Come riconoscere le figure retoriche (con ESEMPI)

Aggiornato il: 10-03-2023 11:30
In questo articolo trovate le principali figure retoriche più note ed utilizzate nella nostra lingua, corredate di almeno un esempio pratico per capire subito di cosa si tratta. Un dizionario pratico e veloce a cui potete fare riferimento per trovare esempi pratici di ogni figura, e riconoscerli facilmente. Ovviamente non si tratta di una trattazione rigorosa in termini scientifici, ma a semplice scopo orientativo e divulgativo.





Abusione / Catacresi

Si tratta di una forma di metafora secondo la quale si estende l’uso di un termine in un campo semantico differente da quello abituale.

Un esempio classico è quando diciamo gamba del tavolo o collo di bottiglia, estendendo due termini tipici del corpo umano a degli oggetti.

Adinato

Si tratta di una figura retorica che evidenzia l’impossibilità  che succeda qualcosa, subordinando il suo avverarsi a un altro evento impossibile.

Esempio: il classico esempio di adynaton è naturalmente quello di Checco Angiolieri, “s’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo“.

Aequivocatio / Diafora

Ripetizione di una parola in più contesti differenti tra loro, ad esempio:

Mi son avvicinato alla cassa del supermercato, per poi sentirmi dire: ‘Cassa il mio debito’

Aferesi

Soppressione della sillaba o vocale iniziale di una parola.

Temp’era dal principio del mattino, e ‘l sol montava ‘n sù  (Dante Alighieri)

Aforisma/Epifonema

Conclusione enfatica di una prosa in termini solenni.

stato che sia, dentro covile o cuna, è funesto a chi nasce il dì natale (G. Leopardi)

Allegoria

Espressione di un concetto astratto mediante un’immagine concreta. L’allegoria può implicare, nella lettura di un testo, un processo interpretativo completamente indipendente da quello creativo; il termine può pertanto riferirsi a un metodo specifico di lettura di un testo, in cui personaggi e dettagli narrativi o descrittivi sono presi dal lettore come una metafora elaborata per un qualche significato al di fuori di quello letterale.

L’esempio più comune di allegoria risale a Dante, nella rappresentazione delle “tre fiere” (il leone, la lupa e la lonza che rappresentavano superbia, avidità -cupidigia e lussuria.

Allitterazione

Ripetizione voluta e ricercata di un suono all’interno di più vocaboli di una frase, a scopo stilistico o di abbellimento.

Un esempio classico di allitterazione è, ad esempio, l’espressione “senza capo nè coda“.

Allusione

Figura retorica incentrata sull’uso di un sostantivo in senso lato o non letterale.

Ad esempio “un labirinto” per indicare delle strade molto intricate, oppure una vittoria di Pirro (con riferimento al noto fatto storico per indicare un successo ottenuto a prezzo molto caro).

Anacoluto

Figura retorica estremamente diffusa nella letteratura (non solo) italiana, che consiste nel privare di un seguito (anakà³luthon in greco) la coesione di una frase. àˆ tipico di alcuni generi di letteratura popolare

Esempio di anacoluto: il titolo del libro io speriamo che me la cavo

Anadiplosi

Consiste normalmente nella ripetizione di una parola a scopo espressivo, da una frase alla successiva.

Esempio di anadiplosi: “chè se Cesare venne e vide e vinse/venne, vinse e non vide il Gran Luigi” tratto da Sudate, o fochi, a preparar metalli, sonetto di Claudio Achillini

Anafora

Dal greco ἀναφορά ovvero “portare indietro”, “di nuovo”, consiste nella ripetizione di una o più parole all’inizio di una frase, in modo da sottolineare mediante ripetizione un concetto o rimarcare uno stile. Esempio:

Per me si va ne la città  dolente

per me si va nell’etterno dolore

per me si va tra la perduta gente

Analessi / Flashback / Retrospezione

Tipica struttura o tecnica narrativa dedicata al racconto o alla rievocazione di un fatto avvenuto in precedenza rispetto all’ordine temporale ordinario.

Analogia / Similitudine

Confronto o paragone tra due realtà  differenti, utilizzata nel linguaggio comune o nella letteratura a scopo descrittivo.

Esempio: Anna canta come un usignolo

Anaptissi / Epentesi

L’epèntesi o anaptissi consiste nell’aggiunta di un suono all’interno di una parola (anaptissi nel caso di una vocale).

Esempio: fantasima per indicare un fantasma

Anastrofe / Inversione

Indica l’inversione tra due termini di una frase.

Esempio: Di grande aiuto fu il suo consiglio

Anfibologia / Anfibolia

Indica ambiguità  o incertezza, e fa riferimento a frasi che possono essere interpretate in due modi diversi.

Esempio: La vecchia porta la sbarra, contadino si uccide dopo un addio alla famiglia con un colpo di fucile

Annominazione / Paronomasia

Figura retorica che consiste nell’accostare almeno due termini che abbiano un suono molto simile e un diverso significato.

Esempi di paronomasia: Carta canta. Fischi per fiaschi. Chi non risica non rosica. Dalle stelle alle stalle. Volente o nolente.

Antanaclasi

Ripetizione di una parola in un senso diverso dal precedente, molto usata negli slogan pubblicitari ad esempio.

Esempio: partimmo col treno per una gita e fu un treno funebre che dovemmo cantare alla fine.

Anteposizione / Anastrofe

Indica l’inversione tra due termini di una frase.

Esempio: Di grande aiuto fu il suo consiglio

Anticlimax

Indica una gradazione discendente, ovvero la disposizione di una serie di vocaboli in ordine decrescente di forza e di intensità  (dal più forte al meno forte). Molto usata come tecnica del comico.

Esempio: Non solo Dio non esiste, ma provate a trovare un idraulico nel fine settimana! (W. Allen)

Antifrasi

Uso di una frase o espressione in senso opposto a quello che si intenderebbe letteralmente.

Esempio (un po’ passivo-aggressivo): Che bel lavoro hai fatto!

Antitesi

Figura retorica che conferisce a due immagini consecutive / simmetriche una maggiore importanza, facendo leva proprio sulla contrapposizione che ne risulta.
Esempio classico: “mangiare per vivere, non vivere per mangiare

Antonomasia

Figura retorica che implica di cambiare nome ad un qualcosa, usando il tutto per riferire una parte o viceversa.

Esempio: il pianeta rosso per indicare Marte. Dire “Attila” per indicare qualcuno con indole distruttiva.

Apocope / Troncamento

La caduta di un fono o di una sillaba nella parte finale di parola, ed è tipico di alcune forme di letteratura. In italiano è preceduto dall’apostrofo in molte circostanze, come nel caso di po’ per indicare poco (che non si scrive con l’accento bensଠcon l’apostrofo, in forma corretta).

Esempio: ne’ per indicare nei, oppure de’ per indicare dei

Aposiopesi/ Reticenza / Sospensione

Indica una sospensione nel discorso che allude a qualche seguito o conseguenza, in genere.

Esempio: Mario è molto tirchio, mentre Luigi …

Apostrofe

Strumento espressivo in una frase atto a rivolgersi ad un uditore diverso da quello abituale.

Esempio: nel Purgatorio di Dante Alighieri leggiamo un bell’esempio di apostrofe, ovvero Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!

Arcaismo

Un termine desueto che può essere utilizzato per vari scopi retorici, tra cui una suggestione tradizionalistica o un effetto di solennità , ingenuità  o semplice comicità .

Asindeto

La coordinazione dei membri di una proposizione o di un periodo fatta senza l’ordinario ausilio della congiunzione copulativa e o altre forme di congiunzione coordinativa: es. detto fatto anzichè detto e fatto.

Assonanza

Forma di rima imperfetta che si ha quando, in due o più versi, le parole terminali contengono le stesse vocali a cominciare da quella accentata (mentre le consonanti sono diverse, ma per lo più di suono simile).

Bisticcio / Paronomasia

Associazione tra due parole in un discorso che abbiano significato diverso e una qualche forma di assonanza.

Esempi classici di bisticcio o paronomasia sono il classico «Chi non risica non rosica», ma anche «Senza arte nè parte», «Volente o nolente», «Il troppo stroppia».

Brachilogia

Brevità  del discorso, in contrapposizione alla verbosità  retorica.

Esempio: li uomini si vendicano delle leggiere offese, delle gravi non possono (Machiavelli)

Cacofonia

Effetto di “cattivo suono” determinato dalla giustapposizione tra termini che suonano in modo simile, in modo da creare un effetto sgradevole all’orecchio.

Esempio: che chi coglie

Catacresi / Abusione

Estensione del significato di un termine.

Esempio: il sole tace

Catafora

Anticipazione mediante pronome

Esempio: l’avevo già  sentita questa storia

Chiasmo

Incrocio di parole secondo lo schema AB – BA

Esempio:

Le donne, i cavallier,
l’arme, gli amori,…

Circolo

Figura retorica che si esplica nel terminare un periodo con la stessa parola con cui è cominciato.

Circonlocuzione / Perifrasi

Esempio: la mia dolce metà  per indicare la consorte

Clausola

ha lo scopo di ottenere maggiore efficacia comunicativa, conferendo un particolare ritmo alla parte finale di una frase.

Climax

Gradazione ascendente.

Esempio: Italia è suta corsa da Carlo, predata da Luigi, sforzata da Ferrando e vituperata da’ Svizzeri (Machiavelli)

Deissi

Deissi, dal greco indicare, è un modo per riferire elementi spazio-temporali all’interno di un discorso. Possiamo avere vari tipi di deissi: espressioni  referenziali, espressioni indicali, espressioni simboliche, deittiche, anaforiche, sintagmi (unibg).

Esempio: volevo chiederti, ma lଠdove lavori te, cercano per caso? ma dov’è che lavori, ad Alice?

Diafora / Distinctio

Ripetizione di una parola con significati distinti, usata ad esempio per enfatizzare un discorso.

Esempio: Gli affari sono affari.

Dialisi

Un inciso inserito in un discorso, avulso dal contesto.

Esempio: Ho scordato – ma poi chi se ne importa! – l’ombrello

Diallage

Convergenza di più argomenti a una conclusione.

Esempio: Assenza di senso: distruzione del senso, perdita del senso, constatazione che in nessun momento vi è stata traccia, indizio, sintomo di senso. (G. Manganelli, Rumori e voci)

Disfemismo

Figura retorica per la quale si sostituisce (come uso abituale o come coniazione scherzosa) una parola normale, spesso gradevole o affettuosa, con altra per sè stessa sgradevole o offensiva, senza dare all’espressione tono ostile. È anche l’opposto dell’eufemismo.

Esempio: questi birbanti, per dire “questi bambini vivaci”.

Dittologia

Ripetizione di una parola o di un aggettivo a fini espressivi o stilistici.

Esempio: un bacio grande, grande

Domanda retorica

In genere una domanda viene posta per avere una risposta, per confrontarsi o per trovare nuove prospettive, punti di vista e via dicendo. La domanda retorica, al contrario, è posta mantenendo la risposta implicita, sottintesa, semplicemente per argomentare un qualcosa che si vuole portare avanti (ad esempio durante un processo).

La domanda retorica è quindi esemplificata dal fatto di porre una domanda senza volontà  di richiedere informazioni, ma con una risposta sottintesa (a volte come forma di cortesia, ad esempio chiedendo “c’è un bagno in casa?”), e qualora sia usata come artifizio retorico essa fa in modo di eliminare le affermazioni che contrastando la domanda stessa.

Un esempio ironico ed ironico di domanda retorica è stato proposto da Umberto Eco: C’è davvero bisogno di domande retoriche?

Duplicatio

Significa duplicazione, raddoppiamento, sdoppiamento. Consiste nell’uso di sinonimi per esprimere il medesimo concetto e rafforzarlo.

Ellissi

Mancanza o omissione di un concetto di un elemento della sintassi, da considerarsi sottinteso perchè incluso implicitamente nel contesto della frase.

Esempio: Tuo fratello è ancora da te? No, [mio fratello] è andato via un’ora fa.

Enallage

Uso di una parte di un discorso invece di un’altra, in genere l’avverbio o l’aggettivo; anche inteso come scambio di due forme verbali.

Esempio: te lo dico domani, ritorno fra una settimana, per dire dirò, ritornerò.

Endiadi

Enfasi

Enjambement

Induzione di un prolungamento del periodo logico oltre la pausa ritmica naturale, mediante l’introduzione di un’interruzione all’interno di un verso, senza considerare il contenuto sintattico.

Esempio:

le secrete

cure che al viver uto furon tempesta (U. Foscolo)

Epanadiplosi

Epanalessi / Geminatio

Epanodo

Epanortosi

Epentesi (o Anaptissi)

Epesegesi (vedi Epifrasi)

Epifonema (o Aforisma)

Epifora (o Epistrofe)

Epifrasi (o Epesegesi)

Epistrofe (vedi Epifora)

Epitesi (vedi Paragoge)

Epizeusi (è un tipo di Epanalessi)

Eufemismo (contrario di disfemismo)

Figura retorica che consiste nell’uso volontario e mirato di una perifrasi che abbia effetto “ammorbidente” sulla forma, spesso perchè la sostanza di ciò che si vuole esprimere è troppo esplicita, offensiva o addirittura oscena.

Esempi

per non dire morire: passare a miglior vita, spegnersi, mancare, non esserci più, scomparire;

lasciare a desiderare per indicare un qualcosa di carente;

dire che qualcuno sia poco intelligente per non dire che è stupido

Eufonia

Figura Etimologica

Flashback / Retrospezione / Analessi

Tipica struttura o tecnica narrativa dedicata al racconto o alla rievocazione di un fatto avvenuto in precedenza rispetto all’ordine temporale ordinario.

Geminatio (vedi Epanalessi)

Hysteron proteron (o Isterologia)

Inversione (vedi Anastrofe)

Invettiva

Ipallage

Iperbato

Iperbole

Esagerazione, per eccesso o per difetto.

Esempi: annegare in un bicchiere d’acqua. Non ci vediamo da una vita.

Si sentiva come se avesse attraversato il deserto del Gobi a piedi, bevendo solo dell’acqua piovana (Delacorta)

Ipostasi

Ipotassi

Ipotiposi

Ironia

Isocolon (o Parallelismo o Parisosi)

Isterologia (vedi Hysteron proteron)

Iterazione

Litote

Negazione del contrario di un’affermazione, per una forma di alleggerimento semantico e per una comunicazione più sobria e meno greve ad es.

Esempio: non mi sento benissimo per dire non sto bene

dire che qualcuno sia “poco intelligente” per non dire che è proprio stupido

Metafora

Dal greco antico μεταφορά (che si legge metaforà ) è una trasposizione di significato, un trasferimento di senso: grazie alla metafora posso esprimere un concetto sfruttando immagini provenienti da un contesto diverso da quello di cui parlo.

Un classico esempio di metafora: dire “la gamba del tavolo” (che non è una vera gamba umana, ovviamente), oppure “essere coraggioso come un leone”

Metonimia / Metonomia

Uso della causa in luogo dell’effetto, tipicamente in un rapporto qualitativo tra i termini.

Ad esempio: le sudate carte per indicare i libri sui quali si è faticosamente studiato.

Mixtura verborum / Sinchisi

Omoteleuto o Omeoteleuto

Onomatopea

Ossimoro

Paradosso

Paragoge (o Epitesi)

Parallelismo (vedi Isocolon)

Paratassi

Parechesi (vedi Paronomasia)

Parisosi (vedi Isocolon)

Paronimia

Paronomasia (o Annominazione o Parechesi)

Perifrasi (o Circonlocuzione)

Personificazione (vedi Prosopopea)

Pleonasmo

Poliptoto o Polittoto (o Variazione)

Polisemia

Polisindeto

Premunizione

Preterizione

Prolessi o Flashforward

Prosopopea (o Personificazione)

Prostesi o Protesi

Reiterazione

Reticenza (o Sospensione)

Retrospezione / Analessi / Flashback

Tipica struttura o tecnica narrativa dedicata al racconto o alla rievocazione di un fatto avvenuto in precedenza rispetto all’ordine temporale ordinario.

Ripetizione

Sillessi / Sillepsi

Similitudine / Analogia

Confronto o paragone tra due realtà  differenti, utilizzata nel linguaggio comune o nella letteratura a scopo descrittivo.

Esempio: Anna canta come un usignolo

Sinalefe

Sinchisi (o Mixtura verborum)

Sincope

Sineddoche

Sineresi

Sinestesia

Sinonimia

Sospensione (vedi Reticenza)

Straniamento

Tmesi

Troncamento / Apocope

La caduta di un fono o di una sillaba nella parte finale di parola, ed è tipico di alcune forme di letteratura. In italiano è preceduto dall’apostrofo in molte circostanze, come nel caso di po’ per indicare poco (che non si scrive con l’accento bensଠcon l’apostrofo, in forma corretta).

Esempio: ne’ per indicare nei, oppure de’ per indicare dei

Variatio

In un contesto ben determinato e molto breve, un cambiamento di termini o costrutti quale procedimento stilistico per evitare ripetizioni e monotonia. Si può presentare quale commistione di termini al singolare e al plurale, nomi comuni e nomi propri per aumentare l’espressività  e la scorrevolezza del testo.

Esempio: Gli obblighi di imparare il futuro dal passato erano caduti fuori dal passato, sul futuro, dalle cose deperibili dell’eternità , del tempo.

Variazione / Poliptoto

Ripetizione di una parola già  utilizzata in un contesto molto breve.

Esempio: Cred’io ch’ei credette ch’io credesse (Dante)

Zeugma

Quest’ultima figura retorica indica un rapportare più elementi coordinati e paralleli di una frase a un singolo elemento che, normalmente, dovrebbe essere ripetuto.

Esempio: Salvatore andò a Roma, Giuseppe a Milano

Foto di Marisa Sias da Pixabay



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