Aggiornato il: 24-10-2022 16:30
I ransomware sono una particolare forma di virus informatici che, a differenza de virus ordinari che complicano la vita all’utente, rendono inaccessibili i file dei computer, e chiedono il pagamento di un riscatto (solitamente almeno qualche centinaio di euro, se non di più) per ripristinarli. I file non saranno infatti accessibili perchè crittografati con chiave privata generata casualmente, che comunque solo gli autori del malware conoscono, per cui non c’è modo di recuperarli diversamente – purtroppo. Storicamente, inoltre, il primo ransomware risale al 1989.
Cosa significa ransomware?
Dall’inglese, ransomware è composto dalle parole ransom (in inglese riscatto) e ware (per intendere malware), quindi virus che blocca il computer e chiede un riscatto in bitcoin per riavere i propri file.
Ma bisogna pagare il riscatto?
In genere, no: meglio non farlo. Non è detto che pagando si riesca ad ottenere davvero i propri file, quindi considerate con molta attenzione la cosa perchè potreste perdere tempo e soldi, oltre al danno subito. Per maggiori informazioni leggete l’approfondimento su Pagare.online.
Esempi di ransomware
Alcuni esempi di ransomware che hanno creato problemi alle aziende (e in certi casi riescono a farlo) sono:
- OSX/Filecoder
- KillDisk
- Bart
- RansomWhere
- Petya
- Maktub
- Trojphpransm
- Locky
- WannaCry
- Cryptolocker
- CTB-Locker
- LockerPIN
Come rimuovere un ransomware
Non c’è una strategia unica e funzionante in tutti i casi: di fatto, un ransomware impone all’utente di reinstallare tutto il sistema operativo, senza possibilità (di solito) di rimuovere i file infetti, che saranno quindi persi per sempre. Ovviamente l’unica cosa che si può fare è quella di avere dei backup prima, salvati a parte, nella speranza che non sia stato infetto anche quello.
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