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La spunta blu di Twitter non è cosa ✔️

Premessa, nonchè breve antefatto: ho testato la spunta blu per un mesetto sul mio account Twitter.

Non avevo intenzione di tenerla, anche perchè ho sempre trovato assurdo certificarla nella nuova veste a pagamento e perchè, soprattutto, mi sembrava fuori da ogni logica pagare per essere credibili o ufficiali su un social dove chiunque, per definizione, dovrebbe potersi iscrivere (le problematiche insite in questa scelta sono state esplicitate qui). Faccio comunque l’esperimento, e mi decido ad “investire” a fondo perduto le 10€ mensili necessarie per l’apparizione, mistica, della spunta in questione.

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Ci sono almeno cinque criticità che ho rilevato nella nuova spunta blue, senza considerare i bug che ho trovato nella piattaforma che riassumo in due tweet inclusi in questo post. PS è normale che nel mio caso vediate la spunta blu sparire e riapparire, dato che ho fatto più test per poter scrivere questo articolo.

PS tanto per essere chiari: anche la vecchia spunta blu aveva un problema enorme, dal mio punto di vista, legato sempre ad eccessivi cavilli burocratici e/o presunto meritocratici per poterla concedere. Ho provato per due o tre volte ad averla, ma non ci sono mai riuscito, nonostante avessi apparentemente tutti i requisiti per poterlo richiedere.

L’attesa per la pubblicazione di un tweet (5 secondi)

Non c’è modo di eliminare l’attesa per la pubblicazione: ti fa aspettare 5 secondi per qualsiasi post, il che cozza notevolmente con i tempi a cui eravamo abituati, ed il fatto che tweetare significa per definizione chiacchiere senza pensarci troppo. Questo blocco è sostanzialmente non troppo usabile, come gran parte dei blocchi di cui parleremo, anche se offre l’attenuante di poter avere il bottone Invia adesso.

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Invio in corso: ricorda un po’ Outlook nel 1997.

Gateway di pagamento non molto usabile (nemmeno lui)

Arriviamo subito al primo problema attuale: provo ad effettuare il pagamento da app Twitter ufficiale, aggiornata all’ultima versione. Cerco di pagare con PayPal ma dimentico, come spesso mi accade, la password. Ripristino account e salvo nuova password, e mi preparo a riprovarci: lo faccio da desktop per maggiore praticità, ma qui si può pagare solo con carta di credito, non con PayPal.

Il gestore di pagamento scelto da Twitter è Stripe, un classico provider affidabile ed economico ma pare che si siano “dimenticati” di far abbonare la gente via PayPal. Viene in mente un pensiero cattivello: che la scelta sia stata intenzionale, dato che è molto più difficile annullare un pagamento su carta di credito (che può arrivare a richiedere la revoca via banca, cosa che nemmeno tutti fanno) che uno su PayPal (per cui invece basta un semplice click per annullare il pagamento ricorrente).

Sono di fatto obbligato a inserire il numero di carta nel gateway, cosa che faccio ricorrendo ad una carta prepagata ricaricata all’occorrenza per sicurezza.

Tempi di approvazione lunghi della spunta

Ho pagato e ci sono voluti 5 giorni lavorativi (tipo INPS, ironizzavo) per avere una risposta. Spunta concessa direttamente, senza notifiche intermedie, nè tantomeno un messaggio che mi avvisasse che stavano lavorando per me. Nulla: si sono presi l’importo e tanto bastava. Questo silenzio è imbarazzante e non fa certo venire la voglia di continuare ad usarla, sta spunta benedetta…

Altra perla: non c’è un modo per contattare l’assistenza per avere informazioni. Non c’è un modo per aprire ticket. La mail per gli account a pagamento – che ho scovato dopo un po’ di ricerche su Google – è gestita con un link mailto e non si apre chiaramente nel mio browser, il che è inusabile oltre che francamente inconcepibile per un servizio del genere.

Vantaggi della spunta blu (?)

Non è nemmeno chiarissimo che vantaggi fornisca la spunta blu, paradossalmente. Se cerco nella guida ufficiale trovo indicazioni abbastanza chiare: Twitter Blue è il nostro servizio di abbonamento premium che mostra conversazioni di qualità su Twitter, Twitter Blue è un abbonamento opzionale a pagamento che aggiunge la spunta blu sul tuo account e offre l’accesso in anteprima a nuove funzioni scelte, come la modifica Tweet. Tutto qui?

La spunta blu significa concretamente avere a disposizione 30 minuti, di fatto, per modificare il tweet, cosa che (ironia del destino, se vogliamo chiamarlo così) anche Musk farebbe bene ad usare più spesso. Il punto anche qui non mi sembra chiaro: perchè solo 30 minuti per cambiare idea? Uno non può voler cambiare idea dopo 2 anni, in caso? Quello che è scritto è scritto, d’accordo, ma non stiamo nemmeno firmando digitalmente i tweet e sarebbe lecito, doveroso, abbastanza umano dare la possibilità di cambiare anche dopo un po’. Non per altro, ma questa logica modello “quando si scrive un tweet non si cancella, ormai quello è“, e se lo cancelli ne resta traccia lasciando mezze vuote le discussioni sta diventando vagamente paranoica. Nemmeno nei peggiori forum anni 90 era così, in effetti. Senza limiti temporali, andrebbe concessa, questa benedetta modifica: non che dopo 31 minuti non possa più cambiare nulla, o posso cambiare quando voglio oppure niente, secondo me.

Ho anche provato ad immaginare che la spunta blu fosse legato ad una questione di portata o visibilità dei tweet, dato che a differenza di quanto avveniva anni fa molte risposte che pubblico col mio account vengono più ignorate della media, a parità di contenuti e di stile per così dire. non è così: la portata è identica, e continua a dipendere (parere personalissimo) da un mix di fattori tra follower e modalità di interazione media.

Ammesso – e non concesso – che servano dati più precisi a riguardo per trarre conclusioni, resta il fatto che una spunta blu non fa, semplicemente, per me: e non mi venite a dire che “ne consegue affidabilità“, perchè abbiamo sempre detto che le spunte si possono comprare. Le definizioni stesse di affidabilità, ufficialità, coerenza, ne escono tutte – clamorosamente – a pezzi, ed è questo il problema più sostanziale.

Se pago per avere una spunta, non significa “ho un account ufficiale“, semmai è “ho pagato per avere una spunta blu“.

Se cambi foto del profilo o altri dettagli in bio, la spunta viene tolta (per poi riapparire dopo verifica)

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Immagine: DALL E, “Twitter re-immaginato come Godzilla”

Bastasse pagare per stare tranquilli andrebbe anche bene, ma non è così. Se cambi bio o foto, ti tolgono la spunta anche ad abbonamento in corso e probabilmente (deduco) senza considerare i giorni netti per cui hai pagato per averlo. Ciò avviene per essere riapprovata manualmente, visto che uno potrebbe mettere foto non reali, e ci sta, ma qui c’è anche un problema di attese e di tempistiche che su un social dovrebbero essere dell’ordine di ore, non di giorni.

Ho provato a mettere un selfie ritoccato da DALL E che mi ritrae, e in tutta sincerità trovo inutilmente cavilloso questo passaggio. Twitter dovrebbe avere circa 200 milioni di utenti, ammesso che ogni cambio di bio o foto comporti un lavoro di moderazione significa comunque migliaia di richieste da gestire ogni giorno: del resto se ritengono la moderazione inutile e non danno manco assistenza via email… Twitter sembra attualmente gestito come i vecchi forum con moderazione, in sostanza, dove ogni intervento sensibile veniva vagliato da un moderatore e i tempi di pubblicazione, di conseguenza, si allungavano.

Sembra di essere tornati ai tempi in cui i bonifici venivano approvati solo nei giorni lavorativi, magari da un impiegato annoiato e pigro, oppure a quelli dei primi exchange di bitcoin, quando pagavi per ottenere criptovaluta e speravi, letteralmente, che non fosse una truffa. Delle due l’una: o si rende la spunta realmente libera, a questo punto, portando a fondo la scelta fatta, oppure si rimette la spunta come era prima. Qualsiasi cosa pur di non essere costretti, a quanto pare, ad ammettere che tutto questo è un puro metodo di monetizzazione con tantissimi limiti, ed una gestione tutt’altro che trasparente.

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