Tutte le informazioni disponibili dentro ChatGPT sono risaputamente ferme al 2021, data di taglio della base di dati su cui si basa il suo funzionamento e che molte controversie ha generato in questi mesi. Questo limite a quanto pare è stato rimosso, allargando la base di conoscenza alle fonti presenti su internet: sarà pertanto possibile chiedere a ChatGPT sia chi ha vinto gli ultimi Mondiali di calcio, sia di procurarci recensioni utenti su un determinato prodotto.
Rimosso il limite di settembre 2021, ChatGPT potrà – da quello che si legge in un comunicato ufficiale di due giorni fa – connettersi ad internet per fornire informazioni strutturate e aggiornate in tempo reale, a questo punto, cosa che il motore di ricerca di Microsoft Bing ha già previsto da qualche tempo.
La funzionalità è prevista ad oggi per gli account a pagamento ma, da quello che emerge in questa fase, è plausibile che verrà estesa anche agli account free nel prossimo futuro.
Rimangono le perplessità di sempre sull’uso di questa tecnologia: da un lato le “promesse” di OpenAI sono state mantenute, e il supporto fornito da uno strumento del genere per un chat BOT di assistenza di primo livello, o al limite come supporto decisionale per esperti, sembra incontestabile. Dall’altro rimane una forte questione etica è legale legata all’utilizzo di questi strumenti: in effetti quello che non si può fare a meno di notare e come operai continui a non chiarire gli aspetti legati alla provenienza dei dati che vengono inseriti dall’intelligenza artificiale.
La base di dati utilizzata da ChatGPT in altri termini potrebbe teoricamente contenere materiale coperto da diritto d’autore, cosa che mi renderebbe ovviamente problematico l’utilizzo in termini di diritti. è altresì possibile che dal punto di vista legale si possa considerare la rielaborazione di materiale protetto da diritti come lecita, se si assume che una persona potrebbe scrivere un libro dopo averne letti tanti altri che ha regolarmente comprato. il problema del plagio chiaramente rimane ma non ci si può limitare a considerarlo come strumento di copia incolla o di plagio, perché questo de nota una visione parziale e decisamente semplicistica del problema.
Se questo strumento riesce a connettersi anche ad Internet, chiaramente, le problematiche si esaltano all’ennesima potenza, ed è lì che bisogna capire come e dove porre dei limiti: perché un conto è prelevare dei dati che sono stati pubblicati illegalmente da un sito, decisamente un altro è avere delle basi di dati che stanno violando il copyright che sono state usate indebitamente per addestrare l’intelligenza artificiale in questione.
https://twitter.com/OpenAI/status/1707077710047216095
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