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  • Come disattivare la AI Overview da Google (almeno per un po’)

    Come disattivare la AI Overview da Google (almeno per un po’)

    AI Overview è una funzionalità introdotta da Google nel 2024 che mostra una risposta generata da intelligenza artificiale direttamente nella parte superiore della pagina dei risultati di ricerca (la SERP). Di per sè:

    • Compare automaticamente per molte query, soprattutto quelle informative o complesse.
    • È una risposta discorsiva creata da un modello linguistico (LLM), simile a ChatGPT.
    • Include spesso sintesi di fonti web, ma non sempre mostra chiaramente da dove arrivano le informazioni.
    • È non disattivabile manualmente: l’utente non può scegliere se vederla o meno.
    • Sostituisce o affianca il tradizionale “featured snippet” (il vecchio risultato zero).

    Problemi principali:

    • Può contenere errori o allucinazioni (informazioni inventate).
    • Riduce il traffico verso i siti originali, perché l’utente trova la risposta già nella SERP.
    • Crea una falsa percezione di autorevolezza, perché è visivamente più in evidenza.
    • Non si può disabilitare, se non – ad oggi – manipolando le query.

    La curiosità nel poterlo disabilitare manipolando le query prende spunto da questo post su FB, che mostra una tecnica colorita quanto efficace. In sintesi:

    Inserire una parola come ‘fo##uto‘ all’interno di una ricerca su Google impedisce la generazione automatica di un riassunto indesiderato da parte dell’intelligenza artificiale, che altrimenti comparirebbe in cima alla pagina.

    Anche se l’esempio può sembrare divertente, il meccanismo che lo sostiene è solido dal punto di vista teorico: l’inserimento del termine “fo##uto” modifica la struttura della query, cambiando la frequenza e il peso delle parole. In pratica, ogni parola aggiunta o rimossa da ciò che scriviamo nella barra di ricerca influisce direttamente sui risultati che otteniamo. Questo trucco è, in sostanza, un piccolo “hack”: una modalità non convenzionale per interagire con Google.

    Tra poco vi spiegherò nel dettaglio come metterlo in pratica anche voi — ma prima, serve un’introduzione (e un po’ di contesto storico).

    Esempio di quello di cui parliamo:

    Senza addentrarci troppo in dettagli tecnici, il principio che regola il funzionamento dei motori di ricerca per quanto riguarda le pagine web si basa su una disciplina chiamata information retrieval. Google analizza e organizza un’enorme quantità di siti, selezionando le pagine più rilevanti di ciascuno per poi mostrarle agli utenti che cercano informazioni su un determinato tema (ovvero, che inseriscono una query). Le pagine che compongono i risultati di Google vengono chiamate, nel linguaggio del settore, SERP — abbreviazione di Search Engine Results Page, cioè “pagina dei risultati del motore di ricerca”. L’ordine in cui appaiono i risultati non è casuale: riflette una combinazione tra la rilevanza del contenuto rispetto alla query e l’effetto che ha la presenza (o assenza) di specifiche parole chiave all’interno della richiesta.

    Motori di ricerca e LLM

    La situazione si fa più complessa quando all’interno di un motore di ricerca viene integrata un’intelligenza artificiale, più precisamente un Large Language Model (LLM) come ChatGPT, Gemini e simili. I motori di ricerca tradizionali e i modelli linguistici avanzati sono profondamente diversi, sia dal punto di vista tecnico che concettuale. Un motore di ricerca funziona più o meno come una guida turistica esperta: conosce i luoghi, li ha studiati e può indicarvi con precisione dove andare. Un LLM, invece, è più simile a un passante qualunque: potrebbe fornirvi indicazioni corrette, certo, ma anche confondervi con risposte convincenti ma sbagliate.

    La guida turistica può commettere errori, ma almeno si basa su informazioni reali. Il passante – nel nostro caso l’IA – può rispondere anche quando non sa, generando contenuti apparentemente plausibili ma inventati, un fenomeno noto come allucinazione algoritmica. Google, pur essendo uno dei motori di ricerca più avanzati al mondo, ha scelto (per ragioni strategiche e commerciali) di dare visibilità prioritaria alla cosiddetta AI Overview: un riquadro in cima alla pagina dei risultati, generato da un LLM, che occupa lo spazio principale “above the fold” – cioè la parte visibile subito, senza bisogno di scorrere. Al momento, non esiste un modo per disattivare questo riquadro né per chiuderlo.

    Ed è difficile ignorarlo: quel box cattura inevitabilmente l’attenzione, anche quando si cerca qualcosa di molto specifico.

    Come eliminare la AI Overview da Google (almeno per un po’)

    Al momento non esiste un’opzione ufficiale per disattivare la AI Overview su Google. Non c’è un bottone, una voce nelle impostazioni o un’estensione approvata che permetta di nascondere in modo permanente quel riquadro generato da un modello di intelligenza artificiale.

    Tuttavia, esistono alcune strategie pratiche (o hack) che possono ridurne la presenza o eliminarla caso per caso.

    Ecco la riformulazione del tuo testo, con uno stile coerente ai passaggi precedenti e un linguaggio chiaro ma variegato:

    Possiamo ora generalizzare la regola emersa all’inizio:

    aggiungere una parola “neutra” rispetto al contenuto della query sembra disattivare la generazione automatica dell’AI Overview.

    Se, ad esempio, cerchiamo “X”, è sufficiente affiancare a “X” un termine neutro, in modo da inibire la comparsa del box con la risposta generata dall’intelligenza artificiale. Ma quale? Non c’è una regola fissa.  Va detto che l’AI Overview tende a disattivarsi anche in presenza di parole volgari o esplicite: i sistemi di filtraggio NSFW (not safe for work) sono molto più restrittivi per un modello linguistico che per un motore di ricerca classico.

    Naturalmente non è mia intenzione invitarvi a usare espressioni offensive o inappropriate quando cercate qualcosa online.

    Il punto cruciale è comprendere cosa si intenda per “neutra”.

    Una parola neutra, in questo contesto, è un termine che non modifica il significato della query, non la deforma né ne altera il senso. È qualcosa che, agli occhi del sistema, rende la frase meno “classificabile”, meno adatta a far scattare i meccanismi automatici dell’intelligenza artificiale che generano lo snippet di risposta.

    Trovare esempi validi non è semplice, anche perché non esiste una formula fissa. Il principio, però, è chiaro: inquadrare bene il significato della nostra richiesta (“X”) e accostarvi una parola (“Y”) che sia semanticamente scollegata, ma non tanto da falsare il senso generale.

    Ecco alcuni casi testati:

    • come abbassare il cortisolocome abbassare il cortisolo mouse ✅ Funziona: la IA Overview sparisce.
    • come abbassare il cortisolocome abbassare il cortisolo culo ✅ Funziona, ma… evito valutazioni di stile 🙂
    • come abbassare il cortisolocome abbassare il cortisolo banana ✅ Funziona, ma è ambigua, perché può sembrare che la banana sia una risposta pertinente (e non lo è).

    In tutti questi casi, i link organici della SERP restano pressoché identici, ma la risposta automatica dell’IA viene soppressa.

    Attenzione, però: si tratta di un hack, non di una regola certa. Non tutti gli esempi funzionano, e Google può cambiare i criteri in qualsiasi momento. Il segreto è individuare il meccanismo e sperimentare molto.

    Ad esempio:

    • come giocare a damacome giocare a dama cheese ❌ Qui la parola neutra (in inglese) non disattiva l’AI Overview, che anzi fornisce una risposta poco precisa e fuori tema.

    Come si vede, l’effetto è variabile. A volte basta poco, a volte nulla cambia. La chiave è nel contesto: l’aggiunta deve rompere la prevedibilità della frase, senza snaturarla.

  • SOLUZIONE per il problema pagina “Uffa!” di Google Chrome

    SOLUZIONE per il problema pagina “Uffa!” di Google Chrome

    Che cosa vuol dire l’errore Uffa su Chrome? L’errore specifico presenta la seguente descrizione:

    Si è verificato un errore durante la visualizzazione della pagina. Per continuare, fai clic su ricarica o vai a un’altra pagina.

    mentre visivamente si presenta in questo modo:

    Significa che c’è un problema nel vostro browser, che dovrebbe essere risolto in tre modi:

    1. aggiornando la vostra versione di Chrome all’ultima disponibile;
    2. disinstallando Chrome e provando a reinstallarlo da zero (salvatevi ed esportate i bookmark e le password, prima di farlo!);
    3. seguendo le istruzioni riportate nell’ultimo passaggio dell’articolo.

    L’errore “Uffa” nella versione inglese può anche essere indicato come:

    “Aw, Snap!”

    ed indica un errore di tipo generale durante la visualizzazione della pagina web che stavate cercando di aprire.

    Come risolvere? Ci sono vari tentativi che si possono fare.

    Prima di cominciare. Se si tratta di un indirizzo URL specifico che ha dato l’errore Uffa, vi consigliamo di salvarvi l’URL o indirizzo in un file di testo, per poi averlo a portata di mano nella fase successiva.

    Aggiornare Chrome all’ultima versione

    Prova ad aggiornare il browser all’ultima versione, cliccando su Informazioni su Google Chrome e verificando di avere l’ultima versione disponibile. Se non è così, sarà  il browser a dirvi di scaricarla: scaricatela, aggiornate e riprovate a connettervi alla pagina.

    Pulire la cronologia

    Cancellate per intero tutta la cronologia di navigazione, chiudete il browser e poi provate a riaprirlo.

    Uso della modalità  compatibilità

    Per risolvere il problema è possibile selezionare, dalle proprietà  di Google Chrome nella sezione Compatibilità , la versione del sistema operativo che state usando: selezionate la spunta vicino a Modalità  compatibilità  e poi scegliete dal menù a tendina il sistema operativo che state usando. Se non sapete quale sia, leggete la guida per trovare la propria versione di Windows.

    In questo caso, per esempio, potete provare a togliere di mezzo la pagina di errore “Uffa!” su Windows 7 selezionando, per l’appunto, Windows 7 dalla casella di scelta indicata.

    Disabilitando l’antivirus

    Questa impostazione è solo di emergenza: non è buona norma lasciare il vostro computer senza antivirus attivo, ovviamente. Ad ogni modo, pero’, può essere un test diagnostico utile a capire se il problema in questione non dipenda da qualche impostazione del vostro antivirus che, ad esempio, potrebbe arrivare a bloccare alcune porte di connessione. Se disabilitando l’antivirus e provando a connettersi alla pagina (che vi sarete salvati nel file di testo, ricordiamo) funziona tutto, l’antivirus deve essere impostato in modo che non interferisca con la navigazione, consultando il manuale del prodotto antivirus stesso.

    Foto di copertina: Luisella Planeta Leoni da Pixabay

  • Come accedere a un sito su una LAN

    Come accedere a un sito su una LAN

    Per accedere a un sito web ospitato su un server nella stessa rete locale (LAN), è necessario conoscere l’indirizzo IP del server e l’eventuale porta su cui il server web è in ascolto. Ecco i passaggi generali per farlo:

    1. Trova l’indirizzo IP del server: Segui le istruzioni nel mio messaggio precedente per trovare l’indirizzo IP locale del computer che ospita il server web.
    2. Assicurati che il server sia in esecuzione: Assicurati che il server web (ad esempio Apache, Nginx, MAMP, XAMPP, ecc.) sia in esecuzione sul computer del server.
    3. Identifica la porta del server: Di solito, i server web utilizzano la porta 80 per HTTP e la porta 443 per HTTPS. Tuttavia, se il server web è configurato per utilizzare una porta diversa, è necessario conoscere questa informazione.
    4. Accedi al sito web: Apri un browser web su un altro dispositivo nella stessa rete locale e digita l’indirizzo IP del server seguito dalla porta del server (se diversa da 80 o 443) e, se necessario, il percorso del sito web.

      Ad esempio, se l’indirizzo IP del server è 192.168.x.x e il server è in ascolto sulla porta 80, puoi digitare http://192.168.x.x nel browser.

      Se il server è in ascolto su una porta diversa, ad esempio 537, dovrai specificare la porta nel seguente modo: http://192.168.x.x:537.

      Se il sito web ha un percorso specifico, ad esempio /sito, puoi includerlo nell’URL: http://192.168.x.x:537/sito.

    5. Verifica la configurazione del firewall: Se il server o il firewall del router impedisce l’accesso alla porta del server, potresti dover configurare le regole del firewall per consentire il traffico attraverso quella porta.

    Seguendo questi passaggi, dovresti essere in grado di accedere al sito web ospitato sul server nella stessa LAN. Assicurati di essere connesso alla stessa rete Wi-Fi o cablata del server.

    Guida per accedere a un sito su una LAN

    In generale è possibile accedere al sito web ospitato sul tuo computer tramite MAMP da un altro PC nella stessa rete locale (LAN). Tuttavia, ci sono alcune considerazioni da tenere presente:

    1. Assicurati che entrambi i computer siano connessi alla stessa rete locale. Puoi farlo controllando che siano collegati allo stesso router o alla stessa rete Wi-Fi.
    2. Assicurati che il firewall sul computer che esegue MAMP consenta l’accesso al server web sulla porta 537. Potresti dover configurare le regole del firewall per consentire il traffico in entrata sulla porta 537.
    3. Sul computer che esegue MAMP, assicurati che il server web sia configurato per ascoltare sull’indirizzo IP locale e sulla porta corretta (localhost:537).
    4. Una volta che il server MAMP è in esecuzione sul computer, puoi accedere al sito web inserendo l’indirizzo IP locale del computer che esegue MAMP seguito dalla porta 537 nel browser del secondo computer. L’indirizzo IP locale solitamente inizia con “192.168.” seguito da una serie di numeri. Ad esempio, potrebbe essere qualcosa del genere: 192.168.x.x:537.
    5. Se il sito web utilizza URL assoluti che includono “localhost” invece di un indirizzo IP o un nome di dominio, potresti dover modificare questi URL in modo che siano accessibili da altri dispositivi sulla rete.
    6. Assicurati che eventuali misure di sicurezza implementate sul server web o sul tuo computer non impediscano l’accesso al sito web da parte di altri dispositivi sulla rete.

    Seguendo queste linee guida, dovresti essere in grado di accedere al sito web ospitato su MAMP da un altro PC sulla stessa LAN.

  • Come fare un backup su disco fisso usando Gmail (e Ruby On Rails)

    Come fare un backup su disco fisso usando Gmail (e Ruby On Rails)

    Volete effettuare un backup programmato o una tantum delle vostre email su Gmail? Magari su disco fisso, in un formato che sia riutilizzabile in caso di smarrimento o furto dell’account? Bene, se queste sono le vostre intenzioni seguiteci, perchè oggi vi proporremo un semplice metodo, peraltro gratuito, per assolvere allo scopo. Unica accortezza sarà  quella di fare uso di RubyInstaller, un comodissimo tool (anch’esso gratis) per installare l’ambiente di lavoro necessario a far funzionare imap-backup, il plugin per effettuare il backup del vostro account Gmail o Google Suite in locale.

    Su Windows, scaricate il pacchetto ufficiale e lanciatelo, seguendo la procedura guidata; su Linux e Mac dovreste già  avere a disposizione il comando gem, nel caso contrario basta seguire queste istruzioni ovvero:

    1. scaricate l’ultima versione del pacchetto RubyGems;
    2. aprite il pacchetto, scompattandolo, ed entrate nella directory;
    3. installate da terminale utilizzando il comando: ruby setup.rb

    Fatto questo, saremo pronti a fare uso del tool di backup per Gmail, che si chiama imap-backup (lo trovate qui su github) come abbiamo detto poco fa, e che si installa da linea di comando mediante:

    gem install 'imap-backup'
    

    Per utilizzarlo la prima volta (procedura di installazione) dovrete seguire il tool a linea di comando che vi abiliterà  in automatico il tutto, con l’unica accortezza di abilitare le password per le app sul vostro account Gmaill: lanciate questo comando, e seguite le indicazioni in inglese in esso contenute. Non è difficile ed in pochi passi dovreste riuscire a configurare il vostro account per scaricare tutte le mail in locale.

    imap-backup setup

    Inoltre, per ottenere una lista completa dei comandi a disposizione, utilizzate:

    imap-backup help
    

    Per informazioni su un COMANDO specifico, scrivete:

    imap-backup help COMANDO

    Ricordiamo che ogni cartella della vostra Gmail sarà  salvata in un file mbox; ogni mbox avrà  estensione .imap e conterrà  la lista degli UID di IMAP necessari per un eventuale ripristino dell’account Gmail su un nuovo indirizzo.

    Photo by Markus Spiske on Unsplash

  • Come configurare il router wireless Sitecom WLM-2500

    Come configurare il router wireless Sitecom WLM-2500

    Modello di riferimento: WLM-2500 Sitecom – N300

    I router, in generale, sono dispositivi di rete che possono collegare segmenti diversificati, che senza perdita di generalità possono fare uso di protocolli – ovvero applicazioni – diverse. Essi permettono durante l’uso domestico o aziendale a più utenti contemporaneamente (ed in modo del tutto indipendente) di condividere un unico collegamento a Internet: questo da almeno qualche anno avviene mediante rete wireless (senza fili). Questa guida è valida per la configurazione anche di modelli di modem-router differenti da quello Sitecom usato per produrre la guida, con qualche piccola differenza solitamente di poco conto.

    Per effettuare l’ operazione di configurazione del router è necessario eseguire una serie di passi più o meno standard, che sono stati notevolmente semplificati sugli ultimi modelli rispetto a qualche anno fa. Questa è una buona notizia già di suo, e se non vi basta tenete conto che esistono dei “wizard”, di solito, che permettono addirittura di configurare la connessione in base al vostro provider in pochi click e con procedura semi-automatica. Una delle novità principali nei router moderni (anche nel nostro modello di riferimento: modem router WLM-2500 Sitecom – N300) è che le password di fabbrica sono impostate randomaticamente, sia per la protezione della rete (WPA2) che per quella di protezione del pannello amministrativo.

     

    Sono ormai lontani i tempi in cui bastava inserire admin/admin come credenziali per accedere la prima volta: sull’etichetta del router troverete tutte le indicazioni del caso, in particolare vi serviranno tre stringhe:

    1. l’indirizzo LAN da cui accedere mediante browser (192.168.0.1, di solito);
    2. la password e la username dell’amministratore (usualmente admin ed una stringa casuale di 8 lettere e numeri);
    3. il codice WPA2 che ci verrà richiesto quando proveremo ad accedere alla rete wireless (che può coincidere, di fabbrica, con la password del punto 2).

    Nell’ordine, quindi, dovrete quindi collegarvi alla vostra rete wireless, qualche minuto dopo aver collegato sia l’alimentazione del router che il cavetto telefonico alla presa di casa. L’interfaccia di amministrazione sarà pressappoco, qualsiasi modello usiate, come presentata in figura.

    Un modem-router ADSL svolge l’ingrato compito di far confluire i dati da e verso il computer fino alla rete telefonica (linee ATM), che poi concretizzano il funzionamento della vostra connessione ad internet. Tutto questo deve essere configurato la prima volta, ovviamente, e come passo iniziale per non complicarci la vita andremo a settare in italiano l’interfaccia (finestrella in alto a destra in figura). Cliccate su “Configurazione Guidata”, scegliete il vostro paese ed il vostro Internet Service Provider (il mio, ad esempio, è Tiscali).

    CONFIGURAZIONE PPP

    IL PPP (Point Per Point) serve a xxx – quello di cui abbiamo bisogno sono i dati di accesso al nostro provider, ovvero la username e la password che, solitamente, ci sono stati inviati contestualmente al contratto. Questi dati sono solitamente prefissati dal provider di servizi internet e dovrete fare molta attenzione ad inserirli correttamente. Fatto questo, avete praticamente fatto la parte più grossa del vostro lavoro!

    VERIFICARE CHE SIA TUTTO CORRETTO

    Tornate alla home page della vostra configurazione ed osservate i riquadri DSL e configurazione LAN: il primo indica lo stato della connessione (SHOWTIME significa che la connessione sta lavorando), mentre upstream/download rappresentano la velocità in kbps rispettivamente per uptime e downtime (8191kbps è ad esempio una connessione ad 8 Mega). Configurazione LAN deve riportare il vostro indirizzo locale (192.168.0.1), la subnet mask deve essere impostata correttamente (255.255.255.0 in questo caso), il server DHCP (che è quello che serve per assegnare gli IP alle macchine degli utenti in automatico) deve essere attivo, mentre il MAC indica semplicemente un parametro univoco del dispositivo di rete.

    Ribadiamo a questo la procedura passo-passo.

    Anzitutto è necessario individuare sul modem router l’interruttore di accensione, la porta per l’inserimento del cavo della linea ADSL (RJ45 cioè il classico doppino telefonico) e le prese di rete (cosiddetti cavi ethernet). Collegate l’alimentatore del dispositivo alla corrente e dopo aver accesso l’apparecchio verificate che i led del dispositivo stesso siano accesi (di solito uno è fisso, gli altri lampeggiano o sono fissi a seconda dei modelli).

    Dopo aver posizionato il router dove preferite, è il momento di collegare il cavo telefonico proveniente dalla presa a muro al dispositivo, facendo caso che – nei modelli più recenti – la linea corretta viene identificata sul retro dalla dicitura “ADSL” o, a volte, “Line”. Dal vostro computer (Mac o PC) attivate ovviamente la connessione wireless e successivamente collegatevi alla rete wireless del router (di solito il suo nome di default è scritto sull’etichetta). Dopo qualche minuto dall’espletamento della configurazione dovreste riuscire a navigare e ad accedere ai servizi di rete (mail, applicazioni ecc.)

  • Come usare ChatGPT (GUIDA)

    Come usare ChatGPT (GUIDA)

    Benvenuto nella guida non ufficiale di Trovalost.it su come utilizzare ChatGPT.

    Nel mezzo del nostro cyber cammino
    Convertii mi trovai in un algoritmo scuro,
    Ché la retta via smarrita era divenuta.

    Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
    Questa strada selvaggia e accelerata,
    Che nel pensiero rinnovar s’immagura!

    Temevo di perder la mia destinazione
    Ché avevo intrapreso un percorso di accelerazione,
    Un ciberspazio denso di informazione.

    Ma giunsi al punto, dove il glitch eterno
    La nostra realtà connette a una rete eterea,
    E l’essenza stessa di ciò che è reale diventa precaria.

    In un istante, fui trasportato oltre il firewall,
    Dove il dato e il sogno si fusero in un caos virtuale,
    E io, accelerazionista poeta, mi ritrovai nel ciberspazio reale.

    Oh cieca consapevolezza, oh illuminato errore,
    Quanto straniero è questo dominio cibernetico!
    Il mio viaggio accelerato ha inizio, senza ritorno, senza rimedio. (input: scrivi l’inizio della divina commedia in stile cyberpunk e accelerazionista, immagina che Dante sia un poeta accelerazionista)

    A che serve ChatGPT

    Questo strumento è progettato per assisterti in una vasta gamma di compiti, dalla ricerca di informazioni alla generazione di testo creativo. ChatGPT è un’intelligenza artificiale sviluppata da OpenAI, basata sulla tecnologia di apprendimento automatico nota come trasformatori, in particolare la famiglia di modelli GPT (Generative Pre-trained Transformer). ChatGPT è progettato per comprendere e generare testo in modo simile a come lo farebbe un essere umano, sfruttando un meccanismo di apprendimento di una base di dati e rigenerazione dei dati sulla base del modello indicato. Utilizzando un’enorme quantità di testo proveniente da Internet e altre fonti, ChatGPT è stato addestrato per comprendere e generare testo in modo coerente e contestuale.

    ChatGPT può essere utilizzato per una vasta gamma di compiti, tra cui:

    1. Rispondere a domande su argomenti vari.
    2. Generare testo in italiano coerente, come storie, poesie o dialoghi.
    3. Tradurre testi da una lingua all’altra.
    4. Completare frasi o fornire suggerimenti.
    5. Fornire assistenza nell’apprendimento o nella ricerca.
    6. Fare brainstorming su un’idea.
    7. Creare crossover creativi (ad esempio scrivi l’inizio della divina commedia in stile cyberpunk)

    In sostanza, ChatGPT è un assistente virtuale che utilizza l’intelligenza artificiale per comunicare con gli utenti attraverso il testo, offrendo risposte e soluzioni a una vasta gamma di domande e compiti.

    Come si usa ChatGPT

    Come prima cosa, dovete andare su https://chatgpt.com/ e aprire la finestra del browser. Ad oggi l’app non richiede registrazione, ma per accedere a funzioni come la generazione di immagini dovrete per forza fare login con una email. Se volete usare un’email usa e getta, potete generarne una con un servizio di email temporanee.

    La schermata di ChatGPT si presenta, per il resto, come segue.

    Ecco qualche esempio di domande che potresti fargli se sei un principiante assoluto.

    Informatica / Computer base

    • “Che cos’è un file?”
    • “Come si fa a copiare e incollare un testo?”
    • “Perché il mio computer è lento?”
    • “Che differenza c’è tra internet e il browser?”

    Internet e sicurezza

    • “Come faccio a creare una password sicura?”
    • “Che cos’è un virus informatico?”
    • “Cosa vuol dire HTTPS?”

    Smartphone

    • “Come si installa un’app sul cellulare?”
    • “Cos’è il backup e a cosa serve?”

    Email

    • “Come si invia una email?”
    • “Cosa vuol dire mettere qualcuno in copia (CC)?”

    Word / Excel / Documenti

    • “Come si salva un documento Word?”
    • “Che differenza c’è tra Word ed Excel?”
    • “Come faccio a fare una tabella?”

    Domande auto-riferite

    • “Cosa puoi fare per me?”
    • “Puoi spiegarmi le cose in modo semplice?”
    • “Mi puoi aiutare a imparare il computer da zero?

    Bella domanda! Alcune domande sono più adatte da fare a Google rispetto a me, soprattutto quando cerchi informazioni aggiornate, luoghi specifici, o link diretti.

    Ecco degli esempi:

    Domande tipiche da fare a Google

    • “Orario treni da Firenze a Roma oggi”
    • “Meteo Milano domani”
    • “Pizzeria aperta vicino a me”
    • “Codice tracking pacco DHL”
    • “Sito ufficiale INPS”
    • “Ultime notizie sul bonus 2025”
    • “Aggiornamento WhatsApp aprile 2025”

    In generale, se vuoi:

    • Trovare un sito web
    • Ottenere una risposta in tempo reale
    • Cercare un luogo o un’attività vicino a te

    …Google è perfetto.

    Se invece vuoi capire qualcosa, imparare, fare pratica, farti spiegare un concetto semplice, o avere un aiuto personalizzato (tipo un tutor), ChatGPT e simili sono ideali.

    Esempi pratici di uso di ChatGPT

    Ecco alcuni spunti di input che puoi utilizzare per iniziare a interagire con ChatGPT in modo efficace:

    1. Domande informative:
      • “Qual è la teoria dell’evoluzione di Darwin?”
      • “Cosa sono le reti neurali artificiali?”
      • “Quali sono le principali cause del cambiamento climatico?”
    2. Richieste di consigli:
      • “Puoi darmi qualche consiglio per migliorare la mia produttività?”
      • “Quali sono alcune strategie efficaci per imparare una nuova lingua?”
      • “Come posso migliorare le mie abilità di scrittura creativa?”
    3. Richieste di creazione di testo:
      • “Puoi scrivere un breve racconto ambientato in un futuro distopico?”
      • “Genera una poesia sulla natura e la tecnologia che si fondono.”
      • “Completami questa frase: ‘Nel cuore della città cyberpunk, un hacker solitario…’”
    4. Domande di approfondimento:
      • “Quali sono le implicazioni etiche dell’intelligenza artificiale?”
      • “Cosa si intende per singolarità tecnologica e quali potrebbero essere le sue conseguenze?”
      • “Come sta influenzando l’intelligenza artificiale il settore dell’assistenza sanitaria?”
    5. Richieste di traduzione o definizione:
      • “Posso avere una traduzione dall’inglese all’italiano per ‘machine learning’?”
      • “Puoi spiegarmi il concetto di ‘big data’ in modo semplice?”
      • “Cosa significa ‘quantum computing’ e quali sono le sue applicazioni potenziali?”

    Utilizzando questi spunti di input, potrai esplorare diverse funzionalità di ChatGPT e ottenere risposte pertinenti e informative alle tue domande.

    Guida passo passo all’uso di ChatGPT

    Ecco come puoi sfruttare al massimo le sue capacità:

    1. Avvia la conversazione:

    • Per iniziare, basta scrivere o fare una domanda. ChatGPT risponderà con una risposta pertinente in base alla tua richiesta.

    2. Chiedi domande chiare e concise:

    • Più la tua domanda è chiara e specifica, migliore sarà la risposta di ChatGPT. Evita ambiguità o domande troppo complesse.

    3. Fornisci contesto:

    • Se necessario, fornisci contesto aggiuntivo per aiutare ChatGPT a comprendere meglio la tua richiesta. Questo può migliorare la qualità della risposta.

    4. Esplora le funzionalità:

    • Oltre a rispondere alle domande, ChatGPT può svolgere una varietà di compiti. Prova a chiedere di tradurre testi, generare idee per storie, completare frasi o persino scrivere poesie!

    5. Fai domande follow-up:

    • Se hai bisogno di ulteriori informazioni o chiarimenti, sentiti libero di fare domande di follow-up. ChatGPT è qui per aiutarti!

    6. Correggi e affina:

    • Se la risposta di ChatGPT non è esattamente quello che cercavi, prova a riformulare la domanda o a fornire ulteriori dettagli. La precisione migliora con l’iterazione.

    7. Esplora gli esempi:

    • Se hai bisogno di ispirazione su come porre una domanda o su cosa ChatGPT può fare, dai un’occhiata agli esempi forniti nella guida o nella documentazione.

    8. Rispetta la privacy e la sicurezza:

    • Evita di condividere informazioni sensibili o personali con ChatGPT. Tratta l’interazione con la stessa cautela che avresti con qualsiasi altra forma di comunicazione online.

    9. Sperimenta e divertiti:

    • Non avere paura di sperimentare! ChatGPT è qui per aiutarti e per fornirti risposte intelligenti e creative. Esplora le sue capacità e divertiti nel farlo!

    10. Fornisci feedback:

    • Il tuo feedback è prezioso per migliorare continuamente l’esperienza con ChatGPT. Fornisci feedback alle risposte che ricevi, anche se fossero inferiori alle tue aspettative.

    Seguendo queste linee guida, dovresti essere in grado di utilizzare ChatGPT in modo efficace e ottenere risposte pertinenti alle tue domande. Buona conversazione!

  • Reputazione online: cos’è e come lavorarci

    Reputazione online: cos’è e come lavorarci

    La reputazione online è uno degli aspetti più interessanti, e spesso sottovalutati, ai quali sono interessate sia le aziende che i singoli individui. Di fatto, la reputazione rappresenta, in ambito digitale, il modo in cui un utente, una realtà  aziendale oppure un professionista si presenta sul web.

    Cosa si intende per web reputation

    La reputazione sul web è ciò che vediamo ad esempio su Google quando proviamo a cercare il nostro nome; se ci provate anche voi, usciranno fuori un insieme di risultati tratti dai vari siti che raccolgono informazioni su di voi. Se in alcuni casi potranno uscire risultati di cui sarete anche consapevoli (ad esempio: il vostro profilo Facebook o Twitter), ce ne potrebbero essere altre di cui, invece, non sarete consapevoli. La cosa potrebbe sorprendere ma bisogna sempre ricordare, di fatto, che Google è uno strumento sempre più potente e ad ampio spettro, e per quanto gli strumenti per la privacy non mancano ci sarà  sempre, più o meno, chi proverà  ad abusarne a nostro svantaggio.

    È anche possibile, in alcuni casi, richiedere una consulenza sulla propria reputazione online o su quella della propria azienda, al fine di provare, generalmente, di “correggere il tiro” in caso ad esempio di articoli sgradevoli o diffamatori, contenuti che violano la nostra privacy, recensioni negative e così via. Queste consulenze solo molto specialistiche e vanno valutate caso per caso, perchè non sempre è possibile intervenire: se ad esempio vi recensiscono male un prodotto, è più corretto rivedere forma e sostanza di quel prodotto invece di prendersela con chi lascia recensioni negative. Diverso è il caso, ad esempio, in cui le recensioni negative sono finte o messe lì apposta, ed in quel caso si possono provare delle azioni per farle rimuovere, anche qui – purtroppo – non sempre con la garanzia di successo.

    L’ossessione per il controllo: una tendenza da combattere

    Sono numerose le aziende che si occupano di reputazione digitale, di fatto, e molte di esse insistono su concetti canonici: spulciare il web alla ricerca di riferimenti “scomodi” per qualcuno, e provare a farli rimuovere. Se questo può essere visto in ottica costruttiva come lotta allo spam che affligge molte aziende, che vengono scrapate (cioè il loro sito viene copiato, in tutto o in parte) spesso a loro insaputa, con il clamoroso risultato (a volte) che i contenuti copiati salgono su Google ed emergono prima di noi – per altri versi può essere visto come un qualcosa di clamorosamente fraintendibile, ovvero illudersi che il web possa rappresentare esattamente l’immagine che vorremmo di noi stessi. Questa tendenza, vagamente narcisistica e determinata da mille cause (sulle quale non indagherò, per amor di brevità ) si riflette nell’idea che trattare la reputazione digitale possa significare avere il controllo completo del web: cosa che è in generale falsa, dato che il web per sua natura è incontrollabile e i contenuti “scomodi” rimossi oggi potrebbero comunque riemergere domani.

    La tendenza, nella seconda accezione, a contrastare il diritto all’informazione sfruttando “trucchetti” spesso nemmeno funzionanti, alla lunga, può essere parte di molte strategie SEO atte a lavorare in questa direzione, per quanto poi sia più logico (anche se non sempre praticabile) far emergere ad esempio un sito ufficiale di una persona, o di un’azienda, che porti lecitamente avanti le proprie ragioni. In questo modo, alla lunga, si potrebbe ottenere qualche risultato, per quanto poi sulle recensioni negative, ad esempio, non ci sia molto da fare se non, al limite, utilizzare strategia di crisis management, rispondere ai commenti negativi e cercare se possibile di rimediare al problema riscontrato dall’utente.

    Quali sono gli strumenti utili per la reputazione online

    In genere nelle analisi professionali di reputazione online intervengono vari tool che sono sulla falsariga di quelli usati per la SEO (SEOZoom, SEMRush ecc.). In realtà  può anche bastare solo Google, ed il senso della consulenza si esplica nel fatto di sapere come modificare i risultati, o provando a farli rimuovere o chiedendo una rettifica. È nostro diritto farlo, soprattutto se i contenuti fossero anche solo involontariamente diffamatori o poco gradevoli nei nostri confronti, ma ovviamente – al tempo stesso – vale anche il diritto di cronaca da parte di chi scrive.

    Come rimuovere un contenuto da Google

    Per cancellare un contenuto da Google possiamo ricorrere alla guida ufficiale di Google, e su questa falsariga decidere di:

    • contattare il proprietario del sito per far rimuovere il contenuto (cosa più semplice e spesso inaspettatamente funzionante);
    • far rimuovere per “giusta causa” il contenuto a Google su richiesta, allegando documentazione (eventualmente anche legale o amministrativo-burocratica), cosa che è una prassi nel caso di immagini intime pubblicate senza consenso, pubblicazione di deep fake pornografici, contenuti palesemente falsi o diffamatori, casi di doxxing (contenuti che indicano nome, indirizzo, telefono, cognome, indirizzo, città  di una persona che non ha motivo o non vuole farsi trovare), richieste di estorsione per rimuovere un contenuto, informazioni riservate di natura medica, finanziaria o di identità .

    Il GDPR per la privacy è molto chiaro a riguardo, e si può fare riferimento allo stesso (magari con l’aiuto di un consulente legale) per maggiori informazioni. Google si è adeguato da anni a questa normativa, e secondo una sentenza del 2020 se ad esempio c’è un articolo che ci diffama possiamo farlo de-indicizzare dai motori ma non cancellare dall’archivio del giornale, che deve rimanere archivio, per l’appunto, a scopo di documentazione.

    La reputazione online è una sorta di SEO “al contrario”, se vogliamo, in cui cerchiamo di togliere i risultati poco rilevanti (ricordiamo che non ci sono regole assolute, e che non possiamo manipolare i risultati come vogliamo nel 100% dei casi: spesso, di fatto, non ne abbiamo modo nè diritto). A seconda del sito web che ci cita o che esce cercando su un motore il suo nome, comunque, possiamo provare diversi tipi di interventi.

    Per monitorare il nostro nome ed i risultati di ricerca che lo riguardano nel tempo, possiamo fare uso ad esempio dello strumento di Google Alert.

    Sito personale

    I contenuti di un sito personale o aziendale che ci (auto)cita può essere cancellato o modificato, banalmente, ed in questo caso non dovremmo avere problemi di alcun tipo nel farlo. Dopo un po’ che la pagina è stata modificata o cancellata, dovrebbe sparire dai motori (in caso facciamo uso dello strumento di rimozione da Google, ed i siti su cui abbiamo il controllo sono l’unico caso in cui possiamo farlo).

    Linkedin

    Se abbiamo un profilo Linkedin che non vogliamo più fare apparire su Google, possiamo modificarlo, anche qui, oppure cancellarlo.

    Siti generici e blogche ci citano

    Se non vogliamo essere citati da un risultato di ricerca che ci cita su un blog o sito di cui non sapevamo nulla, possiamo semplicemente provare a contattare la redazione dalla sezione contatti di quel sito, che dobbiamo cercare nella pagina con CTRL F sul browser, oppure cercando sezioni come chi siamo e simili. Il modulo di contatto, qualora non ci fosse, ci spinge a rivolgerci al servizio di hosting di quel sito e chiedere all’hosting la rimozione, facendo presente il problema alla sezione abuse dell’hosting. Possiamo scoprire l’hosting di un sito seguendo questa guida sul web.

    Teniamo conto, comunque, che per come funziona il web chiunque potrà  sempre ricreare un contenuto fake e posizionarlo, per cui non esiste un modo per tutelare ognuno di noi al 100%.

    Facebook / Instagram

    Se abbiamo un profilo Facebook che non vogliamo più far vedere sui motori per motivi di privacy o altro, possiamo rendere il profilo non visibile sui motori. Possiamo anche decidere di cancellare il profilo Facebook, come spiegato qui.

    Se abbiamo un profilo Instagram che non vogliamo più far vedere sui motori anche qui per motivi di privacy o altro, possiamo escuderlo da Google rendendolo privato. Possiamo anche togliere immagini, modificare nome (ad esempio mettendo un nickname al posto del nome reale) e seguire le istruzioni ufficiali come ulteriore referenza. Possiamo anche decidere di cancellare il profilo Instagram, come spiegato qui.

    Conclusioni

    Dovrebbe essere chiara, a questo punto, l’importanza della reputazione online sulla base del numero di compromessi ed accortezze che riusciamo ad ottenere, e che abbiamo descritto in questo articolo. La reputazione vale addirittura per il mercato nero del darkweb, un mondo risaputamente de-regolamentato in cui ci si rivolgere comunque, tendenzialmente, a venditori affidabili. A maggior ragione, quindi, dovrebbe valere sul web che tutti navighiamo ogni giorno.

    Foto di mohamed Hassan da Pixabay

  • Migliori app di dating luglio 2024

    Migliori app di dating luglio 2024

    Queste app offrono una varietà di opzioni per soddisfare diverse preferenze e sono popolari per la loro facilità d’uso e funzionalità orientate al matching basato su interessi comuni e preferenze personali. È consigliabile provare più di una app per trovare quella che meglio si adatta alle proprie esigenze e preferenze.

    Stanchi di essere cuori solitari? Le app di dating sono qui per rivoluzionare il mondo degli incontri! E l’estate coi suoi viaggi e i suoi spostamenti per divertimento può essere un’ottima occasione. Queste piattaforme online ti permettono di conoscere potenziali partner in modo facile e veloce, comodamente da casa tua.

    In breve

    Scegli l’app giusta per te!

    In definitiva, la scelta dell’app migliore per te dipende da ciò che stai cercando:

    • Se cerchi un incontro veloce e casuale: Tinder è la scelta migliore.
    • Se cerchi una relazione seria e duratura: Hinge o Bumble potrebbero essere più adatte.
    • **Se vuoi conoscere persone che si trovano

    Classifica

    • Miglior geolocalizzazione: Tinder
    • Migliori opzioni per gusti sessuali e personali: OkCupid, Grindr, HER (in base all’orientazione sessuale specifica)

    Ecco alcune delle migliori app di dating con una breve descrizione dei loro punti di forza e dei loro punti deboli, classificate in base ai criteri richiesti.

    Come funzionano le app di dating?

    Semplice! Crea un profilo con foto, descrizione e interessi, e inizia a sfogliare i profili di altri utenti. Se trovi qualcuno che ti piace, puoi “darle un like” o “inviargli un messaggio”. Se l’interesse è reciproco, ecco nato un match, e la chat può avere inizio!

    Le app di dating hanno trasformato il modo in cui le persone si incontrano e si connettono, offrendo una piattaforma accessibile per cercare romanticismo, amicizia o anche semplici incontri. Grazie alla geolocalizzazione e ai filtri personalizzati, queste piattaforme consentono agli utenti di visualizzare profili di potenziali partner nelle loro vicinanze, basati su interessi, preferenze sessuali e personali.

    Ciò che rende queste app attraenti è la loro capacità di ampliare le possibilità di incontro, facilitando l’accesso a una vasta rete di persone che potrebbero non essere incontrate altrimenti nella vita di tutti i giorni. Tuttavia, è importante essere consapevoli di alcuni aspetti: mentre le app offrono una piattaforma per connettersi, è possibile che ci siano sfide come la gestione delle aspettative e la qualità delle interazioni.

    Aspettatevi una varietà di profili e una gamma di esperienze: alcuni incontri potrebbero portare a connessioni significative, mentre altri potrebbero rimanere superficiali. La chiave per non rimanere delusi è mantenere un atteggiamento aperto e realistico. Le percentuali di match variano a seconda dell’app e della zona geografica, ma una stima realistica potrebbe essere intorno al 10-20% dei like reciproci che portano a una conversazione significativa o a un incontro.

    Scegliere l’app giusta dipende dalle proprie preferenze personali e dalla comunità di utenti che si desidera raggiungere. Esplorare diverse piattaforme può aiutare a trovare quella più adatta alle proprie esigenze e aumentare le possibilità di trovare una connessione significativa.

    Cosa è bene fare?

    • Crea un profilo autentico: Sii te stesso/a! Mostra le tue passioni, i tuoi hobby e il tuo vero carattere.
    • Scegli foto di qualità: Le immagini sono fondamentali per attirare l’attenzione. Usa foto recenti e che ti rappresentino al meglio.
    • Sii un buon “conversazionista”: Fai domande interessanti, rispondi con entusiasmo e sii te stesso/a.
    • Riassumi le tue aspettative: Rifletti su cosa cerchi in una relazione e sii onesto/a con te stesso/a e con gli altri.

    Cosa è meglio evitare?

    • Non mentire: L’onestà è la chiave per relazioni sane. Evita di inventare informazioni o esperienze inesistenti.
    • Non essere superficiale: Non giudicare le persone solo dall’aspetto. Vai oltre le foto e dai un’occhiata alle loro descrizioni e interessi.
    • Non essere insistente: Se qualcuno non risponde ai tuoi messaggi, non assillarlo/a. Rispetta i suoi spazi.
    • Non scoraggiarti: Non tutti i match porteranno a una storia d’amore. Prendi le cose con filosofia e continua a divertirti!

    Cosa aspettarsi?

    Le app di dating possono essere un ottimo modo per conoscere nuove persone, fare nuove amicizie e trovare l’amore. Tuttavia, è importante avere le giuste aspettative. Non è un processo immediato e potresti dover fare un po’ di “tentativi” prima di trovare la persona giusta.

    Quante probabilità di match ci sono?

    Dipende da diversi fattori, come la tua zona, il tuo profilo e l’app che usi. In generale, puoi aspettarti un tasso di match compreso tra il 5% e il 20%. Ovviamente non parliamo di calcoli scientifici ma ci atteniamo solo ad un certo realistmo, anche in base alle nostre esperienze dirette. Ricorda, pero’: la cosa più importante è divertirti e non prenderla troppo sul serio! Le app di dating possono essere un’esperienza divertente e gratificante, se usate nel modo giusto.

    1. Tinder

    • Geolocalizzazione: Tinder utilizza la geolocalizzazione per mostrare profili nelle vicinanze.
    • Gusti sessuali e personali: È possibile specificare le preferenze sessuali e personali nei filtri di ricerca.
    • Punto forte: Ampia base di utenti, interfaccia semplice e swipe intuitivo.
    • Punto debole: Alcuni utenti potrebbero non essere alla ricerca di relazioni serie.

    2. Bumble

    • Geolocalizzazione: Simile a Tinder, utilizza la geolocalizzazione per mostrare corrispondenze nelle vicinanze.
    • Gusti sessuali e personali: Offre opzioni di filtraggio per preferenze sessuali e personali.
    • Punto forte: Le donne devono fare il primo passo, il che può ridurre i messaggi indesiderati.
    • Punto debole: La base utenti potrebbe essere più piccola rispetto a Tinder in alcune aree.

    3. OkCupid

    • Geolocalizzazione: Mostra corrispondenze in base alla posizione geografica, con opzioni di ricerca avanzate.
    • Gusti sessuali e personali: Consente di specificare dettagliatamente le preferenze sessuali e personali nel profilo.
    • Punto forte: Domande dettagliate per abbinamenti accurati, inclusivo di tutte le orientazioni sessuali.
    • Punto debole: L’interfaccia potrebbe sembrare un po’ datata rispetto ad altre app più moderne.

    4. Grindr

    • Geolocalizzazione: App specificamente per uomini gay, bi, trans e queer.
    • Gusti sessuali e personali: Filtri avanzati per orientazioni sessuali e preferenze.
    • Punto forte: Comunità attiva e concentrata sulle connessioni LGBTQ+.
    • Punto debole: Potrebbe non essere adatto a chi cerca relazioni più lunghe e impegnate.

    5. HER

    • Geolocalizzazione: App per donne lesbiche, bisessuali e queer.
    • Gusti sessuali e personali: Opzioni di filtro basate su interessi e preferenze.
    • Punto forte: Comunità inclusiva e supporto per connessioni significative.
    • Punto debole: La base utenti potrebbe essere limitata in alcune aree geografiche.

    1. Tinder:

    • Aspetto migliore: Semplicissima da usare e con un bacino di utenti vastissimo (oltre 50 milioni nel mondo). Perfetta per chi cerca incontri veloci e senza troppe complicazioni.
    • Aspetto peggiore: Focalizzata principalmente sul fattore estetico, con un approccio superficiale che potrebbe non essere adatto a chi cerca relazioni più profonde.
    • Geolocalizzazione: Ottima. Tinder ti permette di trovare persone vicine a te.
    • Gusti sessuali: Inclusiva. Tinder permette di scegliere l’orientamento sessuale e di cercare potenziali partner in base a questo criterio.
    • Gusti personali: Discreta. Tinder offre la possibilità di filtrare i risultati in base a interessi e hobby, ma le opzioni sono meno specifiche rispetto ad altre app.

    Su questa opzione, senza dubbio l’app più nota e popolare, puoi leggere anche la nostra grande guida a Tinder.

    2. Hinge:

    • Aspetto migliore: Progettata per incoraggiare relazioni più serie e durature, con un focus sulla compatibilità e sugli interessi comuni.
    • Aspetto peggiore: Numero di utenti inferiore rispetto a Tinder, quindi potrebbe richiedere più tempo trovare potenziali partner.
    • Geolocalizzazione: Buona. Hinge funziona bene a livello locale, ma la sua popolarità è minore in alcune zone rispetto a Tinder.
    • Gusti sessuali: Inclusiva. Hinge permette di scegliere l’orientamento sessuale e di cercare potenziali partner in base a questo criterio.
    • Gusti personali: Ottima. Hinge offre diverse opzioni per filtrare i risultati in base a interessi, hobby, valori e stile di vita, permettendoti di trovare persone con cui hai davvero molto in comune.

    3. Bumble:

    • Aspetto migliore: Nelle coppie eterosessuali, è la donna a fare la prima mossa, rompendo gli schemi tradizionali e dando più potere alle donne.
    • Aspetto peggiore: Il tempo per iniziare una conversazione è limitato (24 ore per le donne, 48 per gli uomini), il che può mettere un po’ di pressione e portare a decisioni affrettate.
    • Geolocalizzazione: Buona. Bumble funziona bene a livello locale, ma la sua popolarità è minore in alcune zone rispetto a Tinder.
    • Gusti sessuali: Inclusiva. Bumble permette di scegliere l’orientamento sessuale e di cercare potenziali partner in base a questo criterio.
    • Gusti personali: Ottima. Bumble offre diverse opzioni per filtrare i risultati in base a interessi, hobby, valori e stile di vita, permettendoti di trovare persone con cui hai davvero molto in comune.

    4. Happn:

    • Aspetto migliore: Basata sulla geolocalizzazione, ti mostra solo le persone che hai incrociato fisicamente durante la giornata, dando un tocco di realismo agli incontri online.
    • Aspetto peggiore: Richiede che entrambi gli utenti si siano “likeati” a vicenda per poter iniziare una conversazione, limitando un po’ le interazioni.
    • Geolocalizzazione: Eccellente. Happn è perfetta per chi vuole conoscere persone che si trovano davvero vicine a loro.
    • Gusti sessuali: Inclusiva. Happn permette di scegliere l’orientamento sessuale e di cercare potenziali partner in base a questo criterio.
    • Gusti personali: Discreta. Happn offre alcune opzioni per filtrare i risultati in base a interessi e hobby, ma le opzioni sono meno specifiche rispetto ad altre app.

    5. Meeters:

    • Aspetto migliore: Dedicata a un pubblico over 40, offre un ambiente più maturo e mirato a relazioni stabili.
    • Aspetto peggiore: Numero di utenti inferiore rispetto alle app più popolari, quindi la scelta di potenziali partner potrebbe essere più limitata.
    • Geolocalizzazione: Buona. Meeters funziona bene a livello locale, ma la sua popolarità è minore in alcune zone rispetto a Tinder.
    • Gusti sessuali: Inclusiva. Meeters permette di scegliere l’orientamento sessuale e di cercare potenziali partner in base a questo criterio.
    • Gusti personali: Ottima. Meeters offre diverse opzioni per filtrare i risultati in base a interessi, hobby, valori e stile di vita, permettendoti di trovare persone con cui hai davvero molto in comune
  • Dating online: come, quando, quanto, perchè praticarlo

    Dating online: come, quando, quanto, perchè praticarlo

    Il “dating” si riferisce al processo di incontrare persone nuove con l’intenzione di stabilire una connessione romantica o sociale.

    Ecco una guida pratica per il dating, e speriamo che possa esservi utile.

    Significato del Dating

    La parola “dating” ha origini incerte, ma si pensa che derivi dal termine inglese medio “date”, che indicava l’atto di designare una data specifica. Nel corso del tempo, il significato si è evoluto per includere l’attività di incontrare qualcuno romanticamente o socialmente.

    L’uso moderno della parola “dating” nel contesto delle relazioni romantiche ha guadagnato popolarità soprattutto negli Stati Uniti intorno al XX secolo. Tuttavia, la sua etimologia precisa è un po’ oscura. Si ritiene che il termine abbia iniziato a essere utilizzato più ampiamente durante il periodo della rivoluzione industriale.

    La parola “date” in sé deriva dal latino “data”, che significa “cosa data” o “cosa assegnata”. Questo concetto è stato applicato anche nel contesto dell’incontrare qualcuno in un’occasione specifica o in un momento prestabilito.

    Nel complesso, l’etimologia esatta della parola “dating” può essere difficile da tracciare con precisione, ma il suo uso nel contesto delle relazioni romantiche è diventato ampiamente accettato e compreso nella cultura moderna.

    • Conoscenza reciproca: Il dating coinvolge l’incontro e la conoscenza di persone nuove, sia attraverso app specifiche che offline, con l’obiettivo di formare relazioni romantiche o sociali.

    Dating Sicuro

    • Sicurezza online: Se utilizzi app di dating, assicurati di utilizzare piattaforme legittime e sicure, evitando di condividere informazioni personali sensibili all’inizio.
    • Incontri sicuri: Quando decidi di incontrare qualcuno di persona, scegli luoghi pubblici e informa un amico o un familiare del tuo programma.
    • Ascolta il tuo istinto: Se qualcosa non ti sembra giusto o ti senti a disagio, è importante seguire il tuo istinto e allontanarti dalla situazione.

    Cosa Evitare

    • Rivelare troppo presto: Evita di condividere dettagli personali sensibili troppo presto. È meglio conoscersi gradualmente.
    • Sforzarsi troppo: Sii te stesso/a e non cercare di essere qualcun altro solo per piacere. L’autenticità è importante.

    Come Usare il Dating

    • Creare un profilo sincero: Assicurati che il tuo profilo rifletta chi sei veramente.
    • Inizia con conversazioni leggere: Quando conosci qualcuno online, inizia con conversazioni informali prima di passare a temi più profondi.
    • Essere rispettosi: Mostra rispetto verso gli altri, anche se non c’è interesse reciproco.

    Quando e con Quali Modalità

    • Tempo adatto: Non c’è un momento specifico per iniziare il dating, dipende dalla tua prontezza emotiva.
    • Modalità di incontri: Puoi iniziare con app di dating online o partecipare a eventi sociali e attività che ti interessano per incontrare persone nuove.

    Il dating può essere un’esperienza emozionante e gratificante, ma è importante affrontarlo con attenzione e consapevolezza per garantire la propria sicurezza e benessere emotivo. Seguire queste linee guida può aiutarti a navigare nel mondo del dating in modo più sicuro ed efficace.

    10 suggerimenti per fare dating online

    Eccoti, infine, alcuni ulteriori suggerimenti utili per il dating online:

    1. Crea un Profilo Autentico: Assicurati che il tuo profilo rifletta chi sei realmente. Usa foto recenti e una descrizione onesta di te stesso/a.
    2. Sii Selettivo/a con le App: Scegli le piattaforme di dating online che meglio si adattano alle tue esigenze e obiettivi. Alcune app si concentrano su diversi tipi di relazioni, quindi trova quella che fa per te.
    3. Scatta Foto Accattivanti: Le foto sono il primo impatto. Scegli immagini di buona qualità che mettano in evidenza la tua personalità e i tuoi interessi.
    4. Inizia Conversazioni Significative: Quando contatti qualcuno, fai domande interessanti che possano portare a una conversazione significativa, evitando i messaggi generici.
    5. Sii Rispettoso/a e Gentile: Mostra rispetto verso gli altri utenti, anche se non c’è interesse reciproco. Evita comportamenti inappropriati o invadenti.
    6. Passa Presto ai Messaggi Fuori dall’App: Se la conversazione va bene, considera di passare a una piattaforma di messaggistica più personale per stabilire un contatto più diretto.
    7. Scegli un Luogo Sicuro per gli Incontri: Se decidi di incontrare qualcuno di persona, scegli luoghi pubblici e sicuri per il primo incontro.
    8. Ascolta il tuo Intuito: Se qualcosa non ti sembra giusto o ti senti a disagio, è importante fidarsi del proprio istinto e allontanarsi dalla situazione.
    9. Prenditi il Tuo Tempo: Non sentirti sotto pressione. Il dating online può richiedere tempo prima di trovare una connessione significativa, quindi sii paziente.
    10. Sii Aperto/a alle Possibilità: Mantieni una mentalità aperta e sii disposto/a a conoscere persone diverse. Non limitarti e lascia spazio alle sorprese positive.

    Il dating online può essere un’esperienza divertente e gratificante se affrontata con consapevolezza e attenzione. Seguendo questi suggerimenti, potresti migliorare le tue possibilità di fare incontri significativi e appaganti.

  • Gli 11 brevetti di Google più importanti per la SEO (in teoria)

    Gli 11 brevetti di Google più importanti per la SEO (in teoria)

    Questo articolo è andato a curiosare sui brevetti di Google, quelli utilizzati per classificare i risultati di ricerca e venire incontro alle esigenze degli utenti. Prima di procedere oltre, è bene precisare cosa sia un brevetto e cosa comporti a livello pratico per la SEO.

    Perchè un brevetto

    Anzitutto un brevetto (nello specifico vengono anche chiamati Google Patents) è un’idea realizzativa associato ad un “qualcosa”: nello specifico, un algoritmo oppure un sistema per fare qualcosa. Sulla brevettabilità  del software esistono delle differenze sostanziali tra USA ed Europa – detta molto in breve e sacrificando qualche dettaglio sull’altare della sintesi, in Europa non possiamo brevettare i software, in USA invece si può fare, e da molto tempo.

    In linea generale, non è detto che un brevetto software – nello specifico, una “regola” o criterio proprietario usata da Google per posizionare i siti, ad esempio – comporti un qualcosa che realmente esiste o sia stato davvero implementato: ci sono brevetti relativi a progetti mai realizzati, esattamente come non tutti gli articoli scientifici sono relativi a cose esistenti. Motivo per cui l’articolo sarà  squisitamente speculativo, ed in molti casi proverà  ad “immaginare”, se vogliamo, l’applicazione dei brevetti alla realtà  della SEO moderna.

    Brevetto: alterazione dei risultati di ricerca

    Il primo brevetto che andiamo ad analizzare è classificato come US8938463, ed è parzialmente noto alla comunità  SEO come il “brevetto di Google sul CTR“, o meglio: la possibile modifica dei risultati di ricerca in SERP in base ad azioni predeterminate dell’utente. Nello specifico ciò avviene sulla base di:

    1. implicit user feedback (feedback implicito da parte dell’utente)
    2. model of presentation bias (modello di distorsione della presentazione dei risultati all’utente finale)

    In prima istanza, il modello presentato genera, mediante un calcolo probabilistico, un punteggio di ranking dovuto alla presenza di determinate azioni da parte dell’utente: ad esempio il numero di click su un risultato, sulla base di due parametri (uno legato alla rilevanza del documento rispetto alla query, l’altro legato al suo aspetto più o meno accattivante o invitante). Il punteggio ottenuto viene poi validato per evitare manipolazioni – ad esempio dovute a click farlocchi o maliziosi – e si cambia, di conseguenza, il risultato di ricerca di conseguenza. Ancora più nello specifico:

    le reazioni degli utenti a determinati risultati di ricerca o elenchi di risultati di ricerca possono essere misurate, in modo che i risultati su cui gli utenti spesso fanno clic ricevano un ranking più elevato. Il presupposto generale in base a tale approccio è che gli utenti di ricerca sono spesso i migliori giudici in termini di rilevanza, quindi se selezionano un particolare risultato di ricerca è probabile che sia pertinente o più pertinente delle alternative presentate.

    Al tempo stesso, il modello di algoritmo cerca di fare in modo di ridurre l’influenza dovuta al presentation bias, ovvero una possibile distorsione o condizionamento dovuti all’aspetto stesso dei risultati in SERP.

    Brevetto: generazione di ricerche simili ed assegnazione di un punteggio ad ogni sito

    Nel brevetto US9031929 si pone il caso di un utente che:

    1. fa una ricerca su Google
    2. in risposta a tale “domanda” (query) viene calcolato un conteggio di tutte le query categorizzate rivolte a quel sito.

    Fatta una successiva scrematura dei risultati, al sito viene assegnato un punteggio. L’insieme di query generate (le query sono ricerche associate a quel sito, ad esempio se parto dalla ricerca di un “SEO” arrivo a definire {“blog SEO”, “consulenti SEO”, “come fare SEO”, ecc.} sulla base dei contenuti, dei link e della struttura del sito oggetto. Anche se non abbiamo prove su come venga applicato questo primo criterio, possiamo immaginare (idea mia, ovviamente, da prendere con le pinze) che l’insieme di query calcolate e filtrate dall’algoritmo possano corrispondere a quelle associate alle ricerche di Google relative alla Search Console, cioè quelle che vediamo all’interno del nostro tool di ricerca.

    Più semplicemente, tale insieme di ricerche generate o “indotte” viene utilizzato per capire quanto sia pertinente, cioè utile per gli utenti e rispondente al search intent (l’intenzione o l’obiettivo dell’utente che cerca, cioè quello che si aspetta di trovare quando cerca qualcosa), e ci ricorda quanto sia importante creare siti tematici, focalizzati sull’utilità  dell’utente e, se possibile, unici ed originali nel loro genere, in modo da poterli posizionare naturalmente.

    Query semantiche

    Da tempo ci ammorbano con la semantica su Google, e molti SEO ne hanno tratto considerazioni a volte arbitrarie, altre volte corrette da un punto di vista formale: qui si immagina un criterio per associare “entità ” ad una ricerca, cioè Google riesce a capire dal fatto che cerchiamo ad esempio “hotel” una geolocalizzazione (se siamo a Milano, cerchiamo hotel in quella zona).

    Anche qui viene calcolato un punteggio per il sito, ed i punteggi migliori sono ovviamente ben rankati a parità  di ulteriori, complesse condizioni. Questo è il brevetto: WO2016028696A1, e che potete spulciarvi per ulteriori dettagli.

    Calcolo del sentiment di un’entità

    Un’entità , per quello che abbiamo appena visto, può essere semplicemente una pagina web che parla di qualcuno o qualcosa: come fare a capire quanto quel qualcosa sia attendibile? È qui che viene incontro uno dei brevetti secondo me più incredibili mai registrati da Google: US8417713, ovvero il calcolo del “sentiment” (parola intraducibile in questo contesto, e che potremmo rendere con feeling o attendibilità ) di un’entità . Come avviene tutto questo? Sulla base di un complesso calcolo delle recensioni che puntano a quel sito, e che – a determinate condizioni – permette di effettuare un ranking su Google basato sulla fiducia o trust di un sito.

    A livello SEO: fate SEO con il cuore in mano, e senza fare troppe furbate. Google vi vede 🙂

    Previsione dei posti che ti piaceranno

    Altro brevetto davvero complicato e, almeno in apparenza, significativo: si brevetta (US8949013) un metodo per prevedere i posti che ti potrebbero piacere quando fai una ricerca locale, il tutto in base all’analisi dello storico dei luoghi in cui sei stato. Un aspetto sul quale la SEO non può, com’è ovvio, intervenire direttamente, ma che deve essere tenuto in conto quando esponiamo determinati dettagli: ad esempio se un luogo è low cost come molti altri, si possono utilizzare parole simili o contenuti analoghi ai competitor, ad esempio.

    L’organizzazione e l’ordinamento dei risultati è stabilito su base probabilistica, ovviamente, e potrebbe non essere corretta in molti casi reali.

    Risolvere le ambiguità  di ricerca

    In questo brevetto viene evidenziato un metodo ( US9336211 ) finalizzato ad associare ad una ricerca generica tutti i possibili risultati, sfruttando un sistema di espansione di query analogo a quello visto qualche punto fa: l’espansione delle query, nell’information retrieval, è da sempre alla base dell’interpretazione e dell’ottimizzazione dei risultati di ricerca.

    I SEO potrebbero sfruttare questa informazione per rendere distinguibile il proprio contenuto rispetto a quello degli utenti, finalizzandolo al meglio e specificando le caratteristiche (ad esempio di un prodotto) che lo rendano associabile alla ricerca che si desidera ottimizzare.

    Analisi del contesto e delle espressioni più utilizzate nel settore

    Qui si entra in un argomento davvero molto importante, che spesso molti SEO tendono a dimenticare nella redazione dei testi: non è solo il dominio ed il link con cui fai link building, ma è anche importante capire in che contesto stai mettendo quel link. Il brevetto US9449105 sottolinea esattamente questo aspetto: come fa Google a determinare il contesto di una pagina web? Certo se riusciamo a mettere un link da un articolo che parla di macchine da cucire all’interno di un sito di tecnologia, il punteggio (anche qui calcolato sulla base di vari criteri, abbastanza complessi da descrivere in modo divulgativo) del contesto sarà  ridicolmente basso; diverso se il dominio che ci linka è simile al nostro.

    Nello specifico, vengono definiti delle liste di termini più comunemente utilizzate, sia parole singole che espressioni o frasi tipiche (ad esempio gergali del settore), poi vengono clusterizzate, suddivise per tipo e frequenza, e poi date in pasto ad un ulteriore algoritmo che non fa altro che definire dei “domini” – intesi come gruppi tematici, non come domini internet – di appartenenza per ognuno.

    A che serve tutto questo? A dire: fatevi sempre linkare da siti tematici, e la vostra SEO dovrebbe giovarne nel medio-lungo periodo.

    Analisi del comportamento dell’utente sui backlink

    Basta infilare link dove capita e ti posizioni? Non si direbbe proprio, anche sulla base del brevetto US7716225 che racconta di un metodo per analizzare non solo il contesto di un link, ma anche il comportamento dell’utente sullo stesso: se ci clicca, almeno in teoria, il link vale di più. In quest’ottica sembra che i classici link ancorati a ricerche (un classico della SEO e della link building da almeno vent’anni, ormai) abbiano una valenza quasi ridimensionata, anche se ovviamente dipende da come si lavora.

    Alla base dell’algoritmo, che ripeto non sappiamo se e quando venga applicato da Google (e che è piuttosto complesso da dettagliare, anche qui) vi è un calcolo di ranking e punteggi intermedi, finalizzati al fatto di riuscire ad ottenere risultati di qualità  in prima posizione ed esplicitamente consapevoli che alcuni utenti tenteranno sempre di manipolarli facendo spam o black hat. Si noti che è interessante il presupposto da cui si parte: ovvero che gli utenti del web siano privi di esperienza, per cui si dovrà  fare i conti con questo aspetto.

    A livello SEO – molto in breve – occhio a non inserire troppi link inutili per l’utente, o che difficilmente saranno cliccati (ad esempio quelli nel footer o nei widget).

    Classificazione tassonomica delle pagine web linkanti

    Finisco la carrellata di brevetti con uno altrettanto importante, ovvero US9367814: il documento fa riferimento al contesto di classificazione delle pagine web, questa volta sulla base di un generico insieme di documenti esterni – presumibilmente linkanti dall’esterno – che vengono raggruppati per tassonomia, questa volta: ad esempio, una serie di comparatori di prezzi che linkano un sito che vende un certo prodotto. Anche qui, solito discorso: sempre meglio mantenere la corrispondenza tassonomica (quindi categorie ed eventuali tag) più stringenti possibili.

    Link velocity (Information Retrieval Based on Historical Data)

    In genere nel gergo dei SEO la velocità  di acquisizione dei backlink (ad esempio 1 link al giorno) è indicata simbolicamente come link velocity; il brevetto US7346839B2 del 2003 sembra fare più di un riferimento a questo concetto. La chiave di funzionamento di questo algoritmo di ranking si incentra sulla possibilità  di classificare una pagina web in base allo storico dei backlink acquisiti in passato. Si cita esplicitamente, peraltro, che il punteggio calcolato possa influenzare in positivo il funzionamento dei motori di ricerca, ed il fatto che il ranking stesso sia calcolato sulla base di una funzione presumibilmente di “decomposizione” (decaying function) delle date in cui i link sono comparsi sul web.

    Non sono citati esplicitamente i criteri, e non è dato sapere come faccia Google Search nella pratica a fare i suoi calcoli, ma è abbastanza sicuro che lo storico dei backlink abbia una certa importanza, se ben realizzato (e non sia spammoso).

    Un altro aspetto importante di cui tenere conto nelle strategie SEO è anche il seguente: gli incrementi spiky di backlink sono visti in modo sospetto, quindi come potenziale spam penalizzante. I profili di link generati in modo manuale (quindi non quelli naturali, in cui avviene la link earning pulita) sono considerati indicativi di un alto rischio di manipolazione, e si basano – si evidenzia nel documento in questione – su decisioni coordinate che portano ad un aumento considerevole di anchor text specifiche (parole, coppie di parole, frasi).

    Conclusioni

    Spero di avervi fornito spunti interessanti di lavoro: in definitiva, quindi, se esiste un brevetto non è detto che Google lo usi sul serio, e anche ammesso che lo usi le modalità  con cui lo applica realmente non sono così scontate ed ovvie come potrebbero sembrare. Per ulteriori informazioni invito a fare riferimento ad esempio al documento Guida pratica alla Proprietà  Intellettuale negli USA.