Tag: Mondo domini 🌍

  • Da chi sono gestite le varie estensioni di dominio su internet?

    Da chi sono gestite le varie estensioni di dominio su internet?

    Vi siete mai chiesti chi ci sia “dietro” le singole estensioni di dominio? Ad esempio è ben noto – almeno dovrebbe… – che i domini .it siano gestiti dal NIC, l’ente legato al CNR che gestisce le pratiche di registrazione, rinnovo e scadenza dei domini con questo TLD. I domini .com, invece, si trovano ad essere storicamente gestiti da VeriSign Global Registry Services, l’azienda che detiene il controllo di questa estensione.

    La lista potrebbe continuare, annoverando ad esempio il registro dei domini .eu (EURid vzw/asbl) oppure Uniregistry, Corp. per i domini con estensione .sexy.

    Per essere più precisi, bisogna dire che tale “sponsorizzazione” può essere messa in atto a diverso titolo:

    1. se si tratta di domini geografici come .de o .it, la gestione viene delegata a livello nazionale;
    2. per domini a carattere commerciale, o relativo a nicchie di mercato, invece, si tratta di una vera e propria sponsorizzazione (domini .asia, .cat, .coop, .edu e via dicendo);
    3. per domini generici, inoltre, possono essere gestiti da aziende private molto grosse.

    Di fatto questi enti commerciali e nazionali offrono a molti hoster la possibilità  di registrare, tramite loro, direttamente i nomi di dominio che registriamo periodicamente. Ci sono anche numerosi provider che sono accreditati a registrare direttamente le estensioni, e questo riguarda di norma gli hosting più grossi.

    (fonte: Iana.org)

  • Domini .io: come e dove registrarne uno

    Domini .io: come e dove registrarne uno

    .io è l’estensione di dominio per internet assegnata al territorio britannico dell’Oceano Indiano, e si tratta di una delle estensioni (o TLD) più popolari al mondo. Il NIC.io si occupa di gestire globalmente questa estensione che, nonostante sia un ccTLD (estensione country code o geografica) non sempre viene utilizzata con questo riferimento. La storia dei domini .io è, infatti, se non altro curiosa e merita qualche riga di approfondimento. I domini con estensione .io sono diventati popolari per le aziende di informatica e per alcuni tipi di startup: il riferimento all’acronimo .io come I/O (Input/Output) è in effetti immediato, e l’uso di questa estensione permette di registrare nomi facili da ricordare che le classiche estensioni .com e .it non consentirebbero.

    Come nel caso dei domini .me, per i domini .io (come ad esempio phaser.io, il sito dell’ambiente open source Phaser per sviluppare videogiochi sul web) si tratta di domini geografici, almeno nelle intenzioni, ma il cui uso de facto è praticamente sempre generico. Anche secondo Google,   del resto, questo tipo di estensione di dominio, così come quelli .tv, sono considerati dalla maggioranza delle persone di tipo generico e non geolocalizzati.

    Come molte altre estensioni, i domini .io possiedono un proprio NIC, mediante il quale è possibile acquistare nomi di dominio, con il vantaggio di utilizzare un’estensione obiettivamente intuitiva e semplice da ricordare. Se i domini .tv riescono a portare soldi all’isola di Tuvalu, così come i .me verso Montenegro, lo stesso non si può dire per i .io: l’estensione di questo tipo fa riferimento infatti al Territorio Britannico dell’Oceano Indiano, e tutti i proventi dalla vendita di questi domini vanno al provider inglese Internet Computer Bureau, che è il fornitore ufficiale di questo tipo di estensione.

    Paul Kane, chief dell’azienda, ha dichiarato che una parte dei proventi dalla vendita di domini .io va alla “Crown bank”, mentre una parte viene successivamente reinvestita per mantenere il DNS di servizio utilizzato dalla ICB. Per la cronaca, il Territorio Britannico dell’Oceano Indiano – a cui appartiene l’estensione .io – fa parte del Regno Unito dal 1965, ed ha vissuto negli anni storie piuttosto controverse fatte di espatri e costruzioni di basi militari americane. Diversamente da quanto accade per estensioni come .tk – gli eventuali proventi vanno al governo delle isole di Tokelau – in questo caso c’è un privato che gestisce, assieme al governo inglese, i proventi derivanti dalle vendite. Vendite che sono effettuate a prezzi a volte non di poco conto: in media, infatti, un dominio .io si acquista fino a 100 dollari (tasse ed hosting escluse); in Italia questa estensione, almeno fino ad ora, non sembra aver conosciuto troppa diffusione.

    Per verificare se un dominio .io è libero, provate il nostro tool di ricerca gratuito.

    Per registrare un dominio .io potete rivolgervi ad uno dei servizi di hosting condiviso più comuni.

  • Perchè il dominio non funziona senza WWW. davanti?

    Perchè il dominio non funziona senza WWW. davanti?

    Se stai provando a configurare il tuo sito web, potrebbe capitare la seguente circostanza: il dominio, ad esempio tuosito.it, risponde correttamente quando lo apri come www.tuosito.it, mentre si rifiuta di funzionare come tuosito.it (cioè senza il prefisso www). In generale, in questi casi, il problema potrebbe essere legato ad un record A mancante, o non configurato correttamente, all’interno del tuo pannello di gestione del dominio.

    PS www. nella barra di Google Chrome di default non si vede.

    Configurare correttamente la DNS zone

    La zona del DNS o DNS zone è l’area di gestione del tuo sito adibita alla configurazione di un dominio; nel caso specifico, potresti arrivarci sia direttamente dal cPanel che da Plesk, oppure dal tuo pannello di gestione del sito o seguendo le istruzioni del tuo hosting. In generale, il DNS (acronimo per  Domain Name System) è formalmente quella porzione dello spazio del dominio che può essere gestita da un amministratore, che il più delle volte corrisponde con il responsabile o il webmaster o tecnico del sito web.

    Cosa verificare: record A e CNAME

    Se nello specifico non dovesse funzionare il dominio con www davanti, bisogna verificare:

    1. che esista un record A nella DNS zone con campo valore pari all’indirizzo IP del server del sito, che solitamente ci viene suggerito direttamente dal cPanel o Plesk;
    2. che esiste eventualmente anche un record CNAME con etichetta www e valore tuosito.it.

    In alternativa, è spesso più agevole cambiare o agire sui Name Server del sito web e configurare direttamente il sito e l’hosting mediante questi ultimi. Per maggiori informazioni, potete fare riferimento alla guida come aggiungere il prefisso www ad un dominio.

  • Come trasferire un dominio se l’hosting non ti fa cambiare i NS

    Come trasferire un dominio se l’hosting non ti fa cambiare i NS

    Mi è capitato di recente di trasferire un dominio e di dover cambiare hosting, questo perché quello attuale era sotto-dimensionato rispetto ai requisiti del sito. Una cosa che ogni tanto può capitare: non c’è dubbio che la cosa abbia un certo interesse nella realtà  di ogni giorno dei webmaster, e per questo ho già  scritto una guida in merito.

    Il problema: trasferire un sito è volutamente complicato?

    In alcuni casi, pero’, può capitare che l’hosting attuale impedisca di fare la cosa più semplice, cioè aggiornare i record NS e farvi restare col sito da loro – scoraggiando indirettamente il cliente dal farlo (e questo, secondo me, non è troppo corretto), peraltro costringendo l’utente a spendere un extra (circa 10 € nel caso di un dominio .org, ma tant’è) al fine trasferire correttamente il dominio da uno ad un altro registrar.

    Soluzione 1: aggiornare i record NS

    Se mi avessero permesso di cambiare semplicemente NS (Name Server), il processo sarebbe stato del tutto gratuito, per inciso. Si possono cambiare tutti i record DNS tranne, guarda caso, i NS? Per me non è un caso che abbiano fatto questa scelta, e ne ho contati più di uno che si arroga questo presunto diritto.

    E ho anche il sospetto, ma questa cosa andrebbe capita anche in termini di direttive ICANN, che una cosa del genere non sia consentita dalle linee guida. Ovviamente non é un’accusa, ma è solo una possibile analisi di un problema che, ad oggi, complica il workflow di molti webmaster ed imprenditori che abbiano un sito e vogliano, lecitamente (quale che sia il motivo, se valido o meno), cambiare registrar (il registrar è l’azienda che permette di registrare e gestire domini anche senza hosting, per chi non lo sapesse).

    Volevo passare il dominio su NameCheap, nello specifico, e passare l’hosting su DigitalOcean; ed è stata una vera impresa, rispetto a quello che mi aspettavo.

    2 modi per trasferire un dominio su un altro hosting

    In generale, come forse saprete, nel caso di trasferimento di dominio:

    • di solito basta cambiare i NS, e mettere quelli del nuovo hosting: si puntano i NS a quelli del nuovo hosting, ed abbiamo fatto. In questo caso la procedura richiede pochi minuti, ed entro al massimo un paio di giorni il sito sarà  trasferito in automatico (e dopo andrà  riconfigurato, ovviamente);
    • se il registrar/hosting attuale non permette di cambiare il NS (alcuni, in Italia, purtroppo o per loro fortuna lo fanno), l’unica è trasferire il dominio via auth-code (EPP);
    • se si sceglie quest’ultima strada, il registrar attuale non può rallentare in alcun modo questa procedura, che di solito richiede fino a 5 giorni dalla richiesta (più ulteriori 1 o 2 aggiuntivi, a volte su alcune estensioni o TLD per motivi tecnici); il processo è comunque, una volta trasmesso l’auth-code sul nuovo registrar (NameCheap), completamente automatico;
    • il vecchio registrar formalmente potrebbe, secondo le regole ICANN, rifiutare la richiesta ed impedire il trasferimento (ma per ovvie ragioni è improbabile che lo faccia). Ma quel dominio è il mio, oppure è dell’hosting che lo sta ospitando, a questo punto?

    Mi spiace dover andare in polemica ma, per una volta, sento che sia necessario sollevare un problema: e la mia speranza è che gli hosting che usan questa politica restrittiva diventino più flessibili (anche perché, secondo me, il gioco non vale la candela: detta fuori dai denti, non credo che ci guadagnino più di tanto nel lungo periodo, anche se probabilmente, giocando sull’ignoranza e l’imperizia di alcuni webmaster, nel brevissimo periodo forse sì).

    Faccio anche una considerazione finale: secondo me è abbastanza assurdo che un hosting / registrar delegato dall’ICANN impedisca di cambiare i NS. Se è una strategia di marketing, come posso immaginare quale prima ipotesi, non funziona: non trattiene i clienti, che comunque hanno già  pagato (e dovranno pagare di più per cambiare hosting via EPP), saranno incazzati a belva e, alla lunga, quel cliente perderà  completamente il feeling con il proprio hosting.

    A me, almeno, è successo questo, ed evito di citare apertamente il nome dell’hosting provider per evitare polemiche inutili (ciliegina sulla torta: l’assistenza nel fine settimana non lavora,   per cui ho pensato tanto vale trasferirlo, ed il problema è avvenuto venerdì pomeriggio peraltro dopo essere passato ad un piano di hosting superiore al precedente – soldi buttati, temo: se prima il sito era lento e dava continuamente errore, dopo il cambio di hosting semplicemente non funzionava più, database down e HTTPS non funzionante).

    Per cui ho deciso di cambiare e basta, nonostante fossi con loro da anni. E se volete cambiare hosting, qui troverete le classifiche dei migliori per WordPress, Joomla! e tutti gli altri.

  • Confronto i prezzi dei domini: dove comprarli

    Confronto i prezzi dei domini: dove comprarli

    Se hai deciso, finalmente di comprare un dominio ci sono tanti aspetti importanti da considerare. E soprattutto bisogna stare attenti a scegliere il registrar giusto! In questo articolo cercheremo di chiarire un po’ di aspetti importanti in merito.

    Nozioni base

    In generale, prima di acquistare un dominio (non buttatevi troppo in fretta nell’acquisto, salvo dovervene pentire in seguito), ci sono alcune cose molto importanti da sapere, soprattutto se non siete troppo esperti in materia:

    • un dominio internet è il nome di un sito, per dirla semplicemente, che poi verrà  associato ad un servizio di hosting (ciò avviene in vari modi, ovvero mediante record NS oppure record A del dominio stesso);
    • la gestione generale dei domini internet è affidata ad un organo internazionale, detto ICANN, con il quale non ci si interfaccia direttamente ma che fornisce linee guida obbligatorie e soprattutto i costi di ogni estensione (che possono variare nel tempo);
    • la gestione delle estensioni specifiche – come .blog, .academy o .it – è in genere affidata a registrar specifici, mediante apposita delega ICANN; tali estensioni poi sono abilitabili (e quindi pronti all’acquisto) mediante servizi di hosting che ne abbiano fatto richiesta. Questo vuol dire che, nella pratica, non tutti i servizi di hosting possono registrare qualsiasi estensione vogliate: bisogna andare da quelli che le supportano.
    • il prezzo delle estensioni dipende sempre dall’ICANN o dal registrar, in genere i servizi di hosting se dovessero applicare sovrapprezzi (cosa che fanno, ad esempio, a partire dal secondo anno in cui siete loro clienti) è quasi sempre perché il costo è aumentato, da parte dell’ICANN, nell’anno precedente. Fa la differenza anche il fatto che alcuni hosting facciano pagare l’IVA ed altri, perché all’estero, non la applichino o costi meno nel loro paese.

    Inoltre è bene ricordare che:

    1. un dominio ha un costo annuale, prefissato, che può variare leggermente a seconda del tipo di estensione (ad esempio in genere i domini .info costano meno dei .it); tale costo non è rimborsabile in nessun caso, per cui se sbagliate a registrare un dominio ve lo dovrete comunque tenere per almeno un anno.
    2. i domini scadono dopo un anno dalla registrazione: ricordatevi sempre di rinnovarlo per tempo.
    3. Se un dominio che vi piace è occupato, potrebbe essere in vendita lo stesso (ed in questo caso costerà  di più, ovviamente);
    4. un dominio senza hosting non serve a nulla, per cui avremo comunque bisogno di un hosting a cui appoggiare il sito e la sua infrastruttura (file e database);
    5. un dominio può essere trasferito da un hosting all’altro in qualsiasi momento, facendosi eventualmente carico dei costi di trasferimento qualora si decida di cambiare registrar (vedi anche qui);
    6. il dominio è indispensabile per avere un sito funzionante, ed ha un costo indipendente da quello di realizzazione del sito e di mantenimento del servizio di hosting.

    Tipi di dominio da registrare

    Ci sono in genere due tipologie principali di domini:

    • domini keyword-rich, detti anche EMD (Exact Match Domain), molto usati nella SEO (ed effettivamente potenti, in molti casi), in cui praticamente mettete la keyword per cui volete essere trovati su Google all’interno del nome;
    • domini brandizzati, in cui non fate altro se non mettere il nome del vostro brand o azienda nel nome – esempio: miazienda.it. Anche un dominio con il vostro nome, mariorossi.blog, è in un certo senso un dominio brandizzato.

    I domini di questi due tipi hanno in genere le stesse potenzialità  in termini di ranking su Google, anche perché è la strategia che fa la differenza; il nome del dominio può essere, in alcuni casi, solo un piccolo fattore di aiuto.

    Migliori domini: come scegliere il nome

    La scelta del nome a volte è in grado di mandarci in crisi, ma niente paura! In genere un buon nome di dominio deve essere:

    • facile da ricordare (niente nomi impossibili, insomma);
    • facile da digitare (evitate anche di mettere due lettere uguali consecutive: meglio miazienda.it che miaazienda.it)
    • non troppo lungo (chenomeorribiledai.it meglio di no);
    • possibilmente composto solo da lettere e numeri (meglio evitare trattini e lettere accentate)

    Cosa fare se un dominio è occupato?

    Semplicemente sceglietene un’altro, con un’estensione differente: ce ne sono quasi 2000 disponibili, ad oggi. Invece di tuonome.it avrete, ad esempio, tuonome.com. Attenzione a non mettere un nome del sito che non segua i suggerimenti del punto precedente, inoltre!

    Quanto si spende?

    Dipende molto dall’estensione: per un dominio .it in genere intorno ai 10 € all’anno, per un .info sui 2€/anno, per un .com circa 7€ / anno. La forbice di spesa comunque va da 2-3 euro all’anno fino a 50/60 € per alcune estensioni di dominio particolari. Il prezzo potrebbe essere più alto nel caso di domini recuperati o premium.

    In base alla scelta del registrar, inoltre, ci possono essere ulteriori differenze di prezzo, quasi sempre di pochi euro.

    Le offerte di registrar più economici

    Finalmente siamo arrivati al punto importante: la scelta del registrar da usare. Ovviamente con questi servizi potrete acquistare solo un dominio, e poi dovrete associarvi un hosting in seguito (alcuni servizi elencati già  lo offrono, in caso vogliate usarli). Tenete conto che per risparmiare sull’acquisto di un dominio vi troverete a fare un passaggio in più: per evitarlo, e semplificarvi la vita, potrete anche valutare di prendere un servizio di hosting più dominio come ne trovate qui.

    I provider di dominio più economici del momento, ad ogni modo, sembrano essere i seguenti (elenco solo quelli che ho provato fino ad oggi).

    Supporthost

    Su SupportHost puoi registrare un dominio a prezzi vantaggiosi. In più funzioni che di solito vengono offerte a pagamento, sono invece incluse nel prezzo. Per esempio la protezione privacy e la gestione dei DNS. Ciliegina sulla torta: l’assistenza è in italiano e ha tempi di risposta rapidi. Ti interessa? Passa a leggere il nostro parere su SupportHost.

    NameCheap

    Uno dei più conosciuti, peccato solo non consenta di registrare domini con estensione .it, ad esempio. Supporta estensioni di ogni genere, si paga in dollari (per cui se il cambio con l’euro è favorevole, si risparmia qualcosina), in genere non applica sovrapprezzi inutili o costi nascosti. Ottimo anche il servizio di assistenza in inglese.

    TopName

    Permette di registrare solo domini grazie ad un’interfaccia molto semplice, anche se a mio parere non proprio perfetta. Per gestire un parco domini comunque è interessante, e anche parecchio; servizio made in Italy, supporto in italiano mediante ticket.

    DynaDot

    Altro servizio davvero eccellente, secondo me, anche qui non permette di registrare i domini .it purtroppo, ma per tutte le altre estensioni è un must assoluto. Consigliatissimo, insomma, e con un supporto tecnico davvero all’avanguardia, anche qui in inglese.

    Internet.bs

    Ultimo servizio che mi sento di consigliare, un must per tutti i SEO e per chi lavora con più domini per vari siti che deve gestire, permette di registrare anche i domini .it, e di registrare anche – volendo – più di un dominio alla volta grazie ad un’interfaccia davvero molto user-friendly. Il servizio ha base in Irlanda ed è in italiano, a differenza di Dynadot e NameCheap.

  • Domini .directory, dove e come registrarli

    Domini .directory, dove e come registrarli

    I domini .directory sono gestiti dalla Donuts, e si possono registrare presso la maggioranza dei migliori hosting sul mercato: si tratta di un’estensione molto interessante in ambito generico e, nello specifico, tecnologico e di classificazione. Directory significa “elenco”, sia nel senso di “lista” che di “elenco telefonico”, ma questo termine può significare anche “guida” o “direttorio”. Un ambito, per inciso, non per forza relegato all’informatica (dove indica le “cartelle” in cui si mettono i file) o a quello SEO (dove indica i siti web che classificano i vari siti del web per categoria). Non ci sono dubbi, quindi, che si tratti di un’estensione di dominio molto flessibile e, se vogliamo, altrettanto promettente nel mercato dei domini.

    È plausibile immaginare che chi registra un dominio .directory voglia realizzare un sito di consultazione, anche se (ad oggi) nulla vieta di registrarne uno per altre ragioni. Non ci sono dubbi, poi, che l’opportunità  di registrare un dominio .directory passi per una serie di considerazioni e valutazioni anche sul fronte ottimizzazione per i motori di ricerca, tra cui l’effettivo interesse ed utilità  di un sito che sappia, sostanzialmente, essere qualcosa in più del solito, sterile elenco di link. Motivo per cui è plausibile che molti .directory siano utilizzati per promuovere trattative di compra-vendita di link, una pratica diffusa ancora adesso in ambito SEO ma da sempre, storicamente, penalizzante dal punto di vista di Google.

    È possibile infine utilizzare il nostro strumento online per verificare se un dominio .directory sia libero o meno, e si può registrare un .directory direttamente dal sito di GoDaddy, ad esempio, a 25 euro all’anno.

  • Come trasferire un dominio premium

    Come trasferire un dominio premium

    Il trasferimento di un sito da un hosting all’altro, nel caso di domini premium, è un processo di solito molto semplice che passa per una serie di verifiche preliminari, e che richiede l’acquisizione (dall’hosting dal quale ha origine il trasferimento) del codice EPP univoco del dominio in questione. Un’operazione che di solito si effettua entro un paio di giorni al massimo dalla richiesta e che prevede i seguenti passi:

    1. acquisizione del codice EPP dal dominio di origine
    2. inserimento del codice EPP nell’hosting destinazione
    3. attesa di qualche giorno perchè la modifica vada in atto e si propaghino i DNS.

    I domini premium, lo ricordo brevemente, sono tipicamente i più ambiti e costosi sul mercato: se avete necessità  di migrare un dominio premium che avete appena comprato, prima di tutto dovete considerare l’estensione (TLD, quindi ad esempio .com .it ecc.): ogni estensione di domini o TLD (.it, .com, .net, …) ha le proprie specifiche procedure di trasferimento. Non tutti i provider di hosting, per intenderci, supportano tutti i possibili TLD, che sono piuttosto numerosi e che sono pure aumentati con l’arrivo delle nuove estensioni.

    Trasferimento di un dominio premium

    Quando si trasferisce un dominio premium mionome.EST da un hosting A ad un hosting B, in sostanza, dovremo:

    1. assicurarci che l’hosting A ci abbia fornito il codice EPP univoco;
    2. rivolgerci ad un hosting B che supporti e gestisca appieno l’estensione .EST;
    3. seguire la procedura di trasferimento del dominio descritta qin questa pagin.

    Durante il passaggio, in sostanza, è fondamentale verificare che il servizio di hosting destinazione supporti il TLD in oggetto: se ad esempio dobbiamo trasferire un dominio premium .it, su Dynadot al momento non sarà  possibile trasferirlo perchè non supporta le estensioni .it, mentre invece (ad esempio) su SiteGround sì.

    Photo by Alikai

  • Domini con estensione .AARP

    Domini con estensione .AARP

    .aarp è un marchio delegato gTLD nel Nuovo programma gTLD dell’ICANN per la gestione dei domini. L’Associazione americana pensionati (American Association of Retired Persons, in sigla AARP), è un’organizzazione associativa senza fini di lucro e non partigiana dedicata a sostenere e aiutare gli americani di età  superiore ai 50 anni, gestisce il TLD. L’obiettivo di AARP nel richiedere la delega della stringa del nome di dominio nella root zone nel sistema di nomi di dominio di Internet e di gestire le sue operazioni di registro è quello di proteggere il suo marchio e di usarlo come spazio di nomi di dominio “fidato, gerarchico e intuitivo” per AARP, le sue affiliate, filiali, membri e utenti di Internet. Se approvato dall’ICANN, l’organizzazione prevede di implementare un lancio in quattro fasi per garantire il successo della sua transizione dalla delega all’operazione. Verisign fungerà  da fornitore di servizi di registro back-end. Pare pertanto che sia possibile registrare domini tipo

    miodominio.aarp

    soltanto a determinate condizioni.

    Sebbene ICANN, infatti, non abbia riconosciuto in modo specifico una specifica .BRAND gTLD nell’attuale versione della Guida del richiedente, è ampiamente previsto all’interno della comunità  dei proprietari di marchi che questo diventerà  un sottogruppo specializzato di nuovi gTLD.

    L’estensione .AARP è stata progettata come estensione di brand con l’obiettivo di espandere il lavoro di marketing e promozionale di AARP, fornendo un canale sicuro per contenuti e informazioni online, offrendo una piattaforma attraverso la quale consolidare molte delle attività  di proprietà  intellettuale della realtà  AARP, e proteggere al contemmpo la presenza e l’identità  online dell’associazione. L’intento di .AARP è quello di fornire una maggiore facilità  d’uso e migliorare la rilevanza di AARP attraverso una più ampia consapevolezza del marchio su molte delle sue iniziative, programmi e servizi chiave offerti.

    AARP intende inizialmente limitare la registrazione e l’uso di nomi di dominio di questo tipo esclusivamente alle sue sussidiarie e affiliate qualificate. Questo uso iniziale consentirà  ad AARP di stabilire le sue operazioni e raggiungere la piena sostenibilità .

  • Come scegliere il nome del dominio

    Come scegliere il nome del dominio

    Volete sapere come trovare il nome di dominio perfetto per la vostra attività  e dove registrarlo al prezzo più conveniente? Eccovi un nuova tutorial che spiega tutte le cose che bisogna conoscere.

    Premessa

    La scelta del nome di dominio per il tuo sito web è un aspetto importante quando si decide di aprirlo la prima volta, ma anche nelle fasi intermedie della gestione: manutenzione generale, aggiornamento dei contenuti, indicizzazione di vecchie e nuove pagine. Scegliere un nome di dominio fatto bene è molto importante per una serie di ragioni, ma soprattutto per una: una volta scelto, infatti, il dominio diventa nostro per un anno, e si tratta di un costo non rimborsabile e non è possibile modificare un nome registrato per errore. Massima attenzione, quindi, quando si deve scegliere il nome del nostro sito, ad esempio tuosito.estensione, seguendo la falsariga delle indicazioni che vi daremo in questo articolo.

    Comprare un dominio è un’operazione tutto sommato semplice, e non richiede particolari competenze tecniche, ma deve essere eseguita con una certa perizia e ricordandosi alcune regolette pratiche. Il primo problema è: scegliere il nome!

    Come scegliere il nome

    Il principale problema da risolvere, comunque si deciderà  di fare in questa prima fase, riguarda dunque la scelta del nome di dominio. Sembra una cosa banale scegliere un nome di dominio, ma non lo è: di fatto, nella pratica (ci sono statistiche che lo mostrano indirettamente) la maggiorparte dei nomi   di dominio registrati sono piuttosto banali, sono scelti con scarsa perizia e senso della comunicazione, magari pensando di avere indiretti vantaggi lato SEO (cosiddetti match o corrispondenze esatte dei dominio con una chiave di ricerca, ovvero EMD). Possiamo essere piuttosto sicuri del fatto che tendiamo a ricordare solo una piccola parte della totalità  dei domini registrati, e che molti siti web difficilmente diventeranno famosi con certi nomi di dominio semplicemente improponibili.

    In realtà  la scelta del nome del tuo dominio dovrebbe essere guidata da una serie di criteri, a mio avviso, ispirati soprattutto alla semplicità .

    Il nome di dominio ideale che stai per registrare dovrebbe infatti:

    1. essere non troppo lungo;
    2. essere facile da ricordare;
    3. essere facile da pronunciare (diversamente sarebbe difficile da scrivere);
    4. essere univoco e da non confondersi con nomi di siti web simili;
    5. essere privo di trattini e simboli non alfabetici (e/o numeri, se possibile).

    Il miglior nome di domini dovrebbe inoltre essere caratteristico della vostra realtà , e se possibile possedere un tratto univoco di originalità .

    Come ulteriori criteri per quando si registra un nuovo dominio, abbiamo:

    1. utilizzare solo lettere (dalla A alla Z), anche accentate se necessario;
    2. ricordare che maiuscole e minuscole, nel dominio, non fanno differenza;
    3. evitare numeri all’interno del nome, a meno che non ci sia una buona ragione per farlo (esempio: il nome del brand è 123 Srl);
    4. evitare trattini (-), underscore (_) e caratteri non alfabetici in generale, perchè potrebbero risultare difficili da ricordare e/o da digitare per la maggioranza degli utenti.

    La scelta del nome è vincolante per almeno un anno (a volte per due, nel caso si registrino estensioni particolari), nel senso che vi assegnerà  un nome univoco per almeno un anno e che, in nessun caso, potrà  essere cambiato – a meno che non ne compriate uno nuovo da zero. Non si può tornare indietro (per almeno un anno) dopo aver acquistato un nome, e l’unica possibilità  in caso di errori è quella di registrare un nuovo nome di dominio per un altro anno, come specificato nell’articolo su come scegliere il nome di un dominio.

    Come scegliere l’estensione (TLD)

    Dopo aver scelto il nome, sarà  necessario trovare un’estensione di dominio libera corrispondente a quel nome: ammesso che abbiamo scelto tuonome, dovremo capire quale estensione (.it, .org, …) associarvi in modo da formare un nome completo (tuonome.it, tuonome.org, ecc.).

    Può darsi che una volta scelto tuonome.it, troviate l’estensione (detta anche TLD, Top Level Domain o dominio di primo livello) .it occupata: in questo caso niente panico, perchè potrete optare per quasi 1000 TLD diversi in alternativa, oppure potrete sfruttare direttamente la pagina del nostro sito per cercare se un nome di dominio è libero (e trovare alternative per la registrazione). Non tutte le estensioni sono equivalenti:

    1. se il nome è italiano, è preferibile optare per un’estensione di dominio facile da pronunciare anche in italiano;
    2. l’estensione deve essere agevole da ricordare;
    3. l’estensione dovrebbe essere facile da scrivere per gli utenti interessati;
    4. l’estensione scelte dovrebbe inoltre essere evocativa, se possibile, del mercato di riferimento (ad esempio domini .actor per il sito di un attore, .agency per le agenzie web e così via).

    Nuove estensioni di dominio

    Dal 2014 il mercato dei domini ha conosciuto un’espansione considerevole, perchè alle classiche estensioni quali ad esempio .it, .com e .org, sono state affiancate nuove estensioni “libere” e svincolate da qualsiasi formato, con chiari riferimenti ai mercati verticali del web. Si possono registrare domini .xxx per un sito per adulti, un .cloud per chi presenta i propri servizi in cloud, .contractors, .dating e così via.

    Ad ogni nuovo TLD corrisponde spesso uno specifico settore commerciale, categoria, e via dicendo, e questo rende i domini più facilmente rintracciabili e da ricordare per gli utenti finali; ad ogni modo le regole sulla registrazione dei domini non sono troppo rigide, per cui i registrant lasciano gli utenti liberi di sfruttare le stesse come preferiscono, a parte alcune eccezioni soprattutto sui domini geografici e su alcuni settori commerciali molto delicati.

    Ad oggi, sono disponibili oltre un migliaio di nuove estensioni di dominio, che si va ad aggiungere all’elenco dei domini internet che si possono registrare e che la maggiorparte degli hosting web permettono, ad oggi, di registrarle.

    Da ricordare, quando si acquista un dominio

    Ulteriori punti che è bene tenere sempre presenti sono i seguenti:

    1. i domini scadono annualmente: la data di scadenza è prefissata a 365 giorni dopo la data dell’acquisto (i rinnovi non contano); per alcuni tipi di estensioni, tra cui i nuovi TLD, le tempistiche possono essere stabilite in modo diverso dal NIC proprietario.
    2. per la ragione precedente, anche in misura della valutazione della durata del vostro business, sarà  opportuno registrare il dominio per almeno due-tre anni ed impostare da subito un reminder per ricordarvi la scadenza;
    3. se vi occupate di un settore particolarmente competitivo, potete valutare l’acquisto dello stesso dominio con più estensioni e farlo puntare ad un’unica locazione, in modo da prevenire comportamenti scorretti o “furti” di traffico da parte dei competitor.

    Dove posso registrare il mio dominio?

    Alcune delle opzioni che sfrutto per i miei domini sono Tophost (molto veloce e economico da usare), ed in generale servizi di hosting tra i più accreditati sul mercato: SupportHost, SiteGround , Bluehost, , Keliweb,  e via dicendo. Ricordatevi che quando registrate il vostro dominio quest’ultimo, da solo, non sarà  personalizzabile nè utilizzabile con un CMS: dovrete sempre e comunque associarvi un buon servizio di hosting web, per cui PHP + Apache + MySQL.

    Al fine di trovare più facilmente l’hosting più adatto alle vostre esigenze, potete anche dare un occhio alle recensioni prodotte dai nostri utenti.

    ed altrettanto comune, ma richiede una serie di accortezze; in questo articolo vedremo come farla al meglio e a quali provider (cioè servizi di hosting) sia possibile rivolgersi. Non servirà  per forza rivolgersi ad un professionista per poter acquistare un dominio, anche se potrebbe essere consigliabile farlo, anche solo per configurare il tutto ed associare, tra l’altro, il dominio all’hosting.

    Di norma, comunque, e se siete dei principianti soprattutto, è preferibile optare per l’acquisto di dominio + servizio di hosting già  incluso nel prezzo e preconfigurato, cosa possibile con la maggiorparte delle offerte.

    Quanto dura la registrazione di un dominio?

    La scelta corretta del nome di dominio è fondamentale per una ragione precisa: una volta registrato, un dominio va tenuto per almeno un anno, e la registrazione non si può nè annullare nè può – in genere – essere rimborsata. Si tratta di condizioni d’uso generali alle quali gli hosting ed i registrar sono tenuti ad adeguarsi, e che rientrano nelle policy dell’ICANN, il quale prevede varie fasi per quello che riguarda il ciclo di vita dei domini nelle varie estensioni.

    La scelta del dominio comporta, nella maggioranza dei casi, una spesa per almeno un anno, e per quello che stiamo scrivendo non è possibile modificare il nome una volta inoltrata la richiesta e pagata la somma richiesta. Se dovessimo sbagliare a registrare il nome di dominio, in altri termini, ad esempio commettendo errori di battitura (mioonome.it invece di mionome.it) saremmo costretti a registrarne uno nuovo, da zero, lasciando poi scadere e senza utilizzare quello sbagliato. Questa politica di gestione, se può sembrare poco conveniente per l’utente, è in realtà  efficente per regolamentare gli spazi web disponibili su internet, evitare collisioni di nomi e dare democraticamente le stesse opportunità  a tutti gli utenti e gli imprenditori.

    Posso annullare la registrazione di un dominio?

    No: un dominio registrato per errore, in caso, non può normalmente essere annullato e non è, di norma, rimborsabile. Al limite si potrà  gestire la situazione con un redirect 301 dal dominio errato a quello corretto, che dovremo comunque registrare da zero. Chi sbaglia a registrare un nome di dominio e non lo digita correttamente, dovrà  spendere nuovamente una cifra equivalente alla registrazione del dominio per quella estensione.

    Chiarito questo, cercheremo di inquadrare le modalità  ideali per scegliere un nome di dominio efficace e funzionale per le nostre attività  sul web.

    Criteri da evitare per un nome di dominio

    Data la complessità  dell’argomento è probabilmente più semplice partire dai nomi che è opportuno, se possibile, evitare. In generale infatti non è consigliabile registrare nomi di dominio di queste tipologie.

    1. un nome di dominio molto lungo, ad esempio questononèunnomedidominioconsigliabile.it
    2. registrare un nome di dominio difficile da ricordare o da digitare, ad esempio ol1ol1ol2o1lo05.it;
    3. un nome di dominio con trattini o simboli non alfabetici consecutivi o lettere usate in modo improprio: un nome quale buon–cà ffe.it non è in genere consigliabile (come vedremo, un buon dominio deve essere facile da leggere);
    4. un nome di dominio con doppie lettere non necessarie o difficile da scomporre in sillabe: unome.it è, in genere, meglio di unnome.it, così come vinidignazio.com è generalmente preferibile a vinidiignazio.com.

    Si tratta comunque di indicazioni generali che opportune strategie di comunicazione possono (e spesso devono) smentire o contraddire.

    Come trovare un nome di dominio: fare mente locale

    Come si fa, a questo punto a scegliere il dominio più adatto? Chiarito ciò che è meglio evitare fin dall’inizio, si suppone, di seguito, che la vostra idea sia quella di registrare un dominio per una vostra attività  commerciale, per servizi che offrite e o anche solo per mostrare qualcosa di vostro (blog, fotografie, arte, ecc.).

    Un buon punto di partenza potrebbe essere quella di fare mente locale su una lista di possibili nomi, e verificarli uno ad uno, in seguito, sfruttando il nostro servizio di verifica se un nome è libero (all’interno della pagina troverete direttamente il link per la registrazione del dominio con un hosting al prezzo più basso).

    Opzione 1: nomi di dominio keyword rich

    Se vi chiamate Mario Rossi ed avete in mente un sito per la vostra attività  (ad esempio riparazione di dispositivi elettronici come cellulari o tablet), potreste partire da una lista di idee, frasi e nomi come quella che ho riportato di seguito.

    elettronica mario rossi

    riparazioni elettronica

    riparazioni veloci

    ripara il tuo telefono

    Queste frasi seguono semplicemente l’intuito e non ci sono regole precise per determinarle: sono il punto di partenza, il “seme” da cui faremo nascere il nostro sito. Non ho seguito un criterio specifico per stilare questa lista, ma sono semplicemente andato a scrivere le prime cose che mi venivano in mente relative al mio settore di interesse: una tecnica che potrete usare anche voi e che, almeno per cominciare, andrà  più che bene. Tale fase di brainstorming, in pratica, servirà  a fare mente locale sui possibili nomi da “candidare”: non tutti i nomi saranno adatti, e molti ricadranno nelle casistiche che ho nettamente sconsigliato all’inizio (ed andranno quindi esclusi). Molta scrematura, insomma, andrà  fatta già  a partire da qui, assumendo inoltre un’ulteriore possibilità : legare il nome del dominio direttamente alle ricerche che secondo voi porteranno al vostro sito. Una tecnica SEO un po’ più avanzata – e certamente funzionale in molti casi, ma che deve essere anche qui ben pesata dall’esperienza e dalla valutazione delle opportunità .

    Come successivo passo, quindi, scriviamo una lista di almeno 10 o 15 termini che ci sembrano adatti a comporre in tutto o in parte il nome di dominio da registrare; se non ci vengono idee, scriviamo ancora prima una lista di parole chiave legate alla nostra attività , oppure inventiamoci un nome che rappresenti ad esempio un acronimo, una sigla oppure un nome simpatico o accattivante. A volte, poi, le migliori parole chiave che potreste pensare di inserire nel vostro dominio sono, anche se non sempre, legate alle parole che le persone cercano per trovare il servizio o il negozio online che state aprendo.

    Opzione 2: nomi di dominio brandizzati

    Abbiamo visto che una prima possibilità  per registrare il nostro nome di dominio è legata direttamente a termini, parole o frasi tipiche del nostro settore; ma non è l’unica strada che è possibile percorrere. In effetti esiste seconda opportunità  che si lega al dominio cosiddetto brandizzato, cioè legato al brand o ad una parola inventata o legata in seguito al contesto. In pratica con il dominio brandizzato stiamo cercando di creare un qualcosa di nuovo, possibilmente utile o innovativo, o vorremmo che il pubblico ci ricordasse per quel nome. Esattamente ciò che hanno fatto i colossi dell’informatica globalizzata con Google.it, Facebook.com e così via. La scelta di un nome brandizzato è soggetta a regole di marketing che vanno molto al di là  dello scopo di questo articolo, e che non tratteremo estesamente in questa sede.

    Basti sapere, per i nostri obiettivi, che un nome di dominio brandizzato dovrà  essere anch’esso facile da ricordare, facile da digitale, privo di caratteri non strettamente necessari e non troppo lungo.

    I passaggi da seguire in entrambi i casi (domini keyword rich e domini brandizzati) sono i seguenti, riassumendo: si scrive una lista di parole chiave inerenti l’attività , come secondo passaggio si passa poi ad una lista di idee di possibili nomi di dominio legati alle parole chiave,   per poi filtrare la lista precedente ed ottenere la lista di possibili nomi di dominio.

    Criteri consigliati per un buon nome di dominio

    Quando scrivete il nome di dominio che vorreste registrare, e volete fare in modo che sia realmente efficace per il vostro pubblico, le regole generali sono solitamente le seguenti:

    1. il nome di dominio dovrebbe essere non troppo lungo, idealmente di 4-5 lettere, e non più di 20-25; i nomi brevi sono, in genere, da preferire a quelli lunghi per quanto premesso in precedenza;
    2. il nome di dominio dovrà  essere facile da ricordare per gli utenti, in modo da favorire da subito il passaparola ed eventuali campagne di promozione che ne potremmo fare in futuro; questo punto, in particolare, è molto delicato, perchè bisognerebbe evitare accostamenti impropri tra lettere che rendano il dominio difficile da ricordare, ad esempio: vinidiignazio.it oppure vinidignazio.it come accennato all’inizio;
    3. il nome di dominio deve essere, inoltre, facile da pronunciare (e quindi da ricordare) per gli utenti, in modo da favorirne la diffusione mediante il classico passa-parola;
    4. il nome di dominio può essere in generale brandizzato (cioè basato su una parola originale o sul nome secco dell’azienda, che è la scelta che preferisco, oppure   contenente una o massimo due parole chiave pertinenti per l’attività );
    5. se possibile, il nome di dominio non dovrebbe contenere numeri (a meno che non sia strettamente richiesto) nè simboli non alfabetici come underscore (_) o trattini.

    Ricordatevi, quando registrate un dominio, che non dovreste mai registrare nomi di marchi registrati, brevetti o brand che non vi appartengono: potreste avere problemi legali o perdere il controllo del dominio in seguito. L’acquisto di un dominio formalmente è una cessione temporanea del nome da parte dell’ente preposto alla registrazione (NIC), e che tale registrazione deve essere rinnovata anno dopo anno, come se fosse un “noleggio” o un “affitto”, al fine di mantenere la proprietà  del dominio stesso.

    Domini con mispelling

    A proposito della registrazione dei nuovi domini, esiste una specifica strategia che punta i cosiddetti mispelling, cioè gli errori voluti di ortografia o più in generale digitazione di un nome: in questo modo, i domini tendono ad assumere un certo tipo di valore sul mercato, e si prestano quindi ad essere sfruttati per ricevere visite in modo naturale. Normalmente, comunque, tale attività  è considerata in termini sospetti e molto spesso i grossi marchi e le aziende non consentono a terzi la registrazione di mispelling del proprio brand. Esempi concreti di mispelling nei domini potrebbero essere feisbuc.com, tuitter.com, goolge.com e così via.

    I mispelling possono essere utili per campagne di marketing non convenzionale o a basso costo, ma in genere non è all’ordine del giorno farne uso.

    Come registrare un dominio: le estensioni (TLD)

    Il formato generico di un dominio (di secondo livello, come spesso vengono chiamati) è del tipo:

    nomescelto.estensione

    Quello che vi serve a questo punto, una volta stabilito il nome di dominio che desiderate registrare, è un provider di domini ed hosting presso il quale registrare almeno il nome che vi interessa. In alcuni casi, infatti, è obbligatorio registrare sia dominio che hosting; in altri, come nel caso seguente, basta registrare anche soltanto uno o più nomi (ripeto, va fatto per almeno un anno). Per registrare un dominio con estensione basta rivolgersi ad uno dei tantissimi rivenditori di web hosting sul mercato, ad esempio questi.

    Quando registriamo un nome, avremo quindi più estensioni (tecnicamente detti domini di primo livello o TLD, acronimo in inglese per Top Level Domains) a disposizione: tali estensioni servono a caratterizzare il nome in sè, ed ognuna di esse fa riferimento ad un certo NIC che si occupa della loro registrazione. Ci sono estensioni di dominio che permettono di registrare solo un dominio di primo livello (ad esempio il NIC dei domini .com o .net), mentre ce ne sono altre che permettono anche di registrare pure il secondo livello (per cui avremo domini non solo .it, ma anche .roma.it). La scelta dell’estensione è molto flessibile, dunque, per cui potremo scegliere nella massima tranquillità  il nome che desideriamo ed associarlo alla prima estensione che troveremo disponibile.

    Orientarsi tra i possibili nomi di dominio

    Di solito, come abbiamo scritto anche prima, i domini che si registrano possono essere di due tipi:

    1. i domini keyword-oriented o keyword-rich, che sono quelli che puntano una parola chiave specifica (a volte anche più di una); per parola chiave intendiamo, in questo contesto, una ricerca specifica effettuata da un utente. Questo genere di domini possono essere molto potenti lato SEO, in quanto facilitano il posizionamento del sito che realizzerete sotto quel dominio per la chiave di ricerca indicata. Tale situazione è detta spesso Exact Match Domain, è a volte oggetto di penalizzazioni da parte di Google ma è stata comunque ampiamente sfruttata negli scorsi anni, ed in certi casi anche oggi, durante le campagna di promozione sui motori di ricerca. Come controindicazione ulteriore, questo genere di domini sono spesso contro-intuitivi, difficili da ricordare o da pronunciare e non sono quindi sempre ideali per la registrazione.
    2. i domini brandizzati, che sono quelli che contengono il nome di un marchio, una parola originale o una parola inventata per l’occasione. Questi domini sono a mio avviso più flessibili dei precedenti in quanto non ci vincolano a considerare una singola parola chiave e legarla per sempre al dominio stesso. In questo caso, infatti, è possibile sfruttare il fatto che si tratta di un nome inedito, e fare in modo di costruire progressivamente la propria fama in base alla sua originalità  di fondo.

    In genere quindi, dobbiamo stabilire se il dominio che vogliamo è keyword rich oppure brandizzato, e successivamente possiamo iniziare a valutare un po’ di opzioni:

    1. stabilire se il dominio debba essere “secco” (una sola parola, preferibile nel 90% dei casi), oppure composto da una sequenza di esse (due parole, bene non superare le tre);
    2. non ultimo, bisognerà  decidere che tipo di estensione attribuire, e ce ne sono di due tipi: un’estensione classica come .it (la più ambita per gli italiani, ovviamente), una .com, .org, .net., .info (che di solito costano meno, anche se non sempre) oppure se vogliamo ripiegare sui nuovi TLD (.web, .agency e così via). Le estensioni più popolari sono state oggetto di un ciclo di post tematici che potete trovare nella Guida ai TLD dei domini di questo sito, in cui trovate oltre 100 tra i TLD più famosi.

    Nella mia esperienza, i nomi brandizzati funzionano meglio per una serie di ragioni (mi sembrano più flessibili e si adattano facilmente a più usi diversi, cosa che i keyword rich permettono meno agevolmente), nonostante quelli di tipo keyword rich consentano di sfruttare una caratteristica SEO molto abusata quale EMD (Exact Match Domain).

    Cos’è EMD (Exact Match Domain)?

    EMD rappresenta una delle tecniche di SEO più utilizzate negli ultimi anni, ma risiede in una zona “grigia” se vogliamo: si è visto infatti che in molti casi Google tende a privilegiare i domini che contengano direttamente la ricerca all’interno del nome di dominio, e tutto questo spesso senza ricorrere a tecniche di altro genere come link building ed ottimizzazione interna dei link.

    Si tratta di quelle tecniche vagamente borderline che funzionano un po’ fino a prova contraria: Google potrebbe considerare un abuso quello che state facendo, e non far rientrare nei risultati di ricerca il vostro sito web, penalizzarlo o non mostrarlo in prima posizione. All’atto pratico, e soprattutto per alcune nicchie di mercato, molte pagine web si posizionano al volo sfruttando questa tecnica, ammesso di avere un sito valido, scansionabile dai motori e con un minimo di contenuti originali. I domini EMD stanno diminuendo anno dopo anno, e sono spesso oggetto di compra-vendite a prezzi esorbitanti sul mercato dei domini, per cui non è neanche detto che siano realmente un’opportunità  anche nel vostro caso.

    Esempio pratico di EMD

    Nella pratica, se il nostro settore è inerente l’hosting di siti web, proveremo a registrare direttamente hostingweb.est, ed addirittura sue varianti dirette contenenti tipicamente trattini (hosting-web.est).

    Questi domini pero’ sono raramente liberi, e se ne trovate qualcuno che vi interessa consideratelo un vero colpo di fortuna dato che, nella norma, nell’ambito registrazione domini c’è un mercato che vive di speculazioni (spesso illecite) e noto come cybersquatting.

    Possibili problemi nella scelta del nome di dominio

    Non è facile scegliere il nome di dominio, in altri termini, perchè troviamo occupato quello che ci piacerebbe; a quel punto possiamo semplicemente sceglierne un altro oppure, se riteniamo che il dominio debba esserci restituito, possiamo rivolgerci ad aziende che si occupano di controversie e recupero domini in queste situazioni: un esempio è il Centro Risoluzione Dispute Domini.

    Molti casi di recupero di domini vengono risolti con successo ricorrendo alla consulenza di avvocati, per quanto non ci siano regole valide in tutti i casi e molte regole facciano riferimento a normative spesso di difficile o ambigua interpretazione.

    Quali nomi sono preferibili per un dominio?

    Si passa, a questo punto, a scremare la lista delle possibilità , eliminando i nomi che sono apparentemente più difficili da ricordare (questoèunnomedifficiledaricordare.it), troppo lunghi oppure che presentino ambiguità  nella scrittura o nella rispettiva lettura.

    In altri termini, il nome di dominio ideale deve presentare almeno tre di queste cinque caratteristiche di massima:

    1. sia facile da ricordare (questo è un punto essenziale, forse il più importante di tutti);
    2. non sia troppo lungo;
    3. se possibile, non presenti caratteri diversi da quelli alfabetici o numerici;
    4. evochi un qualcosa che sia distinguibile dalla concorrenza;
    5. sia coerente con l’argomento del sito e/o con lo scopo del servizio.

    Cercando con un po’ di pazienza (e fortuna), troverete anche classi di domini particolari che, ad esempio:

    • presentano solo numeri nel nome (domini numerici, esempio: 123.estensione);
    • sono particolarmente brevi (LLL.it, LLLL.it) oppure, in un certo senso, rari (domini premium);
    • sono stati abbandonati dai precedenti possessori, per cui possono essere riacquistati da voi (vedi la nostra lista aggiornata di domini .it scaduti)

    Per quanto riguarda la scelta dell’estensione o TLD, c’è davvero l’imbarazzo della scelta: ci sono dominio tradizionali (.com), geografici (.it), specializzati su una città  italiana o su una provincia (esempio: .cs.it) e le potenzialmente infinite nuove estensioni. Il vero problema, quindi, è la determinazione del nome che ci piace, e subito dopo passeremo alla scelta dell’estensione sulla base di ciò che troveremo libero.

    Registrare un dominio “brandizzabile”

    È importante quindi, nella scelta del nome, rispettare tutti i seguenti sei punti:

    1. non scegliere nomi che potrebbero richiamare altri brand (anche vagamente), oppure indurre confusione nel visitatore;
    2. evitare di sfruttare, se possibile, numeri, caratteri speciali come trattini e simboli non alfabetici nel nome. Alcuni di essi non saranno comunque ammissibili nel nome, anche se è possibile ad esempio sfruttare i caratteri accentati;
    3. scegliere se possibile (per attività  localizzate in Italia, ovviamente) un dominio con estensione .it;
    4. cercare di scegliere un nome più breve possibile;
    5. scegliere un nome che sia quanto più possibile originale, creativo e facile da ricordare;
    6. scegliere un nome che sia anche facile da ricordare (nomediretto.it piuttosto che unnome23piùdifficile.it);

    Lunghezza del nome, corrispondenza secca o parziale con una chiave di ricerca, età  del dominio/sito

    La scelta del nome del vostro sito, o – per estensione – il cambio del nome allo scopo di ottenere benefici SEO, potrebbe essere valutato come ho descritto in questo articolo. La valutazione nello specifico, che affronteremo adesso, riguarda la lunghezza del nome, il matching esatto con una keyword, l’età  del sito.

    L’età  del dominio è certamente uno degli aspetti più importanti che dovrebbero essere valutati. Come suggerito in un articolo di SEOmoz a riguardo, sarebbe preferibile registrare il nome di dominio per almeno un paio d’anni anche se questo potrebbe svuotare il vostro portafoglio. In realtà  la registrazione puo’ essere anche rinnovata in automatico, ma registrare un sito – o rinnovare in anticipo le iscrizioni – per diversi anni aiuterà  a consolidare la fama dello stesso. In linea di massima è lecito supporre che abbia più valore un dominio vecchio che uno recente, da considerarsi assieme al fatto che Google tende a favorire nelle prima posizioni gli URL recenti di domini consolidati.

    Le prima volte che postavo su questo blog venivo praticamente ignorato dalla SERP, mentre postando il mio link su ZicZac o simili (domini evidentemente molto solidi e “vecchi”) arrivavo rapidamente nelle prime posizioni della SERP. Questa mi sembra un’osservazione interessante per future considerazioni sull’ottimizzazione dei motori di ricerca, oltre che un suggerimento per tutti i lettori.

    La lunghezza del nome è un’altro aspetto molto importante, poichè sia utenti che motori di ricerca sembrano preferire nomi brevi a denominazioni eccessivamente lunghe. Questo vale in media (non sempre, quindi) perchè i domini che hanno corrispondenza esatta con una keyphrase molto richiesta è più probabile che si riscontrino su domini brevi che lunghi. Tuttavia sembra che i migliori domini siano già  stati occupati da tempo, e difficilmente vi verranno mollati (a meno di un colpo di fortuna su backorder di domini Wix.it).

    Il discorso dovrebbe a questo punto estendersi nelle seguenti considerazioni, lasciando ovviamente a voi la scelta finale:

    • valutare le estensioni di dominio e la loro “fiducia” (trust), oltre all’importanza dei backlink da risorse valide;
    • valutare che alcune estensioni (IT e COM) sembrano preferibili rispetto ad altre (NET, ME, …);
    • estensioni domini, trust e posizione parole chiave nella pagina.

    Siamo arrivati adesso alla fine di questa guida, e speriamo che vi sia piaciuta.

    Scegliere un hosting per il tuo dominio

    Siamo arrivati alla fine di questo articolo: una volta scelto il tuo nome di dominio, dovrai decidere su quale hosting registrarlo. Un buon punto di partenza per proseguire nel tuo cammino è l’articolo seguente: come scegliere bene il tuo hosting.

    Photo by Akshay Hallur

  • NIC.it: cos’è e come funziona il registro dei domini .IT

    NIC.it: cos’è e come funziona il registro dei domini .IT

    Da utenti più o meno abituali del web, spesso non ci poniamo troppe domande su come facciano tutti quei portali (tra quelli che troviamo su Google e su Facebook) a stare in piedi e proporre contenuti sempre nuovi. Se alla base di ogni sito c’è l’organizzazione di un piano editoriale, in genere, il funzionamento dei domini avviene grazie al NIC: un organo istituzionale tutto italiano, il quale opera in collaborazione con i vari servizi di web hosting e gestisce vari aspetti legati alla  registrazione dei domini con estensione .IT.

    Di cosa si occupa NIC.it

    NIC è un acronimo, ovvero un nome determinato dalle iniziali di una frase, e in questo caso NIC sta per NETWORK INFORMATION CENTER (centro informazioni di rete, in italiano). Tutti i domini con estensione .it, di fatto, sono gestiti in modo unificato da questo ente, che si occupa sia di anagrafare che di gestirne l’eventuale scadenza, gli status intermedi dopo che è scaduto, la rimessa sul mercato dei domini scaduti e così via. In altri termini, il NIC.it è importantissimo – per quanto operi a livello “trasparente” e parecchio “dietro le quinte” rispetto all’uso che ne facciamo – al fine di gestire ogni genere di operazioni sui nomi a dominio a livello di ccTLD (Country Code Top Level Domain, ovvero le estensioni di dominio caratteristiche di una nazione: l’Italia, nel caso specifico).

    Il NIC è in sostanza l’anagrafe, il database di tutti i domini con estensione .it, e viene organizzato ormai da anni dall’Istituto di Informatica e Telematica del CNR (Centro Nazionale Ricerche, nella città  di Pisa). Se a livello più generale nella gerarchia di gestione troviamo infatti l’ICANN, che coordina e gestisce tutte le estensioni possibili di qualsiasi domini, il registro .IT del NIC si occupa invece di gestire nello specifici l’estensione di dominio per l’Italia (con TLD .it, che abbiamo discusso a parte qui) e anche dei domini edu.it.

    Grazie al NIC tutte le pratiche di:

    • rinnovo dei domini
    • recupero di domini scaduti (questi domini vengono resi pubblici quotidianamente dal NIC, e puoi scoprirli qui)
    • registrazione di nuovi domini
    • gestione dei possibili status intermedi dei domini .it

    vengono gestite, vagliate e prese accuratamente in carico. I domini .it sono tutt’altro che semplici da trattare, visto che possono esistere numerose sotto-casistiche annesse alla registrazione dei domini .it e, di fatto, ci sono domini .it come sottodomini edu.it oppure, ancora, relativi a province e regioni. Nello specifico, i siti della cosiddetta rete GARR, ad esempio, sono un insieme di domini dedicati al mondo dell’istruzione istituzionale e della ricerca, conteggiando circa un migliaio di domini sotto la sua ala. Tutte le organizzazioni del GARR-NIC fanno capo ad referenti a livello nazionale e locale sono, ad esempio, strutture come

    •  Università  statali e non statali
    •  AFAM – Istituti Alta Formazione Artistica Musicale
    •  ASI – Agenzia Spaziale Italiana
    •  CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche
    •  ENEA – Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente
    •  INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica
    •  INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
    •  INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
    •  Enti di Ricerca afferenti al MIUR
    •  Istituti di Ricerca Medica, Sanitaria e Ospedali
    •  Altri enti di Ricerca e Formazione
    •  Enti di Ricerca Internazionali
    •  Biblioteche Nazionali, Centrali e Statali
    •  Consorzi interuniversitari
    •  MIUR Uffici Centrali
    •  Scuole di ogni ordine e grado

    Come faccio a vedere il WHOIS di un dominio?

    Tra le informazioni gestite dal NIC c’è il WHOIS, ovvero il nome dell’intestatario di un certo dominio: dato che può servire per analisi di mercato, spionaggio industriale, analisi e contrasto anti-spam, indagini eventualmente di tipo burocratico o legislativo in vari ambiti. Il WHOIS, per quello che ci serve, è il nome dell’intestatario di un dominio internet, sfruttando il DataBase dei Nomi Assegnati, Dbna; per scoprirlo, basta andare nel sito ufficiale ed inserire il nome del dominio .it su cui vuoi indagare:

    web-whois.nic.it

    Il servizio di WHOIS del nostro sito si basa ovviamente sullo stesso principio di quello del NIC, che pero’ permette di fare il WHOIS solo di domini con estensione .it. Questa informazione del WHOIS potrebbe, per alcune estensioni particolari (e anche se si attiva un servizio detto privacy WHOIS che quasi tutti i registrar   di dominio offrono), non essere più disponibile per via del recente GDPR in materia di privacy.

    Cosa posso fare con il NIC?

    Grazie al NIC hai la possibilità  effettuare pratiche online sui domini di vario tipo, abbastanza particolari e piuttosto diverse dalla comune registrazione o rinnovo, ad esempio:

    • Registrare un dominio riservato
    • Modificare i dati del Registrante (cosa che puoi fare anche con hosting e registrar come tramite)
    • Aprire una procedura di opposizione
    • Richiedere l’accesso agli atti
    • Registrare un dominio a seguito di procedura di opposizione e/o riassegnazione
    • Verificare i requisiti soggettivi che hanno determinato, a suo tempo, l’assegnazione

    Devo rivolgermi al NIC per registrare un dominio .it???

    No, il NIC è solo un organo di gestione 🙂

    E come si fa a registrare un dominio, allora? Per registrare un dominio .it non serve andare dal NIC, ovviamente, ma i privati e le aziende devono rivolgersi ad un servizio di hosting che supporti l’estensione .IT. In alternativa, per la sola gestione degli hosting è possibile rivolgersi ad un registrar di domini.