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  • IPTV: in arrivo le multe per chi guarda le partite gratis

    IPTV: in arrivo le multe per chi guarda le partite gratis

    E’ già  iniziato il campionato italiano di calcio ed ovviamente anche la corsa agli abbonamenti tv per vedere le partite. Ma i prezzi delle Pay Tv sono abbastanza alti ed il ricorso all’illegale dei servizi IPTV sembra, a molti italiani, la scelta migliore. I canali che offrono la possibilità  di vedere tutto ciò che è a pagamento e non solo con costi bassi sono svariati, ma ormai sembra che la loro vita sia finita. Infatti negli ultimi anni si sono intensificati i controlli da parte della Guardia di Finanza per scovare ed oscurare tutti questi siti che “rubano” i network televisivi e li rivendono a prezzi molto ridotti.

    Ovviamente fa gola a tutti poter usufruire di molteplici canali televisivi delle Pay Tv pagando meno della metà  dei costi reali; ma ciò non può essere così semplice e soprattutto senza conseguenze. Qualcuno potrebbe pensare che la frode sia fatta solo da coloro che danno la possibilità  di vedere i canali a pagamento: ma non è così. Anche chi usufruisce dell’IPTV da casa è complice della frode. Al giorno d’oggi, del resto, non è complicato smascherare chi si collega online: tutto è tracciato e di conseguenza facilmente reperibile.

    Basti pensare che ogni utente, anche se non si conosce il nome, ha comunque un indirizzo IP a cui fa riferimento per scaricare ed accedere al servizio illegale, e che mediante il provider con cui accede potrebbe far risalire alla propria identità . Inoltre quei pagamenti sono spesso effettuati tramite carte di credito, quindi ancor più semplice risalire a chi ha pagato. Queste informazioni spesso finiscono in mano alle autorità  quando sequestrano i siti, quindi gli utenti finali rischiano sanzioni sia pecuniarie sia penali al pari di chi emette il servizio. Sicuramente il valore dell’infrazione sarà  diverso tra emettitori e fruitori del servizio, ma nessuno potrà  garantire che non ci saranno ripercussioni per chi ha utilizzato il servizio.

    C’è da chiedersi: vale davvero la pena rischiare?

    Cosa si rischia

    Di per sé l’IPTV non è illegale: l’Internet Protocol Television (IPTV) è un protocollo di rete che attraverso internet trasmette flussi video, e può essere utilizzato anche per scopi leciti. Le televisioni utilizzano proprio questo segnale per trasmettere i programmi televisivi che possono essere tra l’altro essere di due tipi: flussi che trasmettono live e flussi che trasmettono on demand.

    Il sistema diventa illegale quando questi segnali vengono criptati ed utilizzati impropriamente da chi non ne è proprietario. Il segnale captato viene ritrasmesso senza avere il diritto né il permesso di farlo. Viene rubato il segnale e rivenduto illegalmente e questo comporta la violazione dei diritti d’autore e la frode informatica. Reati commessi sia da chi dà  il segnale sia da chi lo utilizza per vedere i programmi. Queste violazioni, come già  detto, comportano sanzioni pecuniarie che possono andare da un minimo di 2.000 euro ad un massimo di circa 26.000 euro.

    Ma anche sanzioni penali: si rischia il carcere da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 3 anni – e forse, in buona sostanza, non conviene.

  • Errore “La connessione non è privata”: come risolverlo e da cosa dipende

    Errore “La connessione non è privata”: come risolverlo e da cosa dipende

    Se la connessione non è privata significa che è intercettabile da terze parti: e questo, nel caso della fase di acquisto da un e-commerce (ad esempio) oppure mentre stiamo inserendo username e password non è una condizione sicura per la navigazione. In genere, infatti, questo errore è determinato da un problema di certificato SSL che è presente all’interno del sito che visitiamo, come spiegato da questo tutorial.

    Per risolvere il problema di connessione non privata in genere è necessario contattare il proprietario del sito e chiedere di aggiornare/installare HTTPS. Diversamente, il sito non sarà  visibile. Rimane comunque possibile effettuare un’operazione di aggiro del problema, chiedendo a Chrome di visitare comunque il sito non protetto a proprio rischio: cosa che ad esempio se siete degli sviluppatori potreste dover fare. Quest’ultimo aspetto potrebbe essere diverso a seconda della vostra versione del browser Firefox, Chrome o Opera che state utilizzando, ed in alcuni casi potrebbe anche dipendere da un eventuale antivirus troppo zelante in merito. Google, in merito, fornisce anche un’eccellente documentazione a riguardo, che è possibile consultare per approfondire la questione.

    Errore Netflix Proxy Streaming Error

    Netflix è una delle principali piattaforme di video streaming, che (ad un prezzo in abbonamento mensile abbastanza abbordabile) permette di visionare film, documentari e serie TV di ogni genere. Si può usare sia su IPTV Android che su browser, oppure anche sui decoder abilitati alle TV via internet; in tutti i casi, potrebbe capitare un errore di proxy streaming error oppure, in italiano, Sembra che tu stia usando un unblocker o un proxy.

    Che cosa significa è subito detto: Netflix distribuisce contenuti in tutto il mondo ed in diverse lingue, diversificando l’offerta in un modo incredibile e fornendo serie TV, documentari e film. Questo è importante ed è quello che li ha resi famosi, ma al tempo stesso è un problema per gli utenti che, ad esempio dall’Italia, non hanno modo di accedere a contenuti distribuiti negli USA. Molti di essi, infatti, tendono ad aggirare il problema cambiando il proprio IP mediante servizi di VPN, in modo da sembrare utenti con IP statunitensi e poter così visionare liberamente quel catalogo. L’azienda riesce a rilevare questa situazione e, in questi termini, impedisce agli utenti di accedere alla piattaforma, bloccandola completamente. Con un problema di questo tipo, noto anche con il codice univoco di errore M7111-5059 , non sarà  possibile accedere a Netflix collegandosi con una VPN.

    Che cosa fare per risolvere il problema? Se viene bloccata la connessione a Netflix sarà  impossibile vedere qualsiasi programma, e questo può provocare rabbia e disagio. Le soluzioni possibili sono tante, e bisogna provarle una per una perchè non esiste un modo unico per affrontare il problema.

    Questo errore è noto con diversi nomi differenti, tra cui:

    Errore streaming

    Netflix Proxy Streaming Error

    Netflix Proxy Error

    Codice di errore: M7111-5059

    Come risolvere l’errore: alcuni suggerimenti utili

    Le soluzioni per risolvere il problema di connessione non privata non dipendono solo da te: dipendono anche dal servizio che stai utilizzando nello specifico. Quindi è necessario andare per tentativi, e cercare di isolare il problema, eventualmente ricorrendo ad una VPN per proteggere la tua connessione e uscire su internet come se fossimo un client diverso. In definitiva, quindi, l’errore di connessione in questione può essere risolto o aggirando il certificato SSL (a proprio rischio, quindi massima attenzione nel farlo) oppure disabilitando l’eventuale blocco via software. Per risolvere il problema, se non c’è modo di contattare il webmaster del sito, è pertanto possibile tentare ulteriori opzioni:

    • Aggiornare o ricaricare la pagina dal browser (refresh della pagina)
    • Verificare che la connessione ad internet sia perfettamente funzionante
    • Provare a navigare, da Chrome o altri browser, in modalità  in incognito
    • Cancellare la cache del browser
    • Cancellare la cronologia del browser
    • Aggiornare il proprio browser, in caso non fosse aggiornato da molto tempo
    • Disabilitare eventuali antivirus attivi, che potrebbero bloccare o rendere difficoltosa la connessione
    • Riavviare il router, attendere che si riconnetta ad internet e riprovare a navigare
    • Riavviare il computer e riprovare a connettersi in seguito

    Errore “La connessione non è privata” Su smartphone o tablet

    • Se succede su uno smartphone: verificare che data e ora del PC o dello smartphone siano corrette

    Errore “La connessione non è privata” su WordPress

    Ogni sito internet potrebbe nascondere insidie di vario genere: malware, spyware, alcuni tipi di cookie (non tutti, ovviamente, ma soltanto alcuni un po’ più invadenti) e script malevoli che potrebbero sottrarre informazioni all’utente, si nascondono a volte anche nei portali più insospettabili, con lo scopo di rubare informazioni private sulle nostre abitudini o sulla nostra posizione geografica.

    Livelli di sicurezza di un sito

    In questo ambito è molto importante sapere, anzitutto, quale sia il livello di sicurezza di un sito: e ce ne accorgiamo facilmente ad esempio con Google Chrome, il browser ufficiale di Google, che per ogni sito che visitiamo mostra un’icona – giusto a fianco dell’indirizzo – che va a mostrare tale livello.

    Ce ne sono tre, ad oggi: un sito sicuro viene mostrato con un lucchetto grigio, un sito non troppo sicuro con una i dentro ad un cerchio mentre i siti non sicuri vengono segnalati da un’icona rossa. Come fare a navigare sul web con qualche garanzia di privacy in più, dato che tutte le operazioni possono avvenire (e quasi sempre avvengono) dietro le quinte?

    Come aumentare la sicurezza grazie alle VPN

    E se una persona volesse navigare comunque in modo sicuro cosa dovrebbe fare? La VPN (acronimo di Virtual Private Network, in italiano significa Rete Privata Virtuale) potrebbe essere una risposta, in quanto aggiunge un livello di protezione, a livello di connessione tra client e server, facendo in modo che chi naviga esca con un indirizzo IP diverso dal proprio. Come sappiamo, infatti, l’indirizzo IP è un identificativo che ci permette di fare uso del web (e non solo), con modalità  che possono statiche (IP fisso) oppure dinamiche (IP variabile). Grazie alla tecnologia delle VPN, di fatto, tutto questo è possibile, pagando in genere una piccola fee mensile per l’abbonamento al servizio.

    In questo ambito, peraltro, nel caso in cui avessimo problemi a connetterci a Netflix con l’errore che abbiamo visto all’inizio (lo ricordiamo, Netflix Proxy Streaming Error), è in genere possibile evitare errori con la VPN e cercare di farne uso con opportuni plugin per il browser, come ad esempio TouchVPN e DotVPN. Non tutte le VPN vengono rilevate da Netflix e potrebbe, pertanto, essere opportuno cambiarle periodicamente. Ed è così, peraltro, che bisognerebbe navigare in genere su internet, soprattutto nel momento in cui si visitino siti in cui non si voglia lasciare traccia, per navigare in modo tranquillo e, soprattutto, senza brutte sorprese in seguito.

  • Che cos’è HTTP: come funziona e a cosa serve

    Che cos’è HTTP: come funziona e a cosa serve

    HTTP è il protocollo fondamentale per il funzionamenti di internet, e consiste in un acronimo che sta per HyperText Transfer Protocol da cui, appunto, le iniziali HTTP. Un protocollo di comunicazione ideato per gli ipertesti che viene utilizzato prevalentemente per la visualizzazione di pagine web mediante browser, come Edge, Firefox, Safari e Chrome.

    Il protocollo HTTP lavora sulla porta 80, in generale, e a differenza di HTTPS non fa uso di alcuna crittografia, per cui è potenzialmente insicuro ed intercettabile dall’esterno.

    Definizione HTTP

    HTTPS significa Protocollo di trasferimento per ipertesti (HyperText Transfer Protocol). Perchè venga utilizzato è subito detto: consente di effettuare comunicazioni sicure a livello internet, quindi (ma non solo) sul web e sui siti web che consultiamo ogni giorno. HTTP, ovvero il protocollo di trasferimento ipertestuale, è stato per molti anni la sostanziale backbone o “spina dorsale” del WEB così come abbiamo imparato a conoscerlo. A livello di protocollo, in genere il server rimane in attesa di connessioni da parte del client, sfruttando il cosiddetto TCP e lavorando in modo asincrono, quindi esclusivamente all’occorrenza. Nella realtà  di internet odierna, comunque, HTTP è ancora utilizzato come meccanismo di comunicazione tra browser e siti e tra client e servizi web più in genere, per quanto sia ormai preferibile fare sempre e comunque uso di HTTPS.

    Come “comunicano” client e server via HTTP (request)

    Su internet esistono client (i nostri computer o cellulari connessi al web) e server (le macchine che ad esempio fanno funzionare web service, siti web o app): noi comunichiamo usando le reti offerte da internet come mezzo trasmissivo fisico, e HTTP viene sfruttato a livello applicativo. HTTP, un po’ come HTTPS, lavora sulla base di varie request. Una request o richiesta è un modo per comunicare (vedi video successivo), e la cosa importante da sapere è che essa viene creata dal browser dell’utente quando l’utente esegue una certa interazione con un sito web (ad esempio, decide di aprirlo oppure preme un pulsante o invia dati in un form).

    La request è in genere considerata a livello programmativo come una singola richiesta, che potrebbe non avere un corrispettivo “visuale” ma essere, ad esempio, una parte di un’operazione più complicata: ad esempio se inviamo i dati della nostra carta di credito su una connessione sicura in HTTPS, è plausibile che ci siano più request di autenticazione e/o trasmissione in una singola operazione.

    L’esempio della trasmissione dei dati della carta di credito su internet è tutt’altro che incidentale: HTTPS entra proprio in queste fasi, serve a garantire che la trasmissione avvenga soltanto per l’acquisto che ci siamo prefissi, e limita la possibilità  che i dati della carta vengono rilevati da intrusi esterni che potrebbero, ad esempio, clonarci la carta di credito. Stesso discorso vale quando facciamo login su Facebook, inserendo i dati della nostra carta di credito: la connessione deve essere mantenuta sicura perchè altrimenti potrebbero rubarci l’account, stessa cosa per il sito della nostra banca, per la nostra email, per Instagram e via dicendo.

    Un esempio di request HTTP alla home, a livello interno, rivolta al sito pippo.com, potrebbe essere mediante la request di tipo GET, che è come se fosse eseguita, in questa sede, via terminale di comando:

    GET / HTTP/1.1
    Host: pippo.com

    A questo punto, una potenziale risposta avrebbe la forma di una serie di header di risposta, non visibili al client, e subito dopo il contenuto in formato HTML della pagina home. Notiamo che ogni riga contiene un’informazione diversa, quindi lo status (200 vuol dire “tutto ok”), la data della risposta, informazioni sul tipo di contenuto e sulla dimensione HTML della pagina in byte, la data dell’ultima modifica ed il contenuto di ETag (in caso di cache in uso nel sito), il tipo di server in uso ed altre informazioni tecniche non primarie.

    HTTP/1.1 200 OK
    Date: Mon, 24 Dec 2020 11:37:12 GMT
    Content-Type: text/html; charset=UTF-8
    Content-Length: 168
    Last-Modified: Wed, 08 Jan 2003 23:11:55 GMT
    Server: Apache/1.3.3.7 (Unix) (Red-Hat/Linux)
    ETag: "3f20f-1b6-3e1db03b"
    Accept-Ranges: bytes
    Connection: close
    
    <html>
      <head>
        <title>Salve, questa è la home di Pippo.com</title>
      </head>
      <body>
        <p>Un esempio facile facile per capire HTTP e le request su cui si basa.</p>
      </body>
    </html>

     

    Cosa cambia tra HTTP e HTTPS?

    Anche se visivamente le pagine web vengono visualizzate allo stesso modo, HTTP non è protetta da crittografia mentre HTTPS è protetta. In altri termini, una connessione HTTP potrebbe essere falsificata facilmente (un sito potrebbe “spacciarsi” per chi non è realmente, usando HTTP) e al tempo stesso la comunicazione in HTTP potrebbe essere spiata via sniffer.comprensibile.

    In una comunicazione con HTTP, durante una sessione di login l’utente potrebbe ad esempio comunicare:

    Username: pippo

    Password: lapassworddipippo

    più un set di ulteriori dati in chiaro, cioè leggibili dall’esterno, su browser, IP, ed altri dati utili nella comunicazione che cambiano a seconda delle implementazioni.

    Nella stessa comunicazione via HTTPS, invece, trasmetteremo un blocco di dati criptato che potrebbe essere ad esempio:

    0634EDDE0DE827BD447FBE496F3FC61E2B63BE1B

    è la stessa comunicazione di prima, ovviamente, solo che è crittografata e quindi leggibile solo dal destinatario legittimo, secondo le “regole” o le politiche interne stabilite dal protocollo HTTPS in questione.

  • Ecco come trovare lavoro su internet è sempre più facile per creativi e freelance

    Ecco come trovare lavoro su internet è sempre più facile per creativi e freelance

    Internet è uno strumento che ha senza dubbio aiutato le vite professionali di molti di noi, creando nuovi mestieri e nuovi sbocchi lavorativi. Tra le diverse figure che hanno beneficiato particolarmente delle tante potenzialità  offerte dalla rete spiccano in particolar modo coloro che svolgono lavori creativi.

    Trovare lavori creativi online è sempre più facile

    Tutti coloro che lavorano in un campo creativo o artistico, ancora di più se sono freelance, sanno bene che trovare clienti non è sempre facile. Anzi, per alcuni è la parte più difficile e stressante dell’intero lavoro. Fortunatamente, però, la rete ha reso molto più semplice anche questo passaggio, rendendo quasi obsolete le fiere del lavoro o la necessità  di andare a consegnare il proprio curriculum e portfolio porta a porta nelle sedi delle aziende per cui vorremmo lavorare. Negli anni, infatti, sono spuntate sempre più piattaforme dedicate alla ricerca di lavoro che mettono in comunicazione professionisti e clienti in modo semplice e veloce.

    Parlando di questo argomento non si può non citare prima di tutto LinkedIn, il social media dedicato al mondo del lavoro. Un po’ come su Facebook, anche in questo caso gli utenti devono aprire un profilo personale su cui inserire informazioni su di sé e su cui postare foto e testi. Il focus però in questo caso viene messo sulla nostra educazione, sulle nostre esperienze professionali e sulla nostra capacità . In questo modo se un potenziale cliente ha bisogno di una figura con le nostre caratteristiche potrà  trovarci e contattarci velocemente direttamente sulla piattaforma.

    Se LinkedIn è però il social dedicato al mondo del lavoro a tutto tondo, sono nati anche siti che permettono ai professionisti freelance di trovare clienti e aprire contratti direttamente online. Tra questi spicca sicuramente Upwork, dove è possibile trovare migliaia di potenziali clienti da tutto il mondo, allargando così moltissimo il proprio raggio di azione. Sulla piattaforma, infatti, aziende e privati scrivono annunci descrivendo il tipo di freelancer e di lavoro di cui hanno bisogno. I professionisti iscritti a questo punto possono candidarsi, essere assunti e pagati direttamente su Upwork.

    In alternativa grazie alla rete i creativi non hanno nemmeno bisogno di appoggiarsi a piattaforme terze, ma possono direttamente sviluppare il proprio sito web in cui pubblicizzare i propri servizi, condividere curriculum e portfolio e mostrare ai potenziali clienti tutte le recensioni positive lasciate da chi si è affidato alla loro professionalità  in precedenza.

    La nuova frontiera dei lavori creativi su internet

    Grazie a internet non è però solo più facile trovare lavoro, ma è la rete stessa a offrirci nuove opportunità  e nuovi modi in cui applicare le nostre capacità  e la nostra creatività .

    L’avvento della rete ha creato una vera e propria realtà  alternativa ricca di musica, immagini, testi scritti e molto altro. Tutti questi hanno alle spalle dei professionisti che hanno dedicato tempo e fatica per creare contenuti artistici adatti allo stesso tempo alla fruizione online. In questo modo, quindi, la rete ha aperto moltissime nuove porte a tutti i creativi e aumentando la richiesta per i servizi offerti da queste figure. Basta fare un veloce giro in rete per accorgersi che sono tantissimi i siti che si appoggiano a figure professionali creative. I video pubblicati su social media come YouTube possono richiedere i servizi di montatori video, grafici e molto altro e in modo simile a quelli presenti su Betway casino online, molto più sofisticate rispetto alle tradizionali slot da bar, sono sviluppate con l’aiuto di animatori e musicisti. Siti web a partire dagli e-commerce come Zalando arrivando fino a giornali nazionali come Il Corriere della Sera hanno invece bisogno di creativi abili con le parole per creare copy accattivanti, articoli e molti altri tipi di testi da pubblicare sulle piattaforme.

    La rete offre però molte più possibilità  anche a quei creativi che non vogliono lavorare per aziende o clienti ma che vogliono vendere i frutti del loro lavoro. Social media come Instagram o siti come Spotify sono perfetti, ad esempio, per illustratori e musicisti che possono così pubblicare le loro creazioni su queste piattaforme, aumentare così la loro visibilità  e guadagnare denaro vendendo le loro opere, magari appoggiandosi a siti dedicati all’artigianato come Etsy, o venendo pagati direttamente dalle piattaforme grazie a pubblicità  e clic.

    Gli esperti di videomaking o di scrittura, invece, possono trovare un folto pubblico, e quindi anche guadagni, aprendo un canale su YouTube o un blog, dove è possibile sostenersi economicamente tramite la pubblicità  pubblicate sulle piattaforme, gli sponsor o le vendite dei propri prodotti.

    L’avvento di internet ha segnato un vero e proprio momento di svolta per i professionisti creativi che hanno così visto aprirsi tantissime nuove porte sia per quanto riguarda la ricerca del lavoro che il tipo di lavoro stesso che è possibile svolgere proprio grazie alla rete, permettendo anche di esprimere tutta la propria creatività  in modo indipendente e trovare così non loro clienti, ma anche fan. Foto di StartupStockPhotos da Pixabay

  • Stampa da remoto: cos’è, come funziona e perché ti semplifica la vita

    Stampa da remoto: cos’è, come funziona e perché ti semplifica la vita

    Ti sei mai chiesto se esiste un modo per stampare documenti da qualsiasi luogo, senza dover essere fisicamente vicino alla stampante? Se la risposta è sì, allora dovresti conoscere la stampa da remoto, una tecnologia innovativa che ti permette di inviare i tuoi file da un dispositivo elettronico, come un computer, uno smartphone o un tablet, a una stampante connessa alla stessa rete o via Internet. In questo articolo ti spiegheremo cos’è la stampa da remoto, come funziona, quali sono i suoi vantaggi e come puoi applicarla in diversi contesti.

     

    Cos’è la stampa da remoto e come funziona?

    La stampa da remoto, nota anche come stampa wireless, è una tecnologia che elimina la necessità di una connessione fisica tra il dispositivo e la stampante. Grazie a questa tecnologia, puoi stampare documenti da qualsiasi luogo, sia che tu sia in ufficio, in viaggio o a casa. Tutto ciò che ti serve è una connessione di rete, cablata o wireless, e i driver della stampante installati sul tuo dispositivo.

    Per poter usare la stampa da remoto, devi seguire alcuni passaggi:

    • Configura la tua stampante per renderla accessibile attraverso la rete. Puoi farlo tramite Wi-Fi, una rete locale (LAN) o una connessione Internet.
    • Installa i driver della tua stampante sul tuo dispositivo. Di solito puoi scaricarli dal sito web del produttore della stampante.
    • Scegli la tua stampante dall’elenco delle stampanti disponibili sul tuo dispositivo.
    • Invia il documento che vuoi stampare alla tua stampante.
    • Controlla lo stato di stampa sul tuo dispositivo per assicurarti che il documento sia stato inviato e stampato correttamente.

    Per rendere la stampa da remoto ancora più sicura e comoda, è possibile usare delle soluzioni touchless che permettono di gestire il pannello della multifunzione direttamente dal proprio dispositivo mobile, senza dover toccare il display o inserire il PIN. Queste soluzioni disponibili nelle nuove stampanti multifunzione Canon includono l’applicazione Canon Print Business, l’applicazione uniFLOW, il login and print e le card di prossimità.

    Quali sono i vantaggi della stampa da remoto?

    La stampa da remoto offre molti vantaggi che la rendono una soluzione interessante per aziende e privati:

    • Flessibilità e mobilità: Puoi stampare documenti da qualsiasi luogo, facilitando il lavoro di squadra e le collaborazioni remote.
    • Risparmio di tempo: Puoi evitare di spostarti fisicamente alla stampante, risparmiando tempo prezioso, soprattutto in un ambiente professionale in cui le scadenze sono elevate.
    • Riduzione dei costi: Puoi centralizzare le apparecchiature di stampa, riducendo i costi di acquisto e manutenzione delle stampanti.
    • Facilità d’uso: Puoi usare interfacce utente intuitive e app mobili dedicate per rendere il processo di stampa semplice e accessibile a tutti.
    • Maggiore sicurezza: Puoi proteggere i tuoi dati sensibili e impedire l’accesso non autorizzato usando protocolli di sicurezza avanzati. Puoi anche ridurre al minimo il contatto diretto con le stampanti Canon, senza ridurne le possibilità di utilizzo.

    Secondo uno studio condotto dalla società di consulenza Quocirca, il 73% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver implementato o pianificato di implementare soluzioni di stampa da remoto entro il 2023. Questo dato dimostra come la stampa da remoto sia una tendenza in crescita e una necessità per le aziende che vogliono essere competitive nel mercato.

    Come puoi applicare la stampa da remoto in diversi contesti?

    La stampa da remoto trova applicazioni in una varietà di contesti:

    • Nel lavoro a distanza: Puoi facilmente stampare documenti essenziali dal tuo dispositivo personale alla stampante dell’ufficio.
    • In ambito professionale: Puoi installare stampanti condivise per i tuoi dipendenti, ottimizzando le risorse del team e la produttività.
    • Nell’istruzione: Nelle scuole e nelle università, puoi consentire agli studenti di stampare materiali di ricerca e compiti direttamente dal loro dispositivo personale.
    • In eventi e conferenze: Puoi offrire soluzioni di stampa da remoto per consentire ai partecipanti di stampare badge e documenti pertinenti in loco.
    • Nel settore sanitario: Puoi facilitare la trasmissione e la conservazione dei dati medici, come referti, prescrizioni e cartelle cliniche, usando la stampa da remoto.
    • Nel turismo: Puoi permettere ai tuoi clienti di stampare biglietti aerei, voucher e mappe dal loro smartphone o tablet.
    • Nel commercio: Puoi semplificare le operazioni di vendita e gestione dei magazzini, usando la stampa da remoto per stampare fatture, ricevute e etichette.

    Conclusione

    La stampa da remoto è una tecnologia che semplifica la vita professionale e personale, offrendo un modo semplice, veloce e flessibile per stampare documenti. Grazie a questa innovazione, le aziende possono ottimizzare i loro processi di lavoro e gli individui possono ottenere efficienza. Adottando la stampa da remoto, sei sicuro di posizionarti in prima linea nella produttività in un mondo sempre più connesso. Quindi, non esitare ad abbracciare questa tecnologia rivoluzionaria e sbloccare tutto il suo potenziale per migliorare il tuo flusso di lavoro!

    Se vuoi saperne di più sulla stampa da remoto e su come puoi usarla per il tuo business, visita il sito web RentOffice.it, una società specializzata nella fornitura di soluzioni di noleggio stampanti a Roma e in tutta Italia per aziende e privati. RentOffice.it offre un servizio personalizzato e conveniente, con assistenza tecnica garantita e manutenzione inclusa. Se vuoi scoprire come RentOffice.it può aiutarti a risparmiare tempo e denaro con la stampa da remoto, visita il loro sito web o contattali per un preventivo gratuito. Foto di cottonbro studio: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-scrivania-laptop-ufficio-4065624/

  • Email truffa:  Per INTERROMPERE la ricezione di queste e-mail da parte nostra, premi Rispondi e facci sapere !

    Email truffa: Per INTERROMPERE la ricezione di queste e-mail da parte nostra, premi Rispondi e facci sapere !

    Oggi vi segnaliamo una potenziale truffa elettronica che sta girando su varie email italiane, a quanto sembra. Sta infatti circolando una mail di spam su vari indirizzi di posta a cui bisogna fare massima attenzione: il messaggio principale riporta nell’oggetto:

    Per INTERROMPERE la ricezione di queste e-mail da parte nostra, premi Rispondi e facci sapere !

    e nel corpo della email:

    Siamo davvero entusiasti che tu ti sia iscritto

    e successivamente appare il nome di un sito per adulti come PornHub o altri. Il nome è riportato come immagine, in genere, mentre all’interno della mail ci sono varie presunte istruzioni su come disiscriversi. Ovviamente non è vero che siete iscritti con la vostra email ad alcun servizio di questo genere, e la cosa migliore da fare in questi casi è non cliccare nulla, cancellare l’email direttamente oppure, meglio ancora, se possibile cancellarla dopo averla segnalata come spam sul vostro programma di posta elettronica.

    Nella email sono presenti vari indirizzi in copia, che servono presumibilmente per avere la conferma che la email sia stata letta (e mandarvene altre in seguito, forse).

    Si faccia anche particolare attenzione a non cliccare su Discriviti: anche questo link, che deve essere presente per legge su ogni email in abbonamento (cosiddetto opt out) è ingannevole e riporta ad un indirizzo mailto che conferma l’esistenza del vostro indirizzo agli spammer, dandogli un indizio importante.

    Invii del genere sono fatti quasi certamente a campione, e non significa che siano veri e che siate davvero iscritti ad un servizio del genere. Per gestire al meglio la situazione in questione, evitare di cliccare su qualsiasi cosa all’interno della stessa e segnalare come spam. In caso aveste fatto qualche click inavvertitamente, controllate il vostro telefono o computer con un antivirus gratuito per sicurezza (vedi qui) e fate attenzione ad eventuali invii futuri dello stesso tipo, che potreste a questo punto ricevere.

    Il titolo della mail si presenta come segue, e riporta anche l’icona o emoji di una campanella per attrarre la nostra attenzione.

    Siamo davvero entusiasti
    Siamo davvero entusiasti… ma anche no! Se vi arriva una email di questo genere va segnalata in spam.
  • Cos’è il DRM, a cosa serve e qual è il suo vero scopo

    Cos’è il DRM, a cosa serve e qual è il suo vero scopo

    La gestione dei diritti d’autore digitali o Digital Rights Management (noto il più delle volte come acronimo o sigla, DRM) occupa da sempre libri e discussioni a tema, contrapponendo gli alfieri delle libertà  digitali (paladini anch’essi dell’open source, il più delle volte) a chi legittimamente vorrebbe tutelare i diritti dei contenuti che mette online. Il più delle volte non è possibile discutere diligentemente della questione perchè, di fatto, il tutto si sposta sul piano della legittimità  delle libertà  digitali, difficili da conciliare con gli interessi commerciali (anch’essi legittimi, a ben vedere) dei produttori di contenuti.

    La questione DRM, per certi versi, si è rivelata malposta, mentre da un punto di vista tecnico ha avuto grande diffusione nonostante le diffidenze e le “prediche” che abbiamo sentito in direzione contraria negli scorsi anni. Il DRM impedisce di usufruire di determinati contenuti obbligando gli utenti ad acquistare un servizio in abbonamento, bloccando la possibilità  di effettuare condivisioni con altri (come il caso DAZN ha in parte dimostrato anche in Italia, ad esempio, per quanto lì fosse basata su un parziale misunderstanding). Di fatto, il DRM ha fatto uso della crittografia come strumento per impedire il download e la diffusione di contenuti a pagamento. Sta di fatto che i file di Netflix e Spotify non sono scaricabili con facilità , e varie contromisure in termini di DRM valgono anche per piattaforme come l’app di Sky Go oppure DAZN.

    Come funziona il DRM

    Alla base del DRM vi sono due aspetti: da un lato l’uso della crittografia che è legata ad un certo dispositivo e rende impossibile visionare il contenuto dello streaming o del file del film (ad esempio) da qualsiasi altro. Dall’altro vi è l’inserimento di particolari metadati all’interno dei contenuti, che possano essere usufruiti solo con player proprietari. Di fatto l’uso del DRM è stato più volte criticato dai sostenitori dell’open source, per quanto sia di fatto, ad oggi, parte integrante del modello di business di molte aziende di streaming legale.

    Su molte questioni legate al DRM rimangono dei grossi punti interrogativi ancora oggi, per quanto si sia finito per imporre come standard de facto.

    Una critica al DRM … diversa dal solito

    Le discussioni sul DRM a volte approdano ad una contraddizione fondamentale, spiegata bene a suo tempo da Ian Hickson (fisico di formazione, dipendente di Google e sviluppatore di vari standard web): di fatto, il DRM non funziona come dovrebbe, o sarebbe tecnicamente impossibile farlo funzionare al 100%. Questa argomentazione è – secondo l’autore – fuorviante, perchè si scopre che il punto non è quello di stabilire se e quanto “bene” funzioni, ma individuarne il vero scopo: che non è quello di impedire le copie indiscriminate bensì, molto più pesantamente, quello di condizionare l’intera industria dei contenuti dalla base.

    Se ammettiamo che lo scopo del DRM sia quello di evitare la copia indiscriminata di un contenuto così come avverrebbe, ad esempio, con un file .AVI o .MP3, resta vero che

    1. non puoi nascondere qualcosa a qualcuno, se hai deciso di mostrargliela
    2. molti dei file pirata diffusi nei circuiti peer to peer provengono, di fatto, da sorgenti che non erano crittografate all’origine (data leak o fuga di dati).

    Se è vero che i sostenitori del DRM affermano che 1 e 2 non siano vere (cosa tutta da dimostrare, per la verità ), il problema di fondo – secondo Hickson – è in quel presupposto di base, quello di evitare la copia indiscriminata di un contenuto, che risulterebbe falsato e sostanzialmente pointless.

    Lo scopo del DRM, in questa visione, non sarebbe quello di evitare le violazioni di copyright, tanto è vero che si trova quasi sempre un modo per aggirarlo, anche a costo di inventarsi gli “accrocchi” più incredibili. Lo scopo del DRM sarebbe più che altro, semmai, quello di dare ai fornitori di contenuti un sostanziale “vantaggio” rispetto a chi crea i player per la riproduzione. Se l’unica leva a disposizione fosse quella di impedire la distribuzione di contenuti da un punto di vista legale, tale tutela non sarebbe di per sè sufficente allo scopo. Per quanto la tutela del diritto d’autore rimanga ovviamente legittima, si pone il problema della posizione monopolistica di pochi produttori rispetto agli altri, con l’obbligo implicito per i   produttori anche più piccoli di adeguarsi allo standard in questione senza avere altre scelte commercialmente rilevanti.

    Se una casa di produzione cinematografica realizza un film e lo mette a disposizione su DVD (dispositivo ormai in uso solo tra collezionisti e cinefili, ma è giusto per fare un esempio “tangibile”), la stessa può imporre la visione di pubblicità  o contenuti obbligatori analoghi prima di passare alla visione, e l’unico modo per farlo è quello di imporre ai produttori di lettori DVD di rendere non skippabili quei contenuti. Senza DRM, uno potrebbe aggirare questo vincolo, con il DRM al contrario non ci sono lettori in grado di effettuare lo skip senza violare leggi di vario genere su copyright, brevetti software e hardware e così via.

    Restando sul discorso streaming video, i contenuti di DAZN o Netflix sono di fatto vincolati all’uso delle loro piattaforme, e non c’è ovviamente altro modo ufficiale per poter usufruire di quei contenuti (ad esempio usando VLC o media player analoghi), e – cosa ancora più sottile che in pochi considerano – nessun programmatore può scrivere legalmente un software in grado di effettuare una qualsiasi operazione che le case madri non vogliano che tu faccia senza permesso. In tale ottica, il punto cruciale starebbe nel fatto che il DRM assolve benissimo allo scopo per cui è stato realmente concepito, ovvero quello di dare ai fornitori di contenuti (case produttrici) il controllo sui fornitori di hardware e software, condizionandone i modelli di business e imponendosi come gestori di un mercato che, diversamente, forse neanche sarebbe definibile come tale.

  • Cosa vuol dire “reel” (Instagram)

    Cosa vuol dire “reel” (Instagram)

    Un reel su Instagram è una funzione che permette agli utenti di creare e condividere video brevi, spesso accompagnati da musica o audio. I reel sono simili ai video di tipo “storie” (Instagram Stories) ma possono durare fino a 60 secondi ciascuno. Questa funzione è stata introdotta da Instagram per competere con l’app TikTok, che è famosa per i video brevi e creativi.

    Caratteristiche reel

    Ecco alcune delle caratteristiche principali dei Reel su Instagram:

    1. Durata: I Reel possono essere lunghi fino a 60 secondi, il che offre agli utenti abbastanza tempo per creare contenuti video brevi e coinvolgenti.
    2. Editing: Gli utenti possono registrare video direttamente dall’app Instagram o caricare video esistenti dalla propria galleria. Inoltre, Instagram offre una serie di strumenti di editing video, come effetti speciali, musica di sottofondo, testo e altro ancora, che possono essere utilizzati per rendere i video più interessanti.
    3. Audio: Gli utenti possono selezionare brani musicali o audio predefiniti da Instagram per accompagnare i loro video o utilizzare audio personalizzato. Questo è simile all’uso di musica o audio nelle storie TikTok.
    4. Esplorazione e condivisione: I Reel possono essere condivisi nel feed principale di Instagram, nella sezione “Esplora” e all’interno dei profili degli utenti. Questo consente ai video di raggiungere un pubblico più ampio.
    5. Hashtag e tendenze: Come su TikTok, i Reel su Instagram spesso incorporano hashtag e partecipano alle tendenze virali, permettendo agli utenti di scoprire facilmente video correlati su argomenti specifici.
    6. Interazione: Gli utenti possono mettere “Mi piace”, commentare e condividere i Reel, così come possono farlo con le immagini e le storie su Instagram.

    I Reel sono diventati popolari su Instagram per la loro natura dinamica e creativa, e sono un modo divertente per esprimere idee, talenti e storie attraverso brevi video. Gli utenti possono trovare una varietà di contenuti, tra cui tutorial, comicità, danza, musica e altro ancora su questa piattaforma.

  • Ivacy VPN

    Ivacy VPN

    Ivacy VPN è un servizio di VPN per incrementare la tua privacy e sicurezza online mentre navighi nel web o usi chat ed email.

    Cos’è Ivacy VPN

    Si tratta di una delle più vecchie e popolari VPN diffuse su internet; se non sai di cosa si tratta, sono semplicemente dei network a cui è possibile connettersi per una maggiore privacy o per cambiare il proprio indirizzo IP. Grazie a Ivacy VPN avrai la possibilità  di nascondere meglio i tuoi dati personali, ed evitare che finiscano in mano a siti web e malware che potrebbero sottrarli senza il tuo consenso.

    Con sede legale a Singapore, si tratta di un servizio di VPN considerato molto sicuro e solido dal punto di vista della privacy. Ivacy VPN può essere usata da qualsiasi parte del mondo, Italia inclusa, e ti da’ la possibilità  di andare su internet con un indirizzo IP diverso da quello abituale. L’attivazione e disattivazione della VPN è one-click, quindi non serve essere dei “guru” internet o dei nerdoni per farne uso.

    Cosa offre Ivacy VPN

    Nel campo delle Virtual Private Network, per la protezione dei dati della tua connessione e per la tua sicurezza su internet, Ivacy è una delle soluzioni più all’avanguardia. Per via del tipo di protocolli di sicurezza usati (IKEV e IPsec, in particolare) potrebbe non sempre essere velocissima, quindi non è indicata se uno deve scaricare continuamente file di grosse dimensioni. Cosa peraltro sconsigliata dalla maggiorparte delle VPN, che in teoria andrebbero sempre usate per connettersi normalmente, navigare nelle pagine e scaricare o usare la posta elettronica, ad esempio.

    Ivacy permette di sbloccare abbastanza facilmente servizi di streaming di ogni genere, è piuttosto efficente, lavora bene dal punto di vista crittografico; di contro, la politica di rimborso potrebbe essere chiara, ed il rimborso è garantito entro 7 giorni dall’acquisto.

    Sul discorso velocità  della VPN, bisogna secondo me essere molto chiari: fare dei test, leggere test fatti da altri potrebbe essere inapplicabile al nostro caso. Quindi non fatevi troppo condizionare dai test che leggete in giro sul web, perchè in molti casi potrebbero non essere utili a farvi capire. Se ad esempio la nostra connettività  già  non funziona o non è veloce di suo, usare una VPN potrebbe non essere possibile in nessun caso. L’unico modo, comunque, per rendersi conto è quello di usare il servizio.

    Ivacy ha un sacco di client intuitivi per le sue piattaforme supportate. Scaricare e installare la VPN è un gioco da ragazzi. In caso di problemi, sono disponibili guide di installazione dettagliate sul sito web di Ivacy.

    Il client di Ivacy è disponibile sulla maggiorparte dei sistemi operativi, quindi a seconda del sistema operativo che usate dovrete scaricare quello adatto al vostro computer o smartphone. Su iOS, in genere, alcune funzionalità  potrebbero non essere supportate, come ad esempio il kill switch. La funzionalità  più comoda è senza dubbio Connessione rapida, che vi permette di connettersi rapidamente al primo IP disponibile, solitamente entro pochi secondi.

    Ivacy VPN include:

    • protezione da malware sempre aggiornata
    • supporto a IPsec (un noto standard di sicurezza per la connessione) ed al protocollo di sicurezza IKEV
    • funzionalità  Smart Connect, per connettersi in VPN solo all’occorrenza
    • banda senza limiti
    • funzionalità  Kill Switch (evita che, se dovesse cadere la connessiona ad un nodo della VPN uno si ritrovi a continuare a navigare con l’IP proprio)
    • crittografia a 256 bit
    • nessun log dei siti che navighi
    • alta velocità  di download garantita
    • più di 1000 server a disposizione, distribuiti in più di 100 paesi diversi
    • supporto al protocollo P2P
    • App Kodi dedicata
    • login simultaneo nello stesso abbonamento fino a 5 IP client diversi

    Il supporto tecnico di Ivacy è disponibile sia mediante email (in inglese) che mediante ticket (sempre in inglese, almeno ad oggi). È possibile inoltre pagare il servizio con vari metodi di pagamento diversi: PayPal, carte di debito, carte di credito, bitcoin e bonifico bancario.



  • Come verificare una email (check degli header)

    Come verificare una email (check degli header)

    Una operazione di email header analysis (analisi dell’header di un’email) è un processo che permette di esaminare le informazioni tecniche contenute nell’header (intestazione) di un’email per capire da dove proviene, attraverso quali server è passata e se ci sono anomalie che potrebbero indicare spam, phishing o falsificazioni.

    Cos’è un header di un’email?

    L’header è una sezione nascosta delle email che contiene metadati sulla trasmissione del messaggio. Include informazioni come:

    • Mittente e destinatario (From, To)
    • Data e ora di invio (Date)
    • Server coinvolti nel percorso del messaggio (Received)
    • Autenticazione SPF, DKIM e DMARC (usati per verificare la legittimità del mittente)
    • Oggetto dell’email (Subject)

    Accedi allo strumento: Visita la pagina Analisi header email di Trovalost.it.

    A cosa serve analizzare un header email?

    Analizzare l’header di un’email permette di:

    1. Verificare la provenienza dell’email
      • Controllare se è stata realmente inviata dal dominio dichiarato nel campo “From”.
    2. Identificare tentativi di spoofing o phishing
      • Se il mittente dichiarato non corrisponde a quello reale, potrebbe essere un’email fraudolenta.
    3. Capire il percorso dell’email
      • L’header mostra i server attraversati, utile per individuare eventuali ritardi o blocchi.
    4. Diagnosticare problemi di consegna
      • Se un’email finisce nello spam o non arriva, l’analisi dell’header può rivelare il motivo (ad esempio, un record SPF o DKIM mancante).

    Come si interpreta un header?

    Ogni email passa attraverso diversi server prima di arrivare al destinatario. L’header contiene una lista di Received: che rappresentano il percorso.

    Esempio semplificato di un header:

    Received: from mail.example.com (192.168.1.1) by smtp.gmail.com;
    Date: Mon, 18 Feb 2025 10:30:00 +0000
    From: alice@example.com
    To: bob@gmail.com
    Subject: Test Email
    SPF: PASS (example.com)
    DKIM: PASS
    DMARC: PASS
    
    • Received: indica i server attraversati.
    • From: il mittente dichiarato.
    • SPF/DKIM/DMARC: mostrano se il dominio del mittente è autentico.

    Se un’email ha SPF/DKIM/DMARC FAIL, potrebbe essere stata falsificata.

    L’analizzatore di header email su Trovalost.it aiuta a interpretare queste informazioni automaticamente, senza dover leggere manualmente i dettagli tecnici.

    Lo strumento di analisi degli header email di Trovalost.it è progettato per aiutarti a interpretare le informazioni contenute negli header delle email, facilitando l’identificazione della provenienza del messaggio e di eventuali problemi di consegna.

    Per vedere gli header in Gmail, ad esempio, basta cliccare sui tre puntini dell’email sospetta in alto a destra, e poi selezionare l’opzione “mostra originale“.

    1. Accedi allo strumento: Visita la pagina Analisi header email di Trovalost.it.
    2. Ottieni l’header dell’email: Apri l’email di cui desideri analizzare l’header nel tuo client di posta elettronica. Ogni client ha un metodo diverso per visualizzare gli header completi; ad esempio:
      • Gmail: Apri l’email, clicca sui tre puntini verticali in alto a destra e seleziona “Mostra originale”.
      • Outlook: Apri l’email, clicca su “File” > “Proprietà” e cerca la sezione “Intestazioni Internet”.
      • Apple Mail: Apri l’email, clicca su “Vista” > “Messaggio” > “Intestazioni lunghe”.
    3. Copia l’header: Una volta visualizzato l’header completo, seleziona tutto il testo, copialo negli appunti (Ctrl+C o Cmd+C).
    4. Incolla l’header nello strumento: Torna alla pagina dello strumento di analisi di Trovalost.it e incolla l’header copiato nel campo di testo principale.
    5. Avvia l’analisi: Dopo aver incollato l’header, clicca sul pulsante “Analizza” o equivalente presente sulla pagina.
    6. Interpreta i risultati: Lo strumento elaborerà l’header e ti fornirà un’analisi dettagliata, evidenziando informazioni come:
      • Server di origine e percorso dell’email.
      • Eventuali ritardi nella consegna.
      • Problemi di autenticazione o possibili segnali di phishing.

    Utilizzando questo strumento, potrai ottenere una comprensione più approfondita delle tue email e risolvere potenziali problemi legati alla loro ricezione o autenticità.