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Stop alle startup innovative senza notaio: il decreto è stato approvato

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Dopo una lunghissima tribolazione sembra che sia stato approvato un nuovo Decreto Legislativo, da parte del Consiglio dei Ministri, che delega ai notai la costituzione delle startup innovative. La registrazione può avvenire sia in presenza che in videoconferenza, come specificato, e mediante strumenti elettronici di autenticazione come la firma digitale. Da oggi, pertanto, gli atti costitutivi delle società  a responsabilità  limitata (SRL) e delle società  a responsabilità  limitata semplificata (SRLs) con sede in Italia e con capitale dichiarato possono essere accolti dal notaio, che certifica l’avvenuta registrazione mediante piattaforma apposita del Consiglio nazionale del notariato.

Le startup innovative, stando ai requisiti del MISE, riguarda aziende giovani con meno di 5 milioni di euro all’anno di fatturato, che abbia sede in Italia o in Europa, che risponda a specifici requisiti finanziari ed economici e che, ovviamente, si occupi di prodotti o servizi legati all’innovazione. In Italia ne esistono circa 13.000, secondo i dati ufficiali, e la loro crescita è continuata a durare anche nell’anno della pandemia.

Da un certo punto di vista la possibilità  di aprire startup senza notaio era da sempre stata vista come una possibilità  di lavoro e di crescita dell’economia, per quanto poi alla prova dei fatti tante di queste realtà  avessero fatturati esigui, a volte addirittura nulli, e veniva quasi il sospetto che fossero solo di facciata o “ombrello”. Molti hanno letto la possibilità  di impedire la registrazione di startup senza notaio come un “favore” ai notai, ma a nostro avviso – fermo restando tanti punti da chiarire nel seguito – non è esattamente cosà¬: il digitale, in questo modo, stava rischiando di diventare una scappatoia per evadere la burocrazia. Ed è assurdo che sia cosà¬, in tal caso: perchè è la burocrazia che deve essere cambiata, prima che tutti scappino all’estero affidandosi ad LTD di natura dubbia e difficili da tracciare anche fiscalmente.

Del resto la questione è controversa da anni: il Consiglio di Stato mesi fa aveva annullato la possibilità  di registrazione senza notaio, tra mille polemiche e discussioni tecnico-legali in cui, non essendo esperti in materia, ci asteniamo dal dare un giudizio o suggerire. Adesso sembra che lo Stato abbia dato ragione a chi aveva annullato: per quello che vale, l’idea che ci siamo fatti è che, alla lunga, le startup possano e debbano comunque esistere, ma non debbano neanche diventare un modo come un altro per scavalcare la burocrazia. Di fatto, il rischio di una burocrazia e tassazioni eccessive è proprio quello che le aziende esternalizzino sempre di più, ricorrendo e ripiegando su forme societarie estere o extra UE che sono, paradossalmente, più facili da aprire e da gestire.

Al tempo stesso, fa ben sperare almeno in parte la migrazione da startup ad SRL online, che potrebbe aprire al mondo del digitale e dell’autenticazione forte anche nell’ambito delle registrazioni delle aziende. Fino ad arrivare al mondo in cui, finalmente, tecnologia e società  possano andare di pari passo: perchè il problema in fondo è “solo” questo.

(fonte, Foto di Brett Hondow da Pixabay)

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