Tag: Mondo Internet 😱

  • Che cos’è un e-commerce

    Che cos’è un e-commerce

    L’acronimo “eCommerce” sta per “electronic commerce”, che tradotto in italiano significa “commercio elettronico”. Si riferisce a un tipo di attività commerciale in cui la compravendita di beni o servizi avviene tramite Internet o altre reti digitali. In pratica, il commercio elettronico coinvolge la vendita di prodotti o servizi online, permettendo ai consumatori di effettuare acquisti direttamente tramite siti web o piattaforme online.

    Il commercio elettronico può assumere molte forme diverse, tra cui negozi online, marketplace, piattaforme di aste online e molto altro. È diventato estremamente popolare nel mondo moderno grazie alla comodità e all’accessibilità offerte ai consumatori, consentendo loro di effettuare acquisti da qualsiasi parte del mondo e in qualsiasi momento, utilizzando dispositivi come computer, smartphone e tablet.

    Cosa posso comprare con un ecommerce

    Puoi acquistare una vasta gamma di beni e servizi tramite il commercio elettronico. Ecco alcuni esempi:

    1. Prodotti fisici: Puoi acquistare abbigliamento, elettronica, prodotti per la casa, libri, giocattoli, e molti altri articoli fisici da negozi online come Amazon, eBay e negozi online specializzati.
    2. Prodotti digitali: Puoi scaricare o acquistare prodotti digitali come software, musica, film, ebook e videogiochi da piattaforme online come iTunes, Steam e Amazon Kindle Store.
    3. Servizi online: Puoi prenotare servizi online come prenotazioni alberghiere, biglietti aerei, servizi di streaming video, consulenze legali, servizi di consegna di cibo e molto altro.
    4. Abbonamenti: Puoi sottoscrivere abbonamenti a servizi come Netflix, Spotify, Amazon Prime e molti altri, che offrono accesso a una vasta gamma di contenuti e servizi in cambio di una tariffa mensile o annuale.
    5. Prodotti personalizzati: Molte aziende offrono la possibilità di personalizzare prodotti come abbigliamento, regali, gadget e oggetti d’arte, consentendoti di creare articoli unici.
    6. Prodotti alimentari e generi di prima necessità: Puoi ordinare generi alimentari, prodotti per la pulizia e altri beni di consumo online tramite servizi di consegna a domicilio o negozi online specializzati.
    7. Prodotti artigianali e fatti a mano: Molte piattaforme di eCommerce consentono agli artigiani di vendere prodotti fatti a mano, gioielli, oggetti d’arte e altri articoli unici.
    8. Servizi professionali: Puoi trovare e acquistare servizi di consulenza, formazione, design grafico e molto altro online.

    In sostanza, il commercio elettronico offre una vasta gamma di opzioni per l’acquisto di beni e servizi, rendendo più comodo per le persone trovare ciò di cui hanno bisogno senza dover uscire di casa.

    Come evitare le truffe usando un ecommerce

    Pagare in modo sicuro su piattaforme di eCommerce è essenziale per proteggere le tue informazioni finanziarie e garantire una transazione senza problemi. Ecco alcuni suggerimenti su come effettuare pagamenti sicuri online:

    1. Utilizza siti web affidabili: Acquista solo da siti web di fiducia e conosciuti. Cerca recensioni e testimonianze per valutare la reputazione del negozio online.
    2. Verifica la connessione sicura: Assicurati che il sito utilizzi una connessione sicura. Controlla se l’URL inizia con “https://” anziché “http://”. Il lucchetto nella barra degli indirizzi è un altro segno di connessione sicura.
    3. Utilizza carte di credito o servizi di pagamento online: Le carte di credito offrono una protezione significativa contro le frodi. Inoltre, puoi considerare l’utilizzo di servizi di pagamento online come PayPal o Apple Pay, che offrono ulteriori livelli di sicurezza.
    4. Non utilizzare reti Wi-Fi pubbliche non sicure: Evita di effettuare pagamenti online su reti Wi-Fi pubbliche non protette, poiché possono essere vulnerabili alle frodi.
    5. Mantieni aggiornato il software antivirus e anti-malware: Assicurati di avere un buon software antivirus e anti-malware installato e aggiornato sul tuo dispositivo per proteggerti da minacce informatiche.
    6. Usa password robuste: Usa password complesse per i tuoi account online e cambiale regolarmente. Evita di utilizzare la stessa password per più account.
    7. Abilita l’autenticazione a due fattori (2FA): Quando possibile, abilita l’autenticazione a due fattori per aggiungere un ulteriore livello di sicurezza al tuo account.
    8. Controlla attentamente l’addebito sulla tua carta: Dopo aver effettuato un acquisto, verifica periodicamente l’estratto conto della tua carta di credito o del tuo conto bancario per assicurarti che non ci siano addebiti non autorizzati.
    9. Tieni traccia delle tue ricevute: Mantieni copie delle ricevute e delle conferme degli ordini come prova d’acquisto.
    10. Fai attenzione alle e-mail di phishing: Stai attento alle e-mail sospette o agli SMS che chiedono informazioni finanziarie o di accesso. Non cliccare su link sospetti.
    11. Contatta il servizio clienti in caso di dubbi: Se hai dubbi sulla sicurezza di un sito web o di un pagamento, contatta il servizio clienti del negozio online o della piattaforma di pagamento per ottenere assistenza.

    Seguendo questi suggerimenti, puoi contribuire a garantire che i tuoi pagamenti online siano effettuati in modo sicuro e che le tue informazioni personali e finanziarie siano protette.

    Che cos’è un e-commerce, spiegato in romanesco

    Quanno ce dici ‘ecommerce’ te stai a di’ ‘sto fatto de comprà e vendè robe su Internet o co’ na rete digitale. Quindi, te può comprà ‘na maglietta o ‘na pizza direttamente da ‘n negozio virtuale, senz’arzà er sedere da casa tua. Sta cosa de l’ecommerce l’è fatta famosa pe’ la comodità e la facilità che dà ai clienti, che po’ comprà da qualsiasi parte der mondo, qualsiasi ora del giorno o della notte, co’ un telefonino o un computer. Capito, amico?

  • Perchè l’ADSL funziona e il telefono no?

    Perchè l’ADSL funziona e il telefono no?

    La circostanza, di per sè, è piuttosto strana, ed è molto più comune che capiti il contrario (ADSL non funziona ed il telefono sì): pero’ nel caso di alcune configurazioni di fibra ottica domestica in cui il telefono funziona su tecnologia VoIP, potrebbe capitare una circostanza del genere. Diciamo che non esistono risposte certe ed assolute in questi casi: purtroppo infatti molto dipende da come è stata configurata la vostra linea e da come ha lavorato il tecnico a casa vostra.

    Si possono fare alcune ipotesi: seguendo un certo ragionamento, ad esempio, diciamo che se riesci a navigare su internet e a vedere correttamente questa come altre pagine web, il segnale dati effettivamente funziona, ma questo potrebbe significare che c’è qualche problema di configurazione a livello di VoIP, per la voce quindi. Una delle prime possibilità  da prendere in considerazione è che il telefono si sia rotto, e spesso la soluzione più semplice è anche quella corretta.

    In secondo luogo, consulta il manuale del tuo modem router e controlla che tutto sia stato configurato correttamente, ad esempio considera che il VoIP di TIM su Fritzbox ha una configurazione specifica che devi seguire con attenzione, altrimenti non funzionerà  nulla.

    Sarebbe anche il caso di controllare che non ci siano lavori di manutenzione sulla tua linea, e questo puoi scoprirlo facilmente telefonando (…magari con il tuo cellulare, visto che il telefono di casa non funziona 🙂 ) all’assistenza della tua ADSL, e facendo presente il problema. Spesso gli operatori saranno in grado di aiutarti e di fare delle verifiche da remoto sulla linea, motivo per cui dovrai comunicare il tuo codice cliente o il numero di telefono di casa, e poi tieni sempre il modem a portata di mano, comunica le luci led che sono accese, i colori che hanno e fai eventualmente le cose che ti dirà  di fare l’operatore.

    Un’altra causa molto comune di non funzionamento della linea voce VoIP è legata al cosiddetto “ribaltamento linee“, che è un’operazione che tipicamente deve effettuare un tecnico specializzato, di solito a pagamento, e che permette di usare correttamente il telefono collegandolo direttamente al router, che è anche un caso tipo dell’uso della connessioni in fibra ottica.

  • SIPRnet: la rete nascosta utilizzata per connettersi in modo sicuro a internet

    SIPRnet: la rete nascosta utilizzata per connettersi in modo sicuro a internet

    Nella narrativa annessa al mondo di internet e dell’hacking, la rete denominata SIPRnet (che si legge sipper-net, e non è SIRPnet come spesso capita di leggere erroneamente su alcuni libri e siti web) occupa da sempre un posto “privilegiato”: si tratta infatti di uno degli aspetti più misteriosi e suggestivi che siano mai stati svelati sulla gestione delle comunicazioni di rete negli USA. Per comprenderne le origini bisogna spingersi un po’ nella storia, contestualizzando la narrazione al contesto dei primi anni ’90.

    Di Director of National Intelligence (DNI) & Special Security Office, Office of the deputy chief of staff, G-2, Pentagon – http://www.dami.army.pentagon.mil/site/sso/sate.aspx, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9600715

    Agli albori della diffusione di internet come mezzo di comunicazione di massa, infatti, il governo statunitense pensa bene di costruire un’infrastruttura dedicata per motivi di riservatezza e sicurezza nazionale. In realtà  ne costruisce due, Niprnet e Siprnet, per l’appunto, dove la prima è riservata a messaggi sensibili unclassified e la seconda classifica e trasmette documenti a livello di riservatezza classified o secret. Le informazioni classified sono considerate quelle altamente sensibili e che devono essere necessariamente protette da vari livelli di crittografia, che consente di garantire che il messaggio sia leggibile in chiaro soltanto da mittente e destinatario e in nessun caso da terzi, tanto che negli USA l’uso di crittografia era vietato al pubblico, ed è stata considerata per molti anni (oggi è così in misura inferiore) equivalente ad una vera e propria arma. L’accesso illecito a documenti classified è regolamentato da leggi piuttosto severe, di fatto, e l’abuso o la violazione di queste ultime può portare a crimini penalmente rilevanti. Ad oggi i leak di documenti da questa rete sembrerebbe che siano già  avvenuti, per quanto le informazioni in merito siano a volte contraddittorie e semplici rumors, alimentati dal fiorire di teorie ed ipotesi del complotto di ogni genere.

    Che cos’è SIPRnet (Secret Internet Protocol Router Network)

    Il Secret Internet Protocol Router Network (SIPRNet) è un sistema di reti di computer interconnesse – internet, in sostanza – utilizzato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per trasmettere informazioni classified fino al livello SECRET, che funziona mediante commutazione di pacchetto in ambiente totalmente sicuro e riservato. SIPRnet è in grado di fornire l’accesso a documenti ipertestuali (HTML) e l’uso di posta elettronica (email).

    SIPRNet è considerato il componente core della rete dei sistemi informativi per la difesa nazionale, affiancato da altre sottoreti come NIPRNet e JWICS. I siti di questa rete, ad esempio, richiedono di trovarsi nella rete protetta per poter essere acceduti, un po’ come avverrebbe con una connessione schermata da una VPN, e pare siano accessibili utilizzando – nel caso dei siti classified statunitensi – il dominio di secondo livello sgov.

    SIPRnet significa Secret Internet Protocol Router Network, ed è una sotto-rete WAN dedicata alla trasmissione di dati sensibili, probabilmente in uso non soltanto negli Stati Uniti ma di riflesso in tutte le nazioni mondiali. Ogni stato possiede le proprie reti private, in sostanza, sulle quale il traffico non può circolare in chiaro e che sono ovviamente oggetto di potenziali continui attacchi informatici, molto spesso per motivi di spionaggio o dissidenza politica. Una versione di internet molto più sicura di quella che utilizziamo tutti al giorno d’oggi, e su cui sono fiorite storie mai confermate negli anni sulle quali tanto si è pure romanzato, pur mantenendo un fondo di verità .

  • Cosa indica l’errore 400 di Google

    Cosa indica l’errore 400 di Google

    Google Foto: cosa significa l’errore “400. Errore. Il server non può elaborare la richiesta perché è in un formato non valido”

    Molti utenti di Google Foto si sono trovati davanti a un messaggio piuttosto criptico quando tentano di accedere al servizio o caricare contenuti:

    400. Errore.
    Il server non può elaborare la richiesta perché è in un formato non valido.
    Non riprovare. Nessun’altra informazione disponibile.

    Cosa vuol dire questo errore?

    L’errore 400 è un classico “Bad Request”: indica che la richiesta inviata al server è malformata o non valida secondo i criteri previsti dal sistema. In parole semplici, il browser o l’app sta cercando di comunicare con Google Foto in modo che il server non riesce a comprendere o accettare.

    Possibili cause comuni:

    1. Cookie o cache corrotti

      Dati memorizzati nel browser potrebbero essere obsoleti o danneggiati, causando errori nelle richieste.
    2. URL errato o manipolato

      Se l’indirizzo digitato è incompleto o contiene caratteri non consentiti, il server può rigettare la richiesta. In alcuni casi questo errore può capitare se stai provando ad accedere ad un album su Google Foto per cui non hai i diritti di accesso (esempio: email sbagliata)
    3. Estensioni del browser

      Alcune estensioni (come ad-blocker o plugin di privacy) possono interferire con il caricamento corretto di Google Foto.
    4. Problemi temporanei dal lato server

      Anche se più raro, potrebbe trattarsi di un’anomalia momentanea nei server di Google.

    Come risolvere l’errore

    Ecco alcune soluzioni da provare:

    • Svuotare cache e cookie del browser e riavviare la pagina.
    • Provare a utilizzare un altro browser o la modalità in incognito.
    • Disattivare temporaneamente le estensioni del browser.
    • Accedere a Google Foto da un altro dispositivo.
    • Verificare che l’URL sia corretto (https://photos.google.com).
    • Attendere qualche ora e riprovare: se il problema è lato server, potrebbe risolversi da solo.

    Quando contattare l’assistenza

    Se l’errore persiste per più giorni nonostante i tentativi di risoluzione, puoi considerare di contattare il supporto di Google tramite la sezione Aiuto di Google Foto o attraverso la pagina ufficiale di assistenza.

  • Pool di Indirizzi IP: cos’è e a cosa serve

    Pool di Indirizzi IP: cos’è e a cosa serve

    Un pool di indirizzi IP è un insieme di indirizzi IP disponibili che possono essere utilizzati da un server o dispositivo per la comunicazione in rete. Questi indirizzi IP sono gestiti in modo centralizzato e vengono allocati dinamicamente a vari dispositivi o servizi secondo necessità.

    Cos’è un Pool di Indirizzi IP?

    • Definizione: Un pool di indirizzi IP è una raccolta di indirizzi IP che possono essere utilizzati temporaneamente o permanentemente da vari dispositivi o servizi in una rete.
    • Gestione: Gli indirizzi nel pool sono gestiti da server DHCP (Dynamic Host Configuration Protocol) o manualmente configurati in ambienti più statici.

    A Cosa Serve un Pool di Indirizzi IP?

    1. Allocazione Dinamica: I pool di indirizzi IP sono comunemente utilizzati nei server DHCP per assegnare dinamicamente indirizzi IP ai dispositivi che si connettono alla rete. Questo è particolarmente utile in reti aziendali e domestiche dove i dispositivi possono variare frequentemente.
    2. Gestione Efficiente degli Indirizzi: Utilizzare un pool consente di gestire gli indirizzi IP in modo più efficiente, evitando l’assegnazione fissa di indirizzi a dispositivi che potrebbero non essere sempre presenti sulla rete.
    3. Supporto per Molteplici Dispositivi: In ambienti con molti dispositivi che si connettono e disconnettono dalla rete, un pool di indirizzi IP aiuta a garantire che ogni dispositivo possa ottenere un indirizzo IP valido quando necessario.
    4. Facilità di Configurazione e Manutenzione: Un pool consente di semplificare la configurazione e la manutenzione della rete, poiché l’assegnazione degli indirizzi è automatizzata e centralizzata.
    5. Gestione dei Server di Posta: Nei server di posta elettronica, un pool di indirizzi IP può essere utilizzato per gestire i tentativi di invio di email da più macchine. Gli indirizzi IP nel pool sono trattati come equivalenti per le politiche di greylisting, aiutando a garantire che le email vengano consegnate correttamente anche se inviate da diversi server all’interno del pool.
    6. Scalabilità: Utilizzare un pool di indirizzi IP permette di scalare facilmente le risorse di rete. Quando è necessario aggiungere nuovi server o dispositivi, gli indirizzi possono essere assegnati dal pool senza modificare manualmente la configurazione della rete.

    Esempio di Utilizzo

    Immagina una grande azienda con centinaia di computer, stampanti e dispositivi mobili. Anziché assegnare manualmente indirizzi IP statici a ciascun dispositivo, l’azienda utilizza un pool di indirizzi IP gestito da un server DHCP. Quando un dispositivo si collega alla rete, il server DHCP assegna un indirizzo IP disponibile dal pool. Quando il dispositivo si disconnette, l’indirizzo IP viene restituito al pool e può essere utilizzato da un altro dispositivo.

    Esempio Numerico di un Pool di Indirizzi IP

    Immagina una rete aziendale che utilizza un pool di indirizzi IP per gestire i dispositivi collegati. Ecco un esempio numerico per illustrare come funziona il pool di indirizzi IP, mediante un esempio.

    Un pool di indirizzi IP come nell’esempio riportato dimostra come la gestione dinamica degli indirizzi IP consente un’allocazione flessibile e scalabile. L’uso di un intervallo di indirizzi IP permette ai dispositivi di ottenere indirizzi IP temporanei, facilitando la connessione alla rete e la gestione delle risorse senza la necessità di configurazioni manuali e statiche.

    Scenario

    Supponiamo che un’azienda abbia una rete con il blocco di indirizzi IP 192.168.1.0/24, che fornisce un totale di 256 indirizzi IP (da 192.168.1.0 a 192.168.1.255), di cui 254 sono utilizzabili per i dispositivi (gli indirizzi .0 e .255 sono riservati per la rete e il broadcast).

    Configurazione del Pool di Indirizzi IP

    1. Definizione del Pool: Il server DHCP dell’azienda è configurato per gestire un pool di indirizzi IP dall’intervallo 192.168.1.100 a 192.168.1.200. Questo pool include 101 indirizzi IP disponibili per la distribuzione dinamica.
    2. Allocazione Dinamica: Ogni volta che un dispositivo (ad esempio un computer portatile) si connette alla rete, il server DHCP assegna uno degli indirizzi IP disponibili all’interno del pool.
    3. Esempio di Assegnazione:
      • Dispositivo A: Un computer portatile si connette e il server DHCP gli assegna l’indirizzo 192.168.1.105.
      • Dispositivo B: Un altro computer si connette successivamente e riceve l’indirizzo 192.168.1.107.
      • Dispositivo C: Un terzo dispositivo si collega e ottiene l’indirizzo 192.168.1.110.
    4. Rilascio e Riassegnazione:
      • Dispositivo A si disconnette dalla rete. L’indirizzo 192.168.1.105 viene restituito al pool di indirizzi e diventa nuovamente disponibile.
      • Dispositivo D si connette alla rete. Il server DHCP può assegnare a questo dispositivo l’indirizzo 192.168.1.105, che è stato appena liberato.
    5. Configurazione del Server DHCP:
      • Intervallo di IP Disponibili: 192.168.1.100 a 192.168.1.200.
      • Tempo di Lease: Gli indirizzi IP sono assegnati per un periodo specifico (ad esempio 24 ore). Al termine di questo periodo, il dispositivo deve richiedere nuovamente un indirizzo IP, e l’indirizzo potrebbe essere riassegnato ad un altro dispositivo se il dispositivo originale non è più connesso.
    6. Gestione degli Indirizzi:
      • IP Utilizzati: Ad esempio, 192.168.1.105, 192.168.1.107, 192.168.1.110.
      • IP Disponibili: Gli indirizzi all’interno dell’intervallo del pool che non sono attualmente in uso, come 192.168.1.101, 192.168.1.102, ecc.

    Vantaggi del Pool di Indirizzi IP

    • Flessibilità: Permette di gestire un numero variabile di dispositivi senza la necessità di configurare manualmente ogni indirizzo IP.
    • Efficienza: Ottimizza l’uso degli indirizzi IP disponibili, evitando la configurazione statica e semplificando la gestione della rete.
    • Scalabilità: Facilita l’aggiunta e la rimozione di dispositivi senza modificare la configurazione di rete complessiva.

    Conclusione

    Un pool di indirizzi IP è uno strumento cruciale per la gestione efficace delle reti. Permette l’allocazione dinamica degli indirizzi, facilita la gestione e la scalabilità delle reti, e migliora la flessibilità operativa sia in ambienti aziendali che domestici. Utilizzare un pool di indirizzi IP è essenziale per garantire un’allocazione efficiente e una manutenzione senza problemi delle risorse di rete.

  • Come annullare l’invio di una mail su Gmail

    Come annullare l’invio di una mail su Gmail

    Google ha ufficializzato ieri una nuova funzione per tutti gli utenti di Gmail: sarà  infatti possibile annullare l’invio di una mail entro un determinato periodo. Spuntando l’opzione Enable Undo Send tra i settings generali della webmail, potremo impostare un periodo massimo entro cui si può annullare l’invio, ed il destinatario non riceverà  nulla. La funzione, stando al blog ufficiale, completerà  il rilascio entro le prossime due settimane.

    Come attivare l’annullamento dell’invio

    Dalla nostra casella di posta Gmail, dopo aver fatto login, quindi, andiamo sulla rotellina a destra, facciamo click e selezioniamo Impostazioni.

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    A questo punto nella tab “Generali” (già  selezionata di default, in caso non lo fosse clicchiamoci sopra) andiamo a spuntare la casella in corrispondenza di “Annulla Invio“, scorrendo in basso le varie opzioni.

    Screen 2015-06-24 alle 11.38.00

    Come periodo di annullamento io ho scelto 30 secondi, ma potete selezionare anche 5, 10 o 20.

    Funzione molto utile, in effetti, per evitare invii di posta indesiderati, specie se siamo molto propensi a cambiare idea o se scrivessimo una email inopportuna ad un cliente che non paga o al nostro insopportabile capo. Non è mai tardi per annullare l’invio, e questa funzione potrà  essere molto utile per molti di noi (fonte: googleappsupdates.blogspot.co.uk).

    Photo by dps

  • Che cosa cambia tra deep web e dark web?

    Che cosa cambia tra deep web e dark web?

    Cosa sono il deep web e il dark web

    Siamo abituati fin troppo ad identificare internet con il mezzo usato per la ricerca: se usiamo spesso Google, internet è Google ed i suoi risultati, stessa cosa se usiamo Twitter o Facebook. Identificare internet con il web o in questi termini è normale quanto un errore che non possiamo più permetterci da “cittadini digitali” quali dovremmo, finalmente, considerarci. Esiste infatti uno strato nascosto di internet, che secondo vari esperti corrisponderebbe addirittura con la maggioranza delle pagine web esistenti al mondo!

    Pero’ quando si parla di dark web, di fatto, si fanno molti equivoci e si fa spesso e volentieri sensazionalismo. Se andiamo su Google News, le ultime notizie relative al dark web sono su questi toni:

    Spacciava sul dark web facendosi pagare in Bitcoin: 25enne ingauno scarcerato

    Covid, sul Dark Web è cresciuta la vendita di farmaci e mascherine

    Oltre 3 miliardi di e-mail e password vendute nel Dark Web: i dettagli e i consigli per mitigare i rischi

    Insomma, i toni sono preoccupanti e preoccupati, ma il dark web non deve essere confuso con il deep web! Infatti sembra quasi che i due concetti, per la stampa, finiscano per coincidere:

    Viaggio nel Buco nero del deep web: tra suprematismo bianco, propaganda di estrema destra e teorie del complotto

    Dark web e deep web: attenzione ai pericoli della rete

    Il deep web è una parte relativamente innocua di internet, e a renderla oscura è il fatto che non sia indicizzata sui motori di ricerca. La distinzione tra deep e dark web è tutt’altro che netta, comunque, quindi la confusione tra le due cose può considerarsi parzialmente giustificata. Di fatto, il deep web è caratterizzato da tutte le pagine web che sono presenti su internet, e che NON sono rintracciabili mediante motori di ricerca.

    Il dark web è sempre non tracciabile sui motori, ma la differenza fondamentale sta nel fatto che per accedervi è necessario accedere mediante browser specifici come TOR, che permettono una navigazione anonima e la possibilità  di accedere agli indirizzi criptati tipici, anche se non esclusivi, del dark web. Altra differenza fondamentale sono i siti che fanno parte dell’uno o dell’altro: nel deep web troviamo ad esempio i gruppi privati di Facebook, le chat personali, alcuni siti accademici che si possono accedere solo da parte di IP del dipartimento. Nel dark web troviamo invece gruppi Telegram illegali, siti con estensione .onion e URL crittografati per la vendita di credenziali rubate, armi e via dicendo (per inciso, la possibilità  di andare incontro a truffe è elevatissima: sul dark web si paga quasi esclusivamente in bitcoin, che è la criptovaluta non tracciabile e non rimborsabile per eccellenza).

    Fanno pertanto parte del deep web tutte le pagine interne accessibili solo con username e password, ad esempio, oppure le pagine dei profili privati sui vari social. Nel dark web sono invece disponibili mercati pirata o comunque illegali, contenuti e commercio non leciti, vendita di account PayPal e carte di credito clonate e via dicendo.

  • Cos’è il meme Cat coughing (gatto che tossisce)

    Cos’è il meme Cat coughing (gatto che tossisce)

    Il meme “cat coughing” è un meme derivato da una foto o da un breve video di un gatto che sembra tossire o fare una smorfia strana. La sua popolarità deriva dalla sua espressione facciale insolita che può essere interpretata in modi diversi.

    Solitamente, questo meme viene utilizzato per rappresentare situazioni in cui qualcuno o qualcosa è fortemente sorpreso, disgustato o confuso. La faccia del gatto, con la bocca aperta e la lingua fuori, viene associata a reazioni esagerate o a momenti in cui qualcuno si trova di fronte a qualcosa di inaspettato o spiacevole. Il meme è stato utilizzato in vari contesti su Internet per creare umorismo, spesso sovrapposizione testuale o immagini su quella del gatto per comunicare una vasta gamma di emozioni o reazioni.

    Il meme del gatto che tossisce può essere interpretato in diversi modi. Ecco una lista di possibili significati associati a questo meme:

    1. Sorpresa estrema: Il gatto può essere interpretato come reazione a qualcosa di sorprendente o inaspettato.
    2. Disgusto o repulsione: La faccia stravolta del gatto può rappresentare disgusto o avversione nei confronti di qualcosa.
    3. Confusione: L’espressione del gatto potrebbe essere usata per rappresentare confusione o perplessità di fronte a qualcosa di non chiaro.
    4. Shock: Il gatto può rappresentare la reazione di essere scioccati da una notizia o da un evento improvviso.
    5. Esasperazione: Può essere associato a situazioni frustranti o fastidiose che provocano un senso di esasperazione.
    6. Ironicità: Il meme può essere usato in modo ironico, sovrapponendo testo o situazioni umoristiche per creare un effetto comico.
    7. Meme meta o autoriferenziale: In alcuni casi, il meme del gatto che tossisce è stato usato per commentare o parodiare la stessa natura dei meme su Internet, giocando con l’idea di un meme diventato un altro meme.

    Questi sono solo alcuni dei molteplici modi in cui il meme del gatto che tossisce può essere interpretato o utilizzato per creare contenuti divertenti o commenti visivi su varie situazioni.

  • Cos’è il meme “Supa Hot Fire”

    Cos’è il meme “Supa Hot Fire”

    Avete presente il meme, in forma di GIF animata, molto diffuso sui social network, in cui si vedono dei giovani ragazzi afroamericani reagire esageratamente mentre uno con la felpa col cappuccio e gli occhiali resta immobile al centro? Le reazioni esagerate della claque di Supa Hot Fire – questo il nome “ufficiale” del meme – sono diventate un classico delle discussioni online più accese. Spesso utilizzate per sostenere ironicamente una delle parti in causa, queste GIF hanno trovato nuova linfa con la diffusione dei sistemi di risposta automatica a base di immagini animate, integrati in social network e app di messaggistica. Il risultato? Supa Hot Fire si è imposto come una delle reaction GIF più riconoscibili e condivise degli ultimi anni.

    Secondo quanto individuato da Kulture Film Locations (account Instagram specializzato in riconoscimento di set cinematografici), il video di Supa Hot Fire vs. B-Bone è stato girato a Inglewood, California, sobborgo di Los Angeles, USA.

    La storia: Supa Hot Fire compare per la prima volta il 25 maggio 2011, quando lo YouTuber MrDeshawnRaw (alias Supa Hot Fire) pubblicò un video intitolato “The Rap Battle [Parody]”, in cui parodiava in modo satirico i classici battle rap. Nel video si nota un rapper dall’aspetto dimesso che pronuncia versi volutamente banali, mentre la “claque” alle sue spalle reagisce in modo esagerato e teatrale a ogni sua rima, assumendo atteggiamenti di hype e “boom!” esclamati a gran voce. Questo contrasto tra testo pacato e folla in delirio è alla base dell’umorismo di Supa Hot Fire.

     

    Pochi giorni dopo la pubblicazione su YouTube, il clip venne ripubblicato su WorldStarHipHop il 14 giugno 2011, raccogliendo rapidamente oltre 379.000 visualizzazioni; il 17 giugno 2011, invece, venne rilanciato dall’Huffington Post, aumentando ulteriormente la sua visibilità.

    Nell’estate del 2011, il video originale di Supa Hot Fire si diffuse su blog musicali, siti hip hop e sui social media (Twitter, Facebook), conquistando rapidamente milioni di visualizzazioni. Già entro marzo 2012, il video aveva accumulato oltre 9 milioni di visualizzazioni su YouTube prima di essere rimosso definitivamente nel 2013/2014.

    La caratteristica più iconica del meme è la reazione a catena della “crowd” che esplode in un “OHHH!!” collettivo, solitamente dopo che Supa Hot Fire pronuncia la punchline “I’m about to end this man’s whole career”. Nel corso del 2012, la sequenza di reazioni venne isolata e riutilizzata in diversi format:

    1. Black People React / Rap Battle Parodies
      KnowYourMeme la cataloga come template all’interno della categoria “Black People React / Rap Battle Parodies”, sottolineando come il segmento della folla che urla “OHHH!” sia stato riproposto in numerosi remix.


      • Nel 2012 emersero vari video “Black People React to X” in cui si inseriva appositamente lo stesso footage della folla in delirio, accostandolo a qualunque “evento” (ad es. a personaggi di Dragon Ball o altri contesti) per enfatizzare un momento di “burn” o “callout”.


    2. Adozione come GIF di reazione
      Con la crescita di piattaforme come Giphy, Tenor e sistemi di GIF integration in app di messaggistica (WhatsApp, Telegram, Slack, Facebook Messenger), il loop della folla iper-eccitata si trasformò in una delle GIF di reazione più popolari. L’esplosione di questa scena in loop (solitamente dal minuto 1:15 al 1:20 del video originale) venne utilizzata per esprimere ironicamente entusiasmo, shock o sostegno a una “parte” durante discussioni animate online.


      • Questo segmento di pochi secondi, grazie alla sua teatralità, risultava perfetto per essere integrato automaticamente come reazione all’interno di thread su Reddit, X e forum vari, consolidando la sua diffusione virale.


    Culmine della popolarità e diffusione cross‐piattaforma

    • Fine 2012–2013: il meme fece il giro del web non solo come video YouTube, ma soprattutto come GIF animata. Alcuni fattori chiave furono:


      • L’apertura del mercato delle GIF nei social e nelle app di messaggistica: Facebook Messenger, Telegram e Slack integrarono sistemi di ricerca GIF, favorendo l’adozione istantanea di clip riconoscibili come quella di Supa Hot Fire.



      • Il caricamento su Giphy e Tenor di più versioni in loop: bastava digitare parole chiave come “Supa Hot Fire reaction” o “he’s not a rapper GIF” per veder apparire decine di varianti con taglie e risoluzioni diverse.



    • 2013–2014: il video originale venne rimosso da YouTube (circa tra il 2013 e il 2014), ma il meme ormai era già decollato in forma di GIF. Nonostante la cancellazione, decine di repository di GIF continuarono a ospitare il loop della folla per reazioni lampo, rendendolo un classico duraturo.


    Esempi di utilizzo e impatto culturale


    1. Discussioni online accese
      Spesso, quando in un forum o in un thread commenti si desiderava mostrare sponda (ovvero essere d’accordo con una delle parti), si inseriva la GIF di Supa Hot Fire come segno di “hype approval” (ad es. “Wow, hai detto bene, ascoltate tutti!”).


    2. Creazione di varianti


      • Molti creatori di meme hanno aggiunto sottotitoli ironici alla GIF: ad esempio, “quando il professore dice che c’è compito per domani” seguito dalla reazione in loop della folla.



      • Alcuni remix combinavano la clip con estratti di film o altre serie TV, sottolineando ulteriormente il “colpo virtuoso” del momento.


    3. Riconoscimento su piattaforme specializzate


      • KnowYourMeme ha inserito il meme sotto diverse voci, dedicando una pagina specifica a Supa Hot Fire e un’altra al template “Black People React / Rap Battle Parodies” dove si spiega come la GIF sia stata usata negli anni.


    Evoluzione e stato attuale


    • Negli anni successivi (2015–2020), sebbene il meme abbia perso parte della viralità iniziale, la GIF di Supa Hot Fire rimane uno dei template di reazione più riconoscibili, spesso incollata in contesti ironici su TikTok, Instagram e X.



    • Anche nel 2023–2024, persone e brand l’hanno riproposta in versioni satiriche o remixate, rendendo la “claque che alza le braccia” un riferimento costante nella cultura meme.



    • L’uso prolungato come reaction GIF ha contribuito a far diventare Supa Hot Fire un’icona memetica, paragonabile per riconoscibilità a clip come “Pepe the Frog” o “Distracted Boyfriend”, sebbene con scopi specifici di hype e approvazione satirica.


    (fonte: Know Your Meme)

  • Dynamic Spectrum Sharing (DSS): cos’è e a cosa serve

    Dynamic Spectrum Sharing (DSS): cos’è e a cosa serve

    La cosiddetta Dynamic Spectrum Sharing è una delle caratteristiche fondanti della tecnologia 5G, che sta crescendo anche in Italia con circa 400 comuni che già  la mettono a disposizione per i vari operatori telefonici. Il DSS (così come viene spesso riferito, mediante sigla o iniziali) è una tecnologia di trasmissione che abilita sia LTE che 5G nella medesima banda, calcolando internamente la banda che è necessario mettere a disposizione, utilizzando una singola antenna che fa switch, a seconda dei casi e della disponibilità  sul territorio, sul 4G o sul 5G.

    Senza entrare in dettagli troppo tecnici, cercheremo di spiegare come funziona e quali sono i vantaggi dell’uso del DSS.

    Che cos’è il 5G?

    Da tempo oggetto di una campagna fuorviante e poco scientifica sul tema, alla quale si adducevano rischi per la salute legati all’uso della stessa, il 5G rappresenta (come suggerito dal nome stesso) le connessioni sul cellulare di quinta generazione. Esso è stato progettato per aumentare la velocità  di download e upload dei dati stessi, riducendo eventuali latenze o attese e garantendo servizi di connettività  wireless sempre più efficenti.

    A differenza della quarta generazione, detta tecnicamente 4G LTE, le connettività  di quinta generazione lavorano strategicamente più sulla velocità  che sulla garanzia di connettività , venendo incontro all’esigenza di sfruttare più banda imposta generalmente dal cloud. In parte, le prestazioni del 5G sono collegate strettamente con quelle del Wi-Fi 6.

    Velocità  di picco del 5G

    Il 5G è in grado di raggiungere, teoricamente, ben 20 Gbps (Gigabit per secondo), cosa che possiamo quantificare facilmente rispetto alla precedente generazione, la 4G, che raggiungeva invece soltanto 4Gbps.

    Grazie al 5G è sostanzialmente possibile connettersi ad internet in modo smart sfruttando le tecnologie per le videoconferenze, guardando film e serie TV in streaming con qualità  HD, e così via.

    Come funziona il DSS

    L’uso e la diffusione del 5G era anche precedente all’introduzione del DSS, ma in questo caso c’è qualcosa in più in ballo: la condivisione dinamica dello spettro (Dynamic Spectrum Sharing) è un risultato tecnologico molto innovativo, ed è stato sfruttato – ad esempio – in Italia da Wind Tre per diffondere il 5G nei principali capoluoghi italiani, con circa il 75% di copertura dell’intera popolazione.

    Nell’immagine seguente viene spiegata l’evoluzione attraverso un semplice grafico: se nelle connessioni 4G tradizionali, infatti, era possibile connettersi al 4G con singola antenna, e mediante la cosiddetta Dual Connectivity era possibile affiancare due diversi tipi di antenna per connettersi in 4G/5G NSA (Non Stand Alone, ovvero che non può esistere senza una “base” 4G), grazie al DSS sarà  possibile farlo sfruttando antenne “ibride” 4G+5G, che produrranno così l’effetto di fornire una connessione 5G SA (Stand Alone, questa volta, quindi eliminando la “dipendenza” della tecnologia precedente a cui si sarebbe dovuta appoggiare).

    Immagine tratta da https://techblog.comsoc.org/2020/02/04/vodafone-tests-5g-dynamic-spectrum-sharing-dss-in-its-dusseldorf-lab/

    In definitiva, grazie al DSS gli operatori telefonici avranno la possibilità  di fornire 4G e 5G nella stessa ampiezza di banda, economizzando i costi ed offrendo un servizio potenzialmente più efficente.

    Foto di Saveliy Morozov da Pixabay