In genere prima della consegna o della pubblicazione di un sito web si è soliti effettuare una serie di controlli e verifiche di funzionamento: alcuni automatizzati, altri manuali ed entrambi legati alla valutazione delle reali prestazioni del sito. In genere i controlli di un sito in fase di test fanno riferimento quasi esclusivamente alla velocità di caricamento delle pagine, che è un fattore importante da considerare ma non è neanche l’unico in gioco; motivo per cui, in questo articolo, andrò a considerare la totalità dei controlli che si possono effettuare un fase di test.
Verificare che non ci siano errori
L’assenza di errori da un sito è un fattore importante che molti, per imperizia o scarsa competenza tecnica, tendono ad ignorare del tutto o a considerare cosa di poco conto; errore molto grossolano, perchè ci sono errori che possono ripercuotersi sulle prestazioni del sito una volta online, altri molto subdoli o nascosti ed altri ancora legati al passaggio da locale a remoto (diverse configurazioni del server non compatibili tra loro). La presenza di errori 404, ad esempio, è legata all’assenza di pagine web importanti per il sito, e può essere determinata da errori nel theme oppure da pagine web che ci siano dimenticati di caricare; di per sè, un 404 non costituisce un errore ad ogni costo, ma è una notifica del server che andrebbe valutata caso per caso (esempio: ci sono errori 404 che vengono restituiti lo stesso anche se le pagine è corretto che siano state rimosse). In genere questo errore di file mancante può essere legato ad un path errato, ad una configurazione del server mal impostata o ad errori nei file JS, PHP o CSS. Ci sono vari codici di errore dell’hosting che andrebbero considerati ogni volta, e che vanno ricercati ed analizzati all’occorrenza, caso per caso.
Xenu Link Sleuth è l’applicazione più diffusa in ambiente Windows per verificare che non ci siano errori, mentre Integrity è il suo equivalente per Mac.
Entrambe riescono a funzionare anche sul sito che è attivo in ambiente locale (localhost), per cui possono essere lanciati e – magari dopo aver attivato il log esplicito su file del nostro sito – si possono sfruttare per controllare la presenza di eventuali 404 e correggerli, e per verificare che non ci siano errori di altro genere, quali redirect che non portano da nessuna parte, errori 500 e così via.
Per verificare errori mediante una scansione completa del vostro sito, potete sfruttare anche Screaming Frog e W3C Link Checker sono strumenti online (da usare direttamente nel browser) che pero’ richiedono che il vostro sito sia online, mentre gli strumenti precedenti controllano anche un sito in localhost dal “punto di vista” di un utente non loggato.
Verificare il responsive
Se abbiamo realizzato un sito web con tecnologia (ovvero grafica scalabile sui vari dispositivi), il problema più concreto è quello di effettuare test incrociati con più browser, cosa che – se effettuata a mano – può comportare un dispendio di energie e tempo considerevole. Anche qui ci sono strumenti semi-automatici per effettuare il controllo rapidamente, ed uno di questi è senza dubbio Screenfly. Screenfly permette infatti, inserendo l’URL che vogliamo analizzare, di vederlo su più risoluzioni di schermo, ovvero su più modelli di dispositivi (cellulari, tablet, lettori di ebook e desktop). Basta cliccare in alto a sinistra le icone per visualizzare quello che più ci interessa, e poter navigare il sito come se fossimo su quel dispositivo. Uno strumento del tutto simile da provare anch’esso è quello di DesignModo, che offre anch’esso indicazioni sulle dimensioni in pixel raggiunte visionabili mediante una comoda griglia (utile per i grafici, soprattutto).
Ricordiamoci che quando consegnamo un sito responsive non sappiamo che tipo di dispositivo useranno i visitatori ed il committente, per cui verifichiamo con un certo scrupolo che il sito si veda bene su ogni dispositivo. In questo, framework HTML già nativamente responsive come Bootstrap o Zurb (che sono simili tra loro, entrambi free ed open source) possono aiutarci molto a raggiungere lo scopo.
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Verificare la velocità del sito
Per controllare la velocità di caricamento delle pagine è opportuno caricare online il sito, cioè migrarlo da locale a remoto; ci sono vari strumenti gratuiti a nostra disposizione per fare il test del sito in tal senso.
Quando si effettuano i test di velocità di un sito ricordiamo che:
- la velocità può essere variabile a seconda di fattori parzialmente controllabili come la connettività di rete, per cui per essere sicuri effettuate sempre test incrociati con più strumenti e ripetuti più volte;
- la velocità dipende sia dalle impostazioni del server (htaccess, moduli attivati, ecc.) che da come è stato scritto il codice (cioè dal theme e dai plugin);
- la velocità è in genere un fattore relativo, non assoluto; un sito lento al vostro test può essere comunque veloce per altri client;
- la velocità andrebbe testata sulle pagine singole, o almeno su gruppi di pagine con le stesse dinamiche: la home, pagina categorie, pagina ricerche, pagina singola degli articoli ecc.
- è spesso difficile individuare i “colli di bottiglia” che rallentano il sito web, ed è spesso ancora più complesso mettere mano al fattore (o ai fattori) che ne influenzano le prestazioni in negativo; la velocità non è quasi mai, del resto, legata a singoli interventi sul sito, bensଠad un mix di fattori spesso difficili da isolare per cui dovrebbe essere effettuata da un webmaster molto specializzato.
WebPagetest, ad esempio, consente al webmaster di inserire un URL del sito, selezionare la posizione geografica del client e simulare il comportamento su uno specifico browser; questo è utile, ad esempio, nel caso in cui dobbiamo effettuare un test del sito su più browser diversi. Lanciamo il tool ed attendiamo qualche istante, trascorso il quale visualizzeremo inoltre i primi waterfall: si tratta di grafici che esplicitano i tempi di caricamento dell’URL relativamente alle singole componenti coinvolte, quindi file CSS e JS in particolare ma anche uso di CDN e componenti esterne che potrebbero rallentare il caricamento. A tal proposito è bene ricordare una regola di tipo generale: le risorse esterne necessarie alla pagina, in linea di massima, andrebbero compattate e ridotte al massimo, ed uno dei possibili modi per farlo è quello di localizzare le risorse. I file JS e CSS, di fatto, andrebbero sempre caricati localmente cercando anche di compattarli e ridurre il numero di file necessari, in modo da ridurre di conseguenza il numero di chiamate HTTP necessarie al caricamento. Questo nella pratica spesso è difficile da ottenere, e consideriamo inoltre che lato client i fattori legati alla velocità sono spesso relativamente importanti: i waterfall più efficenti sono spesso ottimizzati 1) per i tempi del TTFB o di caricamento del dominio 2) per via di fattori interni di caricamento della pagina lato server (ad esempio ottimizzando le query MySQL all’interno del sito). Se il sito fosse lento, insomma, sono numerosi gli interventi che si possono effettuare e tutto dipende dalle nostre effettive priorità .
Uno dei principali strumenti per effettuare un ulteriore test è il PageSpeed Insights, il tool ufficiale di Google per analizzare le performance di caricamento del nostro sito web. PageSpeed è un eccellente tool che non solo fornisce indicazioni sul caricamento e sulle criticità , ma ci da’ anche delle indicazioni per ottimizzarlo: sfruttando ad esempio il modulo mod_pagespeed, ottimizzando la cache, caricando in modo più efficente i dati nella pagina e cosଠvia. All’inizio, il tool fornisce un prospetto sintetico con una valutazione in centesimi del grado di affidabilità del sito, sia per dispositivi mobile che per quelli desktop. Per ognuno, sono evidenziate le criticità del caso con colore rosso per i punti più critici, arancione per quelli intermedi e verdi per quelli corretti. A tale riguardo bisogna essere molto attrezzati dal punto di vista delle conoscenze che si hanno: pertanto, consultiamo un po’ di guide piuttosto importanti per ottimizzare la velocità del nostro sito, che sono le regole del PageSpeed Insights e la sezione del sito dedicata alle Performance Web.
Un terzo strumento per effettuare i test di velocità è quello offerto da Pingdom, che è a mio avviso uno dei migliori e più utili disponibili sul mercato; anche qui possiamo inserire l’URL da testare e la posizione geografica da cui fare il test. Dopo qualche istante, Pingdom offre un prospetto sintetico che evidenzia le caratteristiche dell’URL (tra cui, ad esempio, la dimensione della pagina web), il numero di chiamate HTTP, il tempo di caricamento ed il grado di performance in centesimi. Anche in questo caso lo strumento offre una serie di consigli utili per ottimizzare il nostro sito.
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