Quale hosting scegliere per la tua azienda (per il sito e non solo)


Quando si cerca un buon servizio di hosting, ad essere interessate sono spesso aziende che hanno un proprio sito: se avete un sito aziendale e cercate un hosting per farlo funzionare, è questo il caso che proveremo a trattare in questo articolo.

A chi si rivolge questo articolo

Il cliente ideale di questo genere di servizio sono le PMI, le SRL, le SPA e le cooperative possono seguire questa semplice guida per la scelta dell’hosting perfetto in modo da poter far funzionare il proprio e-commerce, un portale personalizzato o un blog aziendale.

Suggerimenti per la scelta dell’hosting

Valutare una soluzione dedicata

Questo non significa per forza su server dedicati, per intenderci, bensଠche il loro concepimento deve essere utilizzabile da aziende, specie se hanno necessità  di espandersi nel breve periodo e necessitano di opzioni flessibili. La gestione degli hosting aziendali è infatti solitamente semplificata (anche se non sempre), cioè non sono necessariamente presenti tutte le opzioni che ci sono per le gestioni ordinarie di siti e servizi web.

In teoria, questi prodotti sono orientati all’uso da parte di personale non specialistico, che spesso coincide con il titolare stesso della ditta, a differenza delle offerte ordinarie che possono comunque essere usate da chiunque, intendiamoci, ma che presentano qualche difficoltà  di fondo per gestire ad esempio DNS, redirect e permessi.

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Una possibilità  in tal senso potrebbe ad esempio essere Seeweb.

Badare allo spazio su disco

La prima cosa da considerare nella scelta dell’hosting è lo spazio web a disposizione: considerate l’uso che dovrete fare del sito, quante volte dovrete aggiornarlo e quanto materiale audio, video e foto pensate di caricarci all’interno (a meno di voler ricorrere a vari embed). Pi๠frequentemente saranno positive le risposte a queste domande, più spazio vi servirà .

Badare alle librerie PHP

Considerate i requisiti specifici del vostro CMS (WordPress, Joomla, ecc.) in tal senso, e verificate che tutti i moduli necessari siano preinstallati; stesso discorso per la versione di PHP, che non deve essere troppo recente ma neanche troppo vecchia (adesso c’è la PHP 8 e tra qualche tempo sarà  opportuno installarla ovunque sui vari hosting, una volta finito il “tempo di vita” della PHP 7.4). Attenzione anche alle librerie PHP incluse (vi servirà  GD quasi certamente, ad esempio).

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Badare alla banda a disposizione

A questo punto è bene fare attenzione alla banda messa a disposizione (meglio se limitata, paradossalmente: “illimitata” rischia di essere solo un’illusione di marketing, nel senso che nessun hosting offre davvero niente di illimitato), ai moduli Apache o NGINX abilitati di default ed eventualmente abiliatabili, alla versione di PHP e cosଠvia.

Avere un consulente di fiducia per queste scelte e per operarle correttamente, di norma, aiuterà  ad avere meno problemi nel seguito.

Non farsi mandare fuori strada

Ci sono moltissimi hosting “ordinari” (spesso li trovate come hosting professionali, ma non c’è un modo unico per cercarli) adatti alle aziende di qualsiasi dimensione, e per quanto l’assistenza possa essere di livello, sarebbe sempre preferibile essere affiancati da personale specializzato.

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Per questo, ai classici sistemi di hosting rivolti ai privati (che sono quasi tutti low cost, o comunque piano di hosting da poche decine di euro all’anno), si possono affiancare le realtà  di hosting aziendali.

Flessibilità  del servizio

Un hosting aziendale è sostanzialmente flessibile e, come vedremo nel prossimo punto, permette facilmente di fare upgrade e downgrade. Poi, ovviamente, esistono i site builder e soluzioni in cloud del genere che facilitano la gestione, oppure possiamo scegliere una soluzione managed con un tecnico al nostro servizio on demand.

Ovviamente per scopi aziendali non valutate offerte troppo economiche – perchè finireste, a mio avviso, per trovarvi male.

Assicurarsi che i piani siano scalabili

La scalabilità  di un piano di hosting, cioè poter passare flessibilmente, mese dopo mese, da un piano all’altro, è un’altra caratteristica essenziale per gestire tranquillamente il proprio servizio: se utilizzo un piano 2 da 10 GB mensili, devo poter passare pagando la differenza, e senza complicazioni, al piano 3 da 15 GB, ad esempio.

Dovrebbe valere anche il viceversa, visto che spessissimo, nella mia esperienza, gli hosting sono infrastrutture sovradimensionate rispetto alle esigenze effettive dell’azienda. Per i cloud di fatto è un requisito minimale, anche se il modo più corretto di implementarlo sulla “nuvola” sarebbe quello di implementare soluzioni prepagate e “a consumo”: un Giga di risorse costa attualmente pochi centesimi, e questo rende la risorsa secondo me molto appetibile (mi rivolgo ai vari provider di hosting, essenzialmente).

Passare al cloud, o pianificarlo nei prossimi anni

Se credete che il cloud sia una fissazione inutile, guardate questo grafico di Google Trend: mostra un calo chiaro della ricerca di hosting, in favore di uno relativo al cloud. Una tendenza che sembra piuttosto regolare e che, almeno a livello di utenza di Google, mostra quella che dovrà  essere un’esplosione del settore a livelli molto elevati.

 

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