Sul blog ufficiale di Adsense è stata annunciata un’importante novità per tutti gli inserzionisti, ovvero la possibilità di ricorrere ad azioni di penalizzazione contro i publisher, cioè i webmaster che usino le pubblicità di Google, che sfruttino tecniche di clickjacking mirate a far cliccare gli annunci “senza rendersene conto”. Un caso più comune di quanto si possa credere, che avviene ad esempio qualora gli annunci siano collocati intenzionalmente sopra un titolo o un elemento navigazionale del sito, impedendo la corretta fruizione dei contenuti, e costringendo l’utente a vedere un contenuto pubblicitario senza volerlo.
Un conto è incentivare lecitamente i click, infatti – ad esempio sfruttando tecniche di marketing o lavorando su layout e/o immagini accattivanti – decisamente un altro è imporre il click all’utente senza che lo voglia, non fosse altro che ciò si traduce per un ritorno agli inserzionisti scarso o nullo.
Il provvedimento non è certamente il primo in questa direzione, e testimonia come Adsense sia ormai diventato un sistema pubblicitario tanto usato quanto spesso abusato, a volte in modo del tutto involontario e senza che i publisher se ne rendano conto (magari perchè vanno dietro alle discutibili indicazioni di qualche “guru” del settore). La situazione di clickjacking in effetti, salvo caso apertamente maliziosi, è spesso frutto di un malinteso compromesso tra fornire contenuti gratuiti – cosa che molti siti, tra cui questo, continuano a fare – e riuscire a garantire un rientro economico per il lavoro effettuato, senza ricorrere alle sottoscrizioni e senza risultare invasivi per l’utente. In sostanza meccanismi ingannevoli del genere sono utilizzati come “soluzione radicale” per risolvere il problema di fondo degli ads, che sono sempre meno cliccati e che è molto difficile riuscire a valorizzare sui vari siti web. Un equilibrio non ovvio, e non di facile soluzione, a mio avviso, peraltro spesso equilibrato in maniera rocambolesca da un mix di incompetenza e presunzione di certi publisher.
Secondo quanto riportato sul blog ufficiale fonte della news, moltissimi account Google Adsense sono stati chiusi da qualche giorno proprio perchè il meccanismo è stato individuato su di essi. Il nuovo criterio fa parte del meccanismo antifrode con cui Google Adsense cerca, un po’ dalla sua nascita, di difendersi dai metodi artificiali per aumentare i click (e di conseguenza i guadagni) lucrando impropriamente sugli inserzionisti (fonte).
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