Tag: Mondo domini 🌍

  • Come recuperare domini scaduti su Dynadot

    Come recuperare domini scaduti su Dynadot

    Introduzione

    Le attività  in ambito SEO si possono realizzare in svariati modi: effettuando ottimizzazione a livello locale nel sito, operando revisioni sui contenuti, migliorando gli aspetti di UX e usabilità  delle pagine nelle fasi iniziali e facendo poi l’attività  nota come link building a regime. Questa ultima in molti casi possiede alcune difficoltà  oggettive, legate alla scarsa natura editoriale del settore in esame, ed unita al fatto che non sempre è possibile ottenere tutti i link che vorremmo da tutti i portali che desideriamo. Per venire incontro a questa come ad altri tipi di esigenze, si ricorre spesso ad una strategia borderline, che può essere declinata in modo black hat ma che, a conti fatti, può funzionare molto bene anche come strategia SEO pulita, nota come recupero di domini.

    Cos’è il recupero di domini

    L’attività  di recupero di domini serve a prendere il controllo di forum, blog o portali attinenti alla nostra attività , oppure siti web in disuso che appartenevano alla concorrenza (ovviamente facendo attenzione a non appropriarci indebitamente di marchi altrui: rischiamo di perderli e di essere multati per violazione di marchio o di diritto d’autore). Recuperare un dominio significa riacquistarne uno che sia stato usato da altri e poi abbandonato, con l’idea di prenderci i backlink dello stesso ed ereditare, se possibile, i generali vantaggi in termini di visibilità  sul web che quel sito web aveva.

    Ovviamente per eseguire correttamente questa pratica ci sono varie valutazioni che solo i SEO più esperti sono in grado di fare, e che riguardano la valutazione qualitativa del dominio scaduto che stiamo recuperando:

    1. l’anzianità  del dominio: se il dominio è molto vecchio ed è stato registrato la prima volta molto tempo fa, è più probabile che sia valido e utile per la nostra SEO;
    2. l’anzianità  del profilo di backlink associato al dominio: al dominio che acquistiamo è associata una rete di backlink che può essere vuota (segno che il dominio non porterà  troppi vantaggi in termini SEO), può essere molto ricca di backlink (ma potrebbero essere artificiali o spam giusto per “gonfiarne” la valutazione) o può possedere solo backlink pertinenti con il settore (ad esempio libri.in era linkato da molti siti del settore librerie ed editoria, per cui era perfetto in tal senso)

    Facciamo quindi attenzione che quando recuperiamo un dominio non facciamo altro che trasferire, via redirect 301 o mediante un nuovo sito, i vantaggi che quel sito aveva in termini SEO (o quantomeno il “flusso informativo” associato al sito dal web, in generale). Questo significa ereditare tutto, senza filtro: quindi sia i backlink buoni che quelli cattivi, eventualmente: pertanto è un’operazione che si deve sempre saper valutare anche in termini di rischio.

    Esempi virtuosi in tal senso, a questo punto, potrebbero essere il recupero di domini quali eccocome.it (che ho fatto un po’ di anni fa, ideale per siti web di tutorial) oppure libri.in (ideale per il mondo dell’editoria, e che è anche un domain hack). Ovviamente la pratica di recupero dei domini non è per nulla agevole, visto che esiste un sacco di speculazione nel settore e, soprattutto, non tutti i domini valgono effettivamente quanto gli indici SEO annessi sembrano farli valere. Questa è una verità  che spesso tendono a nascondere al pubblico, ma che purtroppo è una realtà  che spesso finisce per invalidare l’intero recupero.

    Come si fa il recupero di domini (senza spendere un capitale)

    In pratica quello che si fa all’atto pratico è:

    1. effettuare una keyword research del settore, ed individuare le parole chiave più interessanti per il nostro sito;
    2. cercare domini scaduti di recente, cercando le parole chiave individuate al punto precedente (mediante questo sito, oppure sfruttando ExpiredDomains);
    3. provare a registrare dei domini EMD (Exact Match Domains), cioè domini che abbiano nel nome la chiave di ricerca di nostro interesse; per farlo si può sfruttare il servizio di hosting e domini low cost Dynadot (per i domini .IT non è abilitato alle registrazioni, e per loro dovrete ricorrere a Tophost)
    4. effettuare un redirect 301 dal dominio di partenza fino al nostro: in questo modo tutto quello che puntava al vecchio dominio arriverà  al nostro sito in un colpo solo. Altre tecniche più elaborate richiedono ad esempio di creare un nuovo sito da zero in modo da potenziare i vantaggi dello stesso e sfruttare nuovamente il pubblico che proviene dall’EMD.

    Ruolo degli EMD

    In pratica, salvo caso particolarissimi, il recupero di domini andrebbe limitato solo a quelli di classe EMD, ovvero Exact Match Domains o domini a chiave esatta: sono domini il cui nome corrisponde ad una chiave di ricerca specifica, come avviene ad esempio su hosting-linux.it oppure su consulenze-seo.com. In questo modo quello che succede è presto detto: tutti i backlink che quel dominio recuperato aveva vengono assimilati al vostro sito mediante un redirect 301, una pratica semplice e molto potente per ottenere l’effetto desiderato. Si tratta di una link building non propriamente tale, anzi pure un po’ sporca, ed ovviamente non possiamo costruire link al nostro sito solo così: pero’, nonostante questo, è possibile ottenere buoni risultati se si affianca questa tecnica di recupero con quelle tradizionali della SEO white hat.

    Limiti della pratica

    Non sempre, all’atto pratico, questa tecnica funziona: in molti casi i domini che compriamo o recuperiamo non valgono molto. Il problema è che non c’è un modo sicuro per accertarsi del valore, e bisogna andare un po’ per esperienza, un po’ ricorrendo ai vari tool a pagamento che permettono di ricostruire lo storico dei backlink (lo storico, perchè non sempre i tool riescono a trovare i backlink dei domini scaduti). Altro caso problematico avviene ad esempio qualora si comprino domini penalizzati (mi è capitato in un caso) che vanno in questi casi semplicemente lasciati perdere, anche se non è possibile purtroppo ottenere un rimborso della spesa – motivo per cui la pratica è rischiosa, specialmente se vi fanno pagare un dominio migliaia di euro.

     

     

     

  • Domini .it: come e dove registrarne uno

    Domini .it: come e dove registrarne uno

    I domini internet con estensione .it sono certamente tra i più popolari nel nostro paese, in quanto rappresentano in TLD geografico dell’Italia ed offrono, per questo, sconfinate possibilità  alle aziende, ai professionisti ed ai singoli. Un dominio del genere identifica in modo chiaro un sito in lingua italiana che si rivolge, quindi, a chi parla e conosce questa lingua; in realtà , comunque, le opportunità  di registrare un .it sono anche ulteriori e non è raro, ad esempio, che si usi questa estensione anche in inglese. Il motivo è presto detto ed è legato alla creazione di particolari domain hack come nel caso di scoop.it, play.it, write.it e make.it.

    .it è il ccTLD ufficiale dell’Italia, e la sua registrazione è generalmente permessa solo ad aziende, privati ed organizzazioni che abbiano sede nell’UE (Unione Europea). Questo è l’unico vincolo che viene attualmente imposto sulla registrazione dei .it, oltre al fatto che se si utilizza un servizio di privacy per oscurare il WHOIS nome e cognome del registrante dovranno comunque rimanere visibili.

    Al momento della stesura di questo articolo, il Registro .it riportava la registrazione di ben 2.974.722 nomi a dominio aventi estensione .it, numero peraltro ulteriormente crescente mentre digitavo queste righe. Da un punto di vista tecnico, un dominio .it per essere accettabile può contenere sia lettere che numeri che simboli extra (ad esempio -), ed averne almeno 3 (domini premium) fino ad un massimo di 63.

    Burocrazia. Fino a qualche anno fa registrare un .it era lungo, per non dire problematico: era infatti necessario inviare via fax una LAR (Lettera di Assunzione di Responsabilità ), vincolo che è stato tolto nel 2009 uniformandosi così allo standard Extensible Provisioning Protocol o EPP (da non confondersi con i codici EPP).

    Non molti sanno che le opportunità  offerte dai .it non si limitano certo al secondo livello: oltre a poter registrare nomechevuoi.it è possibile sfruttare una serie di sottodomini dei .it altrettanto espressivi ed interessanti.

    • .gov.it – riservato al governo ed alle varie parti dello stesso (ministeri, ecc.)
    • .edu.it – ufficialmente proposta per scuole e università , non è praticamente mai stata adottata. Questi enti italiani preferiscono tutti avere un .it ordinario, nella pratica (da tenere in considerazione, quindi, perchè ad esempio lato SEO i .edu italiani coincidono sostanzialmente con i .it).
    • comune.<località >.it e comune.<località >.<provincia>.it sono sottodomini di terzo e quarto livello riservati ai comuni italiani;
    • provincia.nomeprovincia.it sono riservati alle provincie italiane;
    • regione.nomeregione.it sono riservati ai siti ufficiali delle Regioni (Regione Calabria, Regione Lombardia ecc.)

    Quando si registra un dominio .it è possibile, inoltre, scegliere anche un nome tipo tuonome.città .it, come ho fatto ad esempio per il sito midgard.cs.it. Da non sottovalutare perchè questa opportunità  estende in maniera molto marcata lo spazio dei domini registrabili ed offre possibilità  notevoli di registrazione un po’ a tutti.

    Dove registrare un .it: qualsiasi hosting provider italiano consente la registrazione di un dominio con estensione .it. Il nostro sito permette inoltre di verificare, come per molte altre estensioni, se un dominio del genere è disponibile o meno (sia tuonome.it che i vari sottodomini elencati).

    Su questo sito proponiamo da diverso tempo una lista aggiornata dei domini .it che non vengono rinnovati e che sono disponibili, pertanto, alla registrazione immediata a prezzo ordinario.

    Photo by Moyan_Brenn

  • Quanto vale un dominio: la nostra guida orientativa

    Quanto vale un dominio: la nostra guida orientativa

    Acquistare domini su aste online o backorder è una pratica molto diffusa ancora oggi: esplosa letteralmente qualche tempo fa, ed utilizzata essenzialmente per scopi SEO, si tratta di una buona tecnica se usata con intelligenza, ma che può facilmente danneggiare il sito se usata male. Cerchiamo quindi di capirci qualcosa in più, in modo da capire meglio come valutare un dominio internet e stabilirne un “valore” di mercato.

    Da cosa dipende il valore di un dominio

    Non esistono regole per valutare un dominio, e soprattutto la valutazione cambia a seconda delle circostanze, delle persone e della soggettività  di ognuno. Per intenderci, se oggi volessi sbarazzarmi del dominio trovalost.it (credo, per inciso, che questa cosa farebbe gola ad alcuni) e venderlo, farei un prezzo dettato da quanto lavoro ci ho fatto sopra (tanto, più di quanto si possa immaginare e di quanto abbia raccontato pubblicamente) per

    • farlo posizionare su Google con un lavoro di anni (i primi risultati decenti non li ho visti prima di tre anni, a conti fatti)
    • costruirci un brand sopra facendo PR (Public Relationships)
    • ripagarmi il lavoro di copywriter (o di copri-water) fatto per scrivere tutti i contenuti (o quasi)
    • affermarmi come sito “leader nel settore” (per parodiare un’espressione orribile che a me fa molto ridere, e che uso solo scherzosamente) della tecnologia.
    • considerare che su molte query per cui cerco di posizionarmi da tempo Google non mi considera (è sicuramente un gombloddo, penso)

    Insomma, nel mio caso, il prezzo del dominio sarebbe più o meno proporzionato, ad esempio, al numero di articoli pubblicati, al numero di visite ricevute, a quanto traffico riceve da Google: pero’ tutto sommato, in questo caso, decido io a prescindere da tutto, anche perchè il progetto è ancora vivo e vegeto (e lo sarà  per molti anni, spero). E molti altri proprietari, realisticamente, potrebbe fare come me; altri, invece, potrebbero fare valutazioni di ordine diverso.

    Valore di un dominio: backlink in ingresso

    In altri casi, pero’, il valore di un dominio può essere deciso da altri fattori, come ad esempio (e mi pare di capire che funzioni così, vista dall’esterno) il numero di backlink in ingresso del dominio stesso. Ma non si tratta dell’unico parametro che potremmo pensare di valutare, in effetti.

    La tabella di sopra è tratta da un sito che mostra i domini scaduti giorno dopo giorno, e stabilisce una valutazione su vari parametri, per colon..a Prendiamo un sito famoso, insomma, come expireddomains.net: prendo questo come esempio perchè si tratta di uno dei pochissimi servizi che supporta una marea di estensioni (TLD) differenti, e soprattutto è possibile consultarlo gratuitamente.

    Come valuta i domini expireddomains?

    In quella tabella potete vedere varie colonne con numeretti vari, mi concentrei sulle seguenti 4:

    • BL
    • ABY
    • ACR
    • Status

    Ordinare la lista in base ad ognuno di questi parametri comporta un filtro selettivo su vari criteri che adesso vedremo un po’ per volta.

    Attenzione: il prezzo riportato nella colonna Status sembra essere orientativo. Il prezzo effettivo potrebbe essere diverso o peggio rincarato, ed in genere non dovrebbe dipendere dalle considerazioni di questo articolo (ovviamente, direi)

    BL: il numero di backlink del dominio

    Uno dei parametri più importanti, secondo me: BL vi dice quanti BackLink sono rivolti al dominio scaduto in questione, secondo i tool di:

    • Majestic SEO
    • SEOKicks.de
    • SemRush
    • SearchMetrics

    Il prezzo, in prima istanza, sembra essere anche proporzionale al numero di backlink: questo non avviene sempre, per intenderci, ma in molti casi se un dominio con 10 backlink costasse 50 €, uno con 1000 backlink potrebbe costarne ad esempio 250€ (faccio stime a spanne, molto a spanne, giusto per capirci – ed in base a quello che ho visto).

    Quei tool fanno una stima del numero di backlink che quel dominio possiede, quasi sempre al ribasso: quindi vedrete solo una piccola percentuale dei backlink che quel dominio possiede. Quindi massima attenzione: molti domini sono “truffaldini” in tal senso, perchè la gente li spamma da forum e siti discutibili usando tecniche black hat al fine di gonfiarne il valore e cercare di rivenderli quando, probabilmente, non valgono davvero nulla. Una volta che lo acquisterete, in caso, vedrete tutti i backlink collegando la searCh Console di Google, ma prima no. Quindi è un fattore di rischio sul quale, peraltro, nessuno sa davvero nulla. E se ereditate un dominio che possiede link spam? E se il dominio che sto comprando fosse stato penalizzato?

    Per risolvere in parte questi dilemmi ci sono i parametri successivi da prendere in considerazione.

    ABY: l’età  del dominio

    ABY è la “data di nascita” di quel dominio secondo archive.org, quindi anche qui è una stima. In genere i domini più anziani sembrebbero avere maggiore potenziale lato SEO, ma questa è una cosa che tra i SEO crea eterne discussioni ancora oggi.

    In genere i domini più vecchi sono quelli che costano di più, ma non è una regola assoluta.

    ACR: il numero di pagine indicizzate su archive.org del dominio

    Questo parametro permette di ricostruire lo storico del dominio, e vi mostra cosa ha indicizzato l’archivio di web.archive.org (scopri cos’è) su quel dominio. È interessante per capire cosa facevano i precedenti proprietari, che tipo di sito avevano e via dicendo. In genere è uno dei parametri che tengo più in considerazione per l’eventuale acquisto di un dominio scaduto.

    Non sembra influenzare direttamente il prezzo, se non in alcuni casi.

    Questo parametro, peraltro, l’ho usato per scrivere il mio algoritmo di valutazione dei domini scaduti .it, che potete trovare qui.

    Status: lo stato del dominio (oppure il costo)

    Per trovare subito domini low cost in quella tabella di expireddomains.net fate una cosa: ordinate i risultati per Status decrescente, e vedrete subito domini con status Available. Questi domini sono quasi sempre liberi (lo status è orientativo e potrebbe non essere aggiornato, vi ricordo) e spesso valgono abbastanza poco, pero’ almeno li comprerete a prezzo standard di mercato, ad esempio con il registrar low cost Dynadot.

    Gli status indicano il prezzo diretto, espresso in dollari, oppure riporta la scritta Make Offer che significa che quel dominio è all’asta.

    Cosa faccio col dominio acquistato, poi?

    Ci sarebbe da discutere su quanto si possa o si debba spendere, ma questa credo sia una valutazione imprenditoriale che ognuno debba fare per sè: non entro nel merito, insomma, se non per ribadire quanto detto all’inizio (è inutile spendere una follia se non hai un progetto e gli strumenti IT per portare avanti un buon sito). Molta gente, del resto, compra compulsivamente domini (ed io l’ho fatto per un po’ di tempo, lo ammetto!) senza sapere bene cosa ne farà : se da un certo punto di vista questa cosa piace a molti (ed è francamente esaltante, per certi versi), da un altro punto di vista, più razionale, è un po’ una follia. Rischiate di parcheggiare per anni (e di pagare rinnovi a vuoto) di domini che non vedranno mai la luce.

    Un progetto solido, lo avete per il vostro dominio? Secondo me è opportuno che ne abbiate uno, perchè diversamente rischiate di non combinare nulla e di investire male i vostri soldi. Questo è quanto: e se parlo di progetto intendo proprio essere attrezzati perchè quel dominio diventi come minimo una landing page decente.

    Del resto potete valutare tra diverse opzioni alternative tra di loro, per decidere cosa fare del dominio recuperato:

    • creare un sito, lavorarci lato SEO per un po’ di tempo, farlo crescere come traffico e poi rivendere il dominio con tutto il sito che avete creato;
    • creare un sito a tema (tipo aspirapolveri, iPad, hosting – vabbè… – e via dicendo) per creare portali o blog affiliati verticali
    • tenere parcheggiato il dominio in attesa di usi futuri non meglio specificati
    • redirezionare il sito, con tutti i backlink annessi e l’eventuale traffico, verso un vostro sito. Nessun blog SEO parla apertamente di queste cose, in effetti, ma credo ragionevolmente che molti l’abbiano fatto. È una cosa che ho sperimentato per qualche tempo, e che alla lunga potrebbe portare risultati positivi lato SEO ma, a conti fatti, anche qui è un rischio enorme: sembra che Google non veda molto di buon occhio questa pratica, tant’è che uno dei siti che gestisco aveva subito un calo di traffico considerevole tempo fa, ed avevo fatto un redirect 301 da un dominio scaduto secondo me “buono” (nei termini discussi qui sopra) verso il mio. Nulla di fatto: Google sembra avermi penalizzato per una pratica che, di fatto, è abbastanza black hat. Quindi ho alleggerito il carico, ed usato un redirect 302, come a dire: portami solo traffico ereditato da quel sito. Peggio che peggio: alla fine ho dovuto rinunciare, ho parcheggiato quel dominio e l’ho fatto scadere. Quindi, come a dire, regolatevi.

    …e le aste di domini?

    I servizi di aste online, in questa fase, non li tratteremo, perchè lì i prezzi sono spesso completamente de-regolamentati (per non dire folli, a volte), ed investire in trattative di questo tipo significa, al giorno d’oggi, fare un ragionamento soprattutto sull’uso che faremo del dominio stesso. Se spendi 2000 € per un dominio, per intenderci, poi non puoi in seguito farti fare il sito da “tuo cuggino” bravo col computer a 200€ in nero, perchè semplicemente (a mio umile avviso, s”intende) non ha alcun senso. Investire su un dominio internet comporta, per come la vedo io, l’idea di fare un investimento sostenibile che si possa recuperare, secondo me, nel giro di massimo un anno o due; diversamente, rischiano di essere soldi buttati.

    Nota: se vuoi saperne di più sulle aste di domini, leggi qui.

  • Come cancellare o disdire un dominio

    Come cancellare o disdire un dominio

    Quando si vuole cancellare un dominio internet bisogna considerare che l’operazione non è ufficialmente consentita dagli strumenti DNS che si usano: in sostanza, cancellare un dominio internet significa farlo scadere, aspettare la data naturale di scadenza. Bisogna comunque prendere in considerazione la giusta casistica: e tra quelle più importanti c’è la distinzione tra tipologia, o per meglio dire “livello” di dominio, si desidera cancellare. Volete cancellare un dominio oppure un sotto-dominio? Bisogna partire da qui, per fare un discorso coerente sull’argomento.

    Come cancellare un sottodominio

    Per cancellare un dominio devi necessariamente essere proprietario dello stesso, cioè devi avere username e password di accesso al pannello di amministrazione del dominio o dell’hosting web (dipende da come è stato configurato).

    Per cancellare un sotto dominio è sufficente andare nel vostro pannello di controllo, sia esso Plesk o cPanel o quello che vi ha fornito l’hosting web a cui vi siete rivolti, e basta rimuoverlo da lì con un click. In questo modo perderete tutti i dati che non avete precedentemente salvato, in particolare i file (ed in certi casi anche la cancellazione del database del sottodominio è automatica). In genere, quindi, questa è la procedura che si può effettuare per cancellare un dominio come test.tuodominio.it; ovviamente in tal caso tuodominio.it resterà  attivo fino all’eventuale rinnovo, oppure scadrà .

    Come cancellare un dominio

    In genere gli hosting, ma soprattutto i registrar nello specifico, non permettono di cancellare un dominio in alcun modo; l’acquisto è irreversibile e (salvo casi particolari) non rimborsabile, ed equivale a versare una quota di “affitto” del dominio anno dopo anno. Per cui avete davanti a voi un anno o poco meno già  pagato, e per cancellare il vostro dominio non dovrete fare altro che aspettare che scada.

    Il modo più semplice per cancellare un dominio è banalmente quello di farlo scadere: se, ad esempio, lo avete registrato il 09 giugno 2021, dovrete aspettare il 9 giugno 2022 e sarà  automaticamente dismesso, una volta trascorso l’eventuale tempo di recupero (che può durare fino a 40-60 giorni dalla data di scadenza: dipende dall’estensione del dominio, ogni TLD ha le proprie regole). Così facendo non solo perderete tutti i dati (file e database e caselle di posta) connessi al dominio, normalmente, ma il dominio sarà  progressivamente liberato perchè qualcun altro possa registrarlo.

    L’ICANN ha stabilito questa regola per le registrazioni, in realtà  un insieme di regole abbastanza intricate e complesse, in modo da garantire un flusso di registrazioni continuo e facilitare la gestione ai proprietari dei siti, per cui:

    1. se volete cancellare il dominio, il modo più immediato è quello di non rinnovarlo più ed eventualmente parcheggiarlo (scopri qui cosa significa), in modo da “scollegarlo” dal vostro sito e dallo spazio web ad esso associato (via record A/CNAME oppure via Name Server, dipende da come è stato fatto);
    2. se invece desiderate lasciare il dominio “bloccato” ed impedire registrazioni altrui, dovrete impostare uno status di dominio che impedisca ad altri di registrarlo (una misura di sicurezza che ci preserva da eventuali furti indebiti via email spoofing) e soprattutto dovrete rinnovarlo anno dopo anno, al fine di mantenerne il possesso.

    Se fate così, ricordatevi anche di annullare eventuali pagamenti ricorrenti che potreste aver attivato al momento dell’attivazione via carta di credito oppure PayPal.

    Alcuni hosting (come Bluehost) permettono di “cancellare” il dominio, nel senso che lo fanno mettere in parking, come detto all’inizio; parcheggiandolo apparirà  una pagina che farà  capire ai visitatori che il dominio non viene più utilizzato. Altri registrar come ad esempio GoDaddy danno un’ulteriore possibilità  all’utente che volesse cancellare un dominio: è possibile cancellarlo dal proprio account (operazione irreversibile, ricordiamo) e metterlo così all’asta, in modo da cederlo a qualcun altro che potrebbe essere interessato, e che pagherà  un sovrapprezzo per averlo prima della scadenza.

    Domini cancellati e codici di stato (EPP)

    Alcuni domini possono presentare e rendere impostabili dei codici di stato, in modo da impostare dei “lucchetti” sui domini stessi. Tali codici sono di quattro tipologie: alcuni sono impostabili liberamente dall’utente, altri possono essere impostati dal registrar, altri ancora possono essere settati dall’hosting e gli ultimi, infine, possono essere settati solo dall’ICANN.

    I domini cancellati e scaduti con estensione .it sono pubblicati ogni giorno su questa pagina.

  • Vendere domini .it: come e dove farlo

    Vendere domini .it: come e dove farlo

    Come comprare un dominio .it? Se il dominio è libero, cioè è in un status non registrato da nessuno, si può procedere direttamente all’acquisto; in caso contrario, ci sono numerosi stati intermedi che corrispondono, o meno, alla possibilità  di comprarlo all’asta, via trattativa privata ma anche (se si becca il momento giusto) direttamente senza sovrapprezzo.

    Ci sono molte persone che cercano ogni giorno di vendere domini, ed è possibile trovare le loro inserzioni sui forum di settore. Questo genere di trattative private non convengono, pero’, per una varietà  di ragioni: prima di tutte, perchè il venditore tende ad aumentare di parecchio il prezzo ed a specularci.

    I vantaggi legati all’acquisto di domini .it “usati” in precedenza ed attualmente dismessi dovrebbe, ad ogni modo, essere ovvio: in pratica, si tratta di “ereditare” i vantaggi ottenuti dal dominio in passato e sfruttarli a proprio vantaggio, specie nel caso in cui sia stata effettuata una buona SEO. Di fatto, questo tipo di approccio è molto utilizzato dagli utenti e dai SEO più esperti, ma non è esente da rischi come ho raccontato in un precedente articolo.

    Certo, andando a vedere la storia di molti domini di successo è raro incontrare domini con caratteristiche “spudoratamente” SEO, come le chiavi di ricerca all’interno del nome: di fatto, i domini premium vengono tipicamente venduti all’asta, ed è questo il modo più sicuro (ma anche più dispendioso) per accaparrarseli.

    Come acquistare domini .it velocemente e senza spendere un capitale (hosting incluso)

    In alternativa, è possibile ricorrere al servizio di acquisto domini scaduti di trovalost.it, che funziona così:

    1. ogni giorno vengono pubblicate delle nuove liste aggiornate;
    2. si può scegliere il nome desiderato, cercare per un termine desiderato oppure ordinare la lista in base alla valutazione Trovalost.it (che considera lo “storico” del sito come fattore primario di qualità );
    3. tipicamente i domini non sono venduti a costo maggiorato come avviene nella aste e nelle trattative private;
    4. cliccando sul link pop.it sulla colonna “prova a registrare”, sarà  possibile acquistare direttamente sia dominio che eventualmente hosting.

    Queste le principali indicazioni per procedere nel migliore dei modi all’interno del mondo della vendita dei domini: quanto scritto per le estensioni .it vale anche per le altre rivolgendosi ai siti giusti, e prossimamente anche su questo sito prenderemo in considerazione ulteriori estensioni di dominio acquistabili.

  • Domini .onion: cosa sono, e come registarne uno

    Domini .onion: cosa sono, e come registarne uno

    L’estensione di dominio .onion viene utilizzata per identificare i siti del dark web, ovvero tutti quei siti che possono essere visitati esclusivamente sfruttando una connessione anonimizzata con software come TOR. Formalmente si tratta di uno pseudo-dominio di primo livello generico, utilizzato e detenuto dalla rete Tor, disponibile in rete dal 2004 e riconosciuta come estensione a carattere speciale dal 2015.

    I domini .onion sono ampiamente descritti nello standard RFC 7686 pubblicato dalla IETF, ed hanno la singolare caratteristica di non essere gestiti direttamente dall’ICANN, in quanto non sono accessibili mediante i tradizionali DNS e, pertanto, offrono una garanzia di riservatezza e privacy che le estensioni tradizionali non consentirebbero. Non si possono registrare, pertanto, come si fa con le estensioni tradizionali, bensì è necessario configurare un server come ad esempio Savant (istruzioni). In alternativa, potete configurare un server per un dominio .onion seguente le istruzioni del sito Bentasker.

    I siti .onion si possono raggiungere soltanto mediante il client TOR, un browser integrato per navigare anonimi su internet  (fonte).

  • Domini .ninja: come e dove registrarne uno

    Domini .ninja: come e dove registrarne uno

    Tra le nuove proposte di estensioni di dominio la .ninja merita, senza dubbio, una menzione particolare: per cosa possono essere utilizzati dei domini del genere? Registrare un dominio come tuonome.ninja indica una persona che possieda un particolare skill (o abilità ) in un settore specifico, e questo vale anche in senso lato come ad esempio “HTML ninja” (riporta dotanything), “SEO ninja” e così via, includendo ovviamente chi si interessi nello specifico di varie forme di arti marziali (o ninjutsu nello specifico).

    Sicuramente un dominio .ninja esprime la passione di tutti coloro che, per un motivo o per un altro, si possano facilmente identificare con questo termine, che originariamente indicava una spia o un mercenario del Giappone feudale (忍者), la cui immagine il cinema ha variamente contribuito a definire, negli anni, come particolarmente affascinante.

    Milioni di persone si identificano in questo particolare tipo di parola, che richiama quindi una determinata sottocultura, mentre l’obiettivo dichiarato del TLD è proprio quello di aggregare facilmente questo genere di dominio internet. L’estensione .ninja è libera da qualsiasi vincolo e può essere registrata facilmente da chiunque, ed è stata proposta dalla United TLD nel 2013 (attualmente RightSide.co), che è un’azienda presieduta da Jeffrey Eckhaus con sede a George Town (Isole Cayman).

    I domini .ninja si possono registrare facilmente presso i più celebri provider internazionali, tra cui ad esempio GoDaddy (al prezzo di circa 12 euro all’anno), ma anche presso la maggioranza di quelli italiani (Aruba permette di registrarne uno su richiesta).

    La nostra pagina di ricerca domini, infine, permette di verificare immediatamente se un dominio .ninja è libero.

  • Cos’è un dominio di quarto livello?

    Cos’è un dominio di quarto livello?

    I domini di quarto livello sono quelli che partono dal livello 4 della gerarchia dei nomi; detta in modo più semplice, se avete un dominio del tipo

    www.prova.blog.esempio.org

    il dominio di quarto livello partirà  proprio da blog, e coinciderà  con

    prova.blog.esempio.org # un esempio di dominio di quarto livello

    I domini di livello successivo al secondo, più in generale, possono identificare tipicamente i cosiddetti sottodomini, ovvero conteggiando un livello in più a partire dall’estensione (che rappresenta il primo livello), procedendo a sinistra troveremo un secondo livello, poi un terzo, un quarto e così via.

    Non esiste un limite al numero di possibili livelli dei domini che si possono innestare (terzo, quarto, quinto, … livello), visto che il DNS (Domain Name System, che è il sistema distribuito incaricato di gestire sia domini che sottodomini ad ogni livello) non pone limiti in tal senso. A livello pratico, comunque, non si va mai oltre il quarto o quinto livello.

    Domini di quarto livello e hosting

    Pertanto potremmo procedere con secondo, terzo, quarto livello e così via (raramente si va oltre il quinto, nella pratica). I servizi di hosting normalmente offrono la possibilità  di generare, a partire da un dominio internet sotto il nostro controllo o di nostra proprietà :

    • nessun sottodominio – è il caso dei piani di hosting molto economici o gratuiti;
    • un numero limitato di sottodomini – come offrono alcuni hosting condivisi;
    • un numero illimitato di sottodomini – come offrono, invece, hosting condivisi più avanzati (e costosi).

    Conclusioni

    A livello di funzionamento, ogni dominio di quarto livello offre, almeno in teoria, le stesse funzionalità  di qualsiasi altro di livello inferiore o superiore. A livello SEO, inoltre, alcuni tendono a dare più valore ai backlink provenienti da domini di secondo livello e un po’ meno a quelli di terzo, quarto o quinto livello – con l’unica eccezione, da non trascurare, del dominio “padre” di secondo livello nel caso in cui fosse molto autoritativo, ad esempio del sito ufficiale di un’università .

    (fonte, fonte)

  • Il “mistero” dei domini .lo: dove registrarli?

    Il “mistero” dei domini .lo: dove registrarli?

    Se vi è capitato di cercare informazioni su come si registrano i domini .lo, non c’è moltissimo in rete come avrete forse intuio; ci sono solo pochi siti che forniscono dati in merito, per cui è abbastanza difficile rispondere alla domanda del sito. Nonostante questo, su invito del buon Salvatore, sempre attento alle tendenze ed ai trend del web, abbiamo deciso di dedicare un articolo a questo argomento.

    La domanda è: l’estensione .lo dove si può registrare?

    Non c’è traccia dei domini .lo nel registro dell’ICANN!

    Questa è la prima cosa che sono andato a controllare: l’estensione, in realtà , non risulta tra quelle disponibili. Quindi, di fatto, è possibile che se ne stia parlando come estensione di prossima disponibilità , seguendo un complicato iter che l’ICANN, l’organo preposto alla registrazione dei domini, impone a chiunque volesse proporre una nuova estensione o TLD da rendere registrabile. Non esiste nemmeno un NIC, almeno in apparenza, per cui come fare a registrarlo?

    Non ci sembra che questa cosa sia possibile, almeno ad oggi.

    Alternative ai domini .lo

    Visto che non si trova traccia dei domini .lo all’interno del database IANA nè tra le estensioni di dominio disponibili, è possibile che si tratti di un’estensione in corso di approvazione da parte dell’ICANN. Estensioni di dominio che sono piuttosto simili come TLD e che ne ricordano il nome sono, ad esempio:

    .loangenericdot Loan Limited – per le assicurazioni
    .loansgenericBinky Moon, LLC – per le assicurazioni
    .lockergenericDish DBS Corporation – uso generico
    .locusgenericLocus Analytics LLC – uso generico
    .loftgenericAnnco, Inc. – uso generico
    .lolgenericUniregistry, Corp. – per giochi, blog umoristici e scherzi online, ad esempio
    .londongenericDot London Domains Limited – per domini a tema Londra, in inglese
    .lottegenericLotte Holdings Co., Ltd. – uso generico
    .lottogenericAfilias plc – uso generico, ma interessante per siti che si occupino del gioco del lotto
    .lovegenericMerchant Law Group LLP – uso generico, ma soprattutto per siti ricolmi d’amore

    Conclusioni

    Un dominio con estensione .lo, almeno per il momento, non può apparentemente essere registrato.

  • Domini .arpa: come e dove registrarne uno

    Domini .arpa: come e dove registrarne uno

    .arpa è uno dei TLD di domini più vecchi che esistano: nato nel 1985, viene gestito dalla IANA ed è l’unica estensione, ad oggi, ad essere utilizzata a soli scopi tecnici o infrasfrutturali. Il dominio in-addr.arpa ad esempio, è attivo ad oggi per attività  come la risoluzione DNS inversa, mentre IP6.ARPA viene usato per gli IP6 di nuova generazione. ARPA non fa riferimento all’omonimo strumento musicale ma è l’acronimo dell’agenzia americana Advanced Research Projects Agency fondata nel 1958.

    In genere non sono consentite registrazioni di domini .ARPA se non ai membri accreditati dell’agenzia suddetta. I domini .arpa sono gestiti in questi termini abbastanza restrittivi, e non sono in genere registrabili dagli utenti o dalle società : in effetti solo raramente vengono aggiunti nuovi domini con questa estensione.

    Per verificare se un dominio con questa estensione è registrato o meno, è possibile usare il tool di ricerca nomi di Trovalost.it.