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Che cosa vuol dire serverless? La nostra guida

Serverless, che cosa significa? Come viene usato nella pratica questo approccio? Ne parliamo nel nostro nuovo articolo.

Come già  accaduto per altri termini generici quanto “jolly”, come ad esempio cloud e droplet, anche serverless è stato utilizzato in modo a volte improprio e spesso sottende una realtà  non ovvia. Non fosse altro che leggendolo letteralmente, “senza server“, si potrebbe pensare che questa tecnologia possa essere qualcosa che in realtà  poi non è.

Che cosa vuol dire “serverless“?

Come spiegato in un bell’articolo di TechCrunch, infatti, la maggioranza delle aziende IT tende a distribuire su vari server i propri applicativi, sia sfruttando server managed locali che soluzioni esternalizzate. Questa operazione, ed è questo il punto chiave delle architetture serverless, comporta la necessità  di dimensionare le risorse, scegliendo quanta RAM utilizzare, quando spazio su disco disporre, che database usare e via dicendo. Il modello serverless risolve elegantemente questo problema, di fatto, ricorrendo ad un modello “auto-gestito”: Lambda di Amazon, ad esempio, fa proprio questo. La sostanza del discorso consiste nel fatto, in altri termini, che le risorse sono allocate su singola azione, si paga solo per la potenza di calcolo sfruttata effettivamente e sono previsti degli appositi trigger per misurare il consumo.

Esempi di app serverless

L’esempio classico di app serverless, un modello intuitivo quanto forse poco scontato nell’uso, è dato ad esempio da un sistema di elaborazione o compressione di immagini, che normalmente rimane in idle fin quando non viene richiamato, elabora i dati e poi “riposa” nuovamente.

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Clicca sull’immagine per ingrandirla. Immagine tratta da https://aws.amazon.com/it/lambda/?c=ser&sec=srv

 

Un altro esempio interessante potrebbe essere quello della gestione di notifiche push sul cellulare, da invocare anche qui all’occorrenza e sfruttando le risorse in modo ottimale: non allocandole staticamente e pagandole a vuoto, bensଠsfruttandole con l’approccio lambda solo all’occorrenza, in modo dinamico.

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Clicca sull’immagine per ingrandirla

Pregi e difetti dell’approccio

Alla base dell’approccio serverless vi è, ovviamente, la necessità  di far focalizzare lo sviluppatore sul software e non sull’architettura sovrastante, cosa che spesso crea complicazioni anche per i servizi web più semplici. Se questo senza dubbio abbatte i costi di gestione e quelli operativi, oltre a ridurre o addirittura eliminare la necessità  di disporre di uno o più sistemisti, c’è il rischio che l’approccio serverless diventi fuorviante per i più, che potrebbero farne uso senza una reale consapevolezza in merito. Di fatto per la costruzione di prototipi o MVP (sssss), tipici delle startup informatiche, può essere decisamente interessante farne uso, tanto più che Lambda di Amazon è gratuito fino a un milione di request mensili. Questo, almeno, ad oggi e al momento in cui scriviamo, e ci aspettiamo che le cose non cambino nemmeno nei prossimi mesi.

Foto di Joshua Woroniecki da Pixabay

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