Multicloud indica la presenza di più servizi cloud in uno: in altri termini si pone una maggiore attenzione, con questo tipo di organizzazione, alla possibilità di controllare i propri dati. Nel momento in cui una società decida di fare uso di servizi multicloud disporrà di una via di mezzo tra i servizi cloud pubblici classici e quelli offerti da un datacenter personalizzato.In questo contesto è ancora una volta Google ad essere all’avanguardia, offrendo il servizio noto come Cloud Platform (cloud.google.com), che da tempo è uno dei migliori e più diffusi servizi per il multicloud.
Esempio di architettura multi cloud
Se immaginiamo un client che interagisce con il sito o l’app di un servizio, il multicloud emerge nel fatto che il software è in grado di prelevare dati ed interagire con una piattaforma SaaS, ad esempio, con un CRM, con un servizio big data, con un servizio di storage e di combinare i dati sfruttando, ad esempio, formati di interscambio tipo XML o JSON.
Definizione di multi cloud
Letteralmente il termine tecnico multicloud significa “più di un cloud”, e raffigura la combinazione virtuale di più servizi che possono, idealmente, essere erogati da soggetti diversi in modalità diverse. La convivenza tra cloud privato e cloud pubblico, a questo punto, raffigura il punto di svolta che caratterizza questo tipo di infrastrutture informatiche. A differenza del cloud ibrido, peraltro, con cui viene a volte scambiato erroneamente (per quello che vale la confusione in questo ambito), nel multicloud non è detto che ci sia un sistema di gestione unificato: tutto può funzionare anche mediante architetture differenti.
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Come funziona il multicloud nella pratica?
Se in uno schema classico basato su cloud esiste un’applicazione che ne sfrutta uno, nel caso in questione (come illustrato dalla seguente immagine tratta dal sito di CloudFlare) possono esistere più cloud pubblici a supporto dell’app. Ed è questo a rendere pregnante l’applicazione del servizio, che consta quindi di un’architettura in cui sarà necessario prevedere non solo un coordinamento generale, in termini di chiamate, ma anche un sistema di debug che sia all’altezza della situazione e permetta di tracciare adeguatamente gli errori.
Se uno dei vantaggi principali di questo approccio consiste nella maggiore ridondanza e flessibilità, uno degli svantaggi è insito nella possibile dispersione del tracciamento delle eventuali, inevitabili anomalie.
C’è da dire che questo tipo di definizioni rischiano di rimanere lettera morta, soprattutto perchè assumono che tutto funzioni sempre e comunque – cosa generalmente errata, oltre che figlia di una mentalità “positivistica” (quanto ingannevole) molto diffusa fin dagli anni novanta nel settore.
Che cosa cambia tra multicloud e cloud ibrido?
Un multi-cloud può anche essere un cloud ibrido e, al contrario, un cloud ibrido può anche essere un multi-cloud: tuttavia questi termini indicano sempre e comunque due architetture diverse e ben distinte tra loro. “Cloud ibrido” descrive la combinazione di due o più tipi distinti di infrastruttura: combina un cloud privato, un data center in loco o entrambi con almeno un cloud pubblico.
Multi-cloud si riferisce a diversi cloud pubblici distribuiti e non include necessariamente un cloud privato, sebbene possa teoricamente farlo.
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