.cab è senza dubbio una delle nuove estensioni di dominio più interessanti ed “appetibili” per tutti i tassisti che vogliano creare il proprio sito, particolarmente rivolti al mercato internazionale (cab in inglese significa taxi): si tratta di una delle nuove estensioni di dominio che hanno avuto grande successo e stanno conoscendo una discreta diffusione (ad oggi circa 300.000 siti web sono indicizzati su Google con questa estensione). Il settore di riferimento è naturalmente quello dei servizi commerciali.
La gestione dei domini .cab è stata assegnata dall’ICANN, ancora una volta, all’azienda Donuts, la stessa che gestisce globalmente TLD di nuova generazione come i .academy, i .bike ed i .agency. Presso la maggioranza dei provider di hosting è possibile registrare direttamente il proprio dominio con estensione .cab a 10-24 euro all’anno (hosting escluso, fonte: GoDaddy).
Per verificare se un nome a dominio .cab è libero per essere registrato, si può sfruttare ad esempio Dynadot, come abbiamo avuto modo di verificare sul sito stesso. Un dominio .cab viene protetto da una policy aggiuntiva (Truename), nella specifico, ed il costo riportato per il primo anno è di 10€ / anno, che poi diventano 24€ / anno negli anni successivi.
Sì, possiamo comprare domini e hosting addirittura su Ebay, ma questo non vuol dire che sia conveniente e sicuro farlo. Ormai è possibile comprare domini e hosting praticamente ovunque: solo su Google, ad oggi, se cerchiamo hosting sono indicizzati circa 172.000.000 di risultati, che corrispondono ad una quantità impressionante di corrispondenti offerte e realtà del settore. Un settore che si è sempre sviluppato anche sui social e nei modi meno convenzionali, e che non tutti sanno che ha fatto la propria comparsa anche negli ecommerce tradizionali.
Ebay, ad esempio, da qualche tempo ha creato la sezione Domain Name Services (in italiano non è una sezione precisa – o non è ancora stata tradotta – per cui potrai fare solo delle ricerche specifiche di termini) in cui puoi trovare:
offerte di pacchetti di domini
domini + hosting
domini + siti completi
domini premium (se non sai cosa sono guarda qui)
domini con estensioni di nuova e vecchia generazione
A parte questi, si possono trovare assistenza tecnica in remoto, servizi di web design e di web hosting. I pagamenti avvengono nella maggioranza dei casi con Paypal e con altri metodi standard di pagamento, per cui sembrano essere acquisti piuttosto sicuri per quanto, in molti casi, si tratti spesso di venditori nuovi o registrati da poco, per i quali non si può stare troppo sicuri visto che non hanno reputazione.
Attenzione, quindi, quando facciamo acquisti su questo sito: esattamente come accade per l’acquisto di beni materiali, bisogna fare una certa attenzione. In genere comunque le offerte dirette sui siti degli hosting sono in genere preferibili rispetto a quelle su Ebay, per quanto su quest’ultimo a volte si possa trovare qualcosa di interessante.
I domini di secondo livello sono un modo per chiamare i domini composti da due “gruppi” di lettere separati da un punto, come nel caso di Google.it (Google è il dominio di secondo livello, .it è il dominio di primo livello). È ancora più agevole capire di cosa si tratta, nella pratica, se prendiamo un esempio concreto: consideriamo un dominio come
www.altervista.org,
allora il dominio di secondo livello corrisponde con
altervista.org.
Quindi, dopo aver suddiviso in “livelli” il nome di dominio sulla base dei punti presenti:
www . altervista . org
il primo livello, nell’ordine da destra verso sinistra, sarà l’estensione o TLD (Top Level Domain):
.org
mentre il secondo livello del dominio sarà :
altervista.org
e di conseguenza il terzo livello sarà
www.altervista.org
(si legge sempre da destra a sinistra!). Pertanto nello schema precedente avremo qualcosa tipo:
terzo-livello . secondo-livello . primo-livello
I domini di secondo livello corrispondono spesso con il nome standard che identifica un dominio internet rispetto alla sua estensione. Per WWW.Google.com il dominio di secondo livello sarà invece Google.com.
Mentre i TLD o domini di primo livello sono identificati in modo univoco da un’estensione predefinita (e c e ne sono quasi 2000 diverse disponibili) che può avere lunghezza variabile, i domini di secondo livello possono tipicamente andare dai due ai 63 caratteri; possono poi esistere regole specifiche da rispettare per determinate estensioni.
Esempi di domini di secondo livello
In genere sono considerati domini di secondo livello i nomi specifici dei siti o dei brand, come ad esempio:
trovalost.it -> l’estensione o dominio di primo livello sarà Trovalost
google.com -> l’estensione o dominio di primo livello sarà Google
jonhtity.blog -> l’estensione o dominio di primo livello sarà Jonhtity
…
Esempi pratici
Ricorda sempre che i livelli di un nome di dominio si conteggiano da destra a sinistra, partendo dal primo livello che rappresenta l’estensione o TLD (Top-Level Domain, dominio di primo livello) del dominio internet stesso, e passando poi ai livelli successivi. Il secondo livello si può identificare molto facilmente partendo dall’estensione, che sarà il primo livello, e contando un livello per arrivare al secondo.
Esempi di domini di secondo livello
Vediamo i seguenti siti web come ulteriori esempi:
Vediamo in particolare che l’ultimo esempio non corrisponde con un brand, in quanto in questo caso il brand identificativo del sito è dato dal terzo livello (cliclavoro). In questo caso per il sito cliclavoro.gov.it si tratta di un caso particolare, in quanto il TLD è da considerarsi gov.it (che è l’estensione composta da due livelli), mentre il secondo livello in realtà qui è un terzo livello, per cui avremmo, sempre con lo stesso criterio:
cliclavoro.gov.it
terzo livello.secondo livello.primo livello (TLD)
Non esiste un limite al numero di possibili livelli dei domini che si possono innestare (terzo, quarto, quinto, … livello), visto che il DNS (Domain Name System, che è il sistema distribuito incaricato di gestire sia domini che sottodomini ad ogni livello) non pone limiti in tal senso. Pertanto potremmo procedere con secondo, terzo, quarto livello e così via (raramente si va oltre il quinto, nella pratica).
Probabilmente i domini con estensione .company non sono troppo popolari in Italia, e questo per via del nome inglese (company, che significa società , azienda ma anche associazione) che non li rende troppo adatti per le attività che operano solo in questo paese. I .company sono ideali per le aziende multinazionali ma sono, in realtà , TLD ad uso generico, senza vincoli particolari e teoricamente specifici per l’ambito commerciale (anche come alternativa agli abusati .com, per intenderci). Sono registrabili da qualsiasi soggetto, in effetti, sia esso un privato oppure un’azienda. Sono disponibili a partire dal 2013 e vengono gestiti dalla Donuts, un’azienda tra le più famose in ambito di registrazione e gestione del registry di moltissime altre nuove estensioni.
A livello pratico, per registrare un dominio .company basta rivolgersi ad un qualsiasi provider di hosting, sia in ambito nazionale (Serverplan li offre a circa 27 euro / all’anno) che internazionale (ad esempio SiteGround). I prezzi di un .company potrebbero salire nel caso di aste di domini, e potrebbero essere presenti coupon sconto che ne facilitano l’acquisto almeno per il primo anno di utilizzo. Per verificare se un dominio .company è libero possiamo ricorrere al nostro strumento gratuito per la verifica se un nome di dominio è disponibile.
.edu è una delle estensioni di dominio più famose, concepita per accreditare i siti web istituzionali relativi al settore educativo (edu-cational in inglese): la registrazione di un dominio del genere è piuttosto difficile da ottenere, in quanto l’estensione è riservata agli enti accreditati nel settore educativo (scuole secondarie) appartenenti agli Stati Uniti. Il registry che si occupa della gestione dei .edu è EDUCAUSE, che opera in collaborazione con il DOC (Department of Commerce) americano e che concede la registrazione di un nome solo dopo aver verificato la documentazione del registrante.
I domini .edu sono tra le estensioni di dominio più famose ed importanti al mondo: storicamente, furono messe in piedi già nel 1985 come domini generici di primo livello, ed inizialmente furono le università le prime a registrare il proprio sito con questo TLD. I criteri che hanno permesso negli anni l’assegnazione di domini .edu – che non è libera, quindi, diversamente da estensioni analoghe come i .academy – è soggetta a criteri variabili, ma sempre in relazione all’ambito educativo (scuole, università , istituzioni che abbiano presentato regolare documentazione comprovante); per cui è molto difficile, per chi non appartiene al settore, ottenere un dominio con questa estensione.
Dal 1984, anno di introduzione dell’estensione su internet, le regole per registrare un dominio .edu sono rimaste pressappoco le stesse (molto restrittive, quindi), per quanto nel 2003 si sia registrata una leggera apertura ad altre tipologie di enti; all’atto pratico cambia poco, per cui non è possibile registrare ad oggi un .edu per un’università europea, come per una scuola privata francese o italiana.
Per via di queste sostanziali restrizioni, quindi, è opportuno ripiegare, come valida alternativa, su una delle tante nuove estensioni di dominio dedicate alla formazione, come ad esempio .academy e .college.
Buona parte della fama dei .edu, comunque, è legata all’ambito SEO: i backlink provenienti da domini .edu sono storicamente molto ambiti, e questo perchè ci si aspetta che siano “citazioni” di siti web di riferimento, ed è il massimo averne uno da un’istituzione accademica (ad esempio per i siti di tutorial, per le guide online e simili). Ovvio che poi bisogna sempre contestualizzare, sia per un discorso di lingua (i siti .edu sono quasi sempre in inglese), sia perchè un sito di carte di credito online o uno per adulti difficilmente otterrà un backlink da un dominio .edu, se non in casi particolari o convicendo per vie traverse il webmaster o amministratore del sito. Lato SEO, per la cronaca, l’equivalente dei domini .edu per l’Italia potrebbero essere considerati il sottodominio gov.it, a cui abbiamo dedicato un articolo a parte nella sezione sui domini .it. Se vi interessa registrare un sito ufficiale correlato all’educazione, potreste valutare ad esempio l’estensione .academy.
Ad ogni modo, per registrare un dominio .edu la procedura da seguire è indicata sul sito del NIC ufficiale, EDUCAUSE, a cui potrete rivolgervi (in inglese) se ritenere di possedere i requisiti richiesti. Si tratta di un’estensione riservata alle istituzioni americane (solo a quelle, e neanche tutte) che siano regolarmente accreditate dal punto di vista istituzionale, per cui è improbabile che qualcuno che ci legge possa avere tali requisiti, che riscrivo qui solo per completezza.
Il mercato dei domini è soggetto da sempre ad una frenetica compra-vendita, e questo perchè ci sono nomi che interessa controllare a molti webmaster ed imprenditori della rete e, soprattutto, ci sono nomi più appetibili ed interessanti di altri. Ma come fare a trovare i nomi effettivamente disponibili?
Si potrebbe anche discutere tanto per chiarire meglio il discorso che l’acquisto di domini usati a prezzi bassi può essere considerata una tecnica di link building, tanto sottovalutata quanto effettivamente utilizzata da molti siti web gestiti da SEO esperti.Il problema è che il più delle volte è domenica e ci piacciono non sono disponibili per cui bisognerà saper cogliere le occasioni giuste, E poi sperare che il trust acquisito da quel dominio in passato, a livello storico diciamo, possa in qualche modo – mediante un redirect opportuno, ad esempio – influenzare in positivo la SEO del nostro sito. In questo caso non ci sono garanzie vere e proprie, come per qualsiasi decisione strategica facciamo in ambito SEO, ed è per questo che proponiamo la tecnica come una possibilità, non certo come la panacea di ogni male.
Per acquistare un dominio usato (cioè un dominio scaduto con estensione .it, .com oppure una nuova estensione che sia stato rimesso in vendita) si possono ricorrere ad almeno quattro possibilità :
contattare direttamente il proprietario via email o telefono, ed avviare una trattativa diretta; in questo caso il recapito, se disponibile, sarà fornito direttamente nel dominio web che ci interessa.
sfruttare un’asta dei domini, cioè cercare di accaparrarsi il nome sfruttando un’asta online per domini, alla Ebay, che abbiamo descritto diffusamente in numerosi articoli su questo blog;
consultare la lista di domini scaduti da pochi giorni di questo sito, aggiornata quotidianamente e che offre il vantaggio di fornire domini internet a prezzi più bassi della media; questa opportunità è una delle più economiche, classifica i siti sulla base di un indice orientativa di qualità (fornita da questo sito) e potete iniziare a consultarla direttamente da questo indirizzo (oppure da trova-domini.it).
contattare un intermediario come undeveloped.com, come abbiamo descritto in passato su questo sito all’indirizzo linkato.
Nel cercare un nome di dominio scaduto, considerate sempre la “regola” non scritta che, di norma, non esiste un metodo standard per trovare la trattativa più economica e conveniente, e che domini disponibili oggi a prezzo stracciato potrebbero non essere troppo economici domani. Ci sono anche altre possibilità per trovare nomi di dominio scaduti, che potete scoprire con facilità mediante Google anche se, in alcuni casi, non in tutti i casi sono aggiornate tempestivamente.
Un backorder di domini è un servizio su internet che consente agli utenti registrati, generalmente dietro pagamento di un fee periodico e di un costo (che può essere variabile) di ogni singolo dominio, di tentare di “prenotare” la registrazione di un dominio in scadenza, in cancellazione o comunque non più rinnovato.
Questi servizi in sostanza cercano di individuare i nomi di dominio dall’elevato valore commerciale, che possono essere ad esempio:
nomi di brand famosi o variazioni / mispelling;
chiavi di ricerca molto popolari in corrispondenza parziale o (anche se piuttosto raro) in corrispondenza esatta;
nomi molto brevi (di 3 o 4 lettere) cosiddetti premium.
Questo genere di attività è molto sfruttata dai SEO al fine di incrementare la popolarità di un sito web, cercare di superare la concorrenza o al limite effettuare dei redirect 301 (o al limite recuperare dei backlink) al sito che si intende promuovere. Ogni estensione di dominio possiede le proprie precise tempistiche in merito ai tempi di recupero, per cui a volte per l’assegnazione effettiva del dominio sarà necessario attendere anche 40 o 60 giorni, come spiegato nella pagina su come recuperare un dominio scaduto.
L’importanza della scelta di un buon nome di dominio è fondamentale per il successo di una qualsiasi attività di web-marketing: molto spesso pero’ i nomi migliori sono già stati comprati da qualcun altro, e non è facile riuscire a monitorare quando sia il momento opportuno per prendere un nome abbandonato prima di qualche altro concorrente. Nidoma, ad esempio, uno dei principali backorder italiani di nomi di dominio, permette di fare backorder e brokeraggio di questi nomi, ovvero ne consente l’acquisto agli utenti che ne desiderino qualcuno in particolare. Non sempre è facile (e soprattutto non sempre è davvero economico) riuscire ad aggiudicarsi i nomi migliori, ma le offerte sono davvero tantissime (e quotidiane) e con un po’ di fortuna e di attenzione si possono fare davvero degli ottimi affari.
La lista di domini in scadenza viene aggiornata periodicamente a questo indirizzo del forum alverde.net.
Che succede quando un dominio internet scade senza essere rinnovato? Per rispondere alla domanda del titolo diciamo che, anzitutto, dipende dall’estensione di dominio (o TLD) in questione: ogni TLD, infatti (ad esempio .com, .it, .net, …) ha le proprie regole, e le proprie tempistiche di scadenza da rispettare. Le tempistiche sono vincolanti e non c’è modo, ovviamente, di aggirarle o di effettuare eccezioni. Lo scopo di queste tempistiche è quello di dare la possibilità al registrante, che ad esempio abbia fatto scadere per errore il dominio, di poterlo recuperare senza troppa fatica entro un tempo massimo di tot giorni (ad esempio 30 o 60).
Quando scade un dominio?
Un dominio scaduto diventa tale, in generale, quando trascorre l’ultimo anno per cui si è pagata la registrazione senza che nessuna azione sia stata intrapresa dal proprietario (che potrebbe, ad esempio, aver dimenticato di rinnovare).
Il sito dell’ICANN, l’ente nazionale preposto alla registrazione dei principali domini, ha descritto il ciclo completo nel grafico riportato di seguito (ne parlo estesamente nel posto su come recuperare un dominio scaduto). Tenendolo presente, sarà più semplice capire cosa succede quando un dominio geografico (tipo .it o .uk) scade nel giorno della deadline, la scadenza del dominio che di norma coincide con 365 giorni dalla registrazione.
Ripropongo il grafico delle tempistiche anche qui, per comodità .
Status dei domini nel dettaglio
Eccovi la spiegazione dei vari passaggi, almeno per quello che succede in generale (su alcuni TLD ci possono essere regole più specifiche o eccezioni, nota bene):
AVAILABLE: è lo status generale di disponibilità alla registrazione, in genere i domini mai registrati sono in questo status, quindi si possono registrare a prezzo ordinario senza alcun problema.
REGISTERED: è lo status in cui un dominio è già stato registrato da un altro, per un termine di minimo 1 e massimo 10 anni consecutivi
EXPIRED: quando il dominio scade, diventa expired ovvero scaduto. Non tutto è perduto, perchè da qui in poi passano alcuni giorni di tolleranza entro cui 1) nessun altro può registrare il dominio 2) il legittimo proprietario può rinnovarlo senza sovrapprezzi, in genere
AUTO-RENEW GRACE PERIOD: in questa zona temporale troviamo i domini che sono scaduti e che si sono potuti rinnovare in automatico, per volontà del proprietario (in genere mediante pannello di controllo del dominio). Dura da 0 a 45 giorni, in genere.
REDEMPTION GRACE PERIOD: è il periodo in cui è possibile recuperare il dominio scaduto da parte del vecchio intestatario senza sovrapprezzo, ed in genere è di 30 giorni (in realtà 60 giorni, con alcune estensioni)
PENDING DELETE: i domini in pending delete hanno un registrante che sta per essere rimosso, e corrispondono ai 5 giorni precedenti allo status di “liberazione”
RELEASED / AVAILABLE: il dominio è (nuovamente) disponibile per essere registrato da chiunque
Se ad esempio registrassimo un dominio il 21 aprile 2015, esso scadrebbe il 21 aprile 2016 a meno che non sia stato rinnovato prima di questa data (inclusa): ogni operazione di rinnovo, infatti, ne allunga il “tempo di vita” di almeno un anno.
Generalmente i domini liberi, del tipo brbrbrbptzbzbrb.it, si identificano grazie allo statusAVAILABLE o PENDING DELETE, che è quello riportato nella colonna della pagina del nostro sito dedicata ai domini scaduti. Uno status di questo tipo indica una generica disponibilità del nome, quindi può essere relativo ad un dominio che:
non è stato mai registrato;
è stato registrato molto tempo fa.
Domini scaduti e attività SEO offsite
Dei domini non più rinnovati non sempre resta traccia, per inciso: le “tracce” che i domini possono lasciare nel tempo, di fatto, sono spesso interessanti per i geek, l’informatica forense e, in casi non rari, anche per ricostruire lo storico dei contenuti lato SEO; a volte, recuperando i contenuti dei domini liberi, non sono rare pratiche di desert scraping. Queste operazioni, comunque, sono ormai parecchio borderline anche se, alla prova dei fatti, non mi meraviglierebbe sapere che ci siano agenzie che ne fanno uso ancora oggi.
In linea di massima un dominio scaduto di vostra proprietà non deve generare il panico, in quanto può essere recuperato entro qualche giorno dalla scadenza: la deadline specifica è variabile, e può cambiare fino a 45 giorni a seconda dell’estensione di dominio. C’è quasi sempre il tempo per recuperare il dominio a meno che, ovviamente, non si riesca ad intromettere un terzo ad esempio, come spesso accade, per rivenderlo all’asta.
Quando un dominio diventa EXPIRED
Un dominio registrato la prima volta per un periodo da 1 a 10 anni, secondo l’ICANN, rientra nello statusREGISTERED, e diventa EXPIRED in una delle circostanze seguenti:
il proprietario non lo rinnova volutamente, ad esempio perchè non gli interessa più;
il proprietario non aggiorna opportunamente il WHOIS con mail e contatti corretti, per cui lo stesso viene temporaneamente disattivo;
si verifica un problema con il pagamento ricorrente oppure via VISA o bonifico, ed il proprietario se ne accorge in ritardo;
il proprietario dimentica di rinnovarlo, che è forse una delle circostanze più comuni.
Quando il dominio diventa EXPIRED, non è detto che sia subito disponibile per la registrazione: possono trascorre infatti fino a 45 giorni perchè il legittimo proprietario possa recuperarlo. Queste procedure sono spesso affidate ad esperti del campo che, a pagamento, si preoccupano di provare a recuperare il dominio. Trascorsi il periodo GRACE appena citato, si passa finalmente alla fase di REDEMPTION o PENDING DELETE, e da quando scatta il proprietario del dominio ha fino ad un mese di tempo per registrare quel dominio. In molti casi, se la registrazione è fatta al momento giusto si ha la possibilità di ereditare gli eventuali “privilegi” lato SEO che quel dominio scaduto possedeva.
A parte questo, se entro un mese dal PENDING DELETE non succede nulla il dominio diventa per altri 5 giorni ufficialmente candidato alla cancellazione, per poi essere nuovamente messo “nel mucchio” e tornare allo stato AVAILABLE. In linea di massima, quindi, se un dominio vostro vi fosse scaduto oggi avreste almeno 5 giorni per provare a recuperarlo come legittimi proprietari, senza che nessun altro possa farlo al posto vostro.
Più tempo trascorre dalla scadenza, in generale, minori sono le possibilità di riottenere il controllo del dominio scaduto.
Per inciso, se il dominio viene acquistato all’asta oppure mediante trattativa una privata (un annuncio, ad esempio), in pratica il processo visto sarà già in corso, per cui proveremo ad “intrometterci” nello stesso pressappoco dal GRACE PERIOD in poi. Qualsiasi dominio potrebbe in teoria diventare AVAILABLE, salvo domini istituzionali, statali o di enti ufficiali molto grossi che, in massima percentuale, anche quando scadono passano in automatico in stato RESERVED, e non possono essere registrati da chiunque per evitare speculazioni.
Ricordatevi di rinnovare il pagamento dei vostri domini per tempo
Il suggerimento di massima per evitare queste situazioni è quello di registrare sempre per tempo i domini più importanti, quindi facendo in modo di non dover fare tutto l’ultimo giorno. Conviene sempre farlo sempre qualche giorno prima della scadenza, ed eventualmente registrarlo per più anni per non dimenticarsene in seguito.
Ti è scaduto un dominio internet e non puoi più utilizzarlo? Se non è trascorso molto tempo puoi risolvere facilmente.
Come recuperare un dominio una volta che abbiamo dimenticato di rinnovarlo? La questione non è complessa come potrebbe sembrare, ma bisogna sapere un po’ di informazioni a riguardo.
Quando un dominio scade, infatti, ad esempio perchè dimentichiamo di rinnovarlo (il caso pratico più comune è proprio questo), sarà immediatamente scollegato dall’hosting, per cui il nostro sito smetterà di funzionare. Quello che vedremo, a questo punto, è una pagina pubblicitaria di tipo generico, in cui solitamente viene inserito un link per il rinnovo che spiega (di solito) cosa fare.
Chi è il tuo registrar?
Se avete un dominio scaduto, ovvero avete dimenticato di rinnovare e vi trovate in una situazione del genere, la prima cosa da capire è individuare il vostro registrar, cioè l’azienda con cui avete registrato il vostro dominio la prima volta; spesso non è facile ricordarlo, perchè magari è passato un po’ di tempo e perchè, in certi casi, non coincide con il fornitore di hosting. Una volta individuato a chi rivolgervi per il rinnovo, avrete il tempo di farlo secondo le dinamiche qui descritte: il più delle volte, salvo casi particolari, se rinnovate (pagando il corrispettivo) entro pochi giorni dalla scadenza, non ci sono rischi e riavrete facilmente il vostro dominio.
Ciclo di vita di un dominio
Ogni dominio ha comunque, in genere, un proprio ciclo di vita prefissato: ad esempio per quello che riguarda i gTLD (domini di tipo generico, quindi .com, .net ecc.) l’ICANN spiega che un dominio, non appena scade, attraversa varie fasi successive. È come se, in pratica, ci fossero delle zone “cuscinetto” che permettono di evitare che il dominio scada immediatamente e sia rimesso sul mercato all’improvviso. Questo serve essenzialmente a tutelare i proprietari dall’evitare, almeno con buona probabilità , che il controllo del vostro dominio venga sottratto troppo facilmente da terzi, ad esempio da vostri concorrenti. Ovviamente questo meccanismo (a parte non essere standard nè uniforme per tutte le estensioni, come vedremo) non è infallibile e, se non fate attenzione, potreste comunque perdere il controllo del vostro dominio.
Il life-cycle di un dominio generico è il seguente (lo schema è solo orientativo, e non è neanche recentissimo). Quello che serve capire in questa fase è che, di norma, è possibile effettuare il recupero entro la fase di redemption (mostrata con le frecce nere che puntano a sinistra); sappiate da subito, pero’, che ad esempio i ccTLD (estensioni nazionali) non hanno, ad esempio, periodi di tolleranza molto lunghi, e tendono quindi a scadere molto più velocemente degli altri (è relativamente più facile perderli, insomma).
Esempio di ciclo vitale di un dominio
Poniamo quindi di avere tuodominio.com (mi riferisco ai .com come caso più comune) registrato il 1 gennaio 2016, che scadrà in condizioni ordinarie il 1 gennaio 2017 (a meno che non abbiate registrato per più anni di fila, ovviamente). Se il 1 gennaio 2017 dimenticate di rinnovare, il dominio scade ed entra nel cosiddetto Renewal Grace Period, un periodo che dura 40 giorni (per i .com, secondo Dynadot) nel quale è possibile ancora rinnovare il dominio a condizioni ordinarie, facendo login nell’interfaccia di registrazione del dominio o, se è il caso, dal vostro hosting direttamten.
Grace-period di un dominio
La prima fase che attraversa un dominio alla scadenza è il cosiddetto Grace Period, noto anche come Auto-Renew Grace Period, che può arrivare (a seconda dell’estensione) fino a 45 giorni dalla scadenza stessa; questo significa, in altri termini, che se il vostro dominio scade oggi avrete fino a 45 giorni di tempo per rinnovarlo senza sovrapprezzi e a condizioni ordinarie. Secondo l’ICANN infatti l’Auto-Renew Grace Period (ARGP) rappresenta un numero predeterminato di giorni che seguono una procedura di rinnovo automatico, circostanza che (la traduzione è mia, ndr) avviene nel momento in cui un dominio non viene rinnovato alla propria data di scadenza, e tale procedura avviene in automatico da parte del sistema di gestione dei domini. Attualmente (secondo una pagina datata 2002, in realtà non è sempre così) l’ARGP è solitamente di 45 giorni, ma come abbiamo visto già i .com si prendono 5 giorni in meno.
Ci interessa conoscere questa prima fase perchè, dal nostro punto di vista, abbiamo fino ad un mese e mezzo di tempo a partire dalla scadenza per rinnovare il dominio, e per farlo basterà (come detto) aprire il pannello di controllo dell’hosting (oppure il register di dominio, a seconda dei casi), pagare per un altro anno e riprendersi così il controllo del dominio che, una volta rinnovato, riprenderà a funzionare normalmente (quindi il vostro sito si vedrà normalmente, per intenderci, una volta rinnovato il tutto).
“Tolleranza” nel ritardo sulla registrazione
Questo per quello che riguarda i rinnovi in “leggero” ritardo che, di fatto, avvengono entro l’ARGP predeterminato dell’estensione: se si passa ancora oltre e non fate nulla entro quei 40-45 giorni al massimo di tolleranza, si entra in una nuova fase che l’ICANN ha definito come Redemption Grace Period. In questa seconda fase il vostro dominio entra in pending-delete – restorable, una fase in cui ci si prepara alla cancellazione definitiva del dominio ovvero perderete il controllo dello stesso (ufficialmente è qui che sito ed email smetteranno di essere funzionanti). Tale seconda fase (in cui il vostro dominio è ancora recuperabile, di fatto, ma spesso costa di più) prelude alla terza, ultima fase, che è il cosiddetto Pending Delete, che dura normalmente altri 5 giorni: superati questi ultimi, il dominio diventa nuovamente disponibile sul mercato.
In molti casi pratici, se non riuscite a rinnovare entro le fasi qui descritte rischiate di perdere il controllo del vostro dominio, spesso in maniera definitiva – perchè alcuni broker comprano alla scadenza i domini scaduti (ad es. se hanno buone caratteristiche lato SEO), e ve li rivenderanno a prezzi molti elevati (anche migliaia di euro). Niente panico, quindi, perchè il tempo c’è per quanto la vera difficoltà che ho riscontrato in questi casi sia, più che altro, legata a procedure specifiche imposte dal registar, a sovrapprezzi arbitrari per il recupero e a dinamiche di rinnovo spesso poco chiare / agevoli.
Rinnovi nella pratica
Rinnovare mediante Google Apps, oggi Google Cloud, ad esempio, impone di registrarsi sul loro sito e fornire una carta di credito non prepagata preventivamente oppure, se preferite, un IBAN da cui effettuare i pagamenti mediante pre-autorizzazione. Per aggirare questa difficoltà mi sono fatto fornire da Google, via email, il codice di trasferimento (EPP) del dominio che avevo dimenticato di rinnovare, e l’ho trasferito presso un nuovo hosting per mia comodità .
Credo sia necessario, a questo punto, integrare le informazioni di questa pagina con qualche extra.
la procedura di recupero può richiedere del tempo tra l’avvenuto pagamento e l’effettivo rinnovo del dominio; ad esempio, una volta avviato il trasferimento via EPP, possono volerci fino a 5 giorni di tempo perchè il vostro dominio sia nuovamente sotto il vostro controllo;
alcune estensioni di dominio (e tra queste molti ccTLD, domini come .uk, .it e relativi alle nazioni in genere) non hanno normalmente grace period; questo significa che, una volta che il dominio è scaduto, potrebbe essere necessario pagare un extra per il recupero (fonte);
alcuni register non sono troppo chiari per quanto riguarda le dinamiche di rinnovo; la cosa migliore per evitare queste situazioni è avere sia dominio che hosting dallo stesso provider e scegliere accuratamente il register;
tenete conto che qualche giorno prima della scadenza definitiva dei domini sarete preavvisati via email (i preavvisi sono più di uno, di norma, ed iniziano uno o due mesi prima della data di scadenza), per cui rinnovate non appena avete occasione;
tenete conto che l’assistenza dei servizi di hosting è solitamente ben informata su queste dinamiche di recupero domini, per cui la cosa più semplice è spesso quella di rivolgersi a loro direttamente per chiedere come e cosa fare;
ricordatevi che i domini si possono rinnovare anche molto tempo prima della data di scadenza, preservandovi così da eventuali rischi ed incrementando di 365 giorni il tempo di attività del vostro dominio.
Leggi anche, a riguardo, e per concludere, cosa succede quando un dominio scade.
Devi comprare un nuovo dominio per un tuo portale web o servizio online? Se stai per scegliere un nome di dominio del tuo sito, infatti, dovrai fare la cosa giusta fin dall’inizio, e cercare di valorizzare al meglio la tua scelta. Ci sono pero’ un po’ di “paletti” da prendere in considerazione prima di acquistare il tuo nuovo dominio, ed in questo post ne passeremo un po’ in rassegna.
In questo articolo ne vedremo tre, in particolare, molto importanti da considerare fin dall’inizio.
Non tutti i nomi sono adatti – Non ha senso registrare un nome di dominio che sia del tutto sconnesso con la tua attività , o quantomeno diverso dall’uso che pensi di farne: troverai molte aste di dominio incentrate sull’idea di domini “storicamente” molto forti (per la SEO, soprattutto), ma questo rischia di diventare un aspetto marginale del problema. Di fatto, non tutti i domini sono adatti per quello che vuoi farne, anche se qualsiasi dominio può diventare “importante” se utilizzato per un’idea di sito di successo.
Non tutti i nomi sono disponibili – Non potrai registrare Google.com, ad esempio, e tutti i nomi di brand molto famosi che difficilmente lasceranno libera qualche estensione: e anche se dovesse succedere qualche eccezione, la situazione rientrerebbe nella normalità entro pochi istanti (come successo per l’incredibile, ormai revocata, registrazione di Google.com a circa dieci euro). Esiste una regolamentazione molto precisa a riguardo, e di ciò si occupa di Trademark Clearinghouse, un ente che si occupa di evitare casi di cybersquatting e che impedisce, tra l’altro, che i nomi associati a grossi brand come Apple vengano registrati indiscriminatamente per poi essere rivenduti a prezzi fuori mercato.
I nomi migliori saranno sempre a tua disposizione per poco tempo – Difficilmente potrai inoltre registrare il tuo nome di dominio preferito, specie se non è brandizzato e se contiene determinate chiavi di ricerca: per quanto sia una pratica SEO molto diffusa, i nomi davvero appetibili e disponibili sul mercato sono pochi, e quelli che sarebbero disponibili vengono registrati entro pochissimo (se vuoi rimanere aggiornato sul tema, segui la sezione di questo sito sui domini scaduti oppure ricevili ogni giorno nella tua email). Insomma si tratta di un mercato, quello dei domini, davvero frenetico e sul quale esistono eccezioni ed esempi di gestione più moderata, se vogliamo (ad esempio Undeveloped). Qualsiasi sia la tua scelta finale, non dovrai fare altro che scegliere il nome migliore per l’attività che vuoi legare al sito e darci dentro per riempirlo di contenuti utili ed accattivanti.
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