Il rebranding di Meta ha posto le basi per una nuova tecnologia ed il suo futuro sviluppo dei prossimi anni, mettendo le tecnologie di realtà aumentata al centro del focus e, al tempo stesso, ponendo nuove sfide che dovranno essere tenute in conto per salvaguardare privacy e diritti di ognuno. La rapida evoluzione della società dell’informazione, dei processori e delle tecnologie di AI (Artificial Intelligence) finiranno prevedibilmente per avere lo stesso effetto pervasivo e condizionante a livello emotivo sulla società .
Un articolo pubblicato di recente su Springer (The Convergence of Virtual Reality and Social Networks: Threats to Privacy and Autonomy) ha confermato i dubbi in questione e li ha classificati a seconda delle circostanze: dall’unione tra social network e realtà virtuali, di fatto, si aprirebbe uno scenario in cui molte persone avranno il proprio account-avatar, dovranno gestirlo e, plausibilmente, affrontare potenziali problematiche dal punto di vista della privacy e della nostra stessa autonomia. Da un lato le minacce per la privacy sono note, e sono quelle che conosciamo da sempre: cosa succederebbe se un avatar fosse trafugato o rubato, ad esempio? Quanto sarà agevole per i malintenzionati ed i troll costruire degli account fake? Quali conseguenze se un avatar altrui dovesse commettere dei reati “a nome nostro“?
Ma a questo discorso, che coinvolge secondo gli autori è suddivisibile in privacy informativa, fisica e associazionale, si aggiungono inedite tematiche legate all’autonomia, alla possibilità di “darsi delle regole” e rispettarle per il bene comune – un tema molto caldo ed attualissimo, in tempi post pandemici. Esistono infatti minacce poste da questi sistemi che, se non lavorati con opportuna trasparenza, rischiano di minacciare libertà personale, diritto alla conoscenza ed autenticità degli utenti, con il rischio di creare un mondo apparentemente irreprensibile e alla portata di tutti quanto, al tempo stesso, deregolamentato, con conseguenze devastanti per le nostre vite se un giorno ci fossero fughe di informazioni o leak di dati.
Cosa che è tutt’altro che fantascientifica, e che la legge dei grandi numeri e la conoscenza delle tematiche di hacking suggerisce essere solo questione di tempo. Come e quanto bene si affronterà questa nuova sfida, in effetti, dipende solo da noi, eventualmente sfruttando il vantaggio di avere già avuto esperienza con i social network e le loro “pericolose” ed ambigue contraddizioni.
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