio: Anna canta come un usignolo
Anaptissi / Epentesi
L’epèntesi o anaptissi consiste nell’aggiunta di un suono all’interno di una parola (anaptissi nel caso di una vocale).
Esempio: fantasima per indicare un fantasma
Anastrofe / Inversione
Indica l’inversione tra due termini di una frase.
Esempio: Di grande aiuto fu il suo consiglio
Anfibologia / Anfibolia
Indica ambiguità o incertezza, e fa riferimento a frasi che possono essere interpretate in due modi diversi.
Esempio: La vecchia porta la sbarra, contadino si uccide dopo un addio alla famiglia con un colpo di fucile
Annominazione / Paronomasia
Figura retorica che consiste nell’accostare almeno due termini che abbiano un suono molto simile e un diverso significato.
Esempi di paronomasia: Carta canta. Fischi per fiaschi. Chi non risica non rosica. Dalle stelle alle stalle. Volente o nolente.
Antanaclasi
Ripetizione di una parola in un senso diverso dal precedente, molto usata negli slogan pubblicitari ad esempio.
Esempio: partimmo col treno per una gita e fu un treno funebre che dovemmo cantare alla fine.
Anteposizione / Anastrofe
Indica l’inversione tra due termini di una frase.
Esempio: Di grande aiuto fu il suo consiglio
Anticlimax
Indica una gradazione discendente, ovvero la disposizione di una serie di vocaboli in ordine decrescente di forza e di intensità (dal più forte al meno forte). Molto usata come tecnica del comico.
Esempio: Non solo Dio non esiste, ma provate a trovare un idraulico nel fine settimana! (W. Allen)
Antifrasi
Uso di una frase o espressione in senso opposto a quello che si intenderebbe letteralmente.
Esempio (un po’ passivo-aggressivo): Che bel lavoro hai fatto!
Antifrastico: un aggettivo che descrive qualcosa che utilizza l’antifrasi. L’antifrasi è una figura retorica che consiste nell’esprimere il contrario di ciò che si intende, spesso per ironia o sarcasmo. In parole semplici, diciamo una cosa per intendere il suo opposto.
Come funziona l’antifrasi?
Immaginiamo di trovarci in una giornata di pioggia torrenziale. Guardiamo fuori dalla finestra e diciamo: “Che bella giornata!“. In questo caso, l’aggettivo “bella” è usato in modo antifrastico. Non intendiamo davvero che la giornata sia bella, ma piuttosto il contrario: la stiamo descrivendo come brutta in modo ironico.
Perché usiamo l’antifrasi?
L’antifrasi viene utilizzata per diversi motivi:
- Per esprimere ironia o sarcasmo: è il modo più comune di utilizzare l’antifrasi. Può essere usata per prendere in giro qualcuno o qualcosa, o per esprimere la nostra disapprovazione in modo pungente.
- Per eufemismo: in alcuni casi, l’antifrasi può essere usata per attenuare un’affermazione negativa. Ad esempio, invece di dire “Sei morto”, potremmo dire “Ti sei finalmente acquietato”.
- Per enfasi: a volte, l’antifrasi può essere usata per sottolineare un concetto dicendo il contrario. Ad esempio, potremmo dire “Non sono affatto arrabbiato” per sottolineare quanto siamo arrabbiati.
Esempi di antifrasi nella letteratura:
- “Che bel pasticcio hai combinato!” (Manzoni, I Promessi Sposi): in questo caso, “bello” è usato in senso antifrastico per indicare qualcosa di negativo.
- “E il premio per il miglior bugiardo dell’anno va a…” (Ironia comune): in questo caso, l’antifrasi è usata per premiare qualcuno che ha mentito, con un tono sarcastico.
- “Ma certo che mi fido di te!” (Detto sarcastico quando non ci si fida di qualcuno): in questo caso, “fiducia” è usata in senso antifrastico per esprimere il contrario.
L’antifrasi è una figura retorica versatile e potente che può essere utilizzata in molti modi diversi. È importante prestare attenzione al contesto per capire quando un’espressione viene usata in senso antifrastico.
Antitesi
Esempio classico: “mangiare per vivere, non vivere per mangiare“
Antonomasia
Figura retorica che implica di cambiare nome ad un qualcosa, usando il tutto per riferire una parte o viceversa.
Esempio: il pianeta rosso per indicare Marte. Dire “Attila” per indicare qualcuno con indole distruttiva.
Apocope / Troncamento
La caduta di un fono o di una sillaba nella parte finale di parola, ed è tipico di alcune forme di letteratura. In italiano è preceduto dall’apostrofo in molte circostanze, come nel caso di po’ per indicare poco (che non si scrive con l’accento bensଠcon l’apostrofo, in forma corretta).
Esempio: ne’ per indicare nei, oppure de’ per indicare dei
Aposiopesi/ Reticenza / Sospensione
Indica una sospensione nel discorso che allude a qualche seguito o conseguenza, in genere.
Esempio: Mario è molto tirchio, mentre Luigi …
Apostrofe
Strumento espressivo in una frase atto a rivolgersi ad un uditore diverso da quello abituale.
Esempio: nel Purgatorio di Dante Alighieri leggiamo un bell’esempio di apostrofe, ovvero Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!
Arcaismo
Un termine desueto che può essere utilizzato per vari scopi retorici, tra cui una suggestione tradizionalistica o un effetto di solennità , ingenuità o semplice comicità .
Asindeto
La coordinazione dei membri di una proposizione o di un periodo fatta senza l’ordinario ausilio della congiunzione copulativa e o altre forme di congiunzione coordinativa: es. detto fatto anzichè detto e fatto.
Assonanza
Forma di rima imperfetta che si ha quando, in due o più versi, le parole terminali contengono le stesse vocali a cominciare da quella accentata (mentre le consonanti sono diverse, ma per lo più di suono simile).
Bisticcio / Paronomasia
Associazione tra due parole in un discorso che abbiano significato diverso e una qualche forma di assonanza.
Esempi classici di bisticcio o paronomasia sono il classico «Chi non risica non rosica», ma anche «Senza arte nè parte», «Volente o nolente», «Il troppo stroppia».
Brachilogia
Brevità del discorso, in contrapposizione alla verbosità retorica.
Esempio: li uomini si vendicano delle leggiere offese, delle gravi non possono (Machiavelli)
Cacofonia
Effetto di “cattivo suono” determinato dalla giustapposizione tra termini che suonano in modo simile, in modo da creare un effetto sgradevole all’orecchio.
Esempio: che chi coglie
Catacresi / Abusione
Estensione del significato di un termine.
Esempio: il sole tace
Catafora
Anticipazione mediante pronome
Esempio: l’avevo già sentita questa storia
Chiasmo
Incrocio di parole secondo lo schema AB – BA
Esempio:
Le donne, i cavallier,
l’arme, gli amori,…
Circolo
Figura retorica che si esplica nel terminare un periodo con la stessa parola con cui è cominciato.
Circonlocuzione / Perifrasi
Esempio: la mia dolce metà per indicare la consorte
Clausola
ha lo scopo di ottenere maggiore efficacia comunicativa, conferendo un particolare ritmo alla parte finale di una frase.
Climax
Gradazione ascendente.
Esempio: Italia è suta corsa da Carlo, predata da Luigi, sforzata da Ferrando e vituperata da’ Svizzeri (Machiavelli)
Deissi
Deissi, dal greco indicare, è un modo per riferire elementi spazio-temporali all’interno di un discorso. Possiamo avere vari tipi di deissi: espressioni referenziali, espressioni indicali, espressioni simboliche, deittiche, anaforiche, sintagmi (unibg).
Esempio: volevo chiederti, ma lଠdove lavori te, cercano per caso? ma dov’è che lavori, ad Alice?
Diafora / Distinctio
Ripetizione di una parola con significati distinti, usata ad esempio per enfatizzare un discorso.
Esempio: Gli affari sono affari.
Dialisi
Un inciso inserito in un discorso, avulso dal contesto.
Esempio: Ho scordato – ma poi chi se ne importa! – l’ombrello
Diallage
Convergenza di più argomenti a una conclusione.
Esempio: Assenza di senso: distruzione del senso, perdita del senso, constatazione che in nessun momento vi è stata traccia, indizio, sintomo di senso. (G. Manganelli, Rumori e voci)
Disfemismo
Figura retorica per la quale si sostituisce (come uso abituale o come coniazione scherzosa) una parola normale, spesso gradevole o affettuosa, con altra per sè stessa sgradevole o offensiva, senza dare all’espressione tono ostile. È anche l’opposto dell’eufemismo.
Esempio: questi birbanti, per dire “questi bambini vivaci”.
Dittologia
Ripetizione di una parola o di un aggettivo a fini espressivi o stilistici.
Esempio: un bacio grande, grande
Domanda retorica
In genere una domanda viene posta per avere una risposta, per confrontarsi o per trovare nuove prospettive, punti di vista e via dicendo. La domanda retorica, al contrario, è posta mantenendo la risposta implicita, sottintesa, semplicemente per argomentare un qualcosa che si vuole portare avanti (ad esempio durante un processo).
La domanda retorica è quindi esemplificata dal fatto di porre una domanda senza volontà di richiedere informazioni, ma con una risposta sottintesa (a volte come forma di cortesia, ad esempio chiedendo “c’è un bagno in casa?”), e qualora sia usata come artifizio retorico essa fa in modo di eliminare le affermazioni che contrastando la domanda stessa.
Un esempio ironico ed ironico di domanda retorica è stato proposto da Umberto Eco: C’è davvero bisogno di domande retoriche?
Duplicatio
Significa duplicazione, raddoppiamento, sdoppiamento. Consiste nell’uso di sinonimi per esprimere il medesimo concetto e rafforzarlo.
Ellissi
Mancanza o omissione di un concetto di un elemento della sintassi, da considerarsi sottinteso perchè incluso implicitamente nel contesto della frase.
Esempio: Tuo fratello è ancora da te? No, [mio fratello] è andato via un’ora fa.
Enallage
Uso di una parte di un discorso invece di un’altra, in genere l’avverbio o l’aggettivo; anche inteso come scambio di due forme verbali.
Esempio: te lo dico domani, ritorno fra una settimana, per dire dirò, ritornerò.
Endiadi
Endiadi: deriva dal greco antico “ἓν διὰ δυοῖν” (“uno per mezzo di due”) ed è una figura retorica che consiste nell’utilizzare due termini coordinati (solitamente congiunti dalla congiunzione “e”) per esprimere un unico concetto.
In altre parole, l’endiadi presenta un’idea attraverso due parole distinte che, sebbene unite, sottintendono un significato unitario.
Come funziona l’endiadi?
Pensiamo all’espressione “pane e vino”. In questo caso, l’endiadi non si riferisce a due elementi distinti, ma piuttosto al concetto di “pasto frugale”. I due termini “pane” e “vino” rappresentano infatti i componenti essenziali di un pasto semplice e comune.
Perché usiamo l’endiadi?
L’endiadi viene utilizzata per diverse ragioni:
- Enfatizzare un concetto: l’utilizzo di due parole separate per esprimere un’idea singola conferisce maggiore enfasi e risalto al concetto stesso.
- Creare dinamismo: l’endiadi spezza la monotonia del discorso, rendendolo più fluido e ricco di ritmo.
- Effetto di immediatezza: la scelta di due termini distinti può conferire un senso di immediatezza e concretezza all’immagine o al concetto espresso.
Esempi di endiadi nella letteratura:
- **”Notte e ruina” (Giacomo Leopardi): in questo caso, l’endiadi “notte e ruina” esprime un’unica immagine di desolazione e distruzione.
- **”Pensieri e parole” (Alessandro Manzoni): l’endiadi “pensieri e parole” rappresenta il legame indissolubile tra il pensiero e la sua espressione linguistica.
- **”Pompe e vanità” (Luigi Pirandello): l’endiadi “pompe e vanità” sintetizza la superficialità e l’effimero del mondo mondano.
L’endiadi è una figura retorica semplice ma efficace, ampiamente utilizzata nella lingua italiana, sia nella letteratura che nel linguaggio comune. La sua capacità di conferire enfasi, dinamismo e immediatezza al discorso la rende un prezioso strumento per arricchire l’espressione linguistica.
Enfasi
Enfasi è una parola italiana che ha due significati principali:
1. Enfasi
In retorica l’enfasi è una figura retorica che consiste nell’accentuare una parola o una frase per evidenziarne il significato e le implicazioni. Ciò può essere fatto attraverso vari mezzi, come ad esempio:
Ripetere la parola o la frase
Utilizzando intensificatori (ad esempio, “molto”, “davvero”, “assolutamente”)
Cambiare l’ordine delle parole
Utilizzando esclamazioni
Intonazione variabile
Ad esempio, nella frase “Lui sì che è un amico!” (È davvero un amico!), l’accento è posto sulla parola “sì” (appunto), che rafforza la convinzione di chi parla che la persona sia un vero amico.
2. Entusiasmo
Nel linguaggio quotidiano, l’enfasi può anche riferirsi a un sentimento di entusiasmo, eccitazione o impazienza. Questo utilizzo è spesso accompagnato da espressioni fisiche come sopracciglia alzate, un ampio sorriso o gesti animati.
Ad esempio, potresti dire “Ho molta enfasi per il nuovo progetto” (Sono molto entusiasta del nuovo progetto) per esprimere il tuo entusiasmo per qualcosa.
Esempi di enfasi in italiano:
“È proprio un gran pezzo di canaglia!” (È un vero mascalzone!)** – La ripetizione di “proprio” (davvero) e l’uso dell’intensificatore “gran” (grande) sottolineano l’opinione negativa che l’oratore ha della persona.
“Non vedo l’ora di partire!” (Non vedo l’ora di partire!)** – La frase “non vedo l’ora” (non vedo l’ora) e il punto esclamativo trasmettono l’ansia di partire di chi parla.
“Sono sicuro che ce la facciamo!” (Sono sicuro che ce la possiamo fare!)** – L’avverbio “sicuro” (sicuro) e il pronome enfatico “ce la” (ce la possiamo fare) esprimono la fiducia di chi parla nelle proprie capacità di successo.
Enfasi è una parola versatile che può essere utilizzata per aggiungere enfasi, entusiasmo o entrambi al tuo discorso italiano. Comprendendone i diversi significati e come utilizzarlo in modo efficace, puoi rendere la tua comunicazione più espressiva e coinvolgente.
Enjambement
Induzione di un prolungamento del periodo logico oltre la pausa ritmica naturale, mediante l’introduzione di un’interruzione all’interno di un verso, senza considerare il contenuto sintattico.
Esempio:
le secrete
cure che al viver uto furon tempesta (U. Foscolo)
Epanadiplosi
L’epanadiplosi è una figura retorica che consiste nella ripetizione di una parola o di un gruppo di parole all’inizio e alla fine di una frase, o di una clausola, per ottenere un effetto di enfasi o di risonanza. In altre parole, è una ripetizione in cui una parola o una serie di parole viene posta all’inizio di una frase e poi ripetuta alla fine della stessa frase.
Ecco un esempio di epanadiplosi:
“Amo te, te amo.”
In questo esempio, la parola “te” viene ripetuta all’inizio e alla fine della frase, creando un effetto di enfasi sull’amore rivolto a una persona specifica.
L’epanadiplosi è una delle diverse figure retoriche utilizzate nella scrittura e nella comunicazione per creare varietà stilistica e sottolineare determinati concetti o emozioni.
Epanalessi / Geminatio
L’epanalessi è una figura retorica che consiste nella ripetizione di una parola o di una serie di parole all’interno di una stessa frase o clausola, ma con alcune parole o elementi interposti tra le ripetizioni. In altre parole, è una ripetizione di parole separate da altro materiale linguistico.
Questo stile di ripetizione può essere utilizzato per enfatizzare una parola o un concetto specifico, creando un effetto di risonanza. L’interposizione di altre parole tra le ripetizioni serve a dare maggiore complessità e profondità alla struttura della frase.
Ecco un esempio di epanalessi:
“La mia speranza, la speranza che mi guida, è che troveremo una soluzione.”
In questo esempio, la parola “speranza” viene ripetuta con l’aggiunta di altre parole tra le ripetizioni, creando un effetto di enfasi sulla centralità della speranza nel discorso.
L’epanalessi è una tecnica retorica che può essere utilizzata per arricchire lo stile e l’efficacia comunicativa della scrittura, donando una certa musicalità o ritmo alle frasi e sottolineando i concetti chiave.
Epanodo
L’epanodo è una figura retorica che consiste nella ripetizione di parole o frasi all’inizio e alla fine di diverse clausole o frasi all’interno di un testo. In altre parole, è una ripetizione simmetrica di elementi all’inizio e alla fine di una serie di unità linguistiche.
L’epanodo può essere utilizzato per enfatizzare un concetto chiave o un tema rilevante all’interno di un discorso o di un testo. Questa figura retorica può conferire ritmo e struttura al linguaggio, creando un effetto di risonanza e facilitando la memorabilità del contenuto.
Ecco un esempio di epanodo:
“Sono venuto, ho visto, ho vinto. Ho vinto la sfida, ho vinto la paura, ho vinto me stesso.”
In questo esempio, la struttura delle frasi inizia con “ho vinto” e termina con la stessa espressione, creando un ritmo e sottolineando il concetto di vittoria in vari contesti.
L’epanodo è una tecnica retorica utilizzata per aumentare l’impatto comunicativo del discorso o del testo, aggiungendo struttura e coerenza al contenuto.
Epanortosi
L’epanortosi è una figura retorica che implica la correzione immediata di una parola o un’espressione appena detta, al fine di chiarire o enfatizzare il significato desiderato. In altre parole, l’oratore o lo scrittore introduce un termine o un’idea e poi, subito dopo, apporta una correzione o un’esplicazione per precisare il senso corretto o per intensificare l’effetto retorico.
Questa figura può essere utilizzata per sottolineare una specifica interpretazione o per introdurre un’idea in un certo modo, per poi correggersi o ampliare il concetto appena dopo. Questo crea un effetto di dinamismo e aggiunge interesse e profondità alla comunicazione.
Ecco un esempio di epanortosi:
“Ho apprezzato molto la tua partecipazione alla riunione, o meglio, devo dire che ne sono rimasto davvero colpito dalla tua partecipazione attiva e dalle tue idee innovative.”
In questo esempio, l’epanortosi avviene quando l’oratore corregge l’originale “apprezzato molto” con “rimasto davvero colpito,” aggiungendo intensità all’opinione espressa.
L’epanortosi è una tecnica retorica utilizzata per rendere il discorso più vivido, per focalizzare l’attenzione su un punto specifico o per creare una sfumatura di significato aggiuntiva.
Epentesi (o Anaptissi)
L’epentesi è una figura retorica che consiste nell’inserire una o più lettere o suoni all’interno di una parola, al fine di creare un effetto di suono o di enfasi. Questa figura può essere utilizzata per scopi stilistici o per aggiungere ritmo e musicalità al linguaggio. L’epentesi è spesso utilizzata per migliorare la fonetica di una parola o per adattarla a una determinata metrica o ritmica.
Ecco un esempio di epentesi:
“Silenzio” diventa “Silenzioso.”
L’epentesi può anche verificarsi in modo naturale nel processo di evoluzione linguistica, quando nuovi suoni o lettere vengono inseriti nelle parole per migliorarne la pronuncia o per adattarle a cambiamenti nel sistema fonetico di una lingua.
Epesegesi (vedi Epifrasi)
Epifonema (o Aforisma)
L’epifonema è una figura retorica che consiste in una breve e incisiva affermazione o esclamazione posta alla fine di un discorso, di una frase o di un passaggio scritto per sottolineare un punto chiave o per aggiungere un tocco emotivo. In altre parole, è una dichiarazione finale che sintetizza o enfatizza il messaggio comunicato.
L’epifonema può essere utilizzato per catturare l’attenzione dell’ascoltatore o del lettore, o per lasciare un’impressione duratura. Spesso è caratterizzato da un tono enfatico, passionale o riflessivo.
Ecco un esempio di epifonema:
“E così, in sintesi, la cosa più importante nella vita è amare ed essere amati.”
In questo esempio, la frase finale “la cosa più importante nella vita è amare ed essere amati” rappresenta l’epifonema, rafforzando il messaggio centrale del discorso.
L’epifonema è una figura retorica utilizzata per concludere in modo memorabile un discorso, un saggio o un testo, spesso riassumendo il tema principale o mettendo in risalto un concetto chiave.
Epifora (o Epistrofe)
L’epifora, detta anche epistrofe o desitio, è una figura retorica che consiste nel ripetere la stessa parola o frase alla fine di proposizioni o frasi successive. Questa ripetizione crea un senso di enfasi, finalità e impatto emotivo.
Come funziona l’epifora
Immagina un discorso in cui un oratore dichiara appassionatamente:
“La pace deve prevalere! La pace deve trionfare! La pace deve essere la nostra guida!”
In questo esempio, la ripetizione della frase “La pace deve” alla fine di ogni frase rafforza la forte convinzione di chi parla nell’importanza della pace. L’epifora crea un ritmo e una cadenza che attirano l’attenzione del pubblico e portano a casa il messaggio.
Scopi dell’Epifora
L’epifora è utilizzata per vari scopi nella retorica e nella letteratura:
Enfasi: evidenziare un’idea o un concetto chiave e farlo rimanere nella mente del lettore o dell’ascoltatore.
Impatto emotivo: trasmettere emozioni forti come passione, convinzione o urgenza.
Musicalità: creare un senso di ritmo e flusso nel discorso o nella scrittura.
Struttura: per enfatizzare la struttura parallela di clausole o frasi.
Esempi di Epifora in letteratura
L’Epifora è stata utilizzata da famosi scrittori e oratori nel corso della storia:
“Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sugli sbarchi, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline; non ci arrenderemo mai!” – Winston Churchill, discorso del 1940
“Lascia che la libertà risuoni dalle possenti montagne di New York alle dolci colline della Georgia, dalle aspre vette della California alle creste innevate dell’Alaska. Lascia che la libertà risuoni da ogni città e da ogni villaggio, da ogni stato e da ogni villaggio. ” – Martin Luther King Jr., discorso del 1963
“Ma vinceremo. Un giorno vinceremo.” – Inno per i diritti civili
L’epifora nel linguaggio quotidiano
L’Epifora non si limita ai discorsi formali e alle opere letterarie; si trova anche nel linguaggio quotidiano:
“Ho bisogno di una pausa. Ho bisogno di una vacanza. Ho bisogno di un po’ di tempo per me stesso.”
“Sei il migliore amico che potrei chiedere. Sei sempre lì per me. Sei l’unica persona su cui posso sempre contare.”
“Ti amo. Ti amo più di quanto le parole possano dire. Ti amo più di ogni altra cosa al mondo.”
Epifora è un potente strumento per migliorare l’impatto della tua comunicazione, sia che tu stia scrivendo un discorso, tenendo una presentazione o semplicemente esprimendo i tuoi sentimenti a qualcuno a cui tieni. Usando l’epifora in modo efficace, puoi aggiungere enfasi, emozione e ritmo alle tue parole, rendendole più memorabili e di grande impatto.
Epifrasi (o Epesegesi)
L’epifrasi è una figura retorica che consiste nell’aggiungere un elemento descrittivo o esplicativo a una frase o a un’espressione per arricchirne il significato o per darle maggiore enfasi. Questo elemento aggiuntivo può essere un aggettivo, un participio, una proposizione subordinata o un’intera frase.
Per esempio:
- “Il mare, immenso e tranquillo, si estendeva all’orizzonte.” In questa frase, “immenso e tranquillo” è un’epifrasi che descrive il mare in modo più dettagliato.
- “Guardava il cielo, pieno di stelle scintillanti.” Qui, “pieno di stelle scintillanti” è un’epifrasi che arricchisce la descrizione del cielo.
L’epifrasi può essere utilizzata per creare immagini vivide nella mente del lettore, per aggiungere informazioni importanti o per enfatizzare certi aspetti di ciò che viene descritto.
Epistrofe (vedi Epifora)
Epitesi (vedi Paragoge)
Epizeusi (è un tipo di Epanalessi)
L’epizeusi è una figura retorica che consiste nella ripetizione immediata di una parola o di un’espressione senza interruzione, con l’obiettivo di dare enfasi o intensità al discorso. Fa parte delle figure di ripetizione e, come hai menzionato, è un tipo specifico di epanalessi.
Ecco alcuni esempi di epizeusi:
- “Corri, corri, non fermarti!”
- “Oh, il dolore, il dolore che provo!”
- “Vieni, vieni a vedere!”
In questi esempi, la ripetizione della parola “corri”, “dolore” e “vieni” serve a sottolineare l’urgenza, l’intensità del sentimento o l’importanza dell’azione.
L’epizeusi viene spesso utilizzata nella poesia, nella retorica e nella letteratura per accentuare un concetto o un’emozione, creando un effetto ritmico e melodico che può catturare l’attenzione del lettore o dell’ascoltatore.
Eufemismo (contrario di disfemismo)
Figura retorica che consiste nell’uso volontario e mirato di una perifrasi che abbia effetto “ammorbidente” sulla forma, spesso perchè la sostanza di ciò che si vuole esprimere è troppo esplicita, offensiva o addirittura oscena.
Esempi
per non dire morire: passare a miglior vita, spegnersi, mancare, non esserci più, scomparire;
lasciare a desiderare per indicare un qualcosa di carente;
dire che qualcuno sia poco intelligente per non dire che è stupido
Eufonia
L’eufonia è una figura retorica che si riferisce alla qualità piacevole del suono prodotto da una combinazione armoniosa di parole e suoni. L’eufonia si ottiene attraverso la scelta accurata di fonemi, ritmi, e cadenze che rendono un testo, un discorso o una poesia melodiosi e gradevoli all’orecchio.
Esempi di tecniche utilizzate per creare eufonia includono:
- Allitterazione: Ripetizione di suoni consonantici simili in parole vicine.
- Esempio: “Il dolce suono del silenzio.”
- Assonanza: Ripetizione di suoni vocalici simili in parole vicine.
- Esempio: “Luce e luna brillano insieme.”
- Consonanza: Ripetizione di suoni consonantici, specialmente alla fine delle parole.
- Esempio: “Strada, caduta, prenda.”
- Rima: Ripetizione di suoni simili alla fine dei versi.
- Esempio: “Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura / ché la diritta via era smarrita.”
- Uso di suoni liquidi e nasali: Suoni come /l/, /m/, /n/ che tendono a creare un effetto morbido e fluente.
- Esempio: “Lenta la luna si leva nel cielo.”
L’eufonia è particolarmente importante nella poesia, nella musica e nelle orazioni, dove il suono delle parole è cruciale per l’effetto complessivo del testo. Creare eufonia può aiutare a trasmettere emozioni, a evocare immagini piacevoli e a rendere un testo memorabile.
Figura Etimologica
Flashback / Retrospezione / Analessi
Tipica struttura o tecnica narrativa dedicata al racconto o alla rievocazione di un fatto avvenuto in precedenza rispetto all’ordine temporale ordinario. Il “flashback” è una tecnica narrativa utilizzata nella letteratura, nel cinema, nella televisione e in altri media per mostrare eventi o scene che si sono verificati in un periodo precedente rispetto al punto temporale attuale della narrazione. In altre parole, è un salto all’indietro nel tempo all’interno di una storia per fornire ulteriori informazioni sul passato dei personaggi o sugli eventi che hanno portato alla situazione presente.
L’obiettivo principale del flashback è quello di arricchire la trama, sviluppare i personaggi, fornire contesto o spiegazioni più approfondite, o rivelare dettagli importanti che influenzano la comprensione dell’opera nel suo complesso.
Ad esempio, in un romanzo potrebbe esserci un capitolo che descrive gli eventi che hanno portato al conflitto principale della storia, oppure in un film potrebbero essere mostrate sequenze del passato di un personaggio per spiegare il suo comportamento attuale.
Il flashback è un modo efficace per manipolare la struttura temporale di una storia e fornire al pubblico una visione più completa dei personaggi e degli eventi. Tuttavia, è importante utilizzare questa tecnica con cautela per evitare confusione nel pubblico e mantenere la coerenza narrativa.
Hysteron proteron (o Isterologia)
L’ “hysteron proteron” è una figura retorica che consiste nell’inversione di un’ordine logico o cronologico di eventi o concetti in un discorso o in una narrazione. In altre parole, è l’uso di un elemento in un ordine diverso da quello che ci si aspetterebbe naturalmente.
Questa figura retorica può essere utilizzata per enfatizzare o rendere più impressionante un certo aspetto del discorso, o per creare effetti di sorpresa e attenzione nell’ascoltatore o nel lettore. Tuttavia, l’uso dell’hysteron proteron può anche confondere o rendere il discorso meno chiaro se non utilizzato con attenzione.
Ecco un esempio di hysteron proteron:
“Io piango, perché sono solo.”
In questa frase, l’ordine naturale sarebbe “Sono solo, quindi piango,” ma l’ordine è invertito per mettere l’emozione (“piango”) prima e l’evento che la causa (“sono solo”) dopo, creando un effetto di enfasi sull’emozione stessa.
L’uso dell’hysteron proteron richiede una buona comprensione delle convenzioni linguistiche e narrative e può essere un modo creativo per manipolare la struttura delle frasi per ottenere specifici effetti retorici.
Inversione (vedi Anastrofe)
Invettiva
Un’invettiva è una forma di espressione verbale o scritta caratterizzata da un tono forte, critico, spesso indignato e accusatorio. È un discorso accorato e talvolta insultante che mira a condannare, biasimare o attaccare qualcuno, qualcosa o una situazione. Le invettive possono essere utilizzate per esprimere disapprovazione, rabbia, frustrazione o indignazione verso l’oggetto della critica.
Etimologia: La parola “invettiva” deriva dal latino “invehere”, che significa “inseguire” o “attaccare con parole”. L’origine etimologica riflette bene il significato e il carattere accusatorio della parola.
Esempio: Ecco un esempio di invettiva:
“Tu sei solo un ingannatore e un bugiardo, manipoli le parole per illudere chiunque ti ascolti. Non c’è nulla di vero o onesto in ciò che dici, e la tua ipocrisia è nauseante. Il tuo comportamento egoista e meschino è un’offesa per l’intelligenza di tutti noi.”
In questo esempio, l’invettiva è diretta verso una persona immaginaria. Si possono notare toni critici, accusatori e un forte senso di disapprovazione.
Le invettive possono essere potenti strumenti retorici, ma vanno utilizzate con cautela, poiché possono facilmente sfociare in linguaggio offensivo o denigratorio. L’obiettivo è spesso suscitare emozioni intense nell’ascoltatore o nel lettore, ma è importante mantenere un equilibrio tra l’espressione emotiva e il rispetto per gli altri.
Ipallage
L’ipallage è una figura retorica che consiste nell’attribuire a una parola di una frase qualcosa che logicamente dovrebbe essere attribuito a un’altra parola della stessa frase. Questo spostamento di attributi crea un effetto particolare, spesso poetico o sorprendente.
Esempi di ipallage:
- “Il sonno della spada”: dove è il guerriero che dovrebbe essere addormentato, non la spada.
- “Un uomo dalle mani sudate”: dove in realtà sono le mani dell’uomo ad essere sudate, non le mani in sé.
- “Un’ombra silenziosa della notte”: dove l’ombra non è silenziosa, ma la notte lo è.
L’ipallage viene spesso utilizzata in poesia e letteratura per creare immagini vivide e inusuali, rompendo le aspettative convenzionali e stimolando l’immaginazione del lettore.
Iperbato
L’iperbato è una figura retorica che consiste nell’inversione dell’ordine naturale delle parole in una frase o in una clausola. In altre parole, le parole vengono disposte in un ordine non convenzionale, spesso per scopi stilistici o retorici. L’iperbato può essere utilizzato per creare effetti di enfasi, sorpresa o per dare rilievo a determinati elementi del discorso.
Ecco un esempio di iperbato:
“Del tuo amore eterno parlerò.”
Nell’esempio sopra, l’ordine naturale sarebbe “Parlerò del tuo amore eterno,” ma l’iperbato crea un’attenzione speciale sull'”amore eterno” posizionandolo all’inizio della frase.
L’iperbato è spesso utilizzato nella poesia, nella retorica e nella letteratura per aggiungere un tocco di originalità e per catturare l’attenzione dell’ascoltatore o del lettore. Tuttavia, poiché può rendere il testo più complesso o meno immediatamente comprensibile, è importante utilizzarlo con attenzione e con un chiaro scopo comunicativo.
Iperbole
Esagerazione, per eccesso o per difetto.
Esempi: annegare in un bicchiere d’acqua. Non ci vediamo da una vita.
Si sentiva come se avesse attraversato il deserto del Gobi a piedi, bevendo solo dell’acqua piovana (Delacorta)
Ipostasi
L’ipostasi può riferirsi alla personificazione o alla trattazione di un concetto astratto come se fosse una persona o un oggetto concreto. Ad esempio, l’ipostasi di un concetto come “la giustizia” può essere rappresentata come una figura umana in un testo letterario.
Ipotassi
L’ipotassi è una figura retorica e una tecnica stilistica che consiste nell’uso estensivo di proposizioni subordinate all’interno di una frase o di un periodo. Questo stile crea una struttura sintattica complessa e articolata, dove le relazioni tra le idee sono esplicitate attraverso la subordinazione. L’ipotassi è spesso utilizzata per esprimere pensieri complessi, dettagliati e sfumati, e per dare profondità e chiarezza al discorso.
Esempio di ipotassi:
- “Quando ero giovane, e vivevo ancora con i miei genitori, mi piaceva molto passeggiare nel parco, che si trovava vicino alla nostra casa, soprattutto in autunno, quando le foglie cambiavano colore e l’aria diventava fresca e frizzante.”
In questo esempio, ci sono diverse proposizioni subordinate che forniscono dettagli e descrizioni aggiuntive, arricchendo il significato complessivo della frase.
L’ipotassi si contrappone alla paratassi, che invece si basa sull’uso di proposizioni coordinate, spesso collegate da congiunzioni semplici come “e” o “ma”. La paratassi tende a creare frasi più brevi e dirette, mentre l’ipotassi permette una maggiore elaborazione del pensiero.
Ipotiposi
L’ipotiposi è una figura retorica che consiste in una descrizione vivida e dettagliata di una scena, un evento o un oggetto, in modo tale da rendere l’immagine descritta quasi visibile o palpabile agli occhi della mente del lettore o dell’ascoltatore. Questo espediente retorico è spesso utilizzato per evocare emozioni forti, creare un senso di immedesimazione e coinvolgere profondamente chi legge o ascolta.
Esempi di ipotiposi possono essere trovati nella letteratura, nella poesia e anche nei discorsi oratori, dove il narratore vuole far vivere al pubblico una determinata esperienza in modo intenso e diretto.
Ecco un esempio di ipotiposi:
- “La tempesta si abbatté sulla città con una furia devastante: il cielo si oscurò improvvisamente, i tuoni rimbombavano come colpi di cannone, e le strade si trasformarono in fiumi impetuosi. Il vento urlava tra gli edifici, piegando gli alberi e scagliando detriti ovunque, mentre la pioggia cadeva fitta e incessante, tamburellando contro le finestre e creando pozzanghere che riflettevano i lampi nel buio.”
In questo esempio, la descrizione dettagliata e vivida della tempesta permette al lettore di visualizzare e sentire quasi fisicamente l’evento, rendendolo particolarmente coinvolgente.
Ironia
L’ironia è una figura retorica in cui si esprime un concetto mediante parole che significano l’opposto di ciò che si intende realmente. Questo contrasto tra significato letterale e implicito può essere usato per criticare, ridicolizzare, esprimere sarcasmo o creare umorismo. L’ironia richiede spesso una comprensione condivisa tra il comunicatore e il destinatario per cogliere il vero significato dietro le parole apparentemente innocue.
Ecco alcuni esempi di ironia:
- Ironia verbale: Si dice il contrario di ciò che si pensa, spesso con intento sarcastico.
- Esempio: Dopo una giornata di pioggia incessante, qualcuno potrebbe dire: “Che bella giornata di sole!”
- Ironia situazionale: C’è un contrasto tra le aspettative di un evento e ciò che realmente accade.
- Esempio: Un pompiere la cui casa prende fuoco.
- Ironia drammatica: Il pubblico sa qualcosa che i personaggi non sanno, creando una tensione tra la conoscenza del pubblico e l’ignoranza dei personaggi.
- Esempio: In una tragedia, il pubblico sa che il protagonista sta per cadere in una trappola, mentre il protagonista stesso ne è ignaro.
L’ironia può essere un potente strumento retorico e letterario, poiché permette di comunicare a diversi livelli e può aggiungere profondità e complessità al discorso o alla narrazione. Tuttavia, l’ironia può anche essere fraintesa se il destinatario non coglie il contrasto tra ciò che è detto e ciò che è inteso.
Isocolon (o Parallelismo o Parisosi)
L’isocolon è una figura retorica che consiste nell’uso di frasi, clausole o segmenti di testo con una struttura grammaticale parallela e una lunghezza simile. Questo parallelismo crea un effetto ritmico e bilanciato, conferendo armonia e enfasi al discorso. L’isocolon è spesso utilizzato in retorica, poesia e prosa – ma anche negli slogan pubblicitari – per creare frasi memorabili e persuasive.
Esempi di isocolon:
- “Veni, vidi, vici.” (Giulio Cesare)
- Tre verbi in forma passata, ciascuno di una sola parola e di struttura simile.
- “An eye for an eye, a tooth for a tooth.”
- Due frasi parallele, ciascuna con una struttura simile di sostantivo preposizione sostantivo.
- “Many will enter. Few will win.”
- Due frasi corte con struttura simile e contrasto chiaro.
- “It takes a licking, but it keeps on ticking.”
- Due clausole parallele con ritmo simile.
L’uso dell’isocolon può rendere il discorso più efficace e persuasivo, aiutando a enfatizzare i punti chiave e a creare un effetto di equilibrio e simmetria nel linguaggio.
Isterologia (vedi Hysteron proteron)
Iterazione
L’iterazione è una figura retorica che implica la ripetizione di una parola, frase, o espressione all’interno di un testo o di un discorso. Questa ripetizione può servire a vari scopi, tra cui enfatizzare un concetto, creare un effetto ritmico o melodico, e rafforzare l’impatto emotivo o persuasivo del messaggio.
Ecco alcuni tipi e esempi di iterazione:
- Ripetizione semplice: Ripetizione di una parola o di una frase.
- Esempio: “Non mi arrenderò, non mi fermerò, non cederò mai.”
- Ripetizione anaforica: Ripetizione di una parola o frase all’inizio di versi o frasi consecutive.
- Esempio: “Io ho un sogno… Io ho un sogno… Io ho un sogno…”
- Ripetizione epiforica: Ripetizione di una parola o frase alla fine di frasi o versi consecutivi.
- Esempio: “Non è solo una battaglia, è una guerra. Non è solo un combattimento, è una guerra.”
- Ripetizione simmetrica: Ripetizione che si struttura simmetricamente all’interno della frase o del testo.
- Esempio: “Dove c’è luce, c’è speranza; dove c’è oscurità, c’è paura.”
L’iterazione è spesso usata nella retorica e nella poesia per creare un senso di ritmo e coesione, e per rendere un messaggio più memorabile e potente.
Litote
Negazione del contrario di un’affermazione, per una forma di alleggerimento semantico e per una comunicazione più sobria e meno greve ad es.
Esempio: non mi sento benissimo per dire non sto bene
dire che qualcuno sia “poco intelligente” per non dire che è proprio stupido
Metafora
Dal greco antico μεταφορά (che si legge metaforà ) è una trasposizione di significato, un trasferimento di senso: grazie alla metafora posso esprimere un concetto sfruttando immagini provenienti da un contesto diverso da quello di cui parlo.
Un classico esempio di metafora: dire “la gamba del tavolo” (che non è una vera gamba umana, ovviamente), oppure “essere coraggioso come un leone”
La parola “metafora” ha una derivazione etimologica dalla lingua greca. Il termine greco corrispondente è “μεταφορά” (metaphorá), che deriva da due parole greche: “μετά” (meta), che significa “oltre” o “trasferimento”, e “φέρω” (phéro), che significa “portare” o “trasportare”.
Quindi, la parola “metafora” letteralmente significa “trasferimento” o “trasporto oltre”. In senso figurato, la metafora è una figura retorica che consiste nel trasferire il significato di una parola o di un concetto a un altro, sottolineando una somiglianza tra i due elementi. Ad esempio, l’uso della frase “il mondo è un palcoscenico” è una metafora, poiché trasferisce la caratteristica dell’azione teatrale al concetto di mondo.
La metafora è una figura retorica potente ed efficace che viene spesso utilizzata per creare immagini vivide, enfatizzare concetti o stimolare l’immaginazione dei lettori o degli ascoltatori.
Metonimia / Metonomia
Uso della causa in luogo dell’effetto, tipicamente in un rapporto qualitativo tra i termini.
Ad esempio: le sudate carte per indicare i libri sui quali si è faticosamente studiato.
Mixtura verborum / Sinchisi
Omoteleuto / Omeoteleuto
Onomatopea
Ossimoro
L’ossimoro è una figura retorica che si basa sull’accostamento di due parole di significato opposto o contrastante all’interno di una stessa espressione. Questo contrasto crea un effetto di sorpresa e può portare a una riflessione più profonda sulla natura complessa delle cose. La parola “ossimoro” stessa deriva dal greco “oxymoros”, che significa letteralmente “acutamente stupido” o “pungentemente insensato”.
Spiegazione: L’ossimoro crea un effetto retorico interessante perché unisce due concetti contrapposti in modo da catturare l’attenzione dell’ascoltatore o del lettore, spingendoli a riflettere sulla complessità delle cose. L’uso dell’ossimoro può portare a un senso di tensione o ambiguità e può essere utilizzato per enfatizzare una particolare qualità o concetto all’interno di una narrazione o di un discorso.
Esempio: Un esempio di ossimoro è: “dolce amaro”.
In questo caso, “dolce” e “amaro” sono due aggettivi con significati opposti. “Dolce” evoca una sensazione di piacevolezza e dolcezza, mentre “amaro” indica un sapore aspro o sgradevole. L’uso dell’ossimoro “dolce amaro” cattura l’attenzione del lettore o dell’ascoltatore perché gli aggettivi contrastanti suscitano un senso di curiosità. Questa figura retorica può essere utilizzata per esprimere emozioni complesse o per creare effetti stilistici intriganti all’interno di testi letterari o discorsi.
Paradosso
Un paradosso è una situazione o un’affermazione che sembra contraddire la logica comune o le aspettative, ma che può contenere una verità nascosta o una struttura più complessa di quanto possa sembrare. In altre parole, è un’affermazione apparentemente contraddittoria che, tuttavia, può rivelare una profonda verità o implicazioni interessanti.
I paradossi sono spesso utilizzati per stimolare il pensiero critico, sfidare le convinzioni convenzionali e portare a nuove prospettive. Possono emergere in vari campi, tra cui la filosofia, la matematica, la scienza, la letteratura e la vita quotidiana.
Ecco alcuni esempi di paradossi:
- Paradosso di Fermi spiegato semplicemente
- Il paradosso dei gemelli spiegato in modo semplice
- Il paradosso di Simpson spiegato ai non statistici,
- Paradosso di Monty Hall
- Paradosso dell’infinito: Se dividi un intervallo di spazio infinito a metà, sembrerebbe che tu avresti ancora un intervallo infinito. Questo concetto contraddice l’intuizione perché sembra che l’infinito non debba poter essere diviso.
- Paradosso del mentitore: “Questa affermazione è falsa.” Se l’affermazione è vera, allora è falsa come afferma. Se è falsa, allora è vera. Questo paradosso mette in discussione il concetto di verità e falsità.
- Paradosso di Zeno: Il paradosso di Achille e la tartaruga è un esempio famoso. Se Achille dà un vantaggio alla tartaruga in una gara, sembra che Achille non dovrebbe mai raggiungerla, poiché ogni volta che raggiunge la posizione precedente della tartaruga, questa si è spostata leggermente avanti.
- Paradosso dei due barbieri: Immagina due barbieri, uno dei quali rade tutti gli uomini che non si radono da soli, e l’altro rade solo gli uomini che si radono da soli. La domanda è: chi rade il barbiere che si rade da solo? Questo paradosso mette in discussione la nozione di chi rade chi.
I paradossi spingono a pensare oltre i confini della logica tradizionale e possono contribuire alla riflessione filosofica, scientifica e creativa. Spesso sottolineano l’importanza di definizioni precise, esaminano le limitazioni della nostra comprensione o ci invitano a considerare prospettive diverse e nuove.
Paragoge (o Epitesi)
La paragoge è una figura retorica che consiste nell’aggiungere una o più lettere o sillabe a una parola per enfatizzare o per ottenere un effetto stilistico particolare. Questo fenomeno può essere usato per dare un ritmo specifico al testo, per enfatizzare una parola o per creare un effetto di allungamento o di intensificazione.
Caratteristiche della Paragoge:
- Aggiunta di Sillabe: La paragoge comporta l’aggiunta di suoni alla fine di una parola.
- Effetto Stilistico: Può essere utilizzata per ottenere effetti ritmici, poetici o espressivi.
- Esempi di Uso: È spesso usata nella poesia e nella prosa per creare un effetto sonoro particolare o per adattare una parola al metro del verso.
Esempi di Paragoge:
- “Nella vasta immensità del cielo” (dove l’aggiunta della “-ità” all’aggettivo “vasto” enfatizza la vastità)
- Qui la paragoge è usata per enfatizzare il concetto di immensità e creare un effetto di estensione.
- “Le onde del mare s’infrangono e si spezzano” (dove l’aggiunta della “-ano” a “infrange” e “spezzano” aggiunge ritmo e enfatizza l’azione)
- L’aggiunta della “-ano” crea una forma più ritmica e coinvolgente.
Funzioni della Paragoge:
- Ritmo e Musicalità: In poesia e prosa, la paragoge può contribuire a un ritmo particolare, rendendo il testo più melodico.
- Enfasi e Intensificazione: Aggiungendo suoni o sillabe, la paragoge può enfatizzare un concetto o un’immagine, dando maggiore forza espressiva.
- Adattamento al Metro: Nella poesia, la paragoge può essere utilizzata per adattare una parola a un metro specifico o a una struttura metrica.
La paragoge è una figura retorica utile per i poeti e gli scrittori che desiderano manipolare il suono e il ritmo delle loro parole, e per creare effetti stilistici che arricchiscono il testo.
Parallelismo (vedi Isocolon)
Paratassi
La paratassi è una struttura sintattica in cui le frasi o le clausole sono collegate tra loro in modo coordinato, senza l’uso di connettivi o di elementi subordinanti che indichino le relazioni tra le diverse parti della frase. In altre parole, nella paratassi, le frasi vengono disposte una dopo l’altra senza utilizzare congiunzioni o frasi subordinate.
Questo stile di struttura sintattica è spesso utilizzato per ottenere un effetto di immediatezza, semplicità o per creare ritmo e velocità nella narrazione o nel discorso. Tuttavia, la paratassi può talvolta rendere il testo meno chiaro se le relazioni tra le frasi non sono evidenti dal contesto.
Ecco un esempio di paratassi:
“La notte era buia, le stelle brillavano.”
Nell’esempio sopra, le due frasi sono collegate in modo paratattico, senza l’uso di congiunzioni o subordinanti. Questo crea un effetto di semplicità e immediato proseguimento narrativo.
Contrapposta alla paratassi, c’è l’ipotassi, che è una struttura sintattica in cui le frasi sono collegate in modo subordinato o dipendente, utilizzando connettivi come congiunzioni o frasi subordinate. La scelta tra paratassi e ipotassi dipende dall’effetto stilistico e dalla chiarezza che si desidera ottenere all’interno di un testo.
Parechesi (vedi Paronomasia)
Parisosi (vedi Isocolon)
Paronimia
La paronimia è una relazione semantica tra parole che hanno una somiglianza fonetica o ortografica ma che hanno significati diversi. In altre parole, sono parole che suonano o si scrivono in modo simile, ma che hanno significati distinti e spesso appartengono a diverse categorie grammaticali.
La paronimia può causare confusione nei lettori o negli ascoltatori, poiché le parole simili possono essere scambiate l’una per l’altra, specialmente quando il contesto non è chiaro. Tuttavia, la paronimia può anche essere utilizzata in modo creativo in scrittura o discorsi per creare giochi di parole o effetti stilistici.
Ecco alcuni esempi di coppie di parole paronime:
- Morbido e Morto: Queste parole suonano simili, ma hanno significati molto diversi. “Morbido” si riferisce a qualcosa che è soffice o delicato, mentre “morto” si riferisce a qualcosa che è senza vita.
- Partire e Partecipare: Anche se queste parole condividono la radice “part-“, hanno significati opposti. “Partire” significa lasciare o andare via, mentre “partecipare” significa prendere parte o essere coinvolto in qualcosa.
- Piano – Pianto: “Piano” può riferirsi a uno strumento musicale o a qualcosa di liscio, mentre “pianto” si riferisce all’atto di piangere.
- Corso – Corpo: “Corso” può significare un percorso o una lezione, mentre “corpo” si riferisce all’organismo umano.
La paronimia sottolinea l’importanza di comprendere il contesto e l’uso appropriato delle parole per evitare equivoci e malintesi. Nella scrittura e nella comunicazione, è utile prestare attenzione alle parole simili e alle loro sfumature di significato al fine di evitare confusioni.
Paronomasia (o Annominazione o Parechesi)
La paronomasia è una figura retorica che consiste nell’uso di parole con suoni simili ma significati diversi, creando un effetto di gioco di parole. Questa figura sfrutta la somiglianza fonetica tra le parole per produrre effetti comici, poetici, o enfatici. La paronomasia è spesso utilizzata in poesia, retorica, e anche nella prosa per aggiungere ricchezza espressiva o umorismo.
Caratteristiche della Paronomasia:
- Somiglianza Fonemica: Le parole coinvolte hanno suoni simili ma significati diversi.
- Effetto di Gioco di Parole: La paronomasia può creare umorismo, ironia, o enfatizzare un concetto attraverso il contrasto tra i significati delle parole simili.
- Utilizzo Poeticamente e Retoricamente: È frequentemente usata nella poesia e nella retorica per effetti stilistici.
Esempi di Paronomasia:
- “Chi trova un amico trova un tesoro.”
- Qui “amico” e “tesoro” non hanno suoni simili, ma il gioco di parole sta nel senso: l’amico è considerato prezioso come un tesoro.
- “Siamo tutti sulla stessa barca, non è il momento di barcamenarsi.”
- In questo caso, “barca” e “barcamenarsi” giocano sull’assonanza per creare un effetto comico e enfatizzare l’idea di unità e di adattamento.
- “Volare è bello, ma non è sempre bello volare.”
- L’uso ripetuto del termine “bello” gioca con il significato e la percezione del volare, creando un effetto di riflessione e umorismo.
- “Dove c’è fumo, c’è arrosto.”
- Qui, “fumo” e “arrosto” sono accostati in modo da sfruttare il gioco di parole per dare una verità proverbiale con un effetto memorabile.
Funzioni della Paronomasia:
- Umorismo e Gioco di Parole: Spesso usata per creare effetti comici o divertenti attraverso il gioco fonetico.
- Ritmo e Musicalità: Può contribuire al ritmo e alla musicalità del testo, specialmente in poesia.
- Enfasi e Memorabilità: Aiuta a rendere frasi o concetti più memorabili grazie alla loro sonorità distintiva.
La paronomasia è uno strumento versatile nella scrittura e nel parlato, permettendo di esplorare le sfumature del linguaggio e di giocare con le aspettative del pubblico.
Perifrasi (o Circonlocuzione)
La perifrasi è una figura retorica che consiste nell’esprimere un concetto o un termine attraverso una serie di parole o espressioni più lunghe e descrittive. In altre parole, è un modo di circonlocuzione che viene utilizzato per evitare di utilizzare una parola o un termine diretto, spesso per renderlo più elegante, raffinato o per creare un effetto stilistico particolare.
La perifrasi può essere utilizzata per vari scopi, tra cui l’aggiunta di enfasi, la creazione di immagini vivide o l’evitamento di una parola diretta che potrebbe risultare troppo cruda o offensiva.
Ecco un esempio di perifrasi:
“La città eterna” al posto di “Roma”.
In questo esempio, “la città eterna” è una perifrasi che viene utilizzata per riferirsi a Roma, sottolineandone la sua longevità e importanza storica.
La perifrasi è una tecnica retorica utilizzata in vari contesti, dalla letteratura alla comunicazione quotidiana, per aggiungere varietà stilistica, enfasi o per creare un certo effetto sulla comunicazione.
Personificazione (vedi Prosopopea)
La personificazione è una figura retorica che attribuisce caratteristiche umane a oggetti, animali, concetti astratti o elementi naturali. Questa tecnica viene utilizzata per rendere questi elementi più vividi e concreti, spesso per esprimere emozioni o idee in modo più coinvolgente e significativo.
Caratteristiche della Personificazione:
- Attribuzione di Qualità Umane: Gli oggetti o i concetti non umani sono descritti come se avessero emozioni, pensieri, intenzioni o comportamenti umani.
- Effetto Emotivo: La personificazione aiuta a evocare immagini e sensazioni più vivide, facilitando una connessione emotiva con il lettore o l’ascoltatore.
- Uso Poetico e Letterario: È spesso usata in poesia, narrativa e discorsi per creare effetti espressivi e artistici.
Esempi di Personificazione:
- “Il vento sussurrava dolci melodie tra gli alberi.”
- Qui, il vento è descritto come se potesse “sussurrare”, una caratteristica umana, e gli alberi sono coinvolti in una comunicazione quasi poetica.
- “La luna ci osservava con occhi curiosi.”
- La luna viene personificata con “occhi curiosi”, suggerendo una qualità umana di osservazione e curiosità.
- “Il sole abbracciava la terra con calore gentile.”
- Il sole è descritto come se potesse “abbracciare”, conferendo un’azione e una qualità affettuosa tipica degli esseri umani.
- “La città dormiva sotto un velo di silenzio.”
- La città è personificata come se potesse “dormire”, rendendo l’immagine più evocativa e ricca di atmosfera.
Funzioni della Personificazione:
- Creazione di Immagini Vividamente Evocative: Rende gli elementi descritti più concreti e reali, permettendo al lettore o all’ascoltatore di visualizzarli e sentirli più profondamente.
- Trasmissione di Emozioni e Sensazioni: Aiuta a comunicare emozioni e stati d’animo attraverso descrizioni ricche e colorite.
- Rafforzamento del Messaggio: Permette di esprimere idee astratte e concetti complessi in modo più accessibile e comprensibile.
La personificazione è uno strumento potente per arricchire la narrazione e la descrizione, rendendo le immagini e le idee più coinvolgenti e significative.
Pleonasmo
Il pleonasmo è una figura retorica che consiste nell’aggiungere parole o informazioni superflue a una frase, cioè utilizzare termini ridondanti che ripetono concetti già espressi dal contesto o da altre parole nella stessa frase. In altre parole, è l’uso di elementi linguistici che aggiungono poco o nessun significato aggiuntivo alla comunicazione.
Contrariamente alla maggior parte delle figure retoriche, il pleonasmo non mira a enfatizzare o a creare effetti stilistici particolari, ma può essere considerato una forma di errore linguistico o una caratteristica di uno stile di comunicazione informale o colloquiale.
Ecco alcuni esempi di pleonasmo:
“Salire su”: “Salire” implica già un movimento verso l’alto, quindi “su” è superfluo.
“Uscire fuori”: “Uscire” indica già un movimento verso l’esterno, quindi “fuori” è ridondante.
“Vedere con i propri occhi”: Il verbo “vedere” implica già l’uso dei propri occhi, quindi “con i propri occhi” è inutile.
In alcune situazioni, il pleonasmo può essere utilizzato intenzionalmente per sottolineare un punto in modo esagerato o per creare un effetto comico. Tuttavia, nella scrittura formale e nella comunicazione più precisa, è consigliabile evitare l’uso di pleonasmi, poiché possono rendere il linguaggio meno chiaro ed efficiente.
Poliptoto / Polittoto (o Variazione)
Il poliptoto (o polittoto) è una figura retorica che implica la variazione di una stessa radice o radice morfologica all’interno di una frase o di un testo. Questa figura retorica sfrutta la ripetizione di una radice per creare un effetto ritmico, enfatizzare un concetto o arricchire la descrizione. Può includere variazioni morfologiche della stessa parola, come forme diverse di un verbo, aggettivi, sostantivi o avverbi derivati dalla stessa radice.
Caratteristiche del Poliptoto:
- Ripetizione di Radice: Utilizza variazioni della stessa radice verbale, sostantivale o aggettivale.
- Effetto Ritmico e Stilistico: Serve a creare ritmo, enfasi e coesione nel testo, e può aggiungere complessità e profondità espressiva.
- Enfasi e Coerenza Tematica: Permette di sottolineare un tema o un concetto attraverso la variazione continua.
Esempi di Poliptoto:
- “Vivi la vita che vuoi vivere, e non vivere una vita che non vuoi.”
- Qui, “vivi” e “vita” sono variazioni della stessa radice, creando un effetto di enfasi e coerenza.
- “Mio padre non è stato un uomo di fama, ma un uomo di fame.”
- La ripetizione delle varianti “fama” e “fame” sfrutta la radice comune per enfatizzare un contrasto significativo.
- “Il dolore si dissolve, e il dolore ritorna, sempre lo stesso dolore.”
- In questo esempio, la parola “dolore” è ripetuta con variazioni grammaticali per sottolineare la persistenza del sentimento.
- “Ogni uomo ha una mente per pensare e una bocca per parlare.”
- Le variazioni “pensare” e “parlare” derivano da radici diverse ma rientrano nella stessa tematica di azioni umane.
Funzioni del Poliptoto:
- Creazione di Ritmo e Musicalità: L’uso ripetuto di variazioni della stessa radice può contribuire a un effetto ritmico e melodico nel testo.
- Enfasi Tematica: Sottolinea e rinforza un tema centrale attraverso l’uso reiterato di varianti morfologiche della stessa radice.
- Arricchimento Espressivo: Offre un modo per esplorare le sfumature di significato e amplificare l’effetto espressivo del linguaggio.
Il poliptoto è uno strumento efficace per gli scrittori e i poeti, in quanto consente di creare un testo più dinamico e coinvolgente attraverso l’uso della variazione linguistica.
Polisemia
La polisemia è un fenomeno linguistico in cui una singola parola ha più di un significato o più di un’interpretazione correlata. In altre parole, una parola polisemica ha diverse accezioni o sfumature di significato che sono tutte collegate tra loro in base a un filo di somiglianza concettuale.
La polisemia è un aspetto comune delle lingue naturali e contribuisce alla ricchezza e alla complessità del linguaggio. Spesso, le diverse accezioni di una parola polisemica si sono sviluppate nel corso del tempo in base all’uso e al contesto culturale, storico e linguistico.
Un esempio di parola polisemica è banco, che può significare
- Un mobile o un oggetto su cui le persone si siedono, come “banco di legno”.
- Un istituto finanziario che gestisce operazioni bancarie, come “banco di credito”.
- Un tavolo su cui vengono esposti beni o prodotti, come “banco di frutta”.
- Un luogo in cui vengono svolte attività specifiche, come “banco da lavoro”.
Nell’esempio sopra, la parola “banco” ha diverse accezioni, ma tutte sono collegate in qualche modo al concetto di base di un’appoggio o di un luogo di attività.
La polisemia è una caratteristica importante del linguaggio che può portare a giochi di parole, ambiguità e varietà di significati. È fondamentale considerare il contesto in cui una parola polisemica viene utilizzata per determinare quale significato sia più appropriato in una data situazione.
Polisindeto
Il polisindeto è una figura retorica che consiste nella ripetizione eccessiva di congiunzioni all’interno di una frase o di un elenco. Questa ripetizione conferisce un effetto di accumulazione, enfasi e ritmicità al testo, creando una sensazione di intensità o di lentezza.
Caratteristiche del Polisindeto:
- Ripetizione di Congiunzioni: Utilizza la ripetizione di congiunzioni come “e”, “o”, “ma”, “però”, etc., per collegare elementi all’interno di una frase o di un elenco.
- Effetto di Accumulo: Aumenta l’intensità e l’enfasi attraverso l’accumulo di elementi, creando una sensazione di grandezza o di complessità.
- Ritmo e Musicalità: Contribuisce a un ritmo particolare, rendendo la frase più melodica e solenne.
Esempi di Polisindeto:
- “E la casa, e il giardino, e il mare, e la montagna, tutto mi ricorda te.”
- Qui, la ripetizione della congiunzione “e” amplifica il senso di accumulo e di totalità.
- “Vidi le stelle e la luna e il cielo e il mare e la terra.”
- L’uso eccessivo della congiunzione “e” conferisce una qualità di ampiezza e complessità alla descrizione.
- “E mi alzo, e vado a letto, e mi addormento, e sogno.”
- La ripetizione di “e” crea un effetto di progressione continua e ritmo nella descrizione delle azioni quotidiane.
- “Siamo andati al mercato e abbiamo comprato frutta e verdura e pane e latte e carne.”
- L’accumulo di “e” tra gli elementi dell’elenco enfatizza la varietà e la quantità degli acquisti.
Funzioni del Polisindeto:
- Enfasi e Accumulo: Sottolinea l’importanza o la quantità di elementi, conferendo un senso di accumulo e completezza.
- Ritmo e Ritmo: Contribuisce a un ritmo ritmico e melodico, particolarmente utile nella poesia e nella retorica.
- Creazione di Grandezza: Può servire a dare un senso di grandezza o di solennità a una descrizione o a un elenco.
Il polisindeto è uno strumento stilistico che può arricchire il testo e renderlo più evocativo, specialmente quando si desidera enfatizzare l’abbondanza o la varietà di elementi.
Premunizione
La premunizione è una figura retorica attraverso cui si anticipa o si prevede un evento futuro, spesso per preparare il lettore o l’ascoltatore a un effetto particolare o per creare un senso di attesa o di inevitabilità. Questa figura è usata per introdurre in modo sottile o esplicito ciò che avverrà successivamente nel testo, costruendo così una certa tensione narrativa o un effetto drammatico.
Caratteristiche della Premunizione:
- Anticipazione di Eventi: Si anticipano eventi, sviluppi o esiti futuri all’interno del testo.
- Creazione di Attesa: Genera una sensazione di aspettativa e di curiosità nel lettore o nell’ascoltatore.
- Effetto Drammatico: Aumenta l’intensità emotiva o la tensione narrativa, preparando il pubblico a ciò che sta per succedere.
Esempi di Premunizione:
- Nel contesto narrativo: Un romanzo che inizia con una descrizione di un disastro imminente senza svelare completamente i dettagli, come in “Era una notte tranquilla, ma qualcosa nell’aria faceva presagire che non sarebbe durata.”
- Qui, si introduce un senso di inquietudine e di attesa, preparando il lettore per un cambiamento imminente.
- Nel contesto poetico: In una poesia, l’autore potrebbe descrivere un futuro triste o una catastrofe imminente, come “Il sole tramonta e con esso il calore, e la notte porterà con sé la fredda oscurità.”
- Questo tipo di descrizione crea una premonizione del cambiamento e dell’atmosfera futura.
- Nel contesto drammatico: In una tragedia teatrale, un personaggio potrebbe fare una dichiarazione che prefigura il proprio destino, come “Vedo le ombre di ciò che verrà, e temo il futuro che mi attende.”
- Questo tipo di dichiarazione può servire a intensificare la tensione e preparare il pubblico agli sviluppi futuri.
Funzioni della Premunizione:
- Generazione di Tensione: Aumenta la tensione narrativa o emotiva, preparandola a sviluppi futuri.
- Creazione di Coerenza Tematica: Integra i temi e i motivi del testo, anticipando sviluppi e contribuendo alla coesione del racconto.
- Preparazione del Lettore: Aiuta a preparare il lettore o l’ascoltatore per eventi futuri, rendendo la narrazione più fluida e coerente.
La premunizione è un modo efficace per arricchire il testo e mantenere l’interesse del lettore o dell’ascoltatore, creando un senso di attesa e di inevitabilità che arricchisce la narrazione o la descrizione.
Preterizione
La pretrizione è una figura retorica che consiste nel menzionare qualcosa dichiarando, per paradosso, di non volerlo menzionare. È una tecnica attraverso la quale si fa riferimento a un argomento, evento o dettaglio con l’intento di minimizzare la sua importanza, pur di fatto sottolineandolo e attirando l’attenzione su di esso. Questa figura può essere usata per enfatizzare un punto, creare ironia o sarcasmo, o semplicemente per introdurre un tema con una strategia retorica raffinata.
Caratteristiche della Preterizione:
- Dichiarazione di Non Riferimento: Si afferma di non voler parlare di qualcosa, mentre in realtà lo si menziona o lo si enfatizza.
- Effetto Ironico o Paradossale: Spesso crea un effetto di ironia, dato che ciò che viene “trascurato” o “evitato” viene in realtà enfatizzato.
- Strategia Retorica: Utilizzata per introdurre argomenti in modo indiretto, senza apparente enfasi, ma con l’effetto di renderli più evidenti.
Esempi di Preterizione:
- “Non parlerò delle molteplici volte in cui hai dimenticato gli impegni, ma solo di quanto sei stato di aiuto oggi.”
- Qui, nonostante l’intenzione di non sottolineare le dimenticanze, queste vengono indirettamente menzionate e quindi enfatizzate.
- “Non è il caso di discutere dei vostri numerosi errori, ma vorrei solo far notare come il progetto sia andato male.”
- La pretrizione viene usata per evitare una discussione approfondita degli errori, mentre in realtà si sottolineano gli stessi.
- “Senza entrare nei dettagli del vostro passato, che non sono rilevanti ora, devo sottolineare quanto sia importante il presente.”
- In questo caso, il passato viene menzionato, sebbene si dichiarasse di non volerlo fare.
Funzioni della Preterizione:
- Enfasi Indiretta: Permette di enfatizzare un punto senza apparente enfasi diretta, spesso creando un effetto ironico.
- Creazione di Ironia o Sarcasmo: Può servire a mettere in luce la discrepanza tra ciò che si dice e ciò che si intende, producendo un effetto ironico.
- Gestione del Conflitto: In situazioni delicate, permette di fare riferimento a argomenti sensibili senza affrontarli frontalmente.
La pretrizione è un espediente stilistico che arricchisce il discorso, permettendo di fare riferimento a argomenti delicati o controversi in modo sottile e spesso ironico.
Prolessi o Flashforward
Il flashforward è una tecnica narrativa che anticipa eventi futuri, proiettando il lettore o lo spettatore in un momento successivo rispetto alla linea temporale corrente della storia. Questa tecnica serve a creare suspense, a fornire contesto futuro o a sviluppare la trama in modo non lineare.
Caratteristiche del Flashforward:
- Anticipazione Temporale: Mostra eventi che avverranno in futuro rispetto al punto temporale in cui si trova la storia.
- Creazione di Suspense: Genera interesse e curiosità su come gli eventi futuri si collegheranno al presente della trama.
- Sviluppo della Trama: Offre anticipazioni su sviluppi significativi della storia, fornendo una visione più ampia degli eventi.
Esempi:
- In Letteratura: Un romanzo che descrive un evento drammatico che accadrà più avanti, creando tensione su come i personaggi arriveranno a quel punto.
- Nel Cinema: Un film che mostra una scena futura all’inizio o in mezzo alla narrazione, per poi tornare al presente e spiegare come si è arrivati a quel punto.
Funzioni:
- Anticipazione e Tensione: Mantiene l’attenzione del pubblico, creando aspettativa su come gli eventi si svolgeranno.
- Espansione della Trama: Fornisce informazioni aggiuntive che arricchiscono la narrazione e il contesto.
Il flashforward è una tecnica potente per strutturare la narrazione in modo dinamico e coinvolgente, offrendo una prospettiva futura che arricchisce la storia.
Prosopopea (o Personificazione)
Prostesi / Protesi
La prostesi (o protesi) è una figura retorica che consiste nell’aggiungere una o più lettere all’inizio di una parola. Questa aggiunta può servire a vari scopi stilistici e fonetici, come enfatizzare un concetto, adattare una parola a un metro poetico, o conferire un effetto particolare alla frase.
Caratteristiche della Prostesi:
- Aggiunta di Lettere: Inserisce una o più lettere all’inizio di una parola, alterando il suo normale inizio.
- Effetto Stilistico e Ritmico: Può essere usata per ottenere effetti ritmici, fonetici, o per adattare una parola a un determinato contesto stilistico.
- Utilizzo in Poesia e Prosa: È comune in poesia e narrativa, specialmente in testi che richiedono un ritmo particolare o una certa musicalità.
Esempi di Prostesi:
- “Dapprima” (da “prima”)
- L’aggiunta del prefisso “da-” modifica la parola per adattarla al contesto della frase, creando un effetto di enfasi o di continuità temporale.
- “Esultante” (da “sultante”)
- Qui, il prefisso “e-” è aggiunto per ottenere una forma più ampia e per conferire un senso di esultanza più intenso.
- “Prepotente” (da “potente”)
- L’aggiunta di “pre-” modifica il significato della parola, conferendo una sfumatura di maggiore intensità.
Funzioni della Prostesi:
- Adattamento Ritmico: Può essere utilizzata per adattare una parola a un determinato metro poetico o ritmo.
- Enfasi e Intensificazione: Aggiunge enfasi a una parola, modificandone il significato o intensificandone l’effetto.
- Creazione di Effetto: Produce effetti stilistici particolari, rendendo il testo più espressivo o melodico.
La prostesi è uno strumento stilistico che permette agli autori di manipolare il linguaggio per ottenere effetti specifici e per arricchire la loro espressione letteraria.
Reiterazione
Reticenza (o Sospensione)
Retrospezione / Analessi / Flashback
Tipica struttura o tecnica narrativa dedicata al racconto o alla rievocazione di un fatto avvenuto in precedenza rispetto all’ordine temporale ordinario.
Ripetizione
Sillessi / Sillepsi
Similitudine / Analogia
Confronto o paragone tra due realtà differenti, utilizzata nel linguaggio comune o nella letteratura a scopo descrittivo.
Esempio: Anna canta come un usignolo
Sinalefe
Sinchisi (o Mixtura verborum)
Sincope
La sincope è una figura retorica che consiste nell’eliminazione o nell’abbreviazione di una o più lettere o sillabe all’interno di una parola. Questo può essere fatto per ragioni stilistiche, per creare un ritmo diverso o per adattare la parola a una metrica specifica.
Ad esempio, “d’onore” anziché “d’onorevolezza”.
Sineddoche
La sineddoche è una figura retorica che coinvolge l’uso di una parte di qualcosa per rappresentare il tutto, o viceversa. In altre parole, si tratta di utilizzare una parte di un concetto o di un oggetto per rappresentare l’intero concetto o oggetto, o viceversa.
Ad esempio, “tutte le mani a bordo” per indicare “tutte le persone a bordo”, o “acquistare una nuova vettura” per riferirsi all’intero veicolo.
Sineresi
Sinestesia
Sinonimia
Sospensione (vedi Reticenza)
Straniamento
Tmesi
Troncamento / Apocope
La caduta di un fono o di una sillaba nella parte finale di parola, ed è tipico di alcune forme di letteratura. In italiano è preceduto dall’apostrofo in molte circostanze, come nel caso di po’ per indicare poco (che non si scrive con l’accento bensଠcon l’apostrofo, in forma corretta).
Esempio: ne’ per indicare nei, oppure de’ per indicare dei
Variatio
In un contesto ben determinato e molto breve, un cambiamento di termini o costrutti quale procedimento stilistico per evitare ripetizioni e monotonia. Si può presentare quale commistione di termini al singolare e al plurale, nomi comuni e nomi propri per aumentare l’espressività e la scorrevolezza del testo.
Esempio: Gli obblighi di imparare il futuro dal passato erano caduti fuori dal passato, sul futuro, dalle cose deperibili dell’eternità , del tempo.
Variazione / Poliptoto
Ripetizione di una parola già utilizzata in un contesto molto breve.
Esempio: Cred’io ch’ei credette ch’io credesse (Dante)
Zeugma
Quest’ultima figura retorica indica un rapportare più elementi coordinati e paralleli di una frase a un singolo elemento che, normalmente, dovrebbe essere ripetuto.
Esempio: Salvatore andò a Roma, Giuseppe a Milano
Foto di Marisa Sias da Pixabay
👇 Contenuti da non perdere 👇
- Cellulari 📱
- Domini Internet 🌍
- monitoraggio servizi online 📈
- Programmare 🖥
- Reti 💻
- Scrivere 🖋
- Sicurezza & Privacy 👁
- 💬 Il nostro canale Telegram: iscriviti
- 🟠 Internet delle cose, e i suoi presunti prodigi
- 🟡 Cloud hosting: reperibilità e conservazione dei dati
- 🟡 TCP/IP: come funziona internet