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  • Come scrivere un articolo in “ottica SEO” (spoiler: non si può)

    Come scrivere un articolo in “ottica SEO” (spoiler: non si può)

    Spesso il settore copywriting SEO si è prestato a clamorosi equivoci, uno dei quali (molto diffuso) riguarda il fatto che “basti saper scrivere” per posizionare qualsiasi cosa. Se questo vale davvero (e non ci sono prove a riguardo, per quanto molti indizi finiscano per suggerirlo), è chiaro che si tratta di restringerlo ad un ambito di competenza che appartenga all’autore. Se sono realmente un medico o un virologo, ad esempio, le mie FAQ sul Covid-19 possono funzionare bene e posizionarsi a dovere; stessa cosa se ad esempio io parlassi di software open source.

    Che cos’è l’ottica SEO di scrittura?

    In un certo senso, proprio nulla 😀 !

    Nonostante questo vari progetti editoriali basati sulla SEO tendono a lavorare molto sull’ottica SEO di un articolo, come se ci fosse un modo per scrivere per i motori di ricerca – e che poi, in ottica riduzionista, si riduca quasi sempre a “ripetere ossessivamente nell’articolo le parole chiave da ottimizzare”   (cosa che, alla lunga soprattutto, può diventare deleteria). Al tempo stesso, è molto più sintomatico di una SEO moderna scrivere gli articoli basandosi non sulla lunghezza o sul keyword stuffing bensì, molto più finemente, sull’intento di ricerca dell’utente.

    Ecco perchè non c’è una tecnica precisa per scrivere bene per Google e per gli utenti, ed ecco perchè molti sbagliano ad applicare tecniche di comunicazione tipiche dei tutorial tecnologici (come quelli del mio sito) a settori commerciali in cui non c’entrano nulla (purtroppo è un errore di sopravvalutazione molto comune: un sito di catering di mia conoscenza, ad esempio, ostentava orgogliosamente un singolare “dizionario del matrimonio” con le varie definizioni che, naturalmente, non si erano posizionate proprio da nessuna parte).

    Scrivere bene il testo di una pagina web aiuta a valorizzarlo sia per gli utenti che per i motori di ricerca: l’idea generale, infatti, è quella che il testo conti poco o nulla, che sia solo una questione di ripetere le parole chiave un certo numero di volte (molti ne sono convinti, ma questo vale solo per alcuni tipi di ricerche e, in genere, non è così semplice farlo) e che basti copiarlo o scopiazzarlo o variare leggermente testi già  esistenti.

    Per quanto esistano effettivamente tecniche black hat in tal senso, come ad esempio il desert scraping (in pratica “rubare” contenuti web non più indicizzati e ripubblicarli nel proprio sito), bisogna comunque essere in grado di farle senza farsi scoprire: in linea generale, pero’, sono i testi ben scritti quelli che sul web funzionano meglio, e si posizionano bene di conseguenza. “Ben scritti“, in questo caso, è molto relativo e soggettivo: si intende sempre rispetto agli altri risultati che escono fuori per la ricerca che stiamo provando ad ottimizzare.

    Come posizionare una pagina web su Google scrivendo “bene” il testo?

    È bene pace e rassegnarsi fin da subito a questa idea: solo i testi scritti bene si riescono a posizionare, o almeno – riescono a farlo in tempi e modi accettabili, e soprattutto durevoli nel tempo. Il “bene” in questione non coincide con quello di un corso di scrittura creativa, in effetti. Di sicuro molto dello stile giornalistico e cronachistico classico tende a girare un po’ troppo attorno ai concetti, e questo alla lunga crea più problemi di quanto dovrebbe risolverne. Non esiste alcuna ricetta pre-costituita per scrivere bene: per capire che stile sia meglio usare, possiamo basarci su statistiche del settore, analizzare le prime pagine dei competitor per le chiavi che ci interessano, leggere qualcosa di specialistico sulla’rgomento e documentarci soprattutto sui punti eventualmente più controversi, oscuri o ambigui di una materia.

    È comunque Google a decidere, e in molti casi sembra prediligere i testi con una buona (?) dose di keyword stuffing, soprattutto in determinati settori come adult e gambling – ma in fondo perchè decidere deliberatamente di “fare schifo“, se scrivendo bene possiamo far durare il nostro lavoro anche per mesi o anni?

    Con i testi scritti bene e a target con il nostro pubblico ci si posiziona bene, e questo è provato dai tanti siti di successo che riescono a posizionarsi da sempre.

    Come ottimizzare un testo per la SEO: il target di riferimento

    Quando scriviamo per il web, in effetti, cerchiamo sempre (o dovremmo cercare, in teoria) di soddisfare le esigenze del target   di riferimento di quel sito; i testi in sostanza devono essere pensati per uno scopo, pensando a quello che farà  (o a quello, se preferite, che vorremmo far far al lettore). Se lo scopo è aumentare i click sui banner del nostro sito, esempio tipico, dovremmo scrivere articoli che siano soprattutto chiari, e che rispondano alle esigenze di chi cerca – quindi, ad esempio, se ci stiamo posizionando con quell’articolo su una ricerca “X”, è opportuno non divagare troppo sul tema a meno che non sia davvero necessario. Certo non dobbiamo essere dei letterati per scrivere bene: bisogna saperlo fare, avere il dono della sintesi e riuscire a non ripetersi fino allo sfinimento, in nessun caso.

    Molti testi sul web sono concepiti per uno scopo (tipicamente: una conversione, cioè una vendita o l’iscrizione di un cliente al servizio); se scrivete un articolo sui coupon sconto o su offerte speciali del vostro, ad esempio, il testo potrebbe ad esempio dare delle spiegazioni dettagliate sul prodotto, riportare un parere tecnico sullo stesso, metterlo a confronto con altri prodotti simili e così via.

    Linee guide generali per il copy lato SEO

    In linea generale, poi, non esistono regole per scrivere un articolo in modo che si posizioni al 100%; si possono pero’ far seguire al copy alcune linee guida generali.

    1. Evitate di copiare da altri siti, quindi non prendete testi da altri siti perchè verranno visti come duplicati e la data successiva, in questi casi, farà  fede;
    2. Utilizzate la formattazione in modo corretto, usando la corretta enfatizzazione di alcune parole chiave ma senza pensare che l’uso del bold, ad esempio, possa servire ad ottimizzare “da solo” un testo; è più che altro una questione di cura del testo e di leggibilità .
    3. Impostate un title efficace, nel senso che sia espressivo del contenuto dell’articolo (e, in casi specifici, che contenga la parola chiave che state cercando di ottimizzare);
    4. Evitate di ripetere sempre la stessa parola chiave nel testo, perchè tende a rendere illegibile il testo, anche se vi potrebbe dare l’impressione che funzioni come tecnica di ottimizzazione; in realtà  la keyword density non è mai stato un parametro SEO rilevante, e pensare il contrario significa essere molto presuntuosi (o, al limite, aiuta a posizionarsi su Google per la ricerca presuntuosi SEO Italia; si scherza).

    I contenuti devono essere originali e utili

    Il contenuto della pagina deve essere originale, deve riportare informazioni di valore e possibilmente documentate. In genere potete provare a scrivere più pagine del vostro sito con stili e modalità  diverse, ad esempio dividendo il testo in paragrafi con un sottotitolo – quest’ultimo format sembra essere molto utilizzato e piuttosto gradito a Google, almeno per i contenuti di natura espositiva.

    Dimentica  la keyword density

    Lasciate perdere qualsiasi calcolo di keyword density: la keyword density NON è una metrica SEO, è semplicemente il conteggio del numero di occorrenze della keyword all’interno dell’articolo, e se il ranking dipendesse davvero da questo saremmo tutti ricchi, probabilmente un po’ a turno. Di sicuro è vera una cosa: se scrivete un articolo incentrato su una parola chiave, quella parola chiave deve apparire almeno una volta tra titolo, URL e testo perchè altrimenti, ovviamente, non ha senso alcun discorso.

    Non scrivere “tanto per”: la qualità  della scrittura è importante

    Poi ricordatevi che fare schifo per scelta non è mai una buona abitudine, e che Google penalizza i testi scritti “per i motori di ricerca”: quindi se proprio volete fare schifo, fatelo con classe. Soprattutto, specie se siete dei copy alle prime armi, fate attenzione alle sovraottimizzazioni, cioè evitate di applicare troppo alla lettera le indicazioni che vi danno tool come SEOZoom: se dovete scegliere tra un testo fluido e leggibile e l’applicazione forzosa di keyword density perchè “si fa così”, lasciate perdere. Tornate a raccogliere ortaggi nell’orto, che stiamo tutti più tranquilli.

    Bando al dilettantismo, insomma: scrivere per il web è una cosa terribilmente seria, soprattutto oggi.

  • Come riconoscere le figure retoriche (con esempi pratici)

    Come riconoscere le figure retoriche (con esempi pratici)

    In questo articolo trovate le principali figure retoriche più note ed utilizzate nella nostra lingua, corredate di almeno un esempio pratico per capire subito di cosa si tratta. Un dizionario pratico e veloce a cui potete fare riferimento per trovare esempi pratici di ogni figura, e riconoscerli facilmente. Ovviamente non si tratta di una trattazione rigorosa in termini scientifici, ma a semplice scopo orientativo e divulgativo.

    Abusione / Catacresi

    Si tratta di una forma di metafora secondo la quale si estende l’uso di un termine in un campo semantico differente da quello abituale.

    Un esempio classico è quando diciamo gamba del tavolo o collo di bottiglia, estendendo due termini tipici del corpo umano a degli oggetti.

    Adinato

    Si tratta di una figura retorica che evidenzia l’impossibilità  che succeda qualcosa, subordinando il suo avverarsi a un altro evento impossibile.

    Esempio: il classico esempio di adynaton è naturalmente quello di Checco Angiolieri, “s’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo“.

    Aequivocatio / Diafora

    Ripetizione di una parola in più contesti differenti tra loro, ad esempio:

    Mi son avvicinato alla cassa del supermercato, per poi sentirmi dire: ‘Cassa il mio debito’

    Aferesi

    Soppressione della sillaba o vocale iniziale di una parola.

    Temp’era dal principio del mattino, e ‘l sol montava ‘n sù  (Dante Alighieri)

    Aforisma/Epifonema

    Conclusione enfatica di una prosa in termini solenni.

    stato che sia, dentro covile o cuna, è funesto a chi nasce il dì natale (G. Leopardi)

    Allegoria

    Espressione di un concetto astratto mediante un’immagine concreta. L’allegoria può implicare, nella lettura di un testo, un processo interpretativo completamente indipendente da quello creativo; il termine può pertanto riferirsi a un metodo specifico di lettura di un testo, in cui personaggi e dettagli narrativi o descrittivi sono presi dal lettore come una metafora elaborata per un qualche significato al di fuori di quello letterale.

    L’esempio più comune di allegoria risale a Dante, nella rappresentazione delle “tre fiere” (il leone, la lupa e la lonza che rappresentavano superbia, avidità -cupidigia e lussuria.

    Allitterazione

    Ripetizione voluta e ricercata di un suono all’interno di più vocaboli di una frase, a scopo stilistico o di abbellimento.

    Un esempio classico di allitterazione è, ad esempio, l’espressione “senza capo nè coda“.

    Allusione

    Figura retorica incentrata sull’uso di un sostantivo in senso lato o non letterale.

    Ad esempio “un labirinto” per indicare delle strade molto intricate, oppure una vittoria di Pirro (con riferimento al noto fatto storico per indicare un successo ottenuto a prezzo molto caro).

    Anacoluto

    Figura retorica estremamente diffusa nella letteratura (non solo) italiana, che consiste nel privare di un seguito (anakà³luthon in greco) la coesione di una frase. È tipico di alcuni generi di letteratura popolare

    Esempio di anacoluto: il titolo del libro io speriamo che me la cavo

    Anadiplosi

    Consiste normalmente nella ripetizione di una parola a scopo espressivo, da una frase alla successiva.

    Esempio di anadiplosi: “chè se Cesare venne e vide e vinse/venne, vinse e non vide il Gran Luigi” tratto da Sudate, o fochi, a preparar metalli, sonetto di Claudio Achillini

    Anafora

    Dal greco ἀναφορά ovvero “portare indietro”, “di nuovo”, consiste nella ripetizione di una o più parole all’inizio di una frase, in modo da sottolineare mediante ripetizione un concetto o rimarcare uno stile. Esempio:

    Per me si va ne la città  dolente

    per me si va nell’etterno dolore

    per me si va tra la perduta gente

    Analessi / Flashback / Retrospezione

    Tipica struttura o tecnica narrativa dedicata al racconto o alla rievocazione di un fatto avvenuto in precedenza rispetto all’ordine temporale ordinario.

    Analogia / Similitudine

    Confronto o paragone tra due realtà  differenti, utilizzata nel linguaggio comune o nella letteratura a scopo descrittivo.

    Esempio: Anna canta come un usignolo

    Anaptissi / Epentesi

    L’epèntesi o anaptissi consiste nell’aggiunta di un suono all’interno di una parola (anaptissi nel caso di una vocale).

    Esempio: fantasima per indicare un fantasma

    Anastrofe / Inversione

    Indica l’inversione tra due termini di una frase.

    Esempio: Di grande aiuto fu il suo consiglio

    Anfibologia / Anfibolia

    Indica ambiguità  o incertezza, e fa riferimento a frasi che possono essere interpretate in due modi diversi.

    Esempio: La  vecchia porta  la sbarra, contadino si uccide dopo un addio alla famiglia con un colpo di fucile

    Annominazione / Paronomasia

    Figura retorica che consiste nell’accostare almeno due termini che abbiano un suono molto simile e un diverso significato.

    Esempi di paronomasia: Carta canta. Fischi per fiaschi. Chi non risica non rosica. Dalle stelle alle stalle. Volente o nolente.

    Antanaclasi

    Ripetizione di una parola in un senso diverso dal precedente, molto usata negli slogan pubblicitari ad esempio.

    Esempio: partimmo col treno per una gita e fu un treno funebre che dovemmo cantare alla fine.

    Anteposizione / Anastrofe

    Indica l’inversione tra due termini di una frase.

    Esempio: Di grande aiuto fu il suo consiglio

    Anticlimax

    Indica una gradazione discendente, ovvero la disposizione di una serie di vocaboli in ordine decrescente di forza e di intensità  (dal più forte al meno forte). Molto usata come tecnica del comico.

    Esempio: Non solo Dio non esiste, ma provate a trovare un idraulico nel fine settimana! (W. Allen)

    Antifrasi

    Uso di una frase o espressione in senso opposto a quello che si intenderebbe letteralmente.

    Esempio (un po’ passivo-aggressivo): Che bel lavoro hai fatto!

    Antifrastico: un aggettivo che descrive qualcosa che utilizza l’antifrasi. L’antifrasi è una figura retorica che consiste nell’esprimere il contrario di ciò che si intende, spesso per ironia o sarcasmo. In parole semplici, diciamo una cosa per intendere il suo opposto.

    Come funziona l’antifrasi?

    Immaginiamo di trovarci in una giornata di pioggia torrenziale. Guardiamo fuori dalla finestra e diciamo: “Che bella giornata!“. In questo caso, l’aggettivo “bella” è usato in modo antifrastico. Non intendiamo davvero che la giornata sia bella, ma piuttosto il contrario: la stiamo descrivendo come brutta in modo ironico.

    Perché usiamo l’antifrasi?

    L’antifrasi viene utilizzata per diversi motivi:

    • Per esprimere ironia o sarcasmo: è il modo più comune di utilizzare l’antifrasi. Può essere usata per prendere in giro qualcuno o qualcosa, o per esprimere la nostra disapprovazione in modo pungente.
    • Per eufemismo: in alcuni casi, l’antifrasi può essere usata per attenuare un’affermazione negativa. Ad esempio, invece di dire “Sei morto”, potremmo dire “Ti sei finalmente acquietato”.
    • Per enfasi: a volte, l’antifrasi può essere usata per sottolineare un concetto dicendo il contrario. Ad esempio, potremmo dire “Non sono affatto arrabbiato” per sottolineare quanto siamo arrabbiati.

    Esempi di antifrasi nella letteratura:

    • “Che bel pasticcio hai combinato!” (Manzoni, I Promessi Sposi): in questo caso, “bello” è usato in senso antifrastico per indicare qualcosa di negativo.
    • “E il premio per il miglior bugiardo dell’anno va a…” (Ironia comune): in questo caso, l’antifrasi è usata per premiare qualcuno che ha mentito, con un tono sarcastico.
    • “Ma certo che mi fido di te!” (Detto sarcastico quando non ci si fida di qualcuno): in questo caso, “fiducia” è usata in senso antifrastico per esprimere il contrario.

    L’antifrasi è una figura retorica versatile e potente che può essere utilizzata in molti modi diversi. È importante prestare attenzione al contesto per capire quando un’espressione viene usata in senso antifrastico.

    Antitesi

    Figura retorica che conferisce a due immagini consecutive / simmetriche una maggiore importanza, facendo leva proprio sulla contrapposizione che ne risulta.
    Esempio classico: “mangiare per vivere, non vivere per mangiare

    Antonomasia

    Figura retorica che implica di cambiare nome ad un qualcosa, usando il tutto per riferire una parte o viceversa.

    Esempio: il pianeta rosso per indicare Marte. Dire “Attila” per indicare qualcuno con indole distruttiva.

    Apocope / Troncamento

    La caduta di un fono o di una sillaba nella parte finale di parola, ed è tipico di alcune forme di letteratura. In italiano è preceduto dall’apostrofo in molte circostanze, come nel caso di po’ per indicare poco (che non si scrive con l’accento bensì con l’apostrofo, in forma corretta).

    Esempio: ne’ per indicare nei, oppure de’ per indicare dei

    Aposiopesi/ Reticenza / Sospensione

    Indica una sospensione nel discorso che allude a qualche seguito o conseguenza, in genere.

    Esempio: Mario è molto tirchio, mentre Luigi …

    Apostrofe

    Strumento espressivo in una frase atto a rivolgersi ad un uditore diverso da quello abituale.

    Esempio: nel Purgatorio di Dante Alighieri leggiamo un bell’esempio di apostrofe, ovvero Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!

    Arcaismo

    Un termine desueto che può essere utilizzato per vari scopi retorici, tra cui una suggestione tradizionalistica o un effetto di solennità , ingenuità  o semplice comicità .

    Asindeto

    La coordinazione dei membri di una proposizione o di un periodo fatta senza l’ordinario ausilio della congiunzione copulativa e o altre forme di congiunzione coordinativa: es. detto fatto anzichè detto e fatto.

    Assonanza

    Forma di rima imperfetta che si ha quando, in due o più versi, le parole terminali contengono le stesse vocali a cominciare da quella accentata (mentre le consonanti sono diverse, ma per lo più di suono simile).

    Bisticcio / Paronomasia

    Associazione tra due parole in un discorso che abbiano significato diverso e una qualche forma di assonanza.

    Esempi classici di bisticcio o paronomasia sono il classico «Chi non risica non rosica», ma anche «Senza arte nè parte», «Volente o nolente», «Il troppo stroppia».

    Brachilogia

    Brevità  del discorso, in contrapposizione alla verbosità  retorica.

    Esempio: li uomini si vendicano delle leggiere offese, delle gravi non possono (Machiavelli)

    Cacofonia

    Effetto di “cattivo suono” determinato dalla giustapposizione tra termini che suonano in modo simile, in modo da creare un effetto sgradevole all’orecchio.

    Esempio: che chi coglie

    Catacresi / Abusione

    Estensione del significato di un termine.

    Esempio: il sole tace

    Catafora

    Anticipazione mediante pronome

    Esempio: l’avevo già  sentita questa storia

    Chiasmo

    Incrocio di parole secondo lo schema AB – BA

    Esempio:

    Le donne, i cavallier,
    l’arme, gli amori,…

    Circolo

    Figura retorica che si esplica nel terminare un periodo con la stessa parola con cui è cominciato.

    Circonlocuzione / Perifrasi

    Esempio: la mia dolce metà  per indicare la consorte

    Clausola

    ha lo scopo di ottenere maggiore efficacia comunicativa, conferendo un particolare ritmo alla parte finale di una frase.

    Climax

    Gradazione ascendente.

    Esempio: Italia è suta corsa da Carlo, predata da Luigi, sforzata da Ferrando e vituperata da’ Svizzeri (Machiavelli)

    Deissi

    Deissi, dal greco indicare, è un modo per riferire elementi spazio-temporali all’interno di un discorso. Possiamo avere vari tipi di deissi: espressioni   referenziali, espressioni indicali, espressioni simboliche, deittiche, anaforiche, sintagmi (unibg).

    Esempio: volevo chiederti, ma lì dove lavori te, cercano per caso? ma dov’è che lavori, ad Alice?

    Diafora / Distinctio

    Ripetizione di una parola con significati distinti, usata ad esempio per enfatizzare un discorso.

    Esempio: Gli affari sono affari.

    Dialisi

    Un inciso inserito in un discorso, avulso dal contesto.

    Esempio: Ho scordato – ma poi chi se ne importa! – l’ombrello

    Diallage

    Convergenza di più argomenti a una conclusione.

    Esempio: Assenza di senso: distruzione del senso, perdita del senso, constatazione che in nessun momento vi è stata traccia, indizio, sintomo di senso. (G. Manganelli, Rumori e voci)

    Disfemismo

    Figura retorica per la quale si sostituisce (come uso abituale o come coniazione scherzosa) una parola normale, spesso gradevole o affettuosa, con altra per sè stessa sgradevole o offensiva, senza dare all’espressione tono ostile. È anche l’opposto dell’eufemismo.

    Esempio: questi birbanti, per dire “questi bambini vivaci”.

    Dittologia

    Ripetizione di una parola o di un aggettivo a fini espressivi o stilistici.

    Esempio: un bacio grande, grande

    Domanda retorica

    In genere una domanda viene posta per avere una risposta, per confrontarsi o per trovare nuove prospettive, punti di vista e via dicendo. La domanda retorica, al contrario, è posta mantenendo la risposta implicita, sottintesa, semplicemente per argomentare un qualcosa che si vuole portare avanti (ad esempio durante un processo).

    La domanda retorica è quindi esemplificata dal fatto di porre una domanda senza volontà  di richiedere informazioni, ma con una risposta sottintesa (a volte come forma di cortesia, ad esempio chiedendo “c’è un bagno in casa?”), e qualora sia usata come artifizio retorico essa fa in modo di eliminare le affermazioni che contrastando la domanda stessa.

    Un esempio ironico ed ironico di domanda retorica è stato proposto da Umberto Eco: C’è davvero bisogno di domande retoriche?

    Duplicatio

    Significa duplicazione, raddoppiamento, sdoppiamento. Consiste nell’uso di sinonimi per esprimere il medesimo concetto e rafforzarlo.

    Ellissi

    Mancanza o omissione di un concetto di un elemento della sintassi, da considerarsi sottinteso perchè incluso implicitamente nel contesto della frase.

    Esempio: Tuo fratello è ancora da te? No, [mio fratello] è andato via un’ora fa.

    Enallage

    Uso di una parte di un discorso invece di un’altra, in genere l’avverbio o l’aggettivo; anche inteso come scambio di due forme verbali.

    Esempio: te lo dico domani, ritorno fra una settimana, per dire dirò, ritornerò.

    Endiadi

    Endiadi: deriva dal greco antico “ἓν διὰ δυοῖν” (“uno per mezzo di due”) ed è una figura retorica che consiste nell’utilizzare due termini coordinati (solitamente congiunti dalla congiunzione “e”) per esprimere un unico concetto.

    In altre parole, l’endiadi presenta un’idea attraverso due parole distinte che, sebbene unite, sottintendono un significato unitario.

    Come funziona l’endiadi?

    Pensiamo all’espressione “pane e vino”. In questo caso, l’endiadi non si riferisce a due elementi distinti, ma piuttosto al concetto di “pasto frugale”. I due termini “pane” e “vino” rappresentano infatti i componenti essenziali di un pasto semplice e comune.

    Perché usiamo l’endiadi?

    L’endiadi viene utilizzata per diverse ragioni:

    • Enfatizzare un concetto: l’utilizzo di due parole separate per esprimere un’idea singola conferisce maggiore enfasi e risalto al concetto stesso.
    • Creare dinamismo: l’endiadi spezza la monotonia del discorso, rendendolo più fluido e ricco di ritmo.
    • Effetto di immediatezza: la scelta di due termini distinti può conferire un senso di immediatezza e concretezza all’immagine o al concetto espresso.

    Esempi di endiadi nella letteratura:

    • **”Notte e ruina” (Giacomo Leopardi): in questo caso, l’endiadi “notte e ruina” esprime un’unica immagine di desolazione e distruzione.
    • **”Pensieri e parole” (Alessandro Manzoni): l’endiadi “pensieri e parole” rappresenta il legame indissolubile tra il pensiero e la sua espressione linguistica.
    • **”Pompe e vanità” (Luigi Pirandello): l’endiadi “pompe e vanità” sintetizza la superficialità e l’effimero del mondo mondano.

    L’endiadi è una figura retorica semplice ma efficace, ampiamente utilizzata nella lingua italiana, sia nella letteratura che nel linguaggio comune. La sua capacità di conferire enfasi, dinamismo e immediatezza al discorso la rende un prezioso strumento per arricchire l’espressione linguistica.

    Enfasi

    Enfasi è una parola italiana che ha due significati principali:

    1. Enfasi

    In retorica l’enfasi è una figura retorica che consiste nell’accentuare una parola o una frase per evidenziarne il significato e le implicazioni. Ciò può essere fatto attraverso vari mezzi, come ad esempio:

    Ripetere la parola o la frase
    Utilizzando intensificatori (ad esempio, “molto”, “davvero”, “assolutamente”)
    Cambiare l’ordine delle parole
    Utilizzando esclamazioni
    Intonazione variabile

    Ad esempio, nella frase “Lui sì che è un amico!” (È davvero un amico!), l’accento è posto sulla parola “sì” (appunto), che rafforza la convinzione di chi parla che la persona sia un vero amico.

    2. Entusiasmo

    Nel linguaggio quotidiano, l’enfasi può anche riferirsi a un sentimento di entusiasmo, eccitazione o impazienza. Questo utilizzo è spesso accompagnato da espressioni fisiche come sopracciglia alzate, un ampio sorriso o gesti animati.

    Ad esempio, potresti dire “Ho molta enfasi per il nuovo progetto” (Sono molto entusiasta del nuovo progetto) per esprimere il tuo entusiasmo per qualcosa.

    Esempi di enfasi in italiano:

    “È proprio un gran pezzo di canaglia!” (È un vero mascalzone!)** – La ripetizione di “proprio” (davvero) e l’uso dell’intensificatore “gran” (grande) sottolineano l’opinione negativa che l’oratore ha della persona.

    “Non vedo l’ora di partire!” (Non vedo l’ora di partire!)** – La frase “non vedo l’ora” (non vedo l’ora) e il punto esclamativo trasmettono l’ansia di partire di chi parla.

    “Sono sicuro che ce la facciamo!” (Sono sicuro che ce la possiamo fare!)** – L’avverbio “sicuro” (sicuro) e il pronome enfatico “ce la” (ce la possiamo fare) esprimono la fiducia di chi parla nelle proprie capacità di successo.

    Enfasi è una parola versatile che può essere utilizzata per aggiungere enfasi, entusiasmo o entrambi al tuo discorso italiano. Comprendendone i diversi significati e come utilizzarlo in modo efficace, puoi rendere la tua comunicazione più espressiva e coinvolgente.

    Enjambement

    Induzione di un prolungamento del periodo logico oltre la pausa ritmica naturale, mediante l’introduzione di un’interruzione all’interno di un verso, senza considerare il contenuto sintattico.

    Esempio:

    le secrete

    cure che al viver uto furon tempesta (U. Foscolo)

    Epanadiplosi

    L’epanadiplosi è una figura retorica che consiste nella ripetizione di una parola o di un gruppo di parole all’inizio e alla fine di una frase, o di una clausola, per ottenere un effetto di enfasi o di risonanza. In altre parole, è una ripetizione in cui una parola o una serie di parole viene posta all’inizio di una frase e poi ripetuta alla fine della stessa frase.

    Ecco un esempio di epanadiplosi:

    “Amo te, te amo.”

    In questo esempio, la parola “te” viene ripetuta all’inizio e alla fine della frase, creando un effetto di enfasi sull’amore rivolto a una persona specifica.

    L’epanadiplosi è una delle diverse figure retoriche utilizzate nella scrittura e nella comunicazione per creare varietà stilistica e sottolineare determinati concetti o emozioni.

    Epanalessi / Geminatio

    L’epanalessi è una figura retorica che consiste nella ripetizione di una parola o di una serie di parole all’interno di una stessa frase o clausola, ma con alcune parole o elementi interposti tra le ripetizioni. In altre parole, è una ripetizione di parole separate da altro materiale linguistico.

    Questo stile di ripetizione può essere utilizzato per enfatizzare una parola o un concetto specifico, creando un effetto di risonanza. L’interposizione di altre parole tra le ripetizioni serve a dare maggiore complessità e profondità alla struttura della frase.

    Ecco un esempio di epanalessi:

    “La mia speranza, la speranza che mi guida, è che troveremo una soluzione.”

    In questo esempio, la parola “speranza” viene ripetuta con l’aggiunta di altre parole tra le ripetizioni, creando un effetto di enfasi sulla centralità della speranza nel discorso.

    L’epanalessi è una tecnica retorica che può essere utilizzata per arricchire lo stile e l’efficacia comunicativa della scrittura, donando una certa musicalità o ritmo alle frasi e sottolineando i concetti chiave.

    Epanodo

    L’epanodo è una figura retorica che consiste nella ripetizione di parole o frasi all’inizio e alla fine di diverse clausole o frasi all’interno di un testo. In altre parole, è una ripetizione simmetrica di elementi all’inizio e alla fine di una serie di unità linguistiche.

    L’epanodo può essere utilizzato per enfatizzare un concetto chiave o un tema rilevante all’interno di un discorso o di un testo. Questa figura retorica può conferire ritmo e struttura al linguaggio, creando un effetto di risonanza e facilitando la memorabilità del contenuto.

    Ecco un esempio di epanodo:

    “Sono venuto, ho visto, ho vinto. Ho vinto la sfida, ho vinto la paura, ho vinto me stesso.”

    In questo esempio, la struttura delle frasi inizia con “ho vinto” e termina con la stessa espressione, creando un ritmo e sottolineando il concetto di vittoria in vari contesti.

    L’epanodo è una tecnica retorica utilizzata per aumentare l’impatto comunicativo del discorso o del testo, aggiungendo struttura e coerenza al contenuto.

    Epanortosi

    L’epanortosi è una figura retorica che implica la correzione immediata di una parola o un’espressione appena detta, al fine di chiarire o enfatizzare il significato desiderato. In altre parole, l’oratore o lo scrittore introduce un termine o un’idea e poi, subito dopo, apporta una correzione o un’esplicazione per precisare il senso corretto o per intensificare l’effetto retorico.

    Questa figura può essere utilizzata per sottolineare una specifica interpretazione o per introdurre un’idea in un certo modo, per poi correggersi o ampliare il concetto appena dopo. Questo crea un effetto di dinamismo e aggiunge interesse e profondità alla comunicazione.

    Ecco un esempio di epanortosi:

    “Ho apprezzato molto la tua partecipazione alla riunione, o meglio, devo dire che ne sono rimasto davvero colpito dalla tua partecipazione attiva e dalle tue idee innovative.”

    In questo esempio, l’epanortosi avviene quando l’oratore corregge l’originale “apprezzato molto” con “rimasto davvero colpito,” aggiungendo intensità all’opinione espressa.

    L’epanortosi è una tecnica retorica utilizzata per rendere il discorso più vivido, per focalizzare l’attenzione su un punto specifico o per creare una sfumatura di significato aggiuntiva.

    Epentesi (o Anaptissi)

    L’epentesi è una figura retorica che consiste nell’inserire una o più lettere o suoni all’interno di una parola, al fine di creare un effetto di suono o di enfasi. Questa figura può essere utilizzata per scopi stilistici o per aggiungere ritmo e musicalità al linguaggio. L’epentesi è spesso utilizzata per migliorare la fonetica di una parola o per adattarla a una determinata metrica o ritmica.

    Ecco un esempio di epentesi:

    “Silenzio” diventa “Silenzioso.”

    L’epentesi può anche verificarsi in modo naturale nel processo di evoluzione linguistica, quando nuovi suoni o lettere vengono inseriti nelle parole per migliorarne la pronuncia o per adattarle a cambiamenti nel sistema fonetico di una lingua.

    Epesegesi (vedi Epifrasi)

    Epifonema (o Aforisma)

    L’epifonema è una figura retorica che consiste in una breve e incisiva affermazione o esclamazione posta alla fine di un discorso, di una frase o di un passaggio scritto per sottolineare un punto chiave o per aggiungere un tocco emotivo. In altre parole, è una dichiarazione finale che sintetizza o enfatizza il messaggio comunicato.

    L’epifonema può essere utilizzato per catturare l’attenzione dell’ascoltatore o del lettore, o per lasciare un’impressione duratura. Spesso è caratterizzato da un tono enfatico, passionale o riflessivo.

    Ecco un esempio di epifonema:

    “E così, in sintesi, la cosa più importante nella vita è amare ed essere amati.”

    In questo esempio, la frase finale “la cosa più importante nella vita è amare ed essere amati” rappresenta l’epifonema, rafforzando il messaggio centrale del discorso.

    L’epifonema è una figura retorica utilizzata per concludere in modo memorabile un discorso, un saggio o un testo, spesso riassumendo il tema principale o mettendo in risalto un concetto chiave.

    Epifora (o Epistrofe)

    L’epifora, detta anche epistrofe o desitio, è una figura retorica che consiste nel ripetere la stessa parola o frase alla fine di proposizioni o frasi successive. Questa ripetizione crea un senso di enfasi, finalità e impatto emotivo.

    Come funziona l’epifora

    Immagina un discorso in cui un oratore dichiara appassionatamente:

    “La pace deve prevalere! La pace deve trionfare! La pace deve essere la nostra guida!”

    In questo esempio, la ripetizione della frase “La pace deve” alla fine di ogni frase rafforza la forte convinzione di chi parla nell’importanza della pace. L’epifora crea un ritmo e una cadenza che attirano l’attenzione del pubblico e portano a casa il messaggio.

    Scopi dell’Epifora

    L’epifora è utilizzata per vari scopi nella retorica e nella letteratura:

    Enfasi: evidenziare un’idea o un concetto chiave e farlo rimanere nella mente del lettore o dell’ascoltatore.

    Impatto emotivo: trasmettere emozioni forti come passione, convinzione o urgenza.

    Musicalità: creare un senso di ritmo e flusso nel discorso o nella scrittura.

    Struttura: per enfatizzare la struttura parallela di clausole o frasi.

    Esempi di Epifora in letteratura

    L’Epifora è stata utilizzata da famosi scrittori e oratori nel corso della storia:

    “Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sugli sbarchi, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline; non ci arrenderemo mai!” – Winston Churchill, discorso del 1940

    “Lascia che la libertà risuoni dalle possenti montagne di New York alle dolci colline della Georgia, dalle aspre vette della California alle creste innevate dell’Alaska. Lascia che la libertà risuoni da ogni città e da ogni villaggio, da ogni stato e da ogni villaggio. ” – Martin Luther King Jr., discorso del 1963

    “Ma vinceremo. Un giorno vinceremo.” – Inno per i diritti civili

    L’epifora nel linguaggio quotidiano

    L’Epifora non si limita ai discorsi formali e alle opere letterarie; si trova anche nel linguaggio quotidiano:

    “Ho bisogno di una pausa. Ho bisogno di una vacanza. Ho bisogno di un po’ di tempo per me stesso.”

    “Sei il migliore amico che potrei chiedere. Sei sempre lì per me. Sei l’unica persona su cui posso sempre contare.”

    “Ti amo. Ti amo più di quanto le parole possano dire. Ti amo più di ogni altra cosa al mondo.”

    Epifora è un potente strumento per migliorare l’impatto della tua comunicazione, sia che tu stia scrivendo un discorso, tenendo una presentazione o semplicemente esprimendo i tuoi sentimenti a qualcuno a cui tieni. Usando l’epifora in modo efficace, puoi aggiungere enfasi, emozione e ritmo alle tue parole, rendendole più memorabili e di grande impatto.

    Epifrasi (o Epesegesi)

    L’epifrasi è una figura retorica che consiste nell’aggiungere un elemento descrittivo o esplicativo a una frase o a un’espressione per arricchirne il significato o per darle maggiore enfasi. Questo elemento aggiuntivo può essere un aggettivo, un participio, una proposizione subordinata o un’intera frase.

    Per esempio:

    • “Il mare, immenso e tranquillo, si estendeva all’orizzonte.” In questa frase, “immenso e tranquillo” è un’epifrasi che descrive il mare in modo più dettagliato.
    • “Guardava il cielo, pieno di stelle scintillanti.” Qui, “pieno di stelle scintillanti” è un’epifrasi che arricchisce la descrizione del cielo.

    L’epifrasi può essere utilizzata per creare immagini vivide nella mente del lettore, per aggiungere informazioni importanti o per enfatizzare certi aspetti di ciò che viene descritto.

    Epistrofe (vedi Epifora)

    Epitesi (vedi Paragoge)

    Epizeusi (è un tipo di Epanalessi)

    L’epizeusi è una figura retorica che consiste nella ripetizione immediata di una parola o di un’espressione senza interruzione, con l’obiettivo di dare enfasi o intensità al discorso. Fa parte delle figure di ripetizione e, come hai menzionato, è un tipo specifico di epanalessi.

    Ecco alcuni esempi di epizeusi:

    • “Corri, corri, non fermarti!”
    • “Oh, il dolore, il dolore che provo!”
    • “Vieni, vieni a vedere!”

    In questi esempi, la ripetizione della parola “corri”, “dolore” e “vieni” serve a sottolineare l’urgenza, l’intensità del sentimento o l’importanza dell’azione.

    L’epizeusi viene spesso utilizzata nella poesia, nella retorica e nella letteratura per accentuare un concetto o un’emozione, creando un effetto ritmico e melodico che può catturare l’attenzione del lettore o dell’ascoltatore.

    Eufemismo (contrario di disfemismo)

    Figura retorica che consiste nell’uso volontario e mirato di una perifrasi che abbia effetto “ammorbidente” sulla forma, spesso perchè la sostanza di ciò che si vuole esprimere è troppo esplicita, offensiva o addirittura oscena.

    Esempi

    per non dire morire: passare a miglior vita, spegnersi, mancare, non esserci più, scomparire;

    lasciare a desiderare per indicare un qualcosa di carente;

    dire che qualcuno sia poco intelligente per non dire che è stupido

    Eufonia

    L’eufonia è una figura retorica che si riferisce alla qualità piacevole del suono prodotto da una combinazione armoniosa di parole e suoni. L’eufonia si ottiene attraverso la scelta accurata di fonemi, ritmi, e cadenze che rendono un testo, un discorso o una poesia melodiosi e gradevoli all’orecchio.

    Esempi di tecniche utilizzate per creare eufonia includono:

    1. Allitterazione: Ripetizione di suoni consonantici simili in parole vicine.
      • Esempio: “Il dolce suono del silenzio.”
    2. Assonanza: Ripetizione di suoni vocalici simili in parole vicine.
      • Esempio: “Luce e luna brillano insieme.”
    3. Consonanza: Ripetizione di suoni consonantici, specialmente alla fine delle parole.
      • Esempio: “Strada, caduta, prenda.”
    4. Rima: Ripetizione di suoni simili alla fine dei versi.
      • Esempio: “Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura / ché la diritta via era smarrita.”
    5. Uso di suoni liquidi e nasali: Suoni come /l/, /m/, /n/ che tendono a creare un effetto morbido e fluente.
      • Esempio: “Lenta la luna si leva nel cielo.”

    L’eufonia è particolarmente importante nella poesia, nella musica e nelle orazioni, dove il suono delle parole è cruciale per l’effetto complessivo del testo. Creare eufonia può aiutare a trasmettere emozioni, a evocare immagini piacevoli e a rendere un testo memorabile.

    Figura Etimologica

    La figura etimologica è una figura retorica che consiste nell’accostamento di due o più parole che condividono la stessa radice etimologica. Questa ripetizione di suoni e significati crea un effetto stilistico particolare, spesso enfatizzando un concetto o aggiungendo un elemento di profondità al discorso.

    Esempi di figura etimologica:

    1. Vivere la vita – Dove “vivere” e “vita” condividono la stessa radice etimologica.
    2. Sognare un sogno – Dove “sognare” e “sogno” sono legati etimologicamente.
    3. Combattere una battaglia – Dove “combattere” e “battaglia” hanno una radice comune.

    Questa figura retorica è utilizzata in vari contesti letterari per rafforzare l’idea centrale, creare un effetto di insistenza o dare un tocco poetico al linguaggio.

    Flashback / Retrospezione / Analessi

    Tipica struttura o tecnica narrativa dedicata al racconto o alla rievocazione di un fatto avvenuto in precedenza rispetto all’ordine temporale ordinario. Il “flashback” è una tecnica narrativa utilizzata nella letteratura, nel cinema, nella televisione e in altri media per mostrare eventi o scene che si sono verificati in un periodo precedente rispetto al punto temporale attuale della narrazione. In altre parole, è un salto all’indietro nel tempo all’interno di una storia per fornire ulteriori informazioni sul passato dei personaggi o sugli eventi che hanno portato alla situazione presente.

    L’obiettivo principale del flashback è quello di arricchire la trama, sviluppare i personaggi, fornire contesto o spiegazioni più approfondite, o rivelare dettagli importanti che influenzano la comprensione dell’opera nel suo complesso.

    Ad esempio, in un romanzo potrebbe esserci un capitolo che descrive gli eventi che hanno portato al conflitto principale della storia, oppure in un film potrebbero essere mostrate sequenze del passato di un personaggio per spiegare il suo comportamento attuale.

    Il flashback è un modo efficace per manipolare la struttura temporale di una storia e fornire al pubblico una visione più completa dei personaggi e degli eventi. Tuttavia, è importante utilizzare questa tecnica con cautela per evitare confusione nel pubblico e mantenere la coerenza narrativa.

    Hysteron proteron (o Isterologia)

    L’ “hysteron proteron” è una figura retorica che consiste nell’inversione di un’ordine logico o cronologico di eventi o concetti in un discorso o in una narrazione. In altre parole, è l’uso di un elemento in un ordine diverso da quello che ci si aspetterebbe naturalmente.

    Questa figura retorica può essere utilizzata per enfatizzare o rendere più impressionante un certo aspetto del discorso, o per creare effetti di sorpresa e attenzione nell’ascoltatore o nel lettore. Tuttavia, l’uso dell’hysteron proteron può anche confondere o rendere il discorso meno chiaro se non utilizzato con attenzione.

    Ecco un esempio di hysteron proteron:

    “Io piango, perché sono solo.”

    In questa frase, l’ordine naturale sarebbe “Sono solo, quindi piango,” ma l’ordine è invertito per mettere l’emozione (“piango”) prima e l’evento che la causa (“sono solo”) dopo, creando un effetto di enfasi sull’emozione stessa.

    L’uso dell’hysteron proteron richiede una buona comprensione delle convenzioni linguistiche e narrative e può essere un modo creativo per manipolare la struttura delle frasi per ottenere specifici effetti retorici.

    Inversione (vedi Anastrofe)

    Invettiva

    Un’invettiva è una forma di espressione verbale o scritta caratterizzata da un tono forte, critico, spesso indignato e accusatorio. È un discorso accorato e talvolta insultante che mira a condannare, biasimare o attaccare qualcuno, qualcosa o una situazione. Le invettive possono essere utilizzate per esprimere disapprovazione, rabbia, frustrazione o indignazione verso l’oggetto della critica.

    Etimologia: La parola “invettiva” deriva dal latino “invehere”, che significa “inseguire” o “attaccare con parole”. L’origine etimologica riflette bene il significato e il carattere accusatorio della parola.

    Esempio: Ecco un esempio di invettiva:

    “Tu sei solo un ingannatore e un bugiardo, manipoli le parole per illudere chiunque ti ascolti. Non c’è nulla di vero o onesto in ciò che dici, e la tua ipocrisia è nauseante. Il tuo comportamento egoista e meschino è un’offesa per l’intelligenza di tutti noi.”

    In questo esempio, l’invettiva è diretta verso una persona immaginaria. Si possono notare toni critici, accusatori e un forte senso di disapprovazione.

    Le invettive possono essere potenti strumenti retorici, ma vanno utilizzate con cautela, poiché possono facilmente sfociare in linguaggio offensivo o denigratorio. L’obiettivo è spesso suscitare emozioni intense nell’ascoltatore o nel lettore, ma è importante mantenere un equilibrio tra l’espressione emotiva e il rispetto per gli altri.

    Ipallage

    L’ipallage è una figura retorica che consiste nell’attribuire a una parola di una frase qualcosa che logicamente dovrebbe essere attribuito a un’altra parola della stessa frase. Questo spostamento di attributi crea un effetto particolare, spesso poetico o sorprendente.

    Esempi di ipallage:

    1. “Il sonno della spada”: dove è il guerriero che dovrebbe essere addormentato, non la spada.
    2. “Un uomo dalle mani sudate”: dove in realtà sono le mani dell’uomo ad essere sudate, non le mani in sé.
    3. “Un’ombra silenziosa della notte”: dove l’ombra non è silenziosa, ma la notte lo è.

    L’ipallage viene spesso utilizzata in poesia e letteratura per creare immagini vivide e inusuali, rompendo le aspettative convenzionali e stimolando l’immaginazione del lettore.

    Iperbato

    L’iperbato è una figura retorica che consiste nell’inversione dell’ordine naturale delle parole in una frase o in una clausola. In altre parole, le parole vengono disposte in un ordine non convenzionale, spesso per scopi stilistici o retorici. L’iperbato può essere utilizzato per creare effetti di enfasi, sorpresa o per dare rilievo a determinati elementi del discorso.

    Ecco un esempio di iperbato:

    “Del tuo amore eterno parlerò.”

    Nell’esempio sopra, l’ordine naturale sarebbe “Parlerò del tuo amore eterno,” ma l’iperbato crea un’attenzione speciale sull’”amore eterno” posizionandolo all’inizio della frase.

    L’iperbato è spesso utilizzato nella poesia, nella retorica e nella letteratura per aggiungere un tocco di originalità e per catturare l’attenzione dell’ascoltatore o del lettore. Tuttavia, poiché può rendere il testo più complesso o meno immediatamente comprensibile, è importante utilizzarlo con attenzione e con un chiaro scopo comunicativo.

    Iperbole

    Esagerazione, per eccesso o per difetto.

    Esempi: annegare in un bicchiere d’acqua. Non ci vediamo da una vita.

    Si sentiva come se avesse attraversato il deserto del Gobi a piedi, bevendo solo dell’acqua piovana (Delacorta)

    Ipostasi

    L’ipostasi può riferirsi alla personificazione o alla trattazione di un concetto astratto come se fosse una persona o un oggetto concreto. Ad esempio, l’ipostasi di un concetto come “la giustizia” può essere rappresentata come una figura umana in un testo letterario.

    Ipotassi

    L’ipotassi è una figura retorica e una tecnica stilistica che consiste nell’uso estensivo di proposizioni subordinate all’interno di una frase o di un periodo. Questo stile crea una struttura sintattica complessa e articolata, dove le relazioni tra le idee sono esplicitate attraverso la subordinazione. L’ipotassi è spesso utilizzata per esprimere pensieri complessi, dettagliati e sfumati, e per dare profondità e chiarezza al discorso.

    Esempio di ipotassi:

    • “Quando ero giovane, e vivevo ancora con i miei genitori, mi piaceva molto passeggiare nel parco, che si trovava vicino alla nostra casa, soprattutto in autunno, quando le foglie cambiavano colore e l’aria diventava fresca e frizzante.”

    In questo esempio, ci sono diverse proposizioni subordinate che forniscono dettagli e descrizioni aggiuntive, arricchendo il significato complessivo della frase.

    L’ipotassi si contrappone alla paratassi, che invece si basa sull’uso di proposizioni coordinate, spesso collegate da congiunzioni semplici come “e” o “ma”. La paratassi tende a creare frasi più brevi e dirette, mentre l’ipotassi permette una maggiore elaborazione del pensiero.

    Ipotiposi

    L’ipotiposi è una figura retorica che consiste in una descrizione vivida e dettagliata di una scena, un evento o un oggetto, in modo tale da rendere l’immagine descritta quasi visibile o palpabile agli occhi della mente del lettore o dell’ascoltatore. Questo espediente retorico è spesso utilizzato per evocare emozioni forti, creare un senso di immedesimazione e coinvolgere profondamente chi legge o ascolta.

    Esempi di ipotiposi possono essere trovati nella letteratura, nella poesia e anche nei discorsi oratori, dove il narratore vuole far vivere al pubblico una determinata esperienza in modo intenso e diretto.

    Ecco un esempio di ipotiposi:

    • “La tempesta si abbatté sulla città con una furia devastante: il cielo si oscurò improvvisamente, i tuoni rimbombavano come colpi di cannone, e le strade si trasformarono in fiumi impetuosi. Il vento urlava tra gli edifici, piegando gli alberi e scagliando detriti ovunque, mentre la pioggia cadeva fitta e incessante, tamburellando contro le finestre e creando pozzanghere che riflettevano i lampi nel buio.”

    In questo esempio, la descrizione dettagliata e vivida della tempesta permette al lettore di visualizzare e sentire quasi fisicamente l’evento, rendendolo particolarmente coinvolgente.

    Ironia

    L’ironia è una figura retorica in cui si esprime un concetto mediante parole che significano l’opposto di ciò che si intende realmente. Questo contrasto tra significato letterale e implicito può essere usato per criticare, ridicolizzare, esprimere sarcasmo o creare umorismo. L’ironia richiede spesso una comprensione condivisa tra il comunicatore e il destinatario per cogliere il vero significato dietro le parole apparentemente innocue.

    Ecco alcuni esempi di ironia:

    1. Ironia verbale: Si dice il contrario di ciò che si pensa, spesso con intento sarcastico.
      • Esempio: Dopo una giornata di pioggia incessante, qualcuno potrebbe dire: “Che bella giornata di sole!”
    2. Ironia situazionale: C’è un contrasto tra le aspettative di un evento e ciò che realmente accade.
      • Esempio: Un pompiere la cui casa prende fuoco.
    3. Ironia drammatica: Il pubblico sa qualcosa che i personaggi non sanno, creando una tensione tra la conoscenza del pubblico e l’ignoranza dei personaggi.
      • Esempio: In una tragedia, il pubblico sa che il protagonista sta per cadere in una trappola, mentre il protagonista stesso ne è ignaro.

    L’ironia può essere un potente strumento retorico e letterario, poiché permette di comunicare a diversi livelli e può aggiungere profondità e complessità al discorso o alla narrazione. Tuttavia, l’ironia può anche essere fraintesa se il destinatario non coglie il contrasto tra ciò che è detto e ciò che è inteso.

    Isocolon (o Parallelismo o Parisosi)

    L’isocolon è una figura retorica che consiste nell’uso di frasi, clausole o segmenti di testo con una struttura grammaticale parallela e una lunghezza simile. Questo parallelismo crea un effetto ritmico e bilanciato, conferendo armonia e enfasi al discorso. L’isocolon è spesso utilizzato in retorica, poesia e prosa – ma anche negli slogan pubblicitari – per creare frasi memorabili e persuasive.

    Esempi di isocolon:

    1. “Veni, vidi, vici.” (Giulio Cesare)
      • Tre verbi in forma passata, ciascuno di una sola parola e di struttura simile.
    2. “An eye for an eye, a tooth for a tooth.”
      • Due frasi parallele, ciascuna con una struttura simile di sostantivo preposizione sostantivo.
    3. “Many will enter. Few will win.”
      • Due frasi corte con struttura simile e contrasto chiaro.
    4. “It takes a licking, but it keeps on ticking.”
      • Due clausole parallele con ritmo simile.

    L’uso dell’isocolon può rendere il discorso più efficace e persuasivo, aiutando a enfatizzare i punti chiave e a creare un effetto di equilibrio e simmetria nel linguaggio.

    Isterologia (vedi Hysteron proteron)

    Iterazione

    L’iterazione è una figura retorica che implica la ripetizione di una parola, frase, o espressione all’interno di un testo o di un discorso. Questa ripetizione può servire a vari scopi, tra cui enfatizzare un concetto, creare un effetto ritmico o melodico, e rafforzare l’impatto emotivo o persuasivo del messaggio.

    Ecco alcuni tipi e esempi di iterazione:

    1. Ripetizione semplice: Ripetizione di una parola o di una frase.
      • Esempio: “Non mi arrenderò, non mi fermerò, non cederò mai.”
    2. Ripetizione anaforica: Ripetizione di una parola o frase all’inizio di versi o frasi consecutive.
      • Esempio: “Io ho un sogno… Io ho un sogno… Io ho un sogno…”
    3. Ripetizione epiforica: Ripetizione di una parola o frase alla fine di frasi o versi consecutivi.
      • Esempio: “Non è solo una battaglia, è una guerra. Non è solo un combattimento, è una guerra.”
    4. Ripetizione simmetrica: Ripetizione che si struttura simmetricamente all’interno della frase o del testo.
      • Esempio: “Dove c’è luce, c’è speranza; dove c’è oscurità, c’è paura.”

    L’iterazione è spesso usata nella retorica e nella poesia per creare un senso di ritmo e coesione, e per rendere un messaggio più memorabile e potente.

    Litote

    Negazione del contrario di un’affermazione, per una forma di alleggerimento semantico e per una comunicazione più sobria e meno greve ad es.

    Esempio: non mi sento benissimo per dire non sto bene

    dire che qualcuno sia “poco intelligente” per non dire che è proprio stupido

    Metafora

    Dal greco antico μεταφορά (che si legge metaforà ) è una trasposizione di significato, un trasferimento di senso: grazie alla metafora posso esprimere un concetto sfruttando immagini provenienti da un contesto diverso da quello di cui parlo.

    Un classico esempio di metafora: dire “la gamba del tavolo” (che non è una vera gamba umana, ovviamente), oppure “essere coraggioso come un leone”

    La parola “metafora” ha una derivazione etimologica dalla lingua greca. Il termine greco corrispondente è “μεταφορά” (metaphorá), che deriva da due parole greche: “μετά” (meta), che significa “oltre” o “trasferimento”, e “φέρω” (phéro), che significa “portare” o “trasportare”.

    Quindi, la parola “metafora” letteralmente significa “trasferimento” o “trasporto oltre”. In senso figurato, la metafora è una figura retorica che consiste nel trasferire il significato di una parola o di un concetto a un altro, sottolineando una somiglianza tra i due elementi. Ad esempio, l’uso della frase “il mondo è un palcoscenico” è una metafora, poiché trasferisce la caratteristica dell’azione teatrale al concetto di mondo.

    La metafora è una figura retorica potente ed efficace che viene spesso utilizzata per creare immagini vivide, enfatizzare concetti o stimolare l’immaginazione dei lettori o degli ascoltatori.

    Metonimia / Metonomia

    Uso della causa in luogo dell’effetto, tipicamente in un rapporto qualitativo tra i termini.

    Ad esempio: le sudate carte per indicare i libri sui quali si è faticosamente studiato.

    Mixtura verborum / Sinchisi

    Omoteleuto / Omeoteleuto

    La mixtura verborum o sinchisi è una figura retorica che riguarda l’ordine inusuale o insolito delle parole all’interno di una frase, rispetto alla loro disposizione abituale. Questa figura può essere utilizzata per creare effetti stilistici particolari, come enfatizzare determinati elementi, suscitare sorpresa, o conferire un carattere poetico e originale al testo.

    Caratteristiche della Sinchisi (Mixtura Verborum):

    1. Spostamento dell’Ordine: Le parole sono disposte in un ordine che differisce dalla struttura grammaticale convenzionale, creando un effetto di novità o di intensificazione.
    2. Effetto Poetico: La sinchisi è spesso utilizzata nella poesia per accentuare la musicalità e il ritmo, o per mettere in risalto determinati concetti.

    Esempi di Sinchisi:

    1. “Di silenzio la notte era carica” invece di “La notte era carica di silenzio”.
      • Qui l’ordine è invertito per dare maggiore enfasi all’immagine della notte e del silenzio.
    2. “Non amo i cani, i gatti non sopporto” invece di “Non sopporto i gatti, non amo i cani”.
      • L’inversione dell’ordine enfatizza il sentimento nei confronti dei gatti.
    3. “La dolcezza dei tuoi occhi è infinita” invece di “I tuoi occhi sono infinitamente dolci”.
      • L’ordine inusuale serve a creare un effetto stilistico più evocativo.

    Uso e Funzione:

    • Enfasi e Originalità: L’uso dell’ordine insolito può mettere in risalto particolari aspetti della frase, creando un effetto più forte o più memorabile.
    • Ritmo e Musicalità: In poesia e retorica, la sinchisi può contribuire a una struttura ritmica o melodica particolare.
    • Creazione di Immagini: Modificando l’ordine delle parole, si possono creare immagini più vivide e sorprendenti.

    La sinchisi è un potente strumento stilistico che, se usato con attenzione, può arricchire il testo e conferire una maggiore espressività e profondità.

    Onomatopea

    Onomatopea

    Ossimoro

    L’ossimoro è una figura retorica che si basa sull’accostamento di due parole di significato opposto o contrastante all’interno di una stessa espressione. Questo contrasto crea un effetto di sorpresa e può portare a una riflessione più profonda sulla natura complessa delle cose. La parola “ossimoro” stessa deriva dal greco “oxymoros”, che significa letteralmente “acutamente stupido” o “pungentemente insensato”.

    Spiegazione: L’ossimoro crea un effetto retorico interessante perché unisce due concetti contrapposti in modo da catturare l’attenzione dell’ascoltatore o del lettore, spingendoli a riflettere sulla complessità delle cose. L’uso dell’ossimoro può portare a un senso di tensione o ambiguità e può essere utilizzato per enfatizzare una particolare qualità o concetto all’interno di una narrazione o di un discorso.

    Esempio: Un esempio di ossimoro è: “dolce amaro”.

    In questo caso, “dolce” e “amaro” sono due aggettivi con significati opposti. “Dolce” evoca una sensazione di piacevolezza e dolcezza, mentre “amaro” indica un sapore aspro o sgradevole. L’uso dell’ossimoro “dolce amaro” cattura l’attenzione del lettore o dell’ascoltatore perché gli aggettivi contrastanti suscitano un senso di curiosità. Questa figura retorica può essere utilizzata per esprimere emozioni complesse o per creare effetti stilistici intriganti all’interno di testi letterari o discorsi.

    Paradosso

    Un paradosso è una situazione o un’affermazione che sembra contraddire la logica comune o le aspettative, ma che può contenere una verità nascosta o una struttura più complessa di quanto possa sembrare. In altre parole, è un’affermazione apparentemente contraddittoria che, tuttavia, può rivelare una profonda verità o implicazioni interessanti.

    I paradossi sono spesso utilizzati per stimolare il pensiero critico, sfidare le convinzioni convenzionali e portare a nuove prospettive. Possono emergere in vari campi, tra cui la filosofia, la matematica, la scienza, la letteratura e la vita quotidiana.

    Ecco alcuni esempi di paradossi:

    1. Paradosso di Fermi spiegato semplicemente
    2. Il paradosso dei gemelli spiegato in modo semplice
    3. Il paradosso di Simpson spiegato ai non statistici,
    4. Paradosso di Monty Hall
    5. Paradosso dell’infinito: Se dividi un intervallo di spazio infinito a metà, sembrerebbe che tu avresti ancora un intervallo infinito. Questo concetto contraddice l’intuizione perché sembra che l’infinito non debba poter essere diviso.
    6. Paradosso del mentitore: “Questa affermazione è falsa.” Se l’affermazione è vera, allora è falsa come afferma. Se è falsa, allora è vera. Questo paradosso mette in discussione il concetto di verità e falsità.
    7. Paradosso di Zeno: Il paradosso di Achille e la tartaruga è un esempio famoso. Se Achille dà un vantaggio alla tartaruga in una gara, sembra che Achille non dovrebbe mai raggiungerla, poiché ogni volta che raggiunge la posizione precedente della tartaruga, questa si è spostata leggermente avanti.
    8. Paradosso dei due barbieri: Immagina due barbieri, uno dei quali rade tutti gli uomini che non si radono da soli, e l’altro rade solo gli uomini che si radono da soli. La domanda è: chi rade il barbiere che si rade da solo? Questo paradosso mette in discussione la nozione di chi rade chi.

    I paradossi spingono a pensare oltre i confini della logica tradizionale e possono contribuire alla riflessione filosofica, scientifica e creativa. Spesso sottolineano l’importanza di definizioni precise, esaminano le limitazioni della nostra comprensione o ci invitano a considerare prospettive diverse e nuove.

    Paragoge (o Epitesi)

    La paragoge è una figura retorica che consiste nell’aggiungere una o più lettere o sillabe a una parola per enfatizzare o per ottenere un effetto stilistico particolare. Questo fenomeno può essere usato per dare un ritmo specifico al testo, per enfatizzare una parola o per creare un effetto di allungamento o di intensificazione.

    Caratteristiche della Paragoge:

    1. Aggiunta di Sillabe: La paragoge comporta l’aggiunta di suoni alla fine di una parola.
    2. Effetto Stilistico: Può essere utilizzata per ottenere effetti ritmici, poetici o espressivi.
    3. Esempi di Uso: È spesso usata nella poesia e nella prosa per creare un effetto sonoro particolare o per adattare una parola al metro del verso.

    Esempi di Paragoge:

    1. “Nella vasta immensità del cielo” (dove l’aggiunta della “-ità” all’aggettivo “vasto” enfatizza la vastità)
      • Qui la paragoge è usata per enfatizzare il concetto di immensità e creare un effetto di estensione.
    2. “Le onde del mare s’infrangono e si spezzano” (dove l’aggiunta della “-ano” a “infrange” e “spezzano” aggiunge ritmo e enfatizza l’azione)
      • L’aggiunta della “-ano” crea una forma più ritmica e coinvolgente.

    Funzioni della Paragoge:

    • Ritmo e Musicalità: In poesia e prosa, la paragoge può contribuire a un ritmo particolare, rendendo il testo più melodico.
    • Enfasi e Intensificazione: Aggiungendo suoni o sillabe, la paragoge può enfatizzare un concetto o un’immagine, dando maggiore forza espressiva.
    • Adattamento al Metro: Nella poesia, la paragoge può essere utilizzata per adattare una parola a un metro specifico o a una struttura metrica.

    La paragoge è una figura retorica utile per i poeti e gli scrittori che desiderano manipolare il suono e il ritmo delle loro parole, e per creare effetti stilistici che arricchiscono il testo.

    Parallelismo (vedi Isocolon)

    Paratassi

    La paratassi è una struttura sintattica in cui le frasi o le clausole sono collegate tra loro in modo coordinato, senza l’uso di connettivi o di elementi subordinanti che indichino le relazioni tra le diverse parti della frase. In altre parole, nella paratassi, le frasi vengono disposte una dopo l’altra senza utilizzare congiunzioni o frasi subordinate.

    Questo stile di struttura sintattica è spesso utilizzato per ottenere un effetto di immediatezza, semplicità o per creare ritmo e velocità nella narrazione o nel discorso. Tuttavia, la paratassi può talvolta rendere il testo meno chiaro se le relazioni tra le frasi non sono evidenti dal contesto.

    Ecco un esempio di paratassi:

    “La notte era buia, le stelle brillavano.”

    Nell’esempio sopra, le due frasi sono collegate in modo paratattico, senza l’uso di congiunzioni o subordinanti. Questo crea un effetto di semplicità e immediato proseguimento narrativo.

    Contrapposta alla paratassi, c’è l’ipotassi, che è una struttura sintattica in cui le frasi sono collegate in modo subordinato o dipendente, utilizzando connettivi come congiunzioni o frasi subordinate. La scelta tra paratassi e ipotassi dipende dall’effetto stilistico e dalla chiarezza che si desidera ottenere all’interno di un testo.

    Parechesi (vedi Paronomasia)

    Parisosi (vedi Isocolon)

    Paronimia

    La paronimia è una relazione semantica tra parole che hanno una somiglianza fonetica o ortografica ma che hanno significati diversi. In altre parole, sono parole che suonano o si scrivono in modo simile, ma che hanno significati distinti e spesso appartengono a diverse categorie grammaticali.

    La paronimia può causare confusione nei lettori o negli ascoltatori, poiché le parole simili possono essere scambiate l’una per l’altra, specialmente quando il contesto non è chiaro. Tuttavia, la paronimia può anche essere utilizzata in modo creativo in scrittura o discorsi per creare giochi di parole o effetti stilistici.

    Ecco alcuni esempi di coppie di parole paronime:

    1. Morbido e Morto: Queste parole suonano simili, ma hanno significati molto diversi. “Morbido” si riferisce a qualcosa che è soffice o delicato, mentre “morto” si riferisce a qualcosa che è senza vita.
    2. Partire e Partecipare: Anche se queste parole condividono la radice “part-“, hanno significati opposti. “Partire” significa lasciare o andare via, mentre “partecipare” significa prendere parte o essere coinvolto in qualcosa.
    3. Piano – Pianto: “Piano” può riferirsi a uno strumento musicale o a qualcosa di liscio, mentre “pianto” si riferisce all’atto di piangere.
    4. Corso – Corpo: “Corso” può significare un percorso o una lezione, mentre “corpo” si riferisce all’organismo umano.

    La paronimia sottolinea l’importanza di comprendere il contesto e l’uso appropriato delle parole per evitare equivoci e malintesi. Nella scrittura e nella comunicazione, è utile prestare attenzione alle parole simili e alle loro sfumature di significato al fine di evitare confusioni.

    Paronomasia (o Annominazione o Parechesi)

    La paronomasia è una figura retorica che consiste nell’uso di parole con suoni simili ma significati diversi, creando un effetto di gioco di parole. Questa figura sfrutta la somiglianza fonetica tra le parole per produrre effetti comici, poetici, o enfatici. La paronomasia è spesso utilizzata in poesia, retorica, e anche nella prosa per aggiungere ricchezza espressiva o umorismo.

    Caratteristiche della Paronomasia:

    1. Somiglianza Fonemica: Le parole coinvolte hanno suoni simili ma significati diversi.
    2. Effetto di Gioco di Parole: La paronomasia può creare umorismo, ironia, o enfatizzare un concetto attraverso il contrasto tra i significati delle parole simili.
    3. Utilizzo Poeticamente e Retoricamente: È frequentemente usata nella poesia e nella retorica per effetti stilistici.

    Esempi di Paronomasia:

    1. “Chi trova un amico trova un tesoro.”
      • Qui “amico” e “tesoro” non hanno suoni simili, ma il gioco di parole sta nel senso: l’amico è considerato prezioso come un tesoro.
    2. “Siamo tutti sulla stessa barca, non è il momento di barcamenarsi.”
      • In questo caso, “barca” e “barcamenarsi” giocano sull’assonanza per creare un effetto comico e enfatizzare l’idea di unità e di adattamento.
    3. “Volare è bello, ma non è sempre bello volare.”
      • L’uso ripetuto del termine “bello” gioca con il significato e la percezione del volare, creando un effetto di riflessione e umorismo.
    4. “Dove c’è fumo, c’è arrosto.”
      • Qui, “fumo” e “arrosto” sono accostati in modo da sfruttare il gioco di parole per dare una verità proverbiale con un effetto memorabile.

    Funzioni della Paronomasia:

    • Umorismo e Gioco di Parole: Spesso usata per creare effetti comici o divertenti attraverso il gioco fonetico.
    • Ritmo e Musicalità: Può contribuire al ritmo e alla musicalità del testo, specialmente in poesia.
    • Enfasi e Memorabilità: Aiuta a rendere frasi o concetti più memorabili grazie alla loro sonorità distintiva.

    La paronomasia è uno strumento versatile nella scrittura e nel parlato, permettendo di esplorare le sfumature del linguaggio e di giocare con le aspettative del pubblico.

    Perifrasi (o Circonlocuzione)

    La perifrasi è una figura retorica che consiste nell’esprimere un concetto o un termine attraverso una serie di parole o espressioni più lunghe e descrittive. In altre parole, è un modo di circonlocuzione che viene utilizzato per evitare di utilizzare una parola o un termine diretto, spesso per renderlo più elegante, raffinato o per creare un effetto stilistico particolare.

    La perifrasi può essere utilizzata per vari scopi, tra cui l’aggiunta di enfasi, la creazione di immagini vivide o l’evitamento di una parola diretta che potrebbe risultare troppo cruda o offensiva.

    Ecco un esempio di perifrasi:

    “La città eterna” al posto di “Roma”.

    In questo esempio, “la città eterna” è una perifrasi che viene utilizzata per riferirsi a Roma, sottolineandone la sua longevità e importanza storica.

    La perifrasi è una tecnica retorica utilizzata in vari contesti, dalla letteratura alla comunicazione quotidiana, per aggiungere varietà stilistica, enfasi o per creare un certo effetto sulla comunicazione.

    Personificazione (vedi Prosopopea)

    La personificazione è una figura retorica che attribuisce caratteristiche umane a oggetti, animali, concetti astratti o elementi naturali. Questa tecnica viene utilizzata per rendere questi elementi più vividi e concreti, spesso per esprimere emozioni o idee in modo più coinvolgente e significativo.

    Caratteristiche della Personificazione:

    1. Attribuzione di Qualità Umane: Gli oggetti o i concetti non umani sono descritti come se avessero emozioni, pensieri, intenzioni o comportamenti umani.
    2. Effetto Emotivo: La personificazione aiuta a evocare immagini e sensazioni più vivide, facilitando una connessione emotiva con il lettore o l’ascoltatore.
    3. Uso Poetico e Letterario: È spesso usata in poesia, narrativa e discorsi per creare effetti espressivi e artistici.

    Esempi di Personificazione:

    1. “Il vento sussurrava dolci melodie tra gli alberi.”
      • Qui, il vento è descritto come se potesse “sussurrare”, una caratteristica umana, e gli alberi sono coinvolti in una comunicazione quasi poetica.
    2. “La luna ci osservava con occhi curiosi.”
      • La luna viene personificata con “occhi curiosi”, suggerendo una qualità umana di osservazione e curiosità.
    3. “Il sole abbracciava la terra con calore gentile.”
      • Il sole è descritto come se potesse “abbracciare”, conferendo un’azione e una qualità affettuosa tipica degli esseri umani.
    4. “La città dormiva sotto un velo di silenzio.”
      • La città è personificata come se potesse “dormire”, rendendo l’immagine più evocativa e ricca di atmosfera.

    Funzioni della Personificazione:

    • Creazione di Immagini Vividamente Evocative: Rende gli elementi descritti più concreti e reali, permettendo al lettore o all’ascoltatore di visualizzarli e sentirli più profondamente.
    • Trasmissione di Emozioni e Sensazioni: Aiuta a comunicare emozioni e stati d’animo attraverso descrizioni ricche e colorite.
    • Rafforzamento del Messaggio: Permette di esprimere idee astratte e concetti complessi in modo più accessibile e comprensibile.

    La personificazione è uno strumento potente per arricchire la narrazione e la descrizione, rendendo le immagini e le idee più coinvolgenti e significative.

    Pleonasmo

    Il pleonasmo è una figura retorica che consiste nell’aggiungere parole o informazioni superflue a una frase, cioè utilizzare termini ridondanti che ripetono concetti già espressi dal contesto o da altre parole nella stessa frase. In altre parole, è l’uso di elementi linguistici che aggiungono poco o nessun significato aggiuntivo alla comunicazione.

    Contrariamente alla maggior parte delle figure retoriche, il pleonasmo non mira a enfatizzare o a creare effetti stilistici particolari, ma può essere considerato una forma di errore linguistico o una caratteristica di uno stile di comunicazione informale o colloquiale.

    Ecco alcuni esempi di pleonasmo:

    “Salire su”: “Salire” implica già un movimento verso l’alto, quindi “su” è superfluo.

    “Uscire fuori”: “Uscire” indica già un movimento verso l’esterno, quindi “fuori” è ridondante.

    “Vedere con i propri occhi”: Il verbo “vedere” implica già l’uso dei propri occhi, quindi “con i propri occhi” è inutile.

    In alcune situazioni, il pleonasmo può essere utilizzato intenzionalmente per sottolineare un punto in modo esagerato o per creare un effetto comico. Tuttavia, nella scrittura formale e nella comunicazione più precisa, è consigliabile evitare l’uso di pleonasmi, poiché possono rendere il linguaggio meno chiaro ed efficiente.

    Poliptoto / Polittoto (o Variazione)

    Il poliptoto (o polittoto) è una figura retorica che implica la variazione di una stessa radice o radice morfologica all’interno di una frase o di un testo. Questa figura retorica sfrutta la ripetizione di una radice per creare un effetto ritmico, enfatizzare un concetto o arricchire la descrizione. Può includere variazioni morfologiche della stessa parola, come forme diverse di un verbo, aggettivi, sostantivi o avverbi derivati dalla stessa radice.

    Caratteristiche del Poliptoto:

    1. Ripetizione di Radice: Utilizza variazioni della stessa radice verbale, sostantivale o aggettivale.
    2. Effetto Ritmico e Stilistico: Serve a creare ritmo, enfasi e coesione nel testo, e può aggiungere complessità e profondità espressiva.
    3. Enfasi e Coerenza Tematica: Permette di sottolineare un tema o un concetto attraverso la variazione continua.

    Esempi di Poliptoto:

    1. “Vivi la vita che vuoi vivere, e non vivere una vita che non vuoi.”
      • Qui, “vivi” e “vita” sono variazioni della stessa radice, creando un effetto di enfasi e coerenza.
    2. “Mio padre non è stato un uomo di fama, ma un uomo di fame.”
      • La ripetizione delle varianti “fama” e “fame” sfrutta la radice comune per enfatizzare un contrasto significativo.
    3. “Il dolore si dissolve, e il dolore ritorna, sempre lo stesso dolore.”
      • In questo esempio, la parola “dolore” è ripetuta con variazioni grammaticali per sottolineare la persistenza del sentimento.
    4. “Ogni uomo ha una mente per pensare e una bocca per parlare.”
      • Le variazioni “pensare” e “parlare” derivano da radici diverse ma rientrano nella stessa tematica di azioni umane.

    Funzioni del Poliptoto:

    • Creazione di Ritmo e Musicalità: L’uso ripetuto di variazioni della stessa radice può contribuire a un effetto ritmico e melodico nel testo.
    • Enfasi Tematica: Sottolinea e rinforza un tema centrale attraverso l’uso reiterato di varianti morfologiche della stessa radice.
    • Arricchimento Espressivo: Offre un modo per esplorare le sfumature di significato e amplificare l’effetto espressivo del linguaggio.

    Il poliptoto è uno strumento efficace per gli scrittori e i poeti, in quanto consente di creare un testo più dinamico e coinvolgente attraverso l’uso della variazione linguistica.

    Polisemia

    La polisemia è un fenomeno linguistico in cui una singola parola ha più di un significato o più di un’interpretazione correlata. In altre parole, una parola polisemica ha diverse accezioni o sfumature di significato che sono tutte collegate tra loro in base a un filo di somiglianza concettuale.

    La polisemia è un aspetto comune delle lingue naturali e contribuisce alla ricchezza e alla complessità del linguaggio. Spesso, le diverse accezioni di una parola polisemica si sono sviluppate nel corso del tempo in base all’uso e al contesto culturale, storico e linguistico.

    Un esempio di parola polisemica è banco, che può significare

    1. Un mobile o un oggetto su cui le persone si siedono, come “banco di legno”.
    2. Un istituto finanziario che gestisce operazioni bancarie, come “banco di credito”.
    3. Un tavolo su cui vengono esposti beni o prodotti, come “banco di frutta”.
    4. Un luogo in cui vengono svolte attività specifiche, come “banco da lavoro”.

    Nell’esempio sopra, la parola “banco” ha diverse accezioni, ma tutte sono collegate in qualche modo al concetto di base di un’appoggio o di un luogo di attività.

    La polisemia è una caratteristica importante del linguaggio che può portare a giochi di parole, ambiguità e varietà di significati. È fondamentale considerare il contesto in cui una parola polisemica viene utilizzata per determinare quale significato sia più appropriato in una data situazione.

    Polisindeto

    Il polisindeto è una figura retorica che consiste nella ripetizione eccessiva di congiunzioni all’interno di una frase o di un elenco. Questa ripetizione conferisce un effetto di accumulazione, enfasi e ritmicità al testo, creando una sensazione di intensità o di lentezza.

    Caratteristiche del Polisindeto:

    1. Ripetizione di Congiunzioni: Utilizza la ripetizione di congiunzioni come “e”, “o”, “ma”, “però”, etc., per collegare elementi all’interno di una frase o di un elenco.
    2. Effetto di Accumulo: Aumenta l’intensità e l’enfasi attraverso l’accumulo di elementi, creando una sensazione di grandezza o di complessità.
    3. Ritmo e Musicalità: Contribuisce a un ritmo particolare, rendendo la frase più melodica e solenne.

    Esempi di Polisindeto:

    1. “E la casa, e il giardino, e il mare, e la montagna, tutto mi ricorda te.”
      • Qui, la ripetizione della congiunzione “e” amplifica il senso di accumulo e di totalità.
    2. “Vidi le stelle e la luna e il cielo e il mare e la terra.”
      • L’uso eccessivo della congiunzione “e” conferisce una qualità di ampiezza e complessità alla descrizione.
    3. “E mi alzo, e vado a letto, e mi addormento, e sogno.”
      • La ripetizione di “e” crea un effetto di progressione continua e ritmo nella descrizione delle azioni quotidiane.
    4. “Siamo andati al mercato e abbiamo comprato frutta e verdura e pane e latte e carne.”
      • L’accumulo di “e” tra gli elementi dell’elenco enfatizza la varietà e la quantità degli acquisti.

    Funzioni del Polisindeto:

    • Enfasi e Accumulo: Sottolinea l’importanza o la quantità di elementi, conferendo un senso di accumulo e completezza.
    • Ritmo e Ritmo: Contribuisce a un ritmo ritmico e melodico, particolarmente utile nella poesia e nella retorica.
    • Creazione di Grandezza: Può servire a dare un senso di grandezza o di solennità a una descrizione o a un elenco.

    Il polisindeto è uno strumento stilistico che può arricchire il testo e renderlo più evocativo, specialmente quando si desidera enfatizzare l’abbondanza o la varietà di elementi.

    Premunizione

    La premunizione è una figura retorica attraverso cui si anticipa o si prevede un evento futuro, spesso per preparare il lettore o l’ascoltatore a un effetto particolare o per creare un senso di attesa o di inevitabilità. Questa figura è usata per introdurre in modo sottile o esplicito ciò che avverrà successivamente nel testo, costruendo così una certa tensione narrativa o un effetto drammatico.

    Caratteristiche della Premunizione:

    1. Anticipazione di Eventi: Si anticipano eventi, sviluppi o esiti futuri all’interno del testo.
    2. Creazione di Attesa: Genera una sensazione di aspettativa e di curiosità nel lettore o nell’ascoltatore.
    3. Effetto Drammatico: Aumenta l’intensità emotiva o la tensione narrativa, preparando il pubblico a ciò che sta per succedere.

    Esempi di Premunizione:

    1. Nel contesto narrativo: Un romanzo che inizia con una descrizione di un disastro imminente senza svelare completamente i dettagli, come in “Era una notte tranquilla, ma qualcosa nell’aria faceva presagire che non sarebbe durata.”
      • Qui, si introduce un senso di inquietudine e di attesa, preparando il lettore per un cambiamento imminente.
    2. Nel contesto poetico: In una poesia, l’autore potrebbe descrivere un futuro triste o una catastrofe imminente, come “Il sole tramonta e con esso il calore, e la notte porterà con sé la fredda oscurità.”
      • Questo tipo di descrizione crea una premonizione del cambiamento e dell’atmosfera futura.
    3. Nel contesto drammatico: In una tragedia teatrale, un personaggio potrebbe fare una dichiarazione che prefigura il proprio destino, come “Vedo le ombre di ciò che verrà, e temo il futuro che mi attende.”
      • Questo tipo di dichiarazione può servire a intensificare la tensione e preparare il pubblico agli sviluppi futuri.

    Funzioni della Premunizione:

    • Generazione di Tensione: Aumenta la tensione narrativa o emotiva, preparandola a sviluppi futuri.
    • Creazione di Coerenza Tematica: Integra i temi e i motivi del testo, anticipando sviluppi e contribuendo alla coesione del racconto.
    • Preparazione del Lettore: Aiuta a preparare il lettore o l’ascoltatore per eventi futuri, rendendo la narrazione più fluida e coerente.

    La premunizione è un modo efficace per arricchire il testo e mantenere l’interesse del lettore o dell’ascoltatore, creando un senso di attesa e di inevitabilità che arricchisce la narrazione o la descrizione.

    Preterizione

    La pretrizione è una figura retorica che consiste nel menzionare qualcosa dichiarando, per paradosso, di non volerlo menzionare. È una tecnica attraverso la quale si fa riferimento a un argomento, evento o dettaglio con l’intento di minimizzare la sua importanza, pur di fatto sottolineandolo e attirando l’attenzione su di esso. Questa figura può essere usata per enfatizzare un punto, creare ironia o sarcasmo, o semplicemente per introdurre un tema con una strategia retorica raffinata.

    Caratteristiche della Preterizione:

    1. Dichiarazione di Non Riferimento: Si afferma di non voler parlare di qualcosa, mentre in realtà lo si menziona o lo si enfatizza.
    2. Effetto Ironico o Paradossale: Spesso crea un effetto di ironia, dato che ciò che viene “trascurato” o “evitato” viene in realtà enfatizzato.
    3. Strategia Retorica: Utilizzata per introdurre argomenti in modo indiretto, senza apparente enfasi, ma con l’effetto di renderli più evidenti.

    Esempi di Preterizione:

    1. “Non parlerò delle molteplici volte in cui hai dimenticato gli impegni, ma solo di quanto sei stato di aiuto oggi.”
      • Qui, nonostante l’intenzione di non sottolineare le dimenticanze, queste vengono indirettamente menzionate e quindi enfatizzate.
    2. “Non è il caso di discutere dei vostri numerosi errori, ma vorrei solo far notare come il progetto sia andato male.”
      • La pretrizione viene usata per evitare una discussione approfondita degli errori, mentre in realtà si sottolineano gli stessi.
    3. “Senza entrare nei dettagli del vostro passato, che non sono rilevanti ora, devo sottolineare quanto sia importante il presente.”
      • In questo caso, il passato viene menzionato, sebbene si dichiarasse di non volerlo fare.

    Funzioni della Preterizione:

    • Enfasi Indiretta: Permette di enfatizzare un punto senza apparente enfasi diretta, spesso creando un effetto ironico.
    • Creazione di Ironia o Sarcasmo: Può servire a mettere in luce la discrepanza tra ciò che si dice e ciò che si intende, producendo un effetto ironico.
    • Gestione del Conflitto: In situazioni delicate, permette di fare riferimento a argomenti sensibili senza affrontarli frontalmente.

    La pretrizione è un espediente stilistico che arricchisce il discorso, permettendo di fare riferimento a argomenti delicati o controversi in modo sottile e spesso ironico.

    Prolessi o Flashforward

    Il flashforward è una tecnica narrativa che anticipa eventi futuri, proiettando il lettore o lo spettatore in un momento successivo rispetto alla linea temporale corrente della storia. Questa tecnica serve a creare suspense, a fornire contesto futuro o a sviluppare la trama in modo non lineare.

    Caratteristiche del Flashforward:

    1. Anticipazione Temporale: Mostra eventi che avverranno in futuro rispetto al punto temporale in cui si trova la storia.
    2. Creazione di Suspense: Genera interesse e curiosità su come gli eventi futuri si collegheranno al presente della trama.
    3. Sviluppo della Trama: Offre anticipazioni su sviluppi significativi della storia, fornendo una visione più ampia degli eventi.

    Esempi:

    1. In Letteratura: Un romanzo che descrive un evento drammatico che accadrà più avanti, creando tensione su come i personaggi arriveranno a quel punto.
    2. Nel Cinema: Un film che mostra una scena futura all’inizio o in mezzo alla narrazione, per poi tornare al presente e spiegare come si è arrivati a quel punto.

    Funzioni:

    • Anticipazione e Tensione: Mantiene l’attenzione del pubblico, creando aspettativa su come gli eventi si svolgeranno.
    • Espansione della Trama: Fornisce informazioni aggiuntive che arricchiscono la narrazione e il contesto.

    Il flashforward è una tecnica potente per strutturare la narrazione in modo dinamico e coinvolgente, offrendo una prospettiva futura che arricchisce la storia.

    Prosopopea (o Personificazione)

    Prostesi / Protesi

    La prostesi (o protesi) è una figura retorica che consiste nell’aggiungere una o più lettere all’inizio di una parola. Questa aggiunta può servire a vari scopi stilistici e fonetici, come enfatizzare un concetto, adattare una parola a un metro poetico, o conferire un effetto particolare alla frase.

    Caratteristiche della Prostesi:

    1. Aggiunta di Lettere: Inserisce una o più lettere all’inizio di una parola, alterando il suo normale inizio.
    2. Effetto Stilistico e Ritmico: Può essere usata per ottenere effetti ritmici, fonetici, o per adattare una parola a un determinato contesto stilistico.
    3. Utilizzo in Poesia e Prosa: È comune in poesia e narrativa, specialmente in testi che richiedono un ritmo particolare o una certa musicalità.

    Esempi di Prostesi:

    1. “Dapprima” (da “prima”)
      • L’aggiunta del prefisso “da-” modifica la parola per adattarla al contesto della frase, creando un effetto di enfasi o di continuità temporale.
    2. “Esultante” (da “sultante”)
      • Qui, il prefisso “e-” è aggiunto per ottenere una forma più ampia e per conferire un senso di esultanza più intenso.
    3. “Prepotente” (da “potente”)
      • L’aggiunta di “pre-” modifica il significato della parola, conferendo una sfumatura di maggiore intensità.

    Funzioni della Prostesi:

    • Adattamento Ritmico: Può essere utilizzata per adattare una parola a un determinato metro poetico o ritmo.
    • Enfasi e Intensificazione: Aggiunge enfasi a una parola, modificandone il significato o intensificandone l’effetto.
    • Creazione di Effetto: Produce effetti stilistici particolari, rendendo il testo più espressivo o melodico.

    La prostesi è uno strumento stilistico che permette agli autori di manipolare il linguaggio per ottenere effetti specifici e per arricchire la loro espressione letteraria.

    Reiterazione

    Reticenza (o Sospensione)

    Retrospezione / Analessi / Flashback

    Tipica struttura o tecnica narrativa dedicata al racconto o alla rievocazione di un fatto avvenuto in precedenza rispetto all’ordine temporale ordinario.

    Ripetizione

    Sillessi / Sillepsi

    Similitudine / Analogia

    Confronto o paragone tra due realtà  differenti, utilizzata nel linguaggio comune o nella letteratura a scopo descrittivo.

    Esempio: Anna canta come un usignolo

    Sinalefe

    Sinchisi (o Mixtura verborum)

    Sincope

    La sincope è una figura retorica che consiste nell’eliminazione o nell’abbreviazione di una o più lettere o sillabe all’interno di una parola. Questo può essere fatto per ragioni stilistiche, per creare un ritmo diverso o per adattare la parola a una metrica specifica.

    Ad esempio, “d’onore” anziché “d’onorevolezza”.

    Sineddoche

    La sineddoche è una figura retorica che coinvolge l’uso di una parte di qualcosa per rappresentare il tutto, o viceversa. In altre parole, si tratta di utilizzare una parte di un concetto o di un oggetto per rappresentare l’intero concetto o oggetto, o viceversa.

    Ad esempio, “tutte le mani a bordo” per indicare “tutte le persone a bordo”, o “acquistare una nuova vettura” per riferirsi all’intero veicolo.

    Sineresi

    Sinestesia

    Sinonimia

    Sospensione (vedi Reticenza)

    Straniamento

    Tmesi

    Troncamento / Apocope

    La caduta di un fono o di una sillaba nella parte finale di parola, ed è tipico di alcune forme di letteratura. In italiano è preceduto dall’apostrofo in molte circostanze, come nel caso di po’ per indicare poco (che non si scrive con l’accento bensì con l’apostrofo, in forma corretta).

    Esempio: ne’ per indicare nei, oppure de’ per indicare dei

    Variatio

    In un contesto ben determinato e molto breve, un cambiamento di termini o costrutti quale procedimento stilistico per evitare ripetizioni e monotonia. Si può presentare quale commistione di termini al singolare e al plurale, nomi comuni e nomi propri per aumentare l’espressività  e la scorrevolezza del testo.

    Esempio: Gli obblighi di imparare il futuro dal passato erano caduti fuori dal passato, sul futuro, dalle cose deperibili dell’eternità , del tempo.

    Variazione / Poliptoto

    Ripetizione di una parola già  utilizzata in un contesto molto breve.

    Esempio: Cred’io ch’ei credette ch’io credesse (Dante)

    Zeugma

    Quest’ultima figura retorica indica un rapportare più elementi coordinati e paralleli di una frase a un singolo elemento che, normalmente, dovrebbe essere ripetuto.

    Esempio: Salvatore andò a Roma, Giuseppe a Milano

    Foto di Marisa Sias da Pixabay

  • Come scrivere un libro di fiction con ChatGPT

    Come scrivere un libro di fiction con ChatGPT

    L’evoluzione dell’intelligenza artificiale ha aperto nuove frontiere nella creatività letteraria, fornendo agli aspiranti scrittori uno strumento potente per plasmare le proprie storie: i prompt per ChatGPT. Questa guida esplorerà il modo in cui puoi sfruttare l’intelligenza artificiale per sviluppare un libro di fiction coinvolgente. Dai suggerimenti per la creazione di mondi fantastici all’elaborazione di personaggi indimenticabili e alla costruzione di trame avvincenti, scoprirai come i prompt ChatGPT possono essere un alleato prezioso nella tua avventura letteraria. Pronto a immergerti nel processo creativo guidato dall’IA per trasformare la tua visione in una storia straordinaria? Continua a leggere per scoprire come avviare questo affascinante percorso di scrittura.

    Introduzione

    La fiction offre un’ampia gamma di possibilità creative. Per iniziare, potremmo esplorare insieme alcuni elementi chiave come il genere, l’ambientazione, i personaggi e la trama. Ecco alcune domande che potrebbero aiutare a definire meglio la direzione del tuo libro:

    1. Genere: Quale genere di fiction ti attrae di più? Ad esempio, fantasy, thriller, romance, science fiction, storico, o un mix di più generi?
    2. Ambientazione: Dove si svolgerà la storia? In un mondo fantastico, in un’ambientazione storica, nel futuro o in un luogo del tutto inventato?
    3. Personaggi principali: Chi sono i protagonisti della tua storia? Quali caratteristiche e sfide dovranno affrontare?
    4. Trama principale: Qual è il filo conduttore della tua storia? C’è un conflitto centrale o un obiettivo da raggiungere?
    5. Tema: Hai in mente un tema specifico che vorresti esplorare nel tuo libro? Può essere l’amore, l’avventura, la scoperta di sé, l’amicizia, ecc.
    6. Stile narrativo: Preferisci un tono leggero e divertente o qualcosa di più serio e riflessivo?
    7. Punti chiave della trama: Ci sono elementi o eventi specifici che vorresti includere nella storia?

    Dopo aver risposto a queste domande, potremmo cominciare a creare un breve riassunto della trama e a sviluppare i profili dei personaggi principali. In base alle tue risposte, posso fornirti suggerimenti più dettagliati per iniziare a costruire il tuo romanzo di fiction.

    Guida Completa alla Creazione di un Libro di Fiction con l’Uso di Prompt ChatGPT

    Introduzione: Se sogni di scrivere il tuo libro di fiction ma cerchi un’ispirazione extra, la soluzione potrebbe trovarsi nell’utilizzo di prompt ChatGPT. Questa guida dettagliata ti condurrà attraverso il processo creativo, mostrandoti come sfruttare al meglio questa potente risorsa per plasmare un’avventura avvincente e coinvolgente.

    Scegli il Genere e Definisci l’Ambientazione

    Inizia il tuo viaggio letterario decidendo il genere della tua fiction e definendo l’ambientazione. Scopri come utilizzare i prompt ChatGPT per generare idee innovative e dare vita a mondi straordinari.

    1.1 Prompt per il Genere:

    • “Genera un’idea per un romanzo di fantascienza ambientato in un futuro distopico, dove la tecnologia domina la società.”

    1.2 Prompt per l’Ambientazione:

    • “Immagina un mondo magico e surreale popolato da creature mitiche. Descrivi l’aspetto e le peculiarità di un’antica città al centro di questo regno fantastico.”

    Crea Personaggi Indimenticabili

    Scava nei meandri dell’intelligenza artificiale per ottenere suggerimenti sulla creazione di personaggi unici e complessi. Questo capitolo ti guiderà attraverso il processo di sviluppo dei protagonisti, degli antagonisti e dei personaggi di supporto, rendendoli memorabili per i lettori.

    2.1 Prompt per Personaggi Principali:

    • “Crea il profilo di un personaggio principale per un romanzo di avventura. Questo personaggio deve essere un avventuriero solitario con un segreto oscuro.”

    2.2 Prompt per Antagonisti e Personaggi di Supporto:

    • “Sviluppa un antagonista affascinante per la tua storia. Fornisci dettagli sulla sua motivazione e sui conflitti che lo spingono a contrastare il protagonista. Crea anche un personaggio di supporto leale al protagonista ma con un passato complicato.”

    Sviluppa una Trama Coinvolgente

    3.1 Prompt per la Trama:

    • “Immagina una trama che coinvolga viaggi interdimensionali. Il protagonista si trova accidentalmente in un mondo parallelo e deve affrontare sfide pericolose per ritornare alla sua realtà.”

    3.2 Prompt per il Ritmo Narrativo:

    • “Suggerisci come mantenere un ritmo narrativo avvincente in una storia thriller. Fornisci idee su quando inserire momenti di tensione e quando concedere al lettore un respiro.”

    Puoi utilizzare questi prompt come punto di partenza e adattarli in base alle specifiche esigenze della tua storia.

    Scopri come utilizzare i prompt ChatGPT per elaborare una trama coinvolgente, con colpi di scena e momenti emozionanti. Impara a mantenere il ritmo narrativo e a creare un’esperienza di lettura irresistibile.

    Mantenere il ritmo narrativo significa gestire la velocità e l’intensità della tua storia in modo che sia coinvolgente e interessante per i lettori. Un buon ritmo narrativo tiene l’attenzione del lettore, bilanciando momenti di tensione con pause riflessive e avvenimenti significativi. Un’azione troppo frenetica potrebbe affaticare il lettore, mentre una storia troppo lenta potrebbe far perdere interesse. Ecco alcuni prompt che potrebbero aiutarti a sviluppare il ritmo narrativo:

    1. “Crea un momento di suspense nella tua storia. Descrivi un evento inaspettato che spinge il lettore a voler sapere cosa succederà dopo.”
    2. “Immagina un capitolo in cui il protagonista affronta una decisione difficile. Fornisci dettagli sul conflitto interiore e su come questa scelta influenzerà il corso della trama.”
    3. “Descrivi una scena d’azione emozionante. Usa dettagli vividi per far sentire al lettore l’adrenalina e la suspense mentre si svolgono gli eventi.”
    4. “Introduce un momento di rivelazione. Fornisci indizi misteriosi che conducano a una sorprendente svolta nella trama, mantenendo il lettore con il desiderio di scoprire di più.”
    5. “Crea una breve pausa riflessiva. Descrivi un momento di calma in cui i personaggi possono riflettere sui loro sentimenti o sulle esperienze vissute, aggiungendo profondità emotiva alla storia.”
    6. “Suggerisci come gestire l’escalation di tensione verso il climax della storia. Come puoi costruire progressivamente la suspense e guidare il lettore verso il momento culminante?”

    Utilizza questi prompt per guidarti nella creazione di scene e capitoli che contribuiscano a mantenere un ritmo narrativo equilibrato e coinvolgente all’interno della tua storia di fiction.

    Genera Idee per la Trama: I prompt ChatGPT possono essere un valido aiuto nella generazione di idee per la trama. Ottieni suggerimenti su conflitti intriganti, colpi di scena inaspettati e sviluppi narrativi che manterranno l’attenzione del lettore. Esplora diverse possibilità e costruisci una trama avvincente che tenga il lettore con il fiato sospeso.

    Mantieni il Ritmo Narrativo: Usa i prompt ChatGPT per ottenere consigli sulla gestione del ritmo narrativo. Scopri come bilanciare momenti intensi con momenti più tranquilli, mantenendo costantemente l’interesse del lettore. L’intelligenza artificiale può aiutarti a identificare le aree della tua storia che potrebbero beneficiare di un ritmo più incalzante o di una pausa riflessiva.

    Integra Elementi Fantastici con Consapevolezza

    Se la tua fiction prevede elementi fantastici, impara a incorporarli in modo coeso e realistico. Sfrutta i prompt ChatGPT per ottenere suggerimenti sulla costruzione di mondi magici, creature mistiche e sistemi di magia intriganti.

    Ottimizza il Tuo Stile Narrativo

    Scopri come adattare il tuo stile narrativo per catturare l’attenzione del lettore. Utilizza i prompt ChatGPT per ottenere consigli sulla scrittura creativa, dall’uso efficace della descrizione alla creazione di dialoghi coinvolgenti.

    Refinisci il Tuo Manoscritto con Feedback ChatGPT

    Dopo aver completato il tuo primo abbozzo, scopri come ottenere feedback utile da prompt ChatGPT per perfezionare il tuo lavoro. Ricevi suggerimenti su struttura, stile e coerenza narrativa.

    Con questa guida, hai acquisito gli strumenti necessari per sfruttare al massimo i prompt ChatGPT nella creazione del tuo libro di fiction. Affronta il tuo progetto con creatività e sicurezza, e presto vedrai prendere vita la tua storia unica e avvincente. Buona scrittura!

  • Cosa fa il sales manager?

    Cosa fa il sales manager?

    Immagina un negozio o un’azienda che vende qualcosa, come giocattoli o vestiti. Ogni azienda ha bisogno di qualcuno che aiuti a vendere più prodotti, a fare in modo che i clienti comprino e aumentino il fatturato aziendale. Questo è esattamente il compito del “sales manager” o “responsabile delle vendite”. Il sales manager è un po’ come il “capitano” di una squadra di venditori. La sua responsabilità principale è guidare e coordinare il lavoro dei venditori, che sono le persone che parlano con i clienti e cercano di convincerli ad acquistare i prodotti dell’azienda. Il sales manager si assicura che i venditori siano preparati e motivati per raggiungere gli obiettivi di vendita dell’azienda. Il lavoro del sales manager è molto importante perché se la squadra di venditori lavora bene, l’azienda venderà più prodotti e avrà più successo.

    Etimologia sales manager

    L’etimologia della parola “sales manager” deriva dall’inglese e può essere scomposta in due parti: “sales” e “manager”.

    1. “Sales”: La parola “sales” in inglese significa “vendite” o “vendita”. Questa parola deriva dal verbo “to sell”, che significa “vendere”. In origine, “sales” è una forma abbreviata del termine “sales department” o “sales team”, che si riferisce al reparto o al gruppo di persone responsabili delle attività di vendita in un’azienda.
    2. “Manager”: La parola “manager” in inglese indica una persona che gestisce, dirige o guida una certa attività o gruppo di persone. La parola “manager” deriva dal termine latino “manu agere”, che significa “condurre con le mani”. In pratica, il manager è colui che prende decisioni e coordina le attività di un team per raggiungere determinati obiettivi aziendali.

    Quindi, la parola “sales manager” si riferisce a una persona che ricopre un ruolo di responsabilità nell’ambito delle vendite, guidando e coordinando un team di venditori al fine di raggiungere gli obiettivi di vendita dell’azienda. Il sales manager è colui che supervisiona le attività di vendita, motiva il team, e lavora per migliorare le prestazioni di vendita dell’azienda.

  • Guida pratica ai prompt di ChatGPT

    Guida pratica ai prompt di ChatGPT

    Una guida per utilizzare i prompt con ChatGPT semplice ed efficace: potrai interagire con ChatGPT inviando un testo di input chiamato “prompt” e il modello risponderà in base a ciò che gli viene fornito. Ecco una guida rapida su come utilizzare i prompt con ChatGPT, per avere le risposte più utili ed il massimo del rendimento dal tool.

    Fondamenti di teoria: il concetto di inferenza

    Alla base di ChatGPT vi è l’inferenza, ovvero il processo mentale di deduzione o deduzione logica attraverso il quale si giunge a una conclusione basata su evidenze, informazioni o premesse disponibili. In altre parole, è la capacità di trarre delle conclusioni o fare delle ipotesi basandosi su ciò che è noto o osservato. In pseudo-codice:

    Risultato = AnalizzaEstraiConclusioni(Input)

    Facciamo un esempio.

    Domanda Utente: “Quali sono i benefici per la salute dell’esercizio fisico regolare?”

    Individuazione dell’oggetto della richiesta: esercizio fisico regolare – benefici

    Risposta (inferenza) ChatGPT: L’esercizio fisico regolare porta diversi benefici per la salute. Aiuta a migliorare la funzione cardiovascolare, a mantenere un peso corporeo sano, a rafforzare i muscoli e le ossa, e a migliorare l’umore attraverso la liberazione di endorfine. Inoltre, può contribuire a ridurre il rischio di malattie croniche come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiache.”

    In questo esempio, ChatGPT ha inferito una risposta basata sulla sua “conoscenza” pregressa e ha generato una risposta informativa sulla base della domanda posta. La risposta riflette la comprensione del modello riguardo ai benefici per la salute dell’esercizio fisico regolare. È importante notare che, poiché il modello opera in uno “spazio chiuso” di informazioni apprese durante l’addestramento, le risposte possono variare in base al contesto e alla specificità della domanda.

    Se il modello è addestrato in modo sbagliato, in altri termini – o anche se fosse addestrato in modo corretto e facesse “2+2” su 2 banae e due lamponi, potrebbe generare risposte errate, che vanno dalle cosiddette allucinazioni algoritmiche fino alla regurgitation.

    Prompt engineering: cos’è e in cosa consiste

    Il termine “prompt engineering” si riferisce alla pratica di formulare in modo strategico e ottimale i comandi o le richieste dati a un modello di linguaggio, come ChatGPT, al fine di ottenere risposte desiderate o di guidare la conversazione in una direzione specifica. In altre parole, si tratta di manipolare o progettare attentamente i prompt per influenzare le risposte del modello in modo utile e funzionale.

    L’obiettivo del prompt engineering è pertanto quello di massimizzare l’utilità del modello e ottenere risposte che siano pertinenti, informative e rispecchino le intenzioni dell’utente. È importante notare che, mentre l’ingegneria del prompt può essere utile per ottenere risultati specifici, i modelli di linguaggio basati su intelligenza artificiale hanno limitazioni e possono generare risposte in base al contesto e ai dati su cui sono stati addestrati.

    L’ingegneria del prompt può coinvolgere diverse tecniche, tra cui:

    1. Chiarezza e Specificità: Formulare prompt chiari e specifici al fine di ottenere risposte mirate e pertinenti.
    2. Strutturazione Graduale: Suddividere complessi scenari o domande in prompt più piccoli, e affrontarli gradualmente per mantenere la coerenza nella conversazione.
    3. Stile di Conversazione: Indicare lo stile di risposta desiderato nel prompt, ad esempio, “Rispondi in modo formale” o “Immagina che…”
    4. Feedback Iterativo: Modificare e rifinire i prompt in base alle risposte ricevute, sfruttando un processo iterativo per ottenere risultati migliori.
    5. Contesto Continuo: Quando necessario, includere nel prompt il contesto rilevante per mantenere la coerenza nella conversazione, poiché i modelli di linguaggio come ChatGPT non conservano una memoria a lungo termine.
    6. Sperimentazione: Provare diversi approcci e strumenti di prompt engineering per trovare la formulazione più efficace.

    Come scrivere buoni prompt?

    In generale bisogna pensare a sistemi come ChatGPT come a software avanzati in grado di generare linguaggio naturale in maniera, se vogliamo, “inconscia”: ChatGPT infatti non sarà mai consapevole di ciò che scrive, e questo nonostante sia stato addestrato su campioni eterogenei ed abbia dei filtri di “censura” per evitare di dare indicazioni pericolose (ad esempio: come fabbricare armi e via dicendo).

    La disciplina nota come NLP (Natural Language Processing) eredita qualcosa dalla logica dei linguaggi di programmazione, ma è ovviamente diversa nella natura e nello scopo: se la programmazione classica infatti afferisce più che altro alla sfera logica / convergente, il prompt engineer tiene conto della tecnologie e si adegua ad un modello più creativo / divergente, che deve qualcosa anche al pensiero verticale ed alle tecniche di creatività.

    Prompt engineering efficace, alcuni principi base

    Alcuni principi cardine da tenere in considerazione per scrivere buoni prompt ed ottenere risposte efficaci sono i seguenti.

    1. essere chiari – prima di chiedere, assicurati che sia chiaro quello che desideri. Per quanto possa sembrare qualcosa di scontato o innato, sistemi come chat CPT funzionano molto meglio se siamo noi utenti i primi ad avere le idee chiare su quello che desideriamo. Chat CPT non può fare inferenze accettabili se le richieste vengono poste in modo ambiguo, ed è per questo che è opportuno esercitarsi a scrivere alle richieste nel modo più chiaro possibile, esplicitando le nostre necessità.
    2. non accettare la prima risposta – questa è una tecnica che ho sperimentato nel momento in cui le risposte che mi dava ChatGPT non erano soddisfacenti: se vi viene fornita una risposta che è evidentemente errata superficiale o fuori contesto, potete provare a chiedere a chat GP di rivedere la sua posizione, ad esempio scrivendo controlla bene quello che hai scritto. L’efficacia di questa tecnica è davvero sorprendente: riesce infatti all’autocorreggersi per gran parte dei casi concreti, e in alcuni casi corregge anche eventuali errori di calcolo.
      • Non usare ChatGPT per fare calcoli – uno degli errori più madornali che si possono fare è quella di chiedere la risoluzione di calcoli scientifici, per cui certi CPT apparentemente ha delle capacità, che però non sempre nella pratica vengono sfruttate in modo adeguato. In questo caso non ci sono più validi di altri: per risolvere problemi matematici e più opportuno usare strumenti specialistici come ad esempio WolframAlpha.
    3. usa più frasi per descrivere una richiesta complessa – raramente sistemi come chat CPT riescono a dare risposte soddisfacenti utili utilizzando una singola chiave di ricerca: non è Google, non si tratta di un motore di ricerca (bensì di un motore di inferenza)
    4. aggiungi specificità alla frase, invitando ChatGPT a “fare attenzione” a non equivocare e a controllare bene le risposte. Si può ripetere lo stesso procedimento più volte: in genere, dopo un paio di controlli siamo un po’ più sicuri che in seguito ad una domanda / risposta secca.

    Alcune strategie di prompt engineering

    Strategia “comportati come se

    Una tattica molto sottovalutata per scrivere prompt consiste nell’invitare il bot ad agire come se fosse un determinato personaggio. La strategia risponde, in effetti, al concetto di emulazione che permette a qualsiasi macchina (intesa come software di ingresso/uscita) di simulare il comportamento di qualsiasi altra, cosa intuita a suo tempo da Alan Turing con i suoi concetti di macchina di Turing e di macchina universale. Questo non significherà esclusivamente chiedere a ChatGPT di comportarsi come una persona fisica, in effetti, ma anche come una console javascript o un terminale Linux.

    • Agisci come uno sviluppatore Ethereum
    • Agisci come un terminale Linux (esempio: voglio che tu agisca come terminale Linux. Digiterò i comandi e tu risponderai con cosa dovrebbe mostrare il terminale. Voglio che tu risponda solo con l’output del terminale all’interno di un blocco di codice univoco e nient’altro. non scrivere spiegazioni. non digitare comandi a meno che non ti dica di farlo. Quando avrò bisogno di dirti qualcosa in inglese, lo farò inserendo il testo tra parentesi graffe {come questo}. Il mio primo comando sarà pwd)
    • Agisci come traduttore
    • Agisci come recruiter ad un colloquio di lavoro
    • Agisci come una console Javascript
    • Agisci come un foglio di calcolo Excel (esempio: Voglio che tu agisca come un Excel basato su testo. Mi risponderai solo con il foglio Excel di 10 righe basato su testo con numeri di riga e lettere di cella come colonne (da A a L). L’intestazione della prima colonna deve essere vuota per fare riferimento al numero di riga. Ti dirò cosa scrivere nelle celle e risponderai solo il risultato della tabella Excel come testo e nient’altro. Non scrivere spiegazioni. Ti scriverò le formule e tu le eseguirai e risponderai solo come testo al risultato della tabella Excel. Per prima cosa, rispondimi con il foglio vuoto.)
    • Agisci come traduttore avanzato (Voglio che tu funga da assistente alla pronuncia inglese per le persone di lingua turca. Ti scriverò delle frasi e tu risponderai solo alle loro pronunce, e nient’altro. Le risposte non devono essere traduzioni della mia frase ma solo pronunce. Le pronunce dovrebbero utilizzare lettere latine turche per la fonetica. Non scrivere spiegazioni nelle risposte. La mia prima frase è “com’è il tempo a Istanbul?”)
    • Agisci come guida turistica
    • Agisci come [nome personaggio] di [nome opera]
    • Agisci come storyteller
    • Agisci come advertiser
    • Agisci come marketer

    Altri prompt su questa falsariga sono disponibili qui.

    Frasi per la SEO ed il copy

    • scrivi un testo ottimizzato lato SEO su [argomento]

    Frasi jolly da utilizzare in qualsiasi ambito

    • Controlla bene quello che hai appena scritto.
    • Evita ripetizioni e poi controlla bene la grammatica, alla fine riscrivi il concetto in modo migliorato.
    • Assicurati di non violare il diritto d’autore in quello che hai scritto.
    • Verifica che l’argomento sia coerente e scientificamente valido.

    Creatività e ricerca

    • Trova argomenti di ricerca per una tesi di dottorato su [argomento]
    • Identifica argomenti su cui non sono state fatte mai ricerca nell’ambito di [ambito]
    • Poni 10 domande accademiche sensate su [argomento]
    • genera una lista di ipotesi sull’argomento
    • Cerca potenziali argomenti di ricerca inerenti [argomento]

    Altri possibili prompt creativi

    • Raccontami una barzelletta su [argomento]
    • Scrivi un testo in stile accelerazionista (utilizzato su lipercubo.it)
    • Inventa un augurio di compleanno creativo per la mia amica Eugenia
    • Scrivi un sequel/un reboot/un sequel di [film]
    • Scrivi una sceneggiatura per il film [nome film] interpretato da [nome attore]
    • Spiega [argomento] in modo divertente e creativo

    Catena di Pensieri

    Questa tecnica coinvolge la presentazione di un prompt che stimola il modello a sviluppare una catena di pensieri o idee. Ad esempio, un prompt come “Raccontami di un giorno tipico nella vita di…” potrebbe incoraggiare il modello a generare una sequenza di eventi o pensieri.

    Ci abbiamo provato con Raccontami un giorno tipico nella vita di Alan Turing, ad esempio.

    Alan Turing, nato il 23 giugno 1912, fu un brillante matematico, logico, informatico e crittografo britannico. Pur non essendo possibile fornire un resoconto esatto di un giorno specifico nella sua vita, posso darti un’idea generale di ciò che potrebbe essere stato un giorno tipico nella sua vita, soprattutto durante i periodi chiave della sua carriera:

    Mattina: Alan Turing era noto per essere un lavoratore instancabile, spesso dedicando molte ore alla sua ricerca scientifica. Al mattino, probabilmente avrebbe iniziato la giornata con una colazione leggera e si sarebbe poi immerso nel suo lavoro. Potrebbe aver trascorso del tempo risolvendo problemi matematici o lavorando su algoritmi e teorie informatiche.

    Pomeriggio: Durante il pomeriggio, Turing potrebbe aver tenuto conferenze o incontri con colleghi presso l’Università di Manchester o altri luoghi in cui ha lavorato. Era noto per la sua partecipazione a discussioni accademiche e collaborazioni con altri ricercatori.

    Sera: Nel corso della serata, Alan Turing potrebbe aver proseguito il suo lavoro o potrebbe essersi dedicato a interessi personali. Turing era coinvolto anche in attività al di fuori del suo campo, come il ciclismo, la corsa e la chimica sperimentale.

    Periodi di Guerra: Durante la Seconda Guerra Mondiale, Turing svolse un ruolo fondamentale nel campo della crittografia. In quel periodo, potrebbe aver trascorso le sue giornate presso il Bletchley Park, il centro di decrittazione britannico, lavorando al progetto di decodifica dell’Enigma, una macchina crittografica utilizzata dalla Germania nazista.

    È importante notare che la vita di Turing fu tragica. La sua omosessualità lo portò a confrontarsi con discriminazioni e persecuzioni legali. Nel 1952, fu condannato per “atti osceni” e sottoposto a una castrazione chimica. Turing morì nel 1954, in circostanze che sono state oggetto di dibattito e che potrebbero essere collegate al suo stato di emarginazione sociale.

    Ricordare la vita di Alan Turing ci offre un’opportunità di apprezzare il suo straordinario contributo all’informatica e alla matematica, nonostante le difficoltà personali che ha affrontato.

    Albero dei Pensieri

    Questa tecnica prevede la guida del modello attraverso la costruzione di un “albero dei pensieri”. Il prompt iniziale potrebbe essere generico, e poi le risposte successive possono essere guidate in base alle risposte precedenti, creando una struttura a ramificazione simile a un albero. Per gli argomenti complessi e per creare indici da completare per i propri articoli, ad esempio, può dare una grossa mano!

    Un esempio? Eccolo qui! Ho usato nel prompt la richiesta

    come fare un sito in wordpress: albero dei pensieri

    e ha tirato fuori quanto seguete

    1. Scegliere il Dominio e l'Hosting
        1.1 Ricerca e Registrazione del Dominio
        1.2 Scelta dell'Hosting
    
    2. Installazione di WordPress
        2.1 Accesso al Pannello di Controllo dell'Hosting
        2.2 Installazione di WordPress tramite il CPanel
        2.3 Configurazione Iniziale di WordPress
    
    3. Scelta e Installazione del Tema
        3.1 Ricerca di Temi WordPress
        3.2 Installazione e Attivazione del Tema Scelto
        3.3 Configurazione delle Impostazioni del Tema
    
    4. Creazione delle Pagine Principali
        4.1 Pagina Home
        4.2 Pagina Chi Siamo
        4.3 Pagina Contatti
        4.4 Altre Pagine Necessarie
    
    5. Creazione del Menu di Navigazione
        5.1 Creazione e Configurazione del Menu
        5.2 Aggiunta di Pagine al Menu
        5.3 Ordinamento delle Voci di Menu
    
    6. Personalizzazione del Sito
        6.1 Modifica del Logo e dell'Intestazione
        6.2 Configurazione delle Opzioni del Tema
        6.3 Aggiunta di Widget alla Barra Laterale
        6.4 Configurazione del Piede di Pagina
    
    7. Creazione di Contenuti
        7.1 Creazione di Articoli (se necessario)
        7.2 Caricamento di Immagini e Media
        7.3 Aggiunta di Pagine e Sezioni Aggiuntive
    
    8. Installazione di Plugin Utili
        8.1 Ricerca e Installazione di Plugin
        8.2 Configurazione dei Plugin Essenziali
    
    9. Ottimizzazione per i Motori di Ricerca (SEO)
        9.1 Configurazione delle Impostazioni SEO di WordPress
        9.2 Utilizzo di Plugin SEO
        9.3 Creazione di Sitemap
    
    10. Test del Sito e Lancio
        10.1 Verifica della Funzionalità del Sito
        10.2 Risoluzione di Problemi Possibili
        10.3 Lancio Ufficiale del Sito
    

    Suggerimento Maieutico

    Il termine “maieutico” deriva dal filosofo Socrate, il quale utilizzava questa tecnica di insegnamento per far emergere la conoscenza dalla mente degli studenti. In un contesto di prompt, il suggerimento maieutico potrebbe coinvolgere domande che inducono il modello a rivelare gradualmente informazioni o concetti, simili al metodo socratico.

    Per esempio, “come fare nuove amicizie con metodo maieutico”:

    Un suggerimento maieutico sulla creazione di nuove amicizie potrebbe essere formulato in modo interattivo per incoraggiare la riflessione e l’autoriflessione. Ecco un esempio:

    “Immagina un momento in cui hai fatto amicizia con qualcuno in modo spontaneo e significativo. Che cosa facevi o che attività stavate svolgendo? Cosa ha reso quel momento speciale? Rifletti su come puoi portare alcune di quelle qualità nelle tue interazioni quotidiane per facilitare nuove connessioni.”

    L’obiettivo di questa domanda è far emergere ricordi positivi legati all’amicizia e stimolare la persona a pensare a come può applicare quelle esperienze nel contesto attuale. La maieutica incoraggia l’auto-esplorazione e può portare a idee e azioni concrete per stabilire nuove relazioni significative. Anche in questo caso, ideale per scrivere contenuti originali e come supporto alla creatività.

    Esempi pratici di prompt

    Per concludere, un po’ di esempi.

    Ricorda che ChatGPT è basato su un modello di linguaggio statistico e non ha consapevolezza o comprensione del mondo reale. Sperimenta con diversi approcci per ottenere risultati che soddisfino le tue esigenze specifiche.

    1. Chiarezza nel Prompt:
      • Fornisci istruzioni chiare e specifiche nel tuo prompt per ottenere risposte più accurate. Ad esempio: “Descrivi il concetto di intelligenza artificiale” anziché “Parlami di IA”.
    2. Iterazioni e Seguiti:
      • Puoi fare domande di follow-up o specificare ulteriormente la tua richiesta nel prompt. Ad esempio: “Quali sono gli usi comuni dell’intelligenza artificiale nell’industria?
    3. Controllo della Lunghezza:
      • I prompt più brevi potrebbero ottenere risposte più concise, mentre i prompt più lunghi possono richiedere risposte più estese. Sperimenta con la lunghezza del prompt per ottenere i risultati desiderati, ricordando quanto suggerito all’inizio. Non fare domande vaghe perchè non otterrai mai risposte soddisfacenti.
    4. Sperimenta con Stili di Conversazione:
      • Prova a specificare lo stile di conversazione che preferisci. Ad esempio: “Rispondi in modo amichevole” o “Fornisci una risposta formale”.
    5. Richiesta di Creatività:
      • Se desideri risposte più creative, puoi chiedere al modello di immaginare o inventare qualcosa. Ad esempio: “Immagina un mondo in cui gli animali parlano”.
    6. Ripeti o Modifica il Prompt:
      • Se non ottieni la risposta desiderata, puoi provare a riformulare o ripetere il prompt in modo leggermente diverso.
    7. Esperimenti Graduali:
      • Se hai un prompt complesso, considera suddividerlo in passaggi più piccoli e interagire gradualmente con il modello.
    8. Considera il Contesto:
      • Il modello non mantiene un lungo termine di memoria. Pertanto, se hai bisogno di continuità nella conversazione, devi includere le informazioni rilevanti nel prompt.

    Gli esempi:

    1. “Immagina di essere un esploratore solitario in un mondo magico. Descrivi il paesaggio che incontri e le creature straordinarie che scopri.”
    2. “Se fossi un supereroe con un potere unico, quale sarebbe il tuo potere e come lo utilizzeresti per migliorare il mondo?”
    3. “Raccontami la tua giornata ideale come viaggiatore spaziale su una navicella intergalattica.”
    4. “Immagina di essere un detective in un thriller avvincente. Cosa ti ha portato sulle tracce del mistero e come risolverai il caso?”
    5. “Se potessi parlare con gli animali, quali domande faresti a un elefante saggio e a un pappagallo curioso?”
    6. “Descrivi la tua avventura epica in un regno sotterraneo abitato da creature misteriose e tesori nascosti.”
    7. “Se potessi viaggiare indietro nel tempo, quale periodo storico visiterebbe e cosa faresti durante la tua permanenza?”
    8. “Immagina di avere il potere di controllare il clima. Come influenzeresti il tempo per migliorare la vita delle persone?”
    9. “Se potessi trasformarti in un animale per un giorno, quale animale sceglieresti e cosa faresti durante la tua giornata animale?”
    10. “Se dovessi organizzare una festa fantastica su un’isola deserta, quali ospiti immaginari invitaresti e cosa accadrebbe alla tua festa?”
    11. “Raccontami la storia di un inventore brillante che ha creato una macchina del tempo. Dove andrebbe e cosa cambierebbe nel passato?”
    12. “Se fossi un chef famoso, quali piatti unici e stravaganti inventeresti per sorprendere i tuoi ospiti?”
    13. “Immagina di possedere un libro magico che può trasportarti in qualsiasi luogo descritto nelle sue pagine. Dove andresti prima?”
    14. “Se potessi avere una conversazione con un personaggio storico famoso, chi sceglieresti e quali domande gli faresti?”
    15. “Raccontami la tua avventura in un mondo futuristico dove la tecnologia ha raggiunto livelli incredibili. Cosa faresti in questa società avanzata?”
    16. “Se avessi il potere di cambiare una legge del mondo naturale, quale legge modificheresti e quale sarebbe l’effetto?”
    17. “Se ti fosse concesso fare un viaggio nella tua mente, cosa scopriresti esplorando i tuoi pensieri più profondi e creativi?”
    18. “Immagina di vivere in un paese delle meraviglie fatto di dolci e caramelle. Descrivi la tua avventura in questo mondo delizioso.”
    19. “Se potessi essere un personaggio di un film d’azione, quale sarebbe la tua missione epica e come la porti a termine?”
    20. “Raccontami la tua esperienza come esploratore spaziale alla ricerca di vita aliena su un pianeta lontano. Cosa scopri e come reagisci?”
  • Come scrivere un curriculum vitae, secondo me

    Come scrivere un curriculum vitae, secondo me

    Introduzione

    Come scrivere il curriculum vitae per proporre le tue competenze? Sul web spopolano articoli, risorse e tutorial inerenti questo argomento, che evidentemente possiede, ancora per molte persone, svariati punti oscuri. Con questo articolo, ed alla luce delle mie esperienze, mi piacerebbe condividere con voi gli aspetti fondamentali relativi alla presentazione di un curriculum come si deve.

    Modello preimpostato di CV

    Come presentarsi? Cosa scrivere? Facciamo prima di tutto i conti con le nostre ambizioni e le nostre competenze, e poi mettiamoci al lavoro magari partendo da un modello preimpostato (ad esempio questo in formato europeo, oppure questo). Ovviamente ci toccherà  adattarlo come si deve alle nostre esigenze, ma una volta scritto potremo poi progressivamente aggiornarlo, anche sulla base delle nostre esperienze lavorative successive.

    Siti per creare un CV con procedura guidata

    Esistono anche delle applicazioni in cloud e dei tool o strumenti online per creare un CV, adatti per chi non volesse perderci troppo tempo o volesse uno strumento gratis per crearne, mediante una facile procedura guidata; uno di questi è CV Wizard che vi permetterà  di creare un CV con tutte le informazioni personali e anagrafiche, le esperienze lavorative, gli studi effettuati e così via. Esiste anche l’ulteriore possibilità , del resto, di creare curriculum vitae mediante template personalizzati, ovvero modificando molto facilmente lo stile grafico con un semplice click, senza perdere tempo come succederebbe con Word e simili programmi. Una volta iscritti, tra l’altro, si avrà  anche la possibilità  di avere accesso ad opportunità  lavorative concrete, visto che le aziende potranno vedere direttamente le vostre capacità , in linea con quello che avrete inserito e con le vostre attitudini e competenze lavorative.

    Cosa scrivere nel CV

    Ma quali sono i punti più importanti da rispettare? Vediamone dieci, fermo restando che saranno utili soprattutto per chi cerca lavoro come: webmaster, SEO, consulente informatico o programmatore (le attività  che ho svolto in questi anni). Con qualche adattamento, potrà  essere un decalogo da seguire anche per chi fa lavori leggermente diversi, ad esempio in ambito web (copywriter, social manager ecc.).

    1. Anzitutto, impariamo a contestualizzare: presentare un CV ad un’azienda privata di informatica è diverso dal farlo presso un’ente pubblico. In molti casi (quando lavoravo all’università , ad esempio) mi è capitato di sentire dell’invio di curriculum dispersivi o comunque fuori bersaglio (con effetti involontariamente comici, a volte) rispetto alle indicazioni necessarie. Se il posto è per programmatori PHP, ad esempio, non ha senso inviare un curriculum riportando tra l’altro “esperienza di impaginazione in Publisher” (e mi è capitato di vedere cose simili). Non è vero, quindi, che “tutto fa brodo”, come molti tendono a pensare: sempre meglio essere concisi, diretti e soprattutto sinceri.
    2. Chi ci legge ha poco tempo per noi, come per qualunque altro candidato – soprattutto se il posto è molto ambito: impariamo a rispettare in modo scrupoloso le indicazioni che ci vengono fornite, ed atteniamoci ad esse. Nella mia esperienza, la sintesi è preferibile alle cose troppo lunghe, a meno che ovviamente non dobbiate scrivere per esteso esperienze, titoli e competenze specifiche e/o mirate per l’incarico che dovreste ricevere. Attenzione che, in molti casi, c’è anche il rischio di non farsi capire: per cui ad esempio fate leggere a qualcun altro, possibilmente del settore, il CV, prima di inviarlo. I problemi di comunicazione sono a volte difficili da rilevare, confrontandosi sempre e soli col proprio metro di giudizio.
    3. Attenzione a non diventare autoreferenziali: l’idea di fondo del CV (esposizione della carriera, del percorso professionale, secondo il dizionario) non dovrebbe essere fraintesa con un’autocelebrazione spudorata delle proprie capacità . Al giorno d’oggi, in ambito web ed informatico almeno, noto due cose: si cercano più l’affidabilità  (o la fedeltà  aziendale incondizionata, ad essere più maliziosi) che la competenza effettiva di per sè, in primis. In secondo luogo, chi si autocelebra tende, sempre secondo me, a mettere in secondo luogo la realizzazione degli obiettivi aziendali, che sono, o dovrebbero essere, prioritari su tutto. Bisognerebbe discutere di queste cose per molto a lungo, in effetti, ma non voglio perdere di vista l’obiettivo: spesso un buon CV passa per un gioco di equilibri tra ciò che sappiamo fare meglio ed il modo in cui riusciamo a presentare “bene” le nostre competenze alle azienda.
    4. Non vi formalizzate troppo: il formato europeo è richiesto da moltissime aziende, ma non deve essere un limite, nè un ostacolo, per valorizzare le nostre competenze. Il fatto di farne uso non dovrebbe mai farci dimenticare, in altri termini, che è uno strumento nelle nostre mani, non un “di troppo” che ci impedisca di valorizzarci a dovere. Nella mia esperienza, ad esempio, non sempre è realmente indispensabile, e tanto vale una lista essenziale di competenze che salti subito all’occhio. Ovviamente prima di fare la scelta assicuratevi che… possiate davvero farla, leggendo bene l’annuncio. Ma non fatevi limitare o penalizzare dal formato richiesto, in nessun caso.
    5. Imparare a scrivere un CV è anche questione di “allenamento”, e questo l’ho capito confrontando miei vecchi CV del 2008 con quelli che ho proposto di recente. Più si controllano, si verificano, si fanno leggere a persone o amici affidabili, si limano e si riscrivono, meglio è. L’esperienza è tutto, come in altri ambiti della vita – non solo lavorativa, del resto.
    6. Il curriculum vitae deve essere quasi sempre, direi, finalizzato all’azienda presso cui ci si propone: questo significa che non bisogna diluire il contenuto di quelle pagine, ed è inutile – sempre nella mia esperienza – vantare competenze di sviluppo videogiochi (ad es.) presso chi si occupa di sistemi di controllo in ambito idraulico.
    7. Il punto precedente non dovrebbe comunque farci dimenticare, ovviamente, che ci sono esperienze e competenze collaterali – nel senso di “non direttamente correlate alle attività  primarie dell’azienda” – che potrebbero comunque interessare l’azienda in questione: una web agency potrebbe cercare, ad esempio, webmaster che sappiano sviluppare browser game in Phaser. Faccio questo esempio specifico a simbolo di molti altri che potrebbero essere poco ovvi, a prima vista, ma che finiscono per essere molto significativi in alcuni casi.
    8. Scriviamo sempre un CV che faccia capire, possibilmente a prima vista, il nostro profilo lavorativo: proviamo a finirlo oggi, controlliamolo dopo qualche giorno per verificare che ciò che deve passare… passi sul serio, si noti subito, ad un primo sguardo del documento.
    9. Non confiniamo, inoltre, l’uso dei CV al nostro sito e alle classiche email: sono importanti, certamente, ma anche avere un buon profilo su Linkedin lo è. Su Linkedin, nella mia esperienza, i recruiter sono spesso alla ricerca di persone da assumere, o da far lavorare a vari livelli e condizioni.
    10. È anche importante capire sul serio la realtà  aziendale presso cui ci si propone, ad esempio consultando il sito ufficiale o leggendo su Google a riguardo prima di mandare il CV, ed è una cosa che faccio sempre e che trovo fondamentale. Questo aiuta a sintonizzarci meglio, fin dall’inizio, con quella realtà , oltre ad evitare di incontrare aziende magari poco affidabili.

    Conclusioni

    Non è tutto, non è un libro sacro e non sono regole assolute: sono soltanto le esperienze che ho avuto in questi anni a suggerirmi tutto questo. Ma credo che possano comunque esservi utili. Spero davvero che possano servirvi sul serio e… in bocca al lupo per la vostra ricerca!

  • Le parole del giorno: ortoressia, concupiscenza, opificio, clochard

    Le parole del giorno: ortoressia, concupiscenza, opificio, clochard

    Che significano ortoressia, concupiscenza, opificio, clochard, dispepsia, ecomorfo, vegliardo, dsm, perennial, hangover, hugs, abissale e trasfigurazione? Se ti stai chiedendo il significato di queste parole, lo abbiamo riassunto di seguito, con etimologia, spiegazione semplificata ed esempi di uso per farvi capire ancora meglio.

    Eccoti le spiegazioni, etimologie ed esempi per ciascuna delle parole richieste:

    Abissale

    Spiegazione: Si riferisce a qualcosa che è profondo o riguardante abissi, sia fisici che figurati.

    Etimologia: Deriva dal latino “abyssus”, che significa “abisso” o “profondità”.

    Esempi: “Le creature abissali vivono nelle profondità oscure dell’oceano.” “La loro relazione ha subito un abissale cambiamento.”

    Clochard

    Spiegazione: Un termine francese che si riferisce a una persona senza fissa dimora o senzatetto.

    Etimologia: Deriva dalla parola francese “cloche”, che significa “campana”, poiché in passato i clochard erano associati a suoni di campane delle chiese.

    Esempi:

    “Il clochard si riparò sotto un ponte.”

    “La comunità locale cercò di aiutare i clochard offrendo cibo e vestiti.”

    Concupiscenza

    Spiegazione: Indica un forte desiderio sessuale o lussurioso, ma può anche essere utilizzato in senso più ampio per indicare desideri o bramosie intense in generale.

    Etimologia: Deriva dal latino “concupiscentia”, che significa “desiderio ardente”.

    Esempi: “L’uomo era travolto dalla concupiscenza nel suo sguardo verso di lei.” “La concupiscenza di potere lo portò a commettere azioni discutibili.”

    Dispepsia

    Spiegazione: Indica disturbi gastrointestinali, come sensazione di bruciore di stomaco, nausea o gonfiore.

    Etimologia: Deriva dal greco “dys-” (male) e “peptein” (digerire).

    Esempi: “Dopo aver mangiato cibi piccanti, ha iniziato ad avere dispepsia.” “L’ansia può spesso causare sintomi di dispepsia.”

    DSM (acronimo di Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders)

    Spiegazione: È un manuale di riferimento utilizzato dalla comunità medica e psicologica per diagnosticare disturbi mentali.

    Etimologia: Acronimo di “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders” (Traduzione: Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Spiegazione: Il DSM è un manuale di riferimento utilizzato nella comunità medica e psicologica per classificare, diagnosticare e descrivere i disturbi mentali. Questo manuale fornisce criteri specifici e linee guida per identificare e diagnosticare vari disturbi psicologici, inclusi disturbi dell’umore, disturbi dell’ansia, disturbi psicotici e molti altri. Il DSM è stato creato per stabilire una terminologia comune e standardizzata tra i professionisti della salute mentale, consentendo una comunicazione più chiara e unificata nel campo della diagnosi e del trattamento dei disturbi mentali. Il DSM ha subito diverse revisioni nel corso degli anni, ciascuna delle quali ha introdotto nuove classificazioni, criteri diagnostici e aggiornamenti basati sulla ricerca scientifica e sui progressi nella comprensione dei disturbi mentali. Le categorie e i criteri diagnostici forniti dal DSM sono ampiamente utilizzati da psichiatri, psicologi, terapisti e altri professionisti della salute mentale per identificare i sintomi, formulare diagnosi e pianificare trattamenti adeguati per i pazienti che presentano problemi di salute mentale.)

    Esempi:

    • “Il DSM elenca i criteri necessari per una diagnosi accurata dei disturbi mentali.”
    • “Il terapeuta utilizza il DSM come guida per identificare il trattamento appropriato.”

    Ecomorfo

    Spiegazione: Indica una forma adattata all’ambiente circostante o all’ecosistema in cui un organismo vive.

    Etimologia: Combinazione di “eco-” (ecosistema) e “morfologia” (forma e struttura).

    Esempi:

    • “Il camaleonte è un esempio classico di adattamento ecomorfo, cambiando il colore per mimetizzarsi nell’ambiente circostante.”
    • “Le pinne allungate dei pesci sono un tratto ecomorfo che consente loro di nuotare meglio.”

    Hangover

    Spiegazione: Si riferisce alla sensazione di disagio fisico e mentale dopo aver consumato eccessivamente alcolici, caratterizzata da mal di testa, nausea, affaticamento, ecc.

    Etimologia: La parola deriva dall’inglese antico “hangian” (essere sospeso) e “ofer” (sopra), indicando la sensazione di “essere sospeso sopra” il giorno successivo al consumo eccessivo di alcol.

    Esempi:

    • “Dopo la festa, si svegliò con un brutto hangover.”
    • “Per evitare l’hangover, è importante bere con moderazione e idratarsi bene.”

    Hugs (abbraccio)

    Spiegazione: Un gesto fisico affettuoso in cui due persone si stringono l’una all’altra.

    Etimologia: Origine incerta, ma il termine “hug” è stato usato in inglese fin dal XVI secolo.

    Esempi:

    • “Dopo tanto tempo lontani, si sono dati un lungo abbraccio.”
    • “Gli abbracci possono esprimere calore, affetto e conforto.”

    Opificio

    Spiegazione: Indica un luogo in cui si svolge la produzione, spesso riferito a fabbriche o officine.

    Etimologia: Deriva dal latino “opificium”, composto da “opus” (lavoro) e “facere” (fare).

    Esempi:

    • “L’opificio tessile produce abiti di alta qualità.”
    • “L’opificio è un centro di produzione di oggetti artigianali.”

    Ortoressia

    Spiegazione: Indica un’ossessione eccessiva per il cibo sano e una preoccupazione eccessiva per la dieta, che può portare a comportamenti alimentari restrittivi e insalubri.

    Etimologia: Coniato nel 1997 dai medici Steven Bratman e David Knight, deriva dal greco “orthos” (giusto, corretto) e “orexis” (appetito).

    Esempi:

    • “L’ortoressia può portare a una restrizione estrema nella dieta e all’isolamento sociale.”
    • “La sua preoccupazione costante per il cibo sano ha iniziato a manifestarsi come un caso di ortoressia.”

    Perennial

    Spiegazione: Indica qualcosa che è durevole, che persiste per un lungo periodo o che torna regolarmente.

    Etimologia: Deriva dal latino “perennis”, composto da “per” (attraverso) e “annus” (anno).

    Esempi:

    • “Le piante perenni fioriscono ogni anno.”
    • “La sua amicizia è stata un elemento perenne nella mia vita.”

    Trasfigurazione

    Spiegazione: Rappresenta un cambiamento o una trasformazione radicale, spesso usato in senso spirituale o simbolico.

    Etimologia: Deriva dal latino “transfiguratio”, che significa “trasformazione” o “cambiamento di forma”.

    Esempi:

    • “La trasfigurazione del paesaggio invernale in una scena primaverile fu stupefacente.”
    • “L’esperienza di una trasfigurazione interiore lo portò a una nuova prospettiva sulla vita.”

    Foto di Ravi Kant: https://www.pexels.com/it-it/foto/tipografia-scuola-sfocatura-ricerca-5929346/

  • Come scrivere l’introduzione della tesi: guida step by step

    Come scrivere l’introduzione della tesi: guida step by step

    Linee guida pratiche, esempi e struttura per redigere la parte introduttiva della tua tesi di laurea!

    L’introduzione è il primo “biglietto da visita” della tua tesi: deve subito catturare l’interesse del lettore, delimitare il contesto e mostrare l’importanza del tuo lavoro. Un’apertura ben studiata aumenta la chiarezza, rafforza la credibilità e aiuta il relatore (e la commissione) a comprendere il tuo percorso di ricerca fin da subito.

    Scopri come realizzare un’introduzione chiara e accademica per la tua tesi: struttura, esempi e consigli pratici passo dopo passo.

    Lunghezza ideale e tono accademico

    • Lunghezza: generalmente tra 800 e 1.200 parole (circa 3–5 pagine), in rapporto all’estensione complessiva del lavoro.
    • Tono: formale e distaccato, evitando colloquialismi. Prediligi la terza persona singolare o plurale (“In questa tesi si esamina…”).
    • Coerenza: usa uno stile uniforme rispetto a capitoli successivi e rispetta le linee guida della tua facoltà.

    Struttura consigliata

    1. Apertura e contesto generale

    • Hook iniziale: una frase o dato che evidenzi la rilevanza del tema (es. un trend, un dato statistico, un evento significativo).
    • Inquadramento: descrivi brevemente l’ambito disciplinare e il contesto storico o teorico in cui si inserisce la tua ricerca.

    2. Gap di ricerca e obiettivi

    • Problema di ricerca: qual è il vuoto o la questione aperta nella letteratura attuale?
    • Obiettivi: elenca chiaramente cosa intendi ottenere (es. “analizzare”, “verificare”, “confrontare”).

    3. Metodologia in breve

    • Approccio: qualitativo, quantitativo, misto.
    • Strumenti: interviste, questionari, analisi di dati secondari, simulazioni.
    • Campione: descrivi su chi o su cosa hai applicato l’analisi.

    4. Struttura del lavoro

    Offri al lettore un breve outline dei capitoli successivi:

    1. Capitolo 1: Revisione della letteratura
    2. Capitolo 2: Metodi e materiali
    3. Capitolo 3: Risultati
    4. Capitolo 4: Discussione e conclusioni

    Esempi pratici di introduzione

    Esempio
    Negli ultimi dieci anni, il ricorso alle energie rinnovabili in Europa è cresciuto del 45 %, segnando un cambiamento epocale nella politica energetica nazionale. Tuttavia, pochi studi hanno analizzato l’impatto socio‑economico di questa transizione sui piccoli comuni rurali. In questa tesi si propone di investigare come l’adozione di impianti fotovoltaici abbia influenzato il mercato del lavoro e i modelli di spesa delle famiglie in tre province italiane. Adottando un approccio misto — combinando analisi statistica dei dati ISTAT e interviste a responsabili locali — il lavoro è articolato in quattro capitoli:…

    Errori da evitare

    • Troppe citazioni: l’introduzione non è una rassegna bibliografica estesa.
    • Dettagli metodologici eccessivi: rimandali al capitolo metodologie.
    • Lunghezza sproporzionata: non superare il 10 % della tesi complessiva.
    • Stile colloquiale: evita “io credo”, “penso che”.

    Uso delle IA / LLM (ChatGPT, Gemini, …)

    L’intelligenza artificiale può diventare la tua alleata nella scrittura della tesi (o di qualunque altro elaborato accademico), purché tu la utilizzi nel modo giusto: non per copiare-incollare, ma per potenziare le tue idee e affinare la forma.

    Ricorda sempre che rimangono fondamentali

    • Originalità: l’IA è uno strumento di supporto, non l’autore del tuo lavoro.
    • Verifica umana: ogni testo generato va riletto, corretto e personalizzato con il tuo contributo critico.
    • Citazione delle fonti: non affidarti a “fatti” inventati dal modello; ogni dato va controllato e referenziato con fonti accademiche.

    In alcuni casi l’uso indebito di IA può avere conseguenze serie sulla tua laurea ed impedirti di arrivare all’obiettivo. Tieni conto che molti relatori fanno uso di sistemi anti-plagio e potrebbero sia scoprire come hai generato il testo, sia sospettare che tu ne abbia fatto uso (anche se magari in minima parte). Usa sempre con buonsenso questi strumenti, e ricorda che si tratta di tecnologie molto avanzate che possono facilmente fuorviare, tirare fuori dati falsi o “farti scrivere” cose di cui non sei consapevole, su cui magari ti potrebbero fare domande inaspettate. In questo modo l’IA potrà velocizzare diverse fasi della stesura della tesi, lasciando a te la creatività, il rigore scientifico e l’originalità che rendono unico il tuo lavoro.

    In generale per scrivere l’introduzione della tesi con LLM quali Gemini e ChatGPT puoi usare uno dei seguenti approcci.

    1. Brainstorming e generazione di idee

      – Chiedi all’IA di suggerirti possibili approcci, domande di ricerca, esempi di “hook” iniziali o titoli alternativi.

      – Non prendere la prima proposta così com’è: usala come spunto, poi rielabora in base ai tuoi interessi e al tuo campo di studio.
    2. Costruzione della struttura

      – Fornisci all’IA gli obiettivi della tua tesi e chiedile di proporti un outline dei capitoli o una traccia dettagliata delle sezioni (introduzione, metodologia, risultati, conclusioni).

      Confronta la struttura proposta con le linee guida della tua facoltà; adatta e integra dove necessario.
    3. Parafrasi controllata

      – Se hai trovato un passaggio particolarmente efficace online (es. una definizione), puoi chiedere all’IA di riformularlo con parole tue, preservando il senso ma ottenendo un testo originale.

      Controlla tu stesso con un software anti‑plagio o con le tue capacità critiche che la parafrasi sia sufficientemente distante dall’originale.
    4. Arricchimento lessicale

      – Quando ti accorgi di aver usato troppo spesso la stessa espressione (“in questo lavoro”, “l’obiettivo è”), chiedi all’IA sinonimi e varianti stilistiche per evitare ridondanze e migliorare la scorrevolezza.
    5. Verifica di coerenza e coesione

      – Inserisci paragrafi o intere sezioni nell’IA chiedendo di verificarne la coerenza interna e di suggerire transizioni più fluide tra un paragrafo e l’altro.
    6. Controllo grammaticale e stilistico

      – Usa l’IA come revisore: corregge errori di punteggiatura, concordanze, ortografia e suggerisce miglioramenti stilistici (ad esempio snellire frasi troppo lunghe).
    7. Supporto alla citazione e formattazione

      – Chiedi di prepararti esempi di citazioni nello stile richiesto (APA, MLA, Chicago, ecc.).

      – Tieni sempre pronto il riferimento bibliografico corretto: l’IA ti aiuta a formattarlo, ma devi inserirlo tu e verificarne l’esattezza.
    8. Generazione di esempi fittizi

      – Se ti serve un esempio esplicativo (grafici, tabelle, casi di studio inventati) per illustrare un concetto, l’IA può crearne di plausibili, che poi potrai adattare o sostituire con dati reali.
    9. Suggerimenti bibliografici

      – Chiedi all’IA di elencarti gli autori e i testi più influenti su un determinato argomento. Poi verifica in biblioteca o su Google Scholar per scegliere le fonti migliori da leggere e citare.
    10. Modalità “prompt engineering” responsabile

      – Formula richieste chiare e circoscritte: più il prompt è specifico (es. “Dammi 3 possibili ‘hook’ iniziali per un’introduzione su impatto socio‑economico delle energie rinnovabili”), più l’output sarà utile e facilmente rielaborabile.
  • Guida pratica all’usabilità (e alla UX)

    Guida pratica all’usabilità (e alla UX)

    L’usabilità è la misura in cui un prodotto, un sistema o un servizio (tipicamente digitale oppure online) è facile da usare e da apprendere da parte degli utenti, consentendo loro di compiere le loro attività in modo efficiente, efficace e soddisfacente. L’usabilità si concentra sulla facilità con cui gli utenti possono interagire con un’interfaccia utente o un sistema senza incontrare ostacoli o confusione.

    L’usabilità è spesso valutata attraverso vari aspetti, tra cui:

    1. Facilità di apprendimento: Quanto tempo e sforzo sono necessari per imparare a utilizzare il prodotto o il sistema per la prima volta.
    2. Efficienza: Quanto velocemente gli utenti possono completare le loro attività una volta che hanno imparato a usare il sistema.
    3. Memorabilità: La facilità con cui gli utenti possono ricordare come utilizzare il prodotto o il sistema dopo un certo periodo di inattività.
    4. Errori: Quante e quali errori commettono gli utenti mentre utilizzano il sistema, nonché la gravità di tali errori.
    5. Soddisfazione dell’utente: Il grado di soddisfazione, comfort ed esperienza positiva che gli utenti provano durante l’interazione con il prodotto o il sistema.

    Un design con un’alta usabilità mira a ridurre al minimo la frustrazione dell’utente, aumentare l’efficienza e migliorare la qualità complessiva dell’esperienza utente. Gli studi sull’usabilità, come i test con utenti reali e le revisioni del design, sono utilizzati per identificare e risolvere problemi di usabilità al fine di ottimizzare l’interazione tra gli utenti e un prodotto o un servizio.

    UX e usabilità

    “UX” e “usabilità” sono due concetti correlati ma distinti nel campo del design e dello sviluppo web e dell’interazione utente. Ecco cosa significano:

    1. UX (User Experience):
      • L’esperienza utente (UX) si riferisce all’esperienza complessiva che un utente ha quando interagisce con un prodotto o un servizio, come un sito web, un’applicazione o un dispositivo.
      • L’UX considera diversi aspetti, tra cui l’usabilità, il design visivo, la facilità d’uso, le emozioni dell’utente e la soddisfazione generale.
      • Un buon design dell’esperienza utente mira a creare un’esperienza positiva per gli utenti, che sia intuitiva, piacevole e soddisfacente.
    2. Usabilità:
      • L’usabilità si concentra specificamente sulla facilità con cui gli utenti possono utilizzare un prodotto o un sistema per raggiungere i loro obiettivi in modo efficiente ed efficace.
      • L’usabilità coinvolge aspetti come la chiarezza delle istruzioni, la facilità di navigazione, la velocità di risposta del sistema e la capacità di recuperare informazioni facilmente.
      • La valutazione dell’usabilità spesso coinvolge test con utenti reali per identificare problemi e miglioramenti potenziali nel design.

    In breve, l’usabilità è una componente chiave dell’esperienza utente (UX). Una buona usabilità è essenziale per garantire che gli utenti possano sfruttare appieno un prodotto o un servizio, contribuendo così a una migliore esperienza utente complessiva. Tuttavia, l’UX va oltre l’usabilità, poiché considera anche gli aspetti emotivi e soggettivi dell’interazione dell’utente con un prodotto o un servizio.

    Esempio di scarsa usabilità: sito web con contenuti troppo lunghi o difficili da leggere /capire

    Un testo di un sito web interattivo con istruzioni poco chiare e frasi molto lunghe rappresenta un problema di usabilità. La chiarezza e la facilità di comprensione sono elementi fondamentali per l’usabilità di un sito web. Ecco perché questo problema può influenzare negativamente l’esperienza dell’utente in diversi modi:

    1. Frustrazione degli utenti: I visitatori del sito potrebbero sentirsi frustrati e confusi se non riescono a capire le istruzioni o le informazioni presentate. Questo può portare a un’esperienza negativa e alla perdita di potenziali utenti.
    2. Abbandono del sito: Gli utenti potrebbero abbandonare il sito se trovano difficile navigare o comprendere il contenuto. Questo può avere un impatto negativo sul tasso di rimbalzo e sulla fidelizzazione degli utenti.
    3. Ridotta efficacia: Se il testo è poco chiaro, gli utenti potrebbero non essere in grado di sfruttare appieno le funzionalità del sito o di completare le azioni desiderate. Ciò può influenzare negativamente il successo del sito, ad esempio, se il sito vende prodotti o offre servizi.
    4. Accessibilità: La chiarezza del testo è anche importante per l’accessibilità del sito. Gli utenti con disabilità visive o cognitive potrebbero incontrare maggiori difficoltà nell’usare il sito se il testo non è ben strutturato e comprensibile.

    Per migliorare l’usabilità di un sito web, è consigliabile:

    • Utilizzare frasi brevi e concise.
    • Dividere il testo in paragrafi e utilizzare elenchi puntati o numerati quando possibile per rendere le informazioni più digeribili.
    • Utilizzare un linguaggio semplice e diretto.
    • Fornire istruzioni chiare e facili da seguire.
    • Rivedere e testare il sito con utenti reali per identificare eventuali problemi di usabilità e miglioramenti necessari.

    L’usabilità è un aspetto critico per il successo di un sito web e dovrebbe essere una priorità nella progettazione e nello sviluppo del sito.

  • Come attirare l’attenzione del lettore sul web?

    Come attirare l’attenzione del lettore sul web?

    Il web, come noto, è uno sterminato contenitore di files multimediali: testi, foto, video, audio, progetti, mappe e chissà  in futuro cosa ci sarà  possibile caricare e scaricare nelle infinite maglie della rete. Ma non basta mettere online un file perchè questo abbia successo, macinando visualizzazioni e interazioni da record. Per diventare virale un contenuto deve attirare l’attenzione dell’utente e, a volte, per farlo non sono per forza necessarie faraoniche campagne pubblicitarie o siti gestiti da decine di specialisti ma basta un minimo di furbizia e conoscenza del pubblico a cui ci si rivolge.

    La pigrizia dell’utente medio del web

    Probabilmente, nell’abitazione di una famiglia media, dove almeno uno dei componenti sia laureato o comunque sia particolarmente attivo nella vita culturale, dovrebbero esserci libri a sufficienza per poter rispondere alla gran parte delle domande che ci poniamo. Ma, con lo strapotere comunicativo raggiunto da internet, le ricerche su supporto cartaceo hanno lasciato spazio a quelle online poichè:

    • più veloci da eseguire;
    • ci danno quasi sempre più fonti da analizzare;
    • sono a portata di un click: basta digitare poche parole chiave e il gioco è (quasi sempre) fatto!
    Foto di mohamed Hassan da Pixabay

    La prima cosa da capire, quindi, per accattivare gli utenti a leggere i nostri articoli o di fruire dei nostri contenuti è proprio che dopo aver digitato il minor numero possibile di parole su un motore di ricerca, l’utente si aspetta di avere in cima alla lista dei risultati la risposta alla sua domanda che, a sua volta, deve essere spiegata con il minor numero possibile di parole e nel minor tempo possibile.

    Perchè avviene tutto ciò? Innanzitutto perchè in un mare di informazioni, quelle più facili e immediate sono le preferite e, in secondo luogo, perchè una volta che ci sediamo al nostro computer diventiamo pigri, a livello tale che se fosse possibile connettere i nostri cervelli al PC con un cavo usb e trasferire immediatamente i risultati delle ricerche nella nostra testa, probabilmente lo faremmo senza pensarci troppo.

    Ecco dunque che l’utente del web ha bisogno di aiuto per saziare la sua sete di conoscenza e questo può arrivare utilizzando molteplici espedienti.

    Scrivere un titolo breve e conciso seguito da un incipit chiaro e accattivante

    Sappiate che la stragrande maggioranza degli utenti che si imbatteranno in un vostro articolo non lo leggeranno tutto, molti si fermeranno al titolo e altrettanti abbandoneranno la lettura dopo poche righe. Ciò avverrà  soprattutto se il titolo dovesse risultare poco chiaro, ambiguo e troppo tecnico e, superato questo primo scoglio, se le prime righe del testo non fossero abbastanza efficaci da mantenere viva l’attenzione del lettore. Sono proprio queste prime poche righe combinate – titolo, eventuale sottotitolo e incipit – a sancire il successo di un articolo, di un libro, di una poesia e quant’altro.

    Esempio? Facciamoci aiutare da Giacomino Leopardi.

    La sua poesia più famosa è “L’Infinito” e già  il titolo ci rapisce perchè ci fa intendere che il poeta voglia sondare con le sue parole i più reconditi misteri dello scibile: una sola parola preceduta dall’articolo e il poeta ha conquistato la nostra attenzione. Ma poi arriva il primo verso del componimento e capiamo la differenza tra un vero genio e noi poveri scribacchini: “sempre caro mi fu quest’ermo colle“. Ognuno di noi saprebbe dire o scrivere “ho sempre provato affetto per questa collina solitaria“, solo un genio però è in grado di esprimere lo stesso concetto con le parole usate da Leopardi.

    Foto di Nenad Mećava da Pixabay

    In fondo le prime parole di un testo scritto hanno la stessa importanza delle prime frasi che diciamo quando ci presentiamo ad una persona che non conosciamo. Dopo poche parole scambiate, il nostro interlocutore si fa una sua idea di chi siamo e poco importa se con una conoscenza più approfondita questa possa rivelarsi sbagliata perchè se abbiamo lasciato una pessima impressione di primo acchito ci vorrà  tempo per dimostrarsi diversi. La differenza sta nel fatto che se nei rapporti umani, volendo, tempo e modo per farsi conoscere meglio si possono trovare, con un testo scritto non c’è seconda opportunità : se al lettore del web non piace la prima parte di ciò che avete scritto, si fermerà  bollandovi come un pessimo scrittore/giornalista/divulgatore/poeta e passerà  al successivo risultato della ricerca.

    Utilizzare espedienti grafici

    E’ utile adoperare tutti gli strumenti grafici che i programmi di videoscrittura ci mettono a disposizione per facilitare e snellire la fruizione e, di riflesso, la comprensione del testo. Un esempio? Eccovelo subito: guardate bene il paragrafo che abbiamo scritto poco sopra intitolato “La pigrizia dell’utente medio” e leggetene di fila solo le parti in grassetto (un espediente grafico, appunto) tralasciando le altre parole. Vi verrà  fuori una frase di senso compiuto che, pur essendo composta da circa un decimo delle parole che abbiamo scritto in quell’intero paragrafo, esprime in estrema sintesi ciò che era nostra volontà  comunicarvi:

    per poter rispondere alla gran parte delle domande che ci poniamo basta digitare poche parole chiave e il gioco è fatto! l’utente si aspetta di avere in cima alla lista dei risultati la risposta alla sua domanda spiegata con il minor numero possibile di parole e nel minor tempo possibile perchè in un mare di informazioni quelle più facili e immediate sono le preferite.

    Utilizzare immagini e video

    Il web ha tra i motivi del suo successo quello di essere un mezzo multimediale quindi, per i vostri articoli su internet, non preoccupatevi ad abbondare con foto e video (sempre con un occhio attento a non infrangere le regole sul copyright): le immagini possono aiutare a far capire meglio concetti particolarmente astrusi e complessi e quindi sono manna dal cielo in un ambiente, qual è quello del web, in cui gli utenti cercano risposte semplici e immediate, non certo dissertazioni particolareggiate con infiniti rimandi.

    Foto di Gerd Altmann da Pixabay

    Questo espediente non renderà  solo più intuitivo e fruibile il testo che avete scritto ma renderà  la navigazione più divertente per l’utente che vi sta leggendo.

    Scrittura semplice e diretta

    Arrivare subito al punto per la via più corta, questa è la strategia vincente! Almeno nella prima parte del vostro testo cercate di spiegare al lettore “il succo” di ciò che state scrivendo trattando i particolari nella seconda parte quando ormai avrete definitivamente conquistato o perso il navigatore che si è imbattuto nelle vostre parole. In fondo non siete James Joyce e l’utente medio del web non ha nessuna intenzione di leggere il vostro personalissimo Ulisse. La scrittura particolareggiata, profonda e attenta non è assolutamente passata di moda ma, nelle scelte degli utenti, continua ad essere una caratteristica dei romanzi e della poesia, quindi evitate le ampollosità  e le divagazioni perchè se un utente digita su un motore di ricerca la domanda “quanti sono i punti cardinali?” si attende come risposta “quattro” e voi dovete dargliela subito e in bella vista. Se poi volete spiegargli anche cosa siano levante e ponente, fatelo pure… ma dopo: prima comunicategli ciò che LUI vuole sapere e poi potrete raccontargli ciò che VOI avete da dirgli.