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Non solo siti e blog: usare i server in modo estensivo

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Esistono diversi tipi di server dedicati, anche se spesso si tende a ridurre questa tecnologia all’utilizzo di macchine su cui possa funzionare un sito che riceve molto traffico. Questa visione è certamente corretta ma è parziale, e non rende l’idea delle potenzialità  che offre una tecnologia cosଠavanzata. Del resto non ci sono dubbi che il termine server dedicato non sia sempre e soltanto sinonimo di web, e questo perchè esistono molte altre applicazioni che possono farne uso. Certamente quella delle pagine PHP/HTML è una possibilità  concreta ed estremamente “viva”, per quanto non si tratti dell’unica esistente: nel caso dei siti web che abbiamo creato, si rende necessario passare ad un dedicato qualora le risorse del nostro provider siano a consumo (come è corretto che sia, rispetto alla mitologia delle risorse “illimitate” ancora molto diffusa) e, soprattutto, queste ultime non ci bastino più.

Opzione 1: “solo” per la posta elettronica


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Un server dedicato per posta elettronica permette di implementare una PEC, una mail aziendale dedicata o, ancora più comunemente, di installare un software per le newsletter come PHPList. Gli hosting ordinari, infatti, non consentono di norma l’invio massivo – cioè di gruppo – di messaggi di posta verso più indirizzi, e questo non solo per evitare di trovarsi in guai legali (spam) ma anche perchè questi servizi consumano molte risorse e, per forza di cose, costano molto di più delle tipiche 50 euro annue “all inclusive“. Per un server di posta elettronica, quindi, un dedicato va benissimo e risponde alle esigenze di moltissime aziende, per quanto possa rivelarsi leggermente sovradimensionato in alcuni scenari, da valutare caso per caso.

Opzione 2: Server per giochi online

I server dedicati possono, mediante adeguati software come SmartFox oppure TcAdmin, fare sଠche si possa sfruttare la macchina per giocare online, supportare videogame multigiocatore e garantire cosଠservizi che, in effetti, ancora in Italia a mio avviso tardano a mettere piede, se non tramite community di appassionati che pagano di tasca loro i servizi periodicamente. Per chi sapesse programmare in ambiente Unity, ad esempio, esiste anche un apposito gameServer, e per gli appassionati di Minecraft ci sono moltissimi server gratuiti per giocare (ad esempio questa).

Opzione 3: Applicazioni web

Chiarito come questa tecnologia sia molto utile anche in settori non web, non possiamo non citare l’uso di server dedicati per realizzare applicazioni web e siti di grosse dimensioni, specialmente qualora il carico di lavoro sia molto grosso in termini di CPU, RAM o spazio su disco. In queste situazioni il server deve essere configurato da zero, a meno che non si tratti dell’acquisto di un servizio managed cioè gestito da un sistemista esterno.

Opzione 4: gateway di SMS

Se opportunamente configurato, un server può essere utilizzato per inviare messaggi, o quantomeno per consentire di fare da tramite tra un servizio front-end e chi si incarica di spedire SMS direttamente. Skebby ad esempio è un caso concreto di applicazione di questa tecnologia, anche molto funzionale e flessibile a quanto sento dire in giro.

Opzione 5: bot

I bot come quelli di Telegram stanno diventando una tendenza sempre più diffusa: alle classiche app, insomma, si contrappongono dei servizi di domanda & risposta che l’utente possa interrogare come se fosse in chat, ricevendo risposte in tempo reale e facendo le domande anche direttamente in italiano. Suggerisco di dare uno sguardo agli esempi di bot di Telegram sul sito ufficiale per rendersi conto delle potenzialità , ricordando che anche in questo caso il supporto tecnologico è legato agli hosting dedicati (quantomeno su larga scala).

A cosa non servono gli hosting dedicati

Ci siamo fatti un’idea dell’uso estensivo dei server dedicati e questo, ovviamente, era l’obiettivo principale dell’articolo. I servizi online più avanzati come gli aggregatori di grosse dimensioni, i siti di videosharing e la quasi totalità  del settore adult non funziona, in molti casi, semplicemente su un dedicato, bensଠusa appoggiarsi a servizi ausiliani detti CDN e cloud hosting, in modo da smistare le richieste e – non ultimo – risparmiare qualche euro, visto che queste ultime tecnologie sono più flessibili da programmare e si pagano “a consumo”.

Il costo di una macchina dedicata, oltre ai problemi di configurazione di cui sopra, fa preferire l’utilizzo di tecnologie più moderne ed elaborate, al fine di servire al meglio le varie richieste pervenute via rete.

Quando (e perchè) passare ad un dedicato?

Passare ad un hosting dedicato non è una scelta da valutare con leggerezza, perchè la sua manutenzione (a meno che non sia managed, nel qual caso avremo un tecnico che ne curerà  tutti gli aspetti legati alla sicurezza ed alla corretta configurazione lato sistemistico) non è impresa per tutti. Questo vale per i rischi per la sicurezza, sia per i siti web in PHP che per altri scopi: non è vero che i server unmanaged sono pronti all’uso, vanno configurati con cura per evitare attacchi informatici a cui sono spesso soggetti, ed è bene seguire delle regole basilari per proteggerli al meglio (come spiegato in questo mio articolomolto dettagliato relativo alla sicurezza dei server PHP/MySQL).

Photo by Kim Scarborough

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